La resilienza familiare

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La resilienza familiare Froma Walsh,2008, Raffaello Cortina Prof.ssa Cristina Chiari, Psicodinamica dello sviluppo delle relazioni familiari

resilienza Capacità di riprendersi e di uscire più forti e pieni di nuove risorse dalle avversità. Processo attivo di resistenza, autoriparazione e di crescita in risposta alle crisi e alle difficoltà inevitabili della vita Non tutte le persone che riescono a superare le difficoltà possono definirsi resilienti: dobbiamo distinguer e il funzionamento competente dalla resilienza che implica anche il grado di benessere emotivo e relazionale Dobbiamo differenziare la resilienza dai concetti di invulnerabilità e autosufficienza

L’autrice “sono cresciuta con l’idea di essere una persona resiliente. Ma credevo di essere forte NONOSTANTE le carenze della mia famiglia e le avversità che abbiamo subito; è stato solo negli ultimi anni che sono arrivata a capire come la mia forza venisse fuori GRAZIE a quelle esperienze.” La crisi come rischio o/E come opportunità

Primi studi Dentro al mito dell’invulnerabilità e dentro al cultura individualistica occidentale, i ricercatori hanno descritto la resilienza in termini individuali e avulsi dai contesti relazionali come: Insieme tratti di personalità e stili di coping personale che consentono alle persone di superare le avversità. caratteristica innata (una tempra biologica), o forza personale

Caratteristiche individuali connesse alla resilienza Intelligenza superiore alla media Appartenenza al genere femminile Temperamento mite Autostima e autoefficacia elevate Solide basi spirituali e morali Ottimismo (confidare in illusioni positive) Convinzione di poter controllare gli eventi Credere che i propri sforzi saranno premiati Anticipazione del cambiamento come sfida eccitante

Contesti relazionali facilitatori delle caratteristiche individuali di resilienza Avere avuto nella vita una relazione significativa con una persona che li aveva accolti e amati incondizionatamente a prescindere dalle caratteristiche individuali (intelligenza, temperamento…) Contesto familiare caratterizzato da: sostegno emotivo, confini chiari, struttura coerente, sistemi di credenze condivise intergenerazionali. Legami di attaccamento sicuri con figure come allenatori, amici,partner, insegnanti…

Mito dell’invulnerabilità Nasce dall’osservazione di quei “bambini invulnerabili” che riescono a sopravvivere a condizioni di vita distruttivi, descritti come refrattari allo stress grazie alla loro forza o corazza caratteriale. Sono quindi “superbambini”. Pericolo di equiparare l’invulnerabilità alla forza e la vulnerabilità alla debolezza.

Conseguenze Chi riesce è destinato a diventare una persona autosufficiente, autonoma, indipendente Chi non ci riesce è debole, incapace, meritevole di biasimo, difettoso (carente di caratteristiche personali in grado di superare i problemi) La resilienza o la possiedi o non la possiedi (prospettiva non evolutiva e diadica, dell’intermittenza)

I superuomini I resilienti Mantengono uno stato di efficienza e competenza in condizioni altamente stressanti I resilienti Sono ingaggiati in una dura battaglia: percepire dolore e il coraggio, affrontando in modo competente le difficoltà a livello sia personale sia interpresonale. Integrare l’esperienza intensa della crisi nella trama complessa della nostra identità. Bonanno, 2004

Quale definizione? Capacità di riprendersi e di uscire più forti e pieni di nuove risorse dalle avversità, assumere il controllo della propria esistenza e tornare ad amare pienamente Processo attivo È qualcosa di più della capacità di sopravvivere, superare, sfuggire da una terribile sofferenza, infatti non tutte le persone che riescono ad uscire dalla sofferenza possono dirsi resilienti È un concetto diverso dalla invulnerabilità e dalla autosufficienza

Dagli anni novanta: verso una prospettiva ecologica ed evolutiva Cambiamento di prospettiva: la resilienza come caratteristica propria dei contesti che le persone respirano e co-costruiscono. inizialmente dentro una relazione diadica (di un adulto significativo con un bambino ad alto rischio poi con la teoria dei sistemi inserimento del costrutto di resilienza come sistema di interazioni complesso riferito a sistemi familiari e sociali di appartenenza assunzione di una prospettiva diacronica: la resilienza può emergere in qualsiasi momento della vita

Ciò comporta Mandato deontologico professionale di lavorare per ridurre e modificare condizioni di disuguaglianza Pensare che nessuna strategia di coping è funzionale in assoluto, bisogna possedere una variabilità di strategie di coping per superare e affrontare le diverse situazioni difficili che si verificano in momenti diversi del nostro sviluppo individuale, familiare La capacità di scegliere fra le alternative d’azione praticabili definisce un aspetto determinante la resilienza Mandato etico professionale: assunzione di modelli d’intervento non solo istruttivi ma soprattutto partecipativi

Eventi di “rischio” Non normativi , imprevisti, inattesi, In particolare quelli considerati fuori tempo, non attesi in senso cronologico e sociale Cumulativi (pling up)

Resilienza familiare Insieme di strategie di coping e di processi di adattamento che intervengono all’interno della famiglia considerata come unità funzionale. La prospettiva sistemica ci permette di vedere come le famiglie modulino lo stress permettendo al gruppo e ai singoli di affrontare le avversità prolungate Ribaltamento di prospettiva: anni 70, ricerca sistemica, un modello di famiglia come attore costitutivo della crisi individuale (modello della incompetenza e della causa) determinato da ricerche sulle famiglie disfunzionali, ora prospettive interessate e vedere come le famiglie sono messe alla prova delle difficoltà

Modello della vulnerabilità di Garmezy e Rutter Modelli individuali utili a capire anche la resilienza famigliare Obiettivo chiarire i meccanismi biologici e psicosociali sottesi alle capacità di coping in condizioni di stress Si ipotizza la mediazione di tre processi sottesi rispetto alla relazione tra stress e competenza: Modello dell’immunità Modello compensatorio Modello della crisi

immunità compensazione crisi I fattori protettivi agiscono come riserve di investimento (es esperienze di apprendimento positivo possono prevenire l’impotenza appresa –Seligman, 1995-) compensazione I fattori protettivi contrastano l’azione negativa di alcune esperienze stressanti (es: con l’età il mal funzionamento della memoria recente può essere compensato da maggiore capacità di discernimento e ponderazione) crisi Gli agenti contrastanti diventano potenziali valorizzatori dell’intero repertorio adattivo che fonda la resilienza, in base ai diversi stili di coping e alle fasi di sviluppo (es certe dinamiche intrafamigliari possono favorire l’emergere di una sorta di refrattarietà allo stress)

Processi sottesi alla resilienza famigliare Sistemi di credenze famigliari Strutture organizzative Processi comunicativi Significati attribuiti alle situazioni avverse Atteggiamento positivo (non ottimismo ma “ce la faremo”) Trascendenza e spiritualità Flessibilità Coesione Presenza di risorse sociali ed economiche Chiarezza Espressione libera delle emozioni Strategie collaborative di risoluzione dei problemi

Sistemi di credenze

Significare le avversità 1) Considerare la resilienza una qualità emergente di natura relazionale (e non individuale) e quindi… Pensare a reti di sicurezza e non avere una idea di eroe solitario Considerare la crisi come una sfida comune

Significare le avversità 2) Normalizzare e contestualizzare l’esperienza critica, cioè Collocarla e leggerla all’interno del ciclo di vita famigliare Riconoscere al vulnerabilità come una caratteristica umana Riconoscere il disagio come una sofferenza comprensibile e possibile in determinate condizioni e momenti della vita

Significare le avversità 3) Conquistare un senso di coerenza Considerare la crisi come una sfida comprensibile, controllabile, significativa

Significare le avversità 4) Valutare la situazione avversa: controllo/responsabilità/biasimo Attribuzioni causali esplicative Aspettative future

Visione costruttiva 1) Speranza: avere fiducia nella possibilità di superare le avversità 2) Riconoscere le risorse e costruire sulle potenzialità che si hanno 3) Cogliere le occasioni 4) Coraggio e incoraggiamento 5) Riconoscere ciò che è possibile, accettando ciò che non può essere cambiato

Trascendenza e spiritualità (intese in modo anche laico e non solo religioso) Valori e scopi più alti Fede, liturgie, sostegno della comunità religiosa Espressioni creative (arti, musica, scrittura) Modelli di ruolo positivi, aspirazioni all’identificazione o modellamento Apprendimento dalla cristi: come sofferenza ma anche come opportunità Rivalutare e riponderare le proprie priorità nella vita Impegno concreto non solo nell’essere aiutati , ma nell’aiutare gli altri

Modelli organizzativi

Flessibilità ripresa, riorganizzazione e adattamento alle nuove sfide Garantire stabilità, affidabilità, routine, rituali nel caos Mantenere una leadership forte e autorevole che possa rappresentare una base sicura per i più deboli (bambini e anziani): genitorialità di gruppo inter o intrafamigliare e relazioni di coppia paritetiche e non squalificanti

Capacità di relazione Sostegno, collaborazione e impegno reciproci Rispetto dei bisogni individuali, delle differenze e dei confini Ricerca di conciliazioni dei legami compromessi

Risorse economiche e sociali Attivare la cerchia della famiglia estesa, le reti sociali e comunitarie di sostegno Costruire relazioni in cui qualcuno o più persone abbiano una funzione di guida e orientamento Costruire una sicurezza economica Connettersi con le reti formali-istituzionali

Processi comunicativi

Chiarezza Messaggi coerenti tra parole e azioni Chiarire le aspettative e le informazioni ambigue Richiedere e raccontare la verità circa se stessi e la situazione

Comunicare le emozioni Condividere un’ampia gamma di emozioni e sentimenti (rabbia, paura, dolore, speranza, gioia, sdegno..) Empatia reciproca e tolleranza delle differenze Assunzione di responsabilità circa i propri sentimenti e comportamenti evitando al colpevolizzazione Mantenere e/o creare interazioni piacevoli

Strategie collaborative nella risoluzione dei conflitti Identificare dei problemi, gli agenti stressanti, i vincoli e le possibili alternative Discussioni critiche e creative Processi decisionali partecipativi: negoziazione, imparzialità, reciprocità Concentrarsi sugli obiettivi e compiere passi concreti Trarre vantaggio dai successi, apprendere dai propri fallimenti Prevenire i problemi e predisporsi ad affrontare sfide future