LA PERSONALITA’ PSICOPATICA (ANTISOCIALE)

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Transcript della presentazione:

LA PERSONALITA’ PSICOPATICA (ANTISOCIALE)

Il continuum psicopatico tende pesantemente nella direzione borderline-psicotica, dato che per definizione la diagnosi si riferisce a un fallimento di base dell’attaccamento umano e al ricorso di difese molto primitive. Esistono, però, anche persone con un’organizzazione di funzionamento più elevata. Il principio organizzatore della personalità psicopatica è “avere potere su” o manipolare coscientemente gli altri.

Fu Cleckley (1941) a fornire la prima descrizione clinica di questi pazienti, definendoli come non palesemente psicotici, ma talmente caotici e così scarsamente in sintonia con le richieste della realtà, da lasciar evincere una psicosi sottostante. I criteri in linea con quanto sottolineato da Cleckley mettono in luce, oltre alla psicosi, irresponsabilità, impulsività, mancanza di obiettivi realistici a lungo termine, comportamenti sessuali promiscui, problemi di comportamento precoci, stile di vita parassitario, durezza e mancanza di empatia, affettività superficiale, assenza di senso di colpa.

I criteri del DSM III sono più in linea con una definizione sociale della psicopatia, in quanto hanno ristretto il punto focale del disturbo ad una popolazione criminale, connessa ai ceti sociali inferiori (cultura americana). Nel DSM IV alcuni criteri sono stati modificati, ma la maggior parte riflettono aspetti puramente comportamentali. Alla base del disturbo antisociale sembrano esserci fattori genetici che, in interazione con caratteristiche ambientali predisponenti, correlano con il disturbo in più di uno studio.

Comprensione psicodinamica Melroy (1988) ha identificato due processi distinti che spesso si verificano nello sviluppo delle persone antisociali. Legato al paziente = profondo distacco dalle relazioni e dalle esperienze affettive; Legato all’oggetto = tentativi sadici di legarsi agli altri attraverso l’esercizio del potere e della seduttività La totale assenza di senso di colpa è determinata dalla severa incapacità di introiezione che ha determinato un difetto nello sviluppo del Super-io. I pazienti psicopatici gravi sono caratterizzati psicodinamicamente dalla totale assenza di questa istanza psichica.

Super-io patologico La struttura patologica del Super-io può essere evidenziata dalla completa mancanza di sforzi per giustificare comportamenti antisociali. I pazienti di alto livello hanno, invece, sviluppato un Super-io che però presenta delle lacune di funzionamento. È necessario distinguere tra personalità antisociale e comportamenti antisociali.

Pulsioni, affettività e temperamento maggiore aggressività di base la reattività del sistema nervoso centrale è significativamente più bassa della norma (soglia più alta della media per l’eccitazione piacevole ) incapacità di esprimere emozioni = agiscono invece di parlare.

Processi difensivi e adattivi L’operazione difensiva primaria è il controllo onnipotente Altra difesa tipica è l’acting out: Altre difese utilizzate: identificazione proiettiva difese dissociative vanno dai casi banali in cui si minimizza il proprio ruolo nell’ambito di un’azione violenta fino all’amnesia totale di un crimine violento.

Le relazioni oggettuali Il retroterra infantile delle persone antisociali è spesso caratterizzato da insicurezza e caos. Sono anche comuni abbandoni, perdite e rotture della famiglia. Nella storia infantile dei soggetti psicopatici è venuto a mancare il senso del potere nei momenti evolutivi appropriati. Questa carenza spinge questi soggetti a passare il resto della loro vita alla ricerca di conferme dell’onnipotenza. Mancata presenza di qualcuno che potesse aiutarli a tradurre le emozioni in parole. Non hanno incorporato oggetti buoni.

Il Sé psicopatico Dato il fallimento degli oggetti esterni, l’unico oggetto da investire è il Sé e il suo potere privato. Le rappresentazioni di sé possono quindi essere polarizzate tra la condizione desiderata di onnipotenza personale e la condizione temuta di disperata debolezza.

Transfert e controtransfert Il transfert di base di un sociopatico verso il clinico è una proiezione del suo bisogno predatorio interiore. Controtransfert: l’operatore ingenuo può cedere alla tentazione di cercare di dimostrare le proprie intenzioni positive. E quando il tentativo fallisce, le reazioni comuni nei confronti della persona psicopatica possono essere ostilità, disprezzo e offesa morale. L’odio esplicito del cliente non è raro, e non è motivo di preoccupazione, giacché la capacità di odiare è una forma di attaccamento.

Stile antisociale-psicopatico (Westen) La core-category è rappresentata dalla disonestà e dalla tendenza allo sfruttamento degli altri. La differenza fondamentale fra il DSM e la SWAP-200 è che quest’ultima contempla la mancanza di empatia (item 52) e il frequente ricorso ai meccanismi di difesa di proiezione e esternalizzazione (item 14). Sono, inoltre, distintivi i tratti della manipolazione dei sentimenti altrui per ottenere i propri scopi (item 194), del sentimento narcisistico di invulnerabilità (item 112). La SWAP-200 riporta anche la tendenza di questi paziente a tentare di convincere gli altri della loro volontà di cambiare, senza però mettere in pratica alcun cambiamento (item 177) e la mancanza di insight rispetto alle proprie motivazioni (item 148).