LOMBARDIA di Gianluca Schirato
POSIZIONE E CONFINI A nord le Alpi separano la Lombardia dalla Svizzera. A ovest, la Lombardia è delimitata dal Piemonte , a sud dall’Emilia, a est dal Veneto e a nord-est dal Trentino- Alto Adige.
TERRITORIO Il territorio della Lombardia è prevalentemente pianeggiante. La maggior parte del territorio lombardo, scendendo verso sud, è occupato dalla pianura Padano-Veneta. Questa zona è attraversata da molti fiumi che affluiscono nel Po. La Lombardia è probabilmente la regione italiana più ricca di acque in superficie. Dalle Alpi e dalle Prealpi scendono numerosi fiumi, affluenti e subaffluenti del Po, tra i principali, Ticino e Mincio, si annoverano l’Adda e l’Oglio. Oltre ai fiumi la nota più caratteristica del sistema idrografico è rappresentata dai laghi prealpini.
I più importanti laghi lombardi sono da ovest a est, il lago Maggiore, il lago di Lugano, il lago di Como, il lago d’Iseo e il lago di Garda. Solo i laghi di Como e d’Iseo sono interamente nel territorio lombardo. Oltre ai laghi prealpini, vi sono, nella Lombardia occidentale, vari laghi minori, di origine glaciale come il lago di Varese, situato nelle colline del Varesotto. La parte settentrionale è essenzialmente montuosa e comprende la sezione centrale delle Alpi (Alpi Lepontine e Retiche), termina nel massiccio del Bernina ma con molti altri massicci, tra cui il Disgrazia, l‘Adamello e l’Ortles-Cevedale. A sud delle Alpi inizia la fascia delle Prealpi e, ancora più a sud, quella delle colline ( Brianza, ecc..). Le Alpi lombarde, sono solcate da ampie valli, a cominciare dalla Valtellina che è la più lunga e importante valle del sistema alpino italiano. Nel territorio lombardo si trovano valichi, i principali sono quelli dello Stelvio e del Tonale che collegano la Lombardia con il Trentino-Alto Adige.
CLIMA E AMBIENTE La Lombardia presenta un movimento di varietà di paesaggi caratteristici: Lacustre - rive dei laghi, in particolare quello di Garda e di Como. Fluviale - sponde dei suoi numerosi fiumi. Collinare - Brianza, ecc.. Montano - Alpi Retiche e Lepontine. Il clima è alpino sui rilievi, con abbondanti precipitazioni nevose; è temperato intorno ai laghi; è continentale in pianura, dove le estati sono calde e gli inverni freddi, e dove è frequente, nei mesi invernali il fenomeno della nebbia.
ECONOMIA L’agricoltura è un’attività molto sviluppata, per la fertilità del terreno. Contribuiscono a renderla la regione più produttiva d’Italia anche l’abbondanza di acqua, le aziende organizzate e l’industria alimentare.Si producono foraggio, erba medica, segale, orzo, riso, grano turco,ortaggi, barbabietole da zucchero e piante di gelso. L’allevamento è molto sviluppato. Si allevano bovini, suini e ovini. L’industria è molto sviluppata, per la presenza di grandi fabbriche.Le industrie più sviluppate sono quella siderurgica, automobilistica, meccanica, alimentare,tessile,grafica e elettronica. La Lombardia è uno dei maggiori centri commerciali della penisola, con le numerose fiere. E’ molto importante anche l’industria del ferro.
CAPOLUOGO E PROVINCE Milano, il capoluogo,è un’antichissima città dei Galli che vivevano in quelle terre prima della conquista romana. Milano è anche un centro economico, industriale e commerciale d’Italia. Vi è un monumento importante, il duomo di Milano.
Varese è una tra le città più industriali d’Italia Varese è una tra le città più industriali d’Italia. Produce macchine, utensili, vestiti, tessuti,scarpe e prodotti chimici. Lecco è specializzato sui settori siderurgico-metallurgico, tessile e del legname. Como è il più importante centro italiano per la lavorazione della seta. A Bergamo le industrie sorgono nella città “bassa” mentre la città “alta” conserva il fascino e la struttura di un tempo; i settori di punta sono il tessile, il metalmeccanico e il chimico.
Varese Lecco Como Bergamo
Monza è famosa per le sue gare automobilistiche. Brescia è specializzata nella produzione meccanica e siderurgica. Lodi, Cremona e Mantova sono centri agricoli e commerciali. Pavia è un centro industriale e turistico. A Sondrio è sviluppato soprattutto il settore terziario
Monza Pavia Lodi Mantova
Cremona Brescia
CURIOSITA’ Sagra del carroccio: teatro della battaglia che il 29 maggio 1176 vide contrapposti l’esercito dell’imperatore Federico II e le milizie dei comuni alleati nella Lega lombarda, infine vittoriosa, Legnano commemora l’anniversario dell’evento nella celebre sagra, con personaggi abbigliati in fogge medievali. Nella foto, il "carroccio" intorno al quale i milanesi si strinsero in seguito alla prima sconfitta per sferrare il contrattacco finale.
Cucina lombarda: la cucina lombarda non è una cucina omogenea: basti pensare come sono lontani, per tecnica di preparazione, per sapore e tradizione, il risotto alla milanese dalla polenta con gli uccelli bergamasca, la mostarda di Cremona dai pizzoccheri della Valtellina, i tortelli di zucca mantovani dalla zuppa pavese. La ricca produzione di latticini dà una grande varietà di formaggi: il grana lodigiano, il gorgonzola, il taleggio, la robiola, lo stracchino, il cremoso mascarpone, che si ottiene dal fiordilatte. Il primo piatto più diffuso è il risotto, preparato in diverso modo nelle diverse città.
Cucina milanese: i piatti tipici milanesi sono il “risotto giallo”, la cotoletta, oggetto di discussioni riguardo una parentela con la simile cotoletta viennese; la “cassoeula” di maiale o di oca, piatto calorico adatto alla stagione invernale; e, per concludere, il panettone, che altro non era che il pane grande preparato in occasione delle solennità natalizie.
Cucina mantovana e cremonese: si tratta di una cucina influenzata della vicinanza della regione emiliana. Quindi paste ripiene, i marubini cremonesi e gli agnolini mantovani, e i tortelli di zucca e quelli cremaschi. Mantova ha una tradizione nella coltivazione del riso e quindi primi piatti a base di riso, specialmente nella forma sgranata alla pilota o abbinato ai pesciolini fritti. Inoltre un piatto tipico è il luccio in salsa. Tipiche specialità cremonesi sono la mostarda senapata, come accompagnamento del bollito misto, e il torrone, forse inventato in occasione delle nozze, celebrate a Cremona nel 1441, di Francesco Sforza con Bianca Maria Visconti.
Cucina bresciana e bergamasca: riflette la lunga influenza della dominazione veneta. Qui troviamo la celebre “polenta e osei”, in versione bresciana, con gli uccelletti cotti allo spiedo, o bergamasca, che preferisce la cottura in tegame. Anche i “casonsei”, la pasta ripiena caratterizzata dalla presenza di salsiccia o salame nel ripieno, esistono in varianti diverse nelle due province. La polenta è probabilmente la protagonista di queste cucine, e riveste un ruolo importante nei primi piatti, in accompagnamento dei secondi ed anche nei dolci, con innumerevoli preparazioni popolari che la arricchiscono con zucchero, uova, miele, frutta secca e fresca.
Cucina pavese: ha il suo piatto storico nella zuppa alla pavese, che si dice nata per soddisfare, con il poco disponibile, un regale ed affamato Francesco I di Valois. È anche cucina di riso, con quel capolavoro monastico che è il risotto alla certosina, e di pesci, pescati nel Po e nel Ticino. Né si può dimenticare il salame di Varzi e gli altri insaccati come coppe, pancette, cotechini. Più recentemente si è aggiunta a questa squisita compagnia la “Torta Paradiso”, delicata ineguagliabile preparazione di pasticceria. Cucina comasca: si presenta con i suoi “missoltitt”, agoni del lago seccati e pressati con foglie di alloro, con l’oca arrosto e polli e fagiani ripieni; è una cucina che si ispira in gran parte a quella milanese, ma che risente i potenti suggerimenti dei cuochi di casata, indaffarati nelle cucine delle numerose residenze patrizie di villeggiatura che abbelliscono le rive del Lario.
Vini tipici: in Lombardia vi sono tipiche zone dove si producono vini a denominazione di origine controllata: Oltrepò pavese, Franciacorta, area morenica attorno al Garda, Valtellina: si passa da rossi generosi e vivaci a bianchi morbidi e vellutati, abbinabili con i prodotti gastronomici lombardi. È poi diffusa la produzione di vini caserecci, chiamati solitamente Ragett
Parco nazionale dello Stelvio: pur essendo stato istituito nel 1935, il parco per un trentennio non ha acquisito una sua vera identità, anche a causa del fatto che ai margini o all'interno del suo territorio si trovano cittadine come Bormio, Pejo, Santa Caterina Valfurva, ad alta valenza turistica soprattutto per gli sport invernali. Ciò ha dunque determinato nel parco la progressiva presenza di nuove abitazioni, e di infrastrutture come strade e impianti di risalita, che certamente hanno danneggiato la continuità degli ambienti naturali. Dagli anni Settanta, grazie anche all'acquisizione di un nuovo territorio che lo ha portato a confinare con il parco svizzero dell'Engadina, il parco sembra comunque avere ritrovato la sua vocazione alla conservazione del suo ambiente naturale, prettamente alpino. La presenza dei ghiacciai, abbinata all'azione del freddo e dei venti, che hanno sbriciolato le rocce e formato estesi ghiaioni, ha conferito una particolare connotazione a questo parco e alle forme viventi che in esso si trovano.
Dalle praterie di altitudine, popolate dalla Linnea borealis, semprevivi, genziane, primule, campanule e alcune specie di orchidea, scendendo di quota si incontrano arbusti di rododendro e pino mugo, quindi, estesi boschi di larice e abete rosso; nelle radure cresce il giglio martagone. Specie animali come il gatto selvatico, la lince, gli orsi e i lupi un tempo trovavano qui un habitat ideale ma, vittime di un bracconaggio sconsiderato, sono oggi scomparse. Oggi, in mancanza di predatori naturali, prosperano nel parco grandi erbivori come il cervo (reintrodotto a partire da alcune popolazioni di cervi dell‘Engadina), il camoscio e il capriolo; vi sono poi ermellini, scoiattoli, faine e tassi. Tra gli uccelli vanno ricordati alcune coppie di aquila reale e il gallo cedrone.