La nascita della bioetica

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Transcript della presentazione:

La nascita della bioetica IL PRINCIPIALISMO Prof. Raffaele Sinno* Anestesista-Rianimatore, Docente di Bioetica ISSR di Benevento, Docente di Bioetica Università degli Studi di Bari, Comitato di Bioetica Provincia Romana dei Fatebenefratelli.

La Bioetica : una nuova frontiera? La Bioetica: trasformazione dell’etica classica?

Il passaggio dall’etica tradizionale ai nuovi orizzonti della Bioetica deve essere affrontato partendo da due considerazioni:   v La trasformazione dell’etica tradizionale; v La trasformazione dello statuto dell’arte medica.

L’etica medica sorge nella Grecia classica con il suo carattere prevalentemente sacerdotale. Era un’etica che tendeva alla visione di un uomo ò (bello) e ò (quindi buono).

L’etica, è l’adattamento della vita al suo ordine naturale, il modo o la forma di vita. (Platone, in Convivio).

L’etica greca si distingueva anche per i suoi caratteri:     Un’ etica andreietica; Un’etica salutista; Un’etica aristocratica.

, in greco, significa forza , in greco, significa forza. La principale preoccupazione nella formazione dell’uomo greco era il preservare l’aspetto fisico. La forza intesa come ordine. Solo il giovane incarnava l’aspetto naturale, il physis.

Il giovane ha il compito di mitigare questa fortezza per essere “ razza d’oro”. Platone, nel Convivo, ricorda: “ Fra essi dovranno essere scelti i governanti della città”.

L’etica greca è principalmente Salutista L’etica greca è principalmente Salutista. Solo le persone sane sono buone. L’errore è sempre prodotto da due cause: 1) L’ignoranza; 2) La malattia.  

L’errore, quindi la malattia, offusca la ragione e allontana il  dai suoi obiettivi: la bontà, la verità, la bellezza. “ Tutto ciò che è buono è bello, e la bellezza non esiste senza rapporti o proporzioni regolari. Pertanto, l’essere vivente per essere buono dovrà incarnare queste proporzioni.”

Da queste premesse, nasce la consapevolezza che solo l’uomo aristocratico può assolvere l’impegno d’essere buono, bello, equilibrato, nel suo fisico e nell’intelletto.

la sophia (la conoscenza) la Phronesis (la prudenza). Solo l’uomo aristocratico è chiamato alle virtù specifiche del  che sono: la sophia (la conoscenza) la Phronesis (la prudenza).

I vizi, conducono al disordine della malattia, devono essere combattuti, quali espressioni della non regolazione. La Medicina greca ha, quindi, una visione sacrale, dove l’artefice della ricostruzione dell’equilibrio, è chiamato ad obbedire alle leggi naturali

Il Paternalismo Medico   Da queste premesse si evince che tale sistema che ha regolato i rapporti tra medico e paziente, nasce dalla medicina greca e si sviluppa in diverse forme fino a metà del 1800. Solo in quella data deve fare i conti con una profonda trasformazione sociale, un mutato rapporto tra ciò che è considerato naturale e non.

Il medico perde quella veste sacrale di mediatore, prima tra la divinità e l’uomo e il suo simile. I rapporti tra ethòs e pathòs, perdono i loro connotati di chiarezza, e all’ordine del microcosmo in relazione con il macrocosmo, si sostituisce un rapporto di fiducia e scambio. Il vecchio paternalismo religioso dunque viene sostituito da un nuovo paternalismo definito Carismatico.

M. Weber,in Economia e società, Milano, ed. Di Comunità, 1974, p.706. “ L’autorità di un potere di comando può essere espressa in un sistema di norme razionali statuite (pattuite o concesse), le quali trovano obbedienza in quanto norme generali obbligatorie, qualora siano invocate da chi può farlo in nome di queste norme. Si obbedisce alla norma e non alla persona. Ciò diventa la consuetudine nel rapporto di fiduciario. D’altro canto ciò genera un’obbedienza sull’autorità personale, che diviene carisma, concesso a chi si adopera per far rispettare le norme razionali del rapporto”. M. Weber,in Economia e società, Milano, ed. Di Comunità, 1974, p.706.  

I IL paternalismo carismatico si basava su tre elementi I IL paternalismo carismatico si basava su tre elementi caratteristici:     La logica del carisma; La fisica del carisma;  L’etica del carisma.

Nella logica del rapporto tra paziente e medico sono le leggi razionali che ne regolano il suo fondamento.

La fisica del carisma è la capacità di utilizzare tutti i sistemi informativi e conoscitivi, per rimarcare il forte comando nel rapporto con il paziente.

Secondo molti autori contemporanei, anche in un sistema in cui prevale il principio d’autonomia, il medico continua ad operare con aspetti fisici carismatici.

Per Paternalismo Carismatico s’ intende un rapporto fondato su di un confronto fiduciario, in cui il medico assume una funzione di Herrschaft. (di dominio).

Nel 1800 si verifica una sedimentazione e trasformazione del vecchio sistema paternalistico sacrale e carismatico in una nuova forma definita “ Paternalismo burocratico”.

L’autore che nella sua opera definisce ed indica tale aspetto è Thomas Percival che scrive “ Medical Ethics” nel 1803. Il medico, secondo tale impostazione, deve relazionarsi secondo tre principi giurisprudenziali:     Honeste vivere;    Alterum non laedere;   Suum cuique tribuere.

“ Il medico deve informare periodicamente gli amici e parenti del paziente sulle evoluzioni rischiose della malattia. Non deve esagerare né minimizzare la gravità della condizione del paziente. Deve assicurarsi personalmente che i suoi congiunti siano a conoscenza dello stato del malato, quando sia necessario, per meglio proteggere gli interessi del paziente e della famiglia.”

" Bioethics: the Bridge of future.” La nascita della Bioetica.   Van Rensselaer Potter scrive un articolo nel 1970 dal titolo: "Bioethics: the Since of Survival “. Nel 1971 lo stesso autore scrive il testo che da avvio alla bioetica contemporanea dal titolo : " Bioethics: the Bridge of future.”  

Potter dichiara che la sua idea di Bioetica è stata influenzata da C.H. Waddington autore del suo volume “The Ethical Animal”

Scrive Potter di Waddington: “ un bioeticista prima che la parola fosse inventata, un uomo spinto dall’esigenza di sviluppare una teoria etica alla luce del sapere biologico, puntando praticamente ad un obiettivo simile al mio : una “Sapienza biologicamente fondata. “ (biological wisdom)

Nel 1958 un altro autore pubblica un articolo che influenzera’ molto V.R. Potter. L’autore e’ Th. Dobzhansky e l’articolo si intitola “Evolution at Work”

Quest’autore elabora tre idee che verranno riprese e elaborate da Potter.

Le tre idee sono : nessuna legge biologica può assicurarci che le nostre specie continueranno a prosperare o esistere.

2. La specie umana è il solo prodotto dell’evoluzione che sa come s’evoluta e continuerà ad evolversi.

3. È compito della scienza trovare programmi per individuare quegli “ sviluppi dell’evoluzione che la natura non ha fornito”

Da queste premesse nasce la consapevolezza di una scienza che permette e preserva la sopravvivenza delle future generazioni.

I capisaldi di questa nuova disciplina erano nella visione di Potter:    v  L’interdisciplinarietà;     v  Scienza che guarda al futuro; v  Globalità.

L’interdisciplinarietà, perché come un ponte si getta tra diversi campi del sapere.   Scienza che guarda al futuro, perché i temi che tratta riguardano i destini delle future generazioni. Scienza della globalità, perché non s’interessa solo della salute o degli aspetti biofisici umani, ma volge lo sguardo sui destini della biosfera , sui rapporti tra uomo e cosmo, tra ambiente e cultura.

I capisaldi della bioetica sono racchiusi nel “Credo bioetico”, che Potter indica in “ The bridge of future”.

Credo : Accetto il bisogno di una terapia d’urto in un mondo affetto da crisi.

Impegno : Lavorerò con altri per migliorare la formulazione delle mie convinzioni, per sviluppare ulteriori credo, e per l’unione di un movimento mondiale che renda possibile la sopravvivenza ed un migliorato sviluppo della specie umana in armonia con l’ambiente Naturale.

2. Credo : Accetto il fatto che la futura sopravvivenza e lo sviluppo dell’umanità, da un punto di vista sia culturale che biologico siano fortemente condizionati dalle attuali attività e progetti dell’uomo.

Impegno: Cercherò di vivere la mia propria vita e d’influenzare la vita degli altri in modo da promuovere l’evoluzione di un mondo migliore per le future generazioni dell’umanità, e cercherò di evitare azioni che metterebbero a repentaglio il loro futuro

3. Credo : Accetto l’unicità di ciascun individuo ed il suo bisogno istintivo di contribuire al miglioramento di una più larga parte della società in un modo che sia compatibile con i bisogni a lunga scadenza dell’umanità.

Impegno : Cercherò di dare ascolto al punto di vista ragionato di altri, che facciano parte di una maggioranza o di una minoranza , e cercherò di riconoscere il ruolo del coinvolgimento emotivo nella produzione di un’azione efficace

4. Credo : Accetto l’inevitabilita’ di sofferenze umane che debbano risultare dal disordine naturale nelle creature biologiche e nel mondo fisico, ma non accetto passivamente la sofferenza che derivi dall’inumanità dell’uomo verso altri uomini

Impegno : Tenterò di far fronte ai miei problemi con dignità e coraggio, tenterò di dare assistenza ai miei simili quando siano afflitti , e lavorerò con lo scopo di eliminare , nel loro complesso, le sofferenze inutili del genere umano .

5. Credo : Accetto il carattere definitivo della morte come necessaria parte della vita. Affermo la mia venerazione per la vita, il mio credo nella fratellanza dell’uomo ed il mio credo in un obbligo verso le future generazioni dell’uomo.

Impegno : Tenterò di vivere in un modo che Possa giovare alla vita dei miei simili, ora e Nel tempo a venire, e di essere ricordato con Favore da coloro che verranno dopo di me

Nel 1971 fu data la prima definizione di Bioetica : “ Studio sistematico della condotta umana nell’area delle scienze della vita e della salute, quando tale condotta viene esaminata alla luce dei valori e dei principi morali”. ( Encyclopedia of Bioethics).  

Per E. Sgreccia : “ Quella parte della filosofia morale che considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo, e, particolarmente, di quegli interventi connessi con la pratica e lo sviluppo delle scienza mediche e biologiche”. ( 1986).  

“ L’etica applicata ai nuovi problemi che si sviluppano alle frontiere della vita. C. Viafora.(1990)  

L’etica in quanto particolarmente relativa ai fenomeni della vita organica del corpo, della generazione, dello sviluppo, maturità, e vecchiaia, della salute, della malattia, e della morte. “ (U. Scarpelli, 1987).  

“ L’etica applicata al bio-regno” . ( F. Bellino, 1992)   “ Scienza che esamina con sistematico rigore i problemi morali relativi al dominio delle scienze della vita” . ( P. Cattorini, 1993.)

“ Settore dell’etica che studia i problemi inerenti alla vita fisica in particolare le implicanze etiche delle scienze biomediche”. ( S. Leone, 1987).  

Da queste definizioni nasce un problema di tipo fondativo Da queste definizioni nasce un problema di tipo fondativo. La bioetica deve essere considerata una scienza che riduce le altre a compendio morale , oppure procede con un suo statuto epistemologico, per avviare un innovativo confronto tra le scienze e con le scienze? R. Sinno.(2002).  

Quando è nato il sistema dei principi ?   Tra il 1974 e il 1978 la “ National Commission for the protection of Human Subjects of Biomedical and Behavioral Research” , indicava quali dovevano essere i principi etici regolatori della sperimentazione medica”.

Agli inizi degli anni 80’ il “ Belmont Report “ , integrava e sintetizzava altri documenti in merito e indicava un’organica impostazione del modello etico che fu definito “dei principi”.

Principio della Beneficialità dell’iter procedurale; I principi applicati al contesto della sperimentazione clinica erano stati così suddivisi:   Principio del rispetto per l’Autonomia delle persone reclutate nella sperimentazione;    Principio della Beneficialità dell’iter procedurale;   Principio di Giustizia, legato alla fase di sperimentazione e di verifica a distanza dei soggetti arruolati.

Nel 1979 due autori T. L. Beauchamp e Childress, nel loro lavoro “Principles of biomedical ethics ”, oltre ad una definitiva sistemazione dei principi introducono il dilemma del rapporto tra doveri e conseguenze, tra la decisione e la deduzione etica.

Essi utilizzano, in campo bioetico, un termine adoperato da filosofo David Ross: DOVERE PRIMA FACIE. Con tale termine vogliono indicare che nel conflitto applicativo tra i principi, quello che deve regolare o dirimere le controversie etiche, dipende dal quel principio etico che razionalmente, in quella situazione, si deve seguire.

Dalla sintesi di Childress e Beauchamp, i principi regolatori, delle diverse esigenze e dei conflitti etici, sono i seguenti :      Principio di Autonomia, vale a dire l’esigenza di libertà delle persone che sono in gioco nel rapporto etico; t  Principio di Beneficialità, inteso come obbligo di “ primun non nocere”, in pratica di promuovere il bene;    Principio di Giustizia, vale a dire trattare tutti senza discriminazione di sorta.

IL Fondamento di una teoria , in genere, e in modo Cosa significa Principio ? Esso può assumere due diversi significati   IL Fondamento di una teoria , in genere, e in modo specifico etica; Un secondo significato, al plurale Principi, una serie di norme in base alle quali si esprime un giudizio morale circa ciò che è giusto oppure sbagliato.

v Un modello decisionista; v Un modello deduzionista. Due sono i versanti d’applicazione etica, due i modi di intendere i principi:   v  Un modello decisionista; v  Un modello deduzionista.

Modello Decisionista.   “ Che cosa significa decidere? E in conformità a che cosa” , si domanda Engelhardt. La domanda è, aristotelicamente parlando, un’appetizione deliberata che concerne cose che dipendono da noi. “ Il tacito e angoscioso autoprogettarsi sul proprio essere consapevole”, (Sein un Zeit).

Decidere in etica significa applicare al contesto il proprio sistema, un progetto già fondato. Costruire una metaetica.

Modello deduzionista.   La deduzione è un rapporto per il quale una conclusione deriva da più premesse. In filosofia la deduzione è stato il terreno di confronto di diverse teorie dal sillogismo classico (aristotelico), alla logica contemporanea. In altri termini, se la derivazione doveva essere realizzata da un ragionamento che andava dall’universale al particolare o viceversa.

Ogni deduzione ha: Una derivazione; Una conseguenza.

La derivazione è una serie infinita di enunciati, in cui ogni passo è definito da una successione logica ma non derivabile dall’intera catena di derivazioni . (Carnap).

La conseguenza è anche detta implicazione La conseguenza è anche detta implicazione. In altri termini, significa un enunciato che ne implica un altro, secondo leggi di necessità.

Sia la decisione che la deduzione, non considerano che ogni esperienza umana ha in sé delle funzioni integrate e complesse. (Sinno).  

Nasce nell’azione etica indagata dalla bioetica la questione se utilizzare un sistema già costituto nelle sue premesse oppure effettuare una valutazione che dipenda dal singolo caso, ovvero ancorarsi ad un sistema di principi statici o rimanere nella situazione particolare , senza tuttavia essere in grado di costruire un sistema di riferimento ?  

Nasce da queste premesse un ulteriore problema fondativo.   Esiste la Bioetica, oppure le Bioetiche ?

Nel contesto umano e nelle situazioni pratiche è noto che i principi sono insufficienti a rispondere alle domande “complesse” e spesso sono in conflittualità tra loro.

Autonomia, giustizia e beneficialità trovano terreno di scontro in moltissime situazioni: nelle problematiche d’inizio e fine vita; nella gestione delle politiche sanitarie; nell’applicabilità dell’allocazione delle risorse.

-Emerge un dato essenziale in questo modello : il relativismo etico. Le critiche che si possono muovere al modello dei principi si possono così racchiudere:      -Questi principi hanno una logica fine a se stessi, non funzionano né da un punto di vista pratico né teorico;    -Creano una collezione di casi concreti, un’antologia casistica senza riuscire ad integrare decisionismo e deduzionismo che sono entrambi presenti nel gioco etico;    -Emerge un dato essenziale in questo modello : il relativismo etico.    -Manca la reciprocità tra principi , la tensione al rapporto con i diversi contesti.

E’ necessario, invece, che nel dinamico incontro tra principi, l’aspetto deontologico, quello etico-morale, e gli aspetti più squisitamente scientifici, necessitino di un’organica collaborazione, un relazionarsi , tutti, alle esigenze umane.

Se i principi fondamentali da rispettare sono quelli ineludibili, insostituibili, fondamentali, quando essi entrano in conflitto , quale riteniamo meno importante : la libertà del soggetto, il bene presunto, o il rapporto di giustizia con gli altri esseri o con la società ?  

La risposta del principialismo è nell’applicare il sistema del DOVERE PRIMA FACIE.   Una critica che si muove a questa semplice soluzione è la seguente : “ nel confronto tra principi ognuno di essi applica un concetto di bene per l’uomo e la sintesi non può essere data dalla semplice sommazione o sottrazione d’effetti “. ( Sinno).

Per ovviare alle critiche mosse da più parti lo stesso Beauchamp suddivise i principi Prima Facie in due classi :     Prima Facie duties;    Actual duties.

I Prima Facie duties corrispondono ai principi generali, mentre gli Actual duties a quelli del contesto particolare.   In realtà questa risposta non ha eliminato le critiche al modello principialista.

Il Sistema dei principi presenta due debolezze : 1- La mancanza di una teoria universale; 2- Crea un antagonismo e un’alienazione tra i principi.

La difficoltà del principialismo consiste essenzialmente nel non aver considerato la differenza tra :   1.  Principio = vale a dire la funzione regolativa nel sistema etico; 2. Il Valore = la funzione interpretativa delle diverse esigenze umane; 3.  La virtù = la funzione motivante l’azione morale; 4.  La norma = vale a dire la funzione operante.

Per Engelhardt l’etica si deve fondare semplicemente su di un reciproco patto di convinzioni e condizioni, un reciproco rispetto, tuttavia non è né il principio, ma solo il rapporto eticamente consolidato di una comunità alla fine ad essere preso in considerazione.  

A tale visione riduttivista dell’etica si deve rispondere con questa considerazione : “ L’esigenza umana non è solo una sintesi tra convinzioni o modo di pensare differenti , è una relazione in cui il comportamento diviene intrinseca consapevolezza dell’uomo di essere uomo, di sentirsi non solo appartenente ad una specie di comunità , ma ancor più un continuo ed indispensabile dono etico “ . ( R. Sinno).  

La validità del modello dei Principi , per D La validità del modello dei Principi , per D. Garcia, sta nel fatto di aver indicato genericamente delle linee guida di comportamento. Questi principi potranno essere rivitalizzati solo se non imporranno ristrette visioni della vita, se prenderanno in considerazione altri livelli: quello esplorativo- propositivo, e l’aspetto coscienziale, troppo spesso emarginati nella riflessione etica contemporanea.  

La nostra risposta razionale : “ Il fondamentale principio da rispettare in ogni situazione è la salvaguardia della vita e l’integrità fisico- psichica- spirituale, della persona umana.  

Principio di Autonomia   Il cardine di questo principio è che il soggetto può decidere liberamente di accettare , o no, qualsivoglia azione in campo sanitario e in generale nel rapporto etico, in ragione della sua capacità di far fronte Autonomamente ai problemi personali.

La teoria dell’autonomia considera diversi capisaldi :   Ø   Autodecisione; Ø   Diritto di libertà; Ø   Diritto di riservatezza; Ø   Capacità razionale di una scelta.

Il principio di autonomia in senso stretto nasce come risposta al modello etico del Paternalismo, che ancora oggi è alla base della formazione di buona parte degli “Health’s professionals”.

Il Il modello Paternalistico si basava sui seguenti punti :   Ø   L’etica è da considerarsi una lista comportamentale di regole da seguire; Ø   Essa deve servire a rafforzare l’autorità professionale in modo che i pazienti, e tutti i soggetti in gioco, rimangono solo comparse; Ø   Il principio cardine è la Beneficialità che giustifica anche eventuali coercizioni in nome della salvezza dell’ammalato.

I cardini del principio di autonomia sono: Il comportamento del soggetto attiene alla sua individuale predisposizione nei confronti dei singoli problemi; L’operatore non decide ma compartecipa; Il rapporto deve basarsi su di un contratto, un’ eguaglianza nello scambio relazionale.

La comunità etica- sociale; Ma se il soggetto non è in grado di scegliere , chi decide?   La famiglia; Il Tutore legale; La comunità etica- sociale; La norma etica vigente?

non crescite conoscitive interpersonali; I I limiti del modello dell’autonomia possono essere così racchiusi : ll modello contrattualistico si basa sull’esatta convinzione che ogni relazione possa esaurisrsi in una sorta di patto; Fondare la relazione sul rapporto costi- benefici determina tensioni e crisi, non crescite conoscitive interpersonali;   Puntare esclusivamente sui diritti, senza tenere conto dei doveri, comporta la rinuncia al raggiungimento delle mete.    Il modello contrattuale è veramente legalista, volendo risolvere con delle norme questioni di principio.

IL problema del consenso- dissenso alle procedure biomediche; Sul principio del rispetto dell’Autonomia vengono fondate le seguenti considerazioni in campo etico :   IL problema del consenso- dissenso alle procedure biomediche;   Informazione e verità nel comportamento ; Decisione libera ed autonoma dell’interruzione volontaria della gravidanza ;   Possibilità di redarre testamenti del tipo living will o biocard. Possibilità di ritenere valida ogni tecnica biomedica, solo in ragione del risultato: inseminazione eterologa, utero in affitto, utero artificiale.

Per Kant il bene ha un senso nel significato di ordine morale. Principio di Beneficialità.  Nella storia del pensiero umano il concetto di Bene è stato sempre in relazione al raggiungimento di un obiettivo.   Nella concezione classica greca il bene è per Aristotele il raggiungimento della felicità, vale a dire una corretta natura razionale dell’uomo. Nella visione cristiana Il Bonum equivale all Ens. In altre parole è Dio stesso che è Bene. Per Kant il bene ha un senso nel significato di ordine morale. Per la filosofia individualista “ bene e male “ non hanno significato in sé, ma solo in relazione a ciò che si considera buono o cattivo.

Nel principialismo nord- americano, il Principio di Beneficenza è stato correlato a quello di non maleficenza, del primum non nocere.   Questa visione è, tuttavia, riduttiva del concetto di beneficenza, poiché tiene conto solo delle motivazioni e non degli obiettivi.

Questo principio è stato suggerito nel nuovo codice professionale degli infermieri e in quello dei medici italiani.   “ E’ compito del medico difendere la vita, la salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza nel rispetto della dignità umana”. “ L’infermiere è al servizio della vita dell’uomo , lo aiuta ad amare la vita, a superare la malattia a sopportare l’idea della morte”.

Nasce un problema fondamentale :   E’ sufficiente evitare il male oppure è opportuno operare per il raggiungimento del Bene possibile o del Bene.

Operare un bilancio tra costi e benefici . i Il principio del bene si fonda su quattro aspetti analitici che sono:   Prevenire il male ;   Rimuovere il male;   Promuovere il bene; Operare un bilancio tra costi e benefici .

Tale principio è stato da troppo tempo sminuito a favore di quello dell’autonomia. E’ fondamentale, invece, una rifondazione di tale principio.   “Bisogna risignificare il concetto di Beneficialità“. ( C. Viafora). “ Bisogna elevare il bene su di un piano di concordia“. (D. Garcia)

PRINCIPIO DI GIUSTIZIA   Nel mondo sanitario “Giustizia” significa assicurare trattamenti che scientificamente siano ritenuti validi e applicati nella loro interezza. La giustizia deve riguardare, in bioetica, non la semplice “ pari opportunità” , ma il rispetto della diversità costitutiva del corpo altrui. Il fulcro di tale principio è quello che si deve passare dalla semplice azione virtuosa ad obbligo morale, ciò comporta un rapporto sincrono tra i soggetti in gioco.

Quale giustizia?   Una giustizia che si deve trasformare in Solidarietà. “ Non si può essere giusti se non solidali e non solidali se non motivati dalla giustizia “ ( F. Bellino).

La giustizia riguarda il cardine della dignità di una persona, ed in modo particolare del valore dell’infirmitas. ( R. Sinno).  

Non è lecito , in base alla programmazione sanitaria, basata sul principio etico dei costi e benefici, rifiutare una terapia valida in quei pazienti che hanno una bassa aspettativa di vita. Al contempo non si può usare in modo incongruo un trattamento, aumentando la spesa sanitaria, sottraendo fondi destinati ad altre terapie e cure per la comunità etica.

Per ovviare a questa ed altre conflittualità Il Personalismo etico e bioetico ai principi di Autonomia, Beneficialità, Giustizia, aggiunge quello di Totalità.

Questo principio si fonda sul ragionamento che il valore del tutto è superiore a quello della parte.   Da un punto di vista etico s’identifica con la possibilità morale d’intervenire sull’integrità fisiologica del corpo, stabilendo il momento criteriologico in base al quale l’intervento lesivo diventa accettabile in ragione del tutto.

Per l’etica personalista il bene è “ solidale” nel senso che : “ Nisi esset nobis impressa notio ipsius boni” ( S. Agostino) , vale a dire nei nostri giudizio non ci sarebbe possibile dire che una cosa è migliore di un'altra se non fosse impressa la nozione del bene .

In tale ottica, donare un organo in vita non lede il principio di totalità, poiché l’atto e la parte vengono utilizzati con il fine di promuovere il principio di Beneficialità, elevando la meschina libertà del possesso a quella del dono.

In definitiva il sistema dei Principi non deve essere assolutizzato né eliminato nella ricerca bioetica. Il fondamento di tutto il sistema deve rimanere l’uomo con le sue necessità e problematicità. In ogni caso, l’etica, e in modo particolare il confronto bioetico, non può prescindere dal principio della salvaguardia della vita e dell’integrità fisica psichica e spirituale di ogni uomo, per ogni uomo, di tutto l’uomo.