IL TALENTO Bologna, 20 dicembre 2002 Donatella TOCCI Banca FINECO – Ufficio Promotori Finanziari Via Gandhi 22, 42100 REGGIO EMILIA donatella.tocci@bancafineco.it Bologna, 20 dicembre 2002
Nel 1990, il Congresso ed il Presidente degli Stati Uniti hanno dichiarato gli anni Novanta il decennio del cervello. Hanno messo a disposizione fondi, sponsorizzato convegni e hanno fatto tutto il possibile per aiutare la comunità scientifica a scoprire i misteri della mente umana.
Il loro incoraggiamento ha accelerato gli sforzi già in corso da parte dell’industria, dei corpi accademici e delle organizzazioni di ricerca, tanto che: “Il ritmo del progresso delle neuroscienze è tale che il 90% di tutto ciò che sappiamo sul cervello lo abbiamo imparato negli ultimi dieci anni.” (Lewis L.Judd-ex direttore dell’Istituto Nazionale di Salute Mentale)
Inoltre le nuove tecnologie, come la tomografia a emissione di positroni (PET) e la risonanza magnetica (RMN) hanno consentito e consentono agli scienziati di vedere effettivamente il cervello al lavoro. Ed ecco ciò che si sa oggi. Alla nascita il cervello di un bambino ha circa 100 miliardi di neuroni che rimarranno più o meno costanti durante tutta la sua vita.
Esse sono la materia prima della mente Esse sono la materia prima della mente. Ma non sono la mente: la mente del bambino vive tra queste cellule, nelle connessioni tra queste cellule. Nelle sinapsi. Dal giorno della nascita, ogni neurone manda migliaia di segnali nel tentativo di creare altrettante connessioni. Al terzo compleanno del bambino, il cervello ha costruito circa 15.000 distinte connessioni sinaptiche per ciascun neurone!
E questo è troppo!! Così, più o meno nei dieci anni successivi, il cervello del bambino si raffina e mette a fuoco la propria rete di connessioni. Quelle forti diventano ancora più forti, le più deboli spariscono. E’ possibile paragonare questo processo di sfrondamento a un sistema autostradale: le strade più trafficate diventano sempre più ampie, quelle poco frequentate cadono in disuso.
Questi sentieri mentali sono i filtri della mente Questi sentieri mentali sono i filtri della mente. Essi producono i modelli ricorrenti di comportamento e di pensiero che la rendono unica; le dicono a quali stimoli rispondere e quali ignorare, stabiliscono in che cosa sarà superiore e in che cosa dovrà combattere.
Oggi desidero parlarvi proprio di questi filtri mentali, di quei modelli di pensiero, di comportamento o di sensazione ricorrenti ai quali rispondiamo e che ci dicono costantemente cosa dobbiamo fare, sentire o pensare. Essi, se messi in pratica in modo produttivo, rappresentano il TALENTO.
La mia convinzione è che qualunque ruolo, se svolto al meglio, richieda talento, perché qualunque ruolo svolto al meglio richiede la presenza di modelli ricorrenti di comportamento, pensiero e sensazione. L’obiettivo del mio intervento è quindi quello di fornire una piccola traccia a chi di voi sta per intraprendere la propria strada professionale, a chi di voi l’ha già intrapresa, a chi deve insegnare e mettere qualcun altro in condizione di trovarla, per trasformare il talento potenziale in performances.
Perché? La mia esperienza: Laurea in fisica 1991, dottorato di ricerca 1995, promotore finanziario dal ‘95, supervisore dal ’97. Le “selected references”, che sono un sunto della mia formazione nella gestione di risorse umane.
TECNICHE, CONOSCENZE E TALENTI: Qual è la differenza? Tecniche e conoscenze possono essere facilmente insegnate, mentre il talento no. Pratica TECNICA Ciò che sappiamo Esperienza CONOSCENZA TALENTO Empatia
TECNICHE, CONOSCENZE E TALENTI: Qual è la differenza? Tecniche e conoscenze : sono trasferibili da una persona ad un’altra, ma sono legate ad una specifica situazione (in uno scenario non specifico perdono il loro valore) Talento : è trasferibile da una situazione ad un’altra. Con lo stimolo giusto si accende spontaneamente; però non si trasferisce da una persona ad un’altra, si può solo andarlo a cercare.
TRE TIPI DI TALENTO Talenti da battaglia Perchè Talenti di pensiero Come Talenti di relazione Chi
COME SI MANIFESTA? Abitudini: la maggior parte sono una prima natura e quindi talenti. Il vantaggio di questo approccio è che mira a rendere più capaci sulla base della consapevolezza di sé. Atteggiamenti: sono talenti perché sono schemi ricorrenti di pensiero, sensazione e comportamento. La chiave è trovare il giusto ruolo. Istinti: sono i talenti da battaglia.Non si possono instillare motivazioni, solo coltivarle e selezionarle.
COME TROVARLO? Sapere quali talenti si stanno cercando: è necessario andare al di là della descrizione dei ruoli e delle mansioni e concentrarsi sulla “cultura della propria azienda”. Selezionare un talento critico per ciascuna categoria. Studiare i migliori: è necessario per conoscere il comportamento e lo schema mentale di chi ha le prestazioni di più alto livello. Perché l’eccellenza non è l’opposto della mediocrità.
COME TROVARLO? Apprendimento rapido: è un indizio importante del talento di una persona. E’ necessario dunque scoprire cosa una persona apprende facilmente per sapere che talenti ha. Soddisfazioni: le fonti di soddisfazione di una persona sono un altro indizio del suo talento. Quindi cerchiamo di capire che cosa egli trova appagante e che genere di soddisfazione gli dà la forza di andare avanti.
RICAPITOLANDO: Il talento è un modello ricorrente di comportamento, pensiero e sensazione che può essere in pratica in modo produttivo. La chiave per una prestazione eccellente è l’incontro tra talento e ruolo.
RICAPITOLANDO: Come identificarlo: Avendo chiara la differenza tra tecnica, conoscenza, talento. Sapendo che i talenti da battaglia, di pensiero e di relazione rappresentano il carattere della persona. Come si manifesta: Abitudini – atteggiamenti - istinti Come trovarlo: Sapendo cosa si cerca. Studiando l’eccellenza.
INFINE……..ciò da cui i più grandi manager al mondo non prescindono mai: La gente non cambia poi così tanto. Non perdete tempo a mettere dentro quello che è stato lasciato fuori. Cercate di tirar fuori quello che c’è già. E’ già abbastanza difficile.