Le carte piene di sogni. Testi e lettori in età moderna (2006)

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Transcript della presentazione:

Le carte piene di sogni. Testi e lettori in età moderna (2006) Marina Roggero

Il problema: la lettura in antico regime Le fonti: Testi manoscritti Testi a stampa Testimonianze orali Memorie letterarie Iconografia Fonti giudiziarie Testamenti Atti processuali ecc.

Un esempio di storia culturale Molte discipline entrano in gioco: Storia sociale Storia letteraria Linguistica Antropologia culturale

Tre domande essenziali: Chi leggeva? Cosa si leggeva? Come si leggeva?

Tre difficili conquiste della modernità L’alfabetismo Leggere + scrivere + far di conto La lettura silenziosa

Due ostacoli difficili da battere L’analfabetismo diffuso La censura (ecclesiastica)

Teoria della ricezione Un testo fruito è come un bene consumato Un testo può essere consumato anche se non è letto direttamente Ci sono molti modi di leggere/consumare un testo Ci sono molti modi di rielaborare (individualmente o collettivamente) un testo consumato Un testo agisce anche quando non è più presente, ma è stato consumato

Alto / basso Non esiste (né in passato né oggi) una netta distinzione fra cultura alta e cultura bassa: Lettori alti consumano regolarmente testi bassi (lunari, almanacchi, poemi cavallereschi, romanzi popolari, ecc.) Lettori bassi o non-lettori consumano avidamente testi derivati dalla letteratura alta (poesia epica, poemi cavallereschi, romanzi, testi religiosi, testi teatrali, ecc.)

Oralità / scrittura Non esistono confini precisi fra oralità e scrittura: Il testo scritto viene quasi sempre fruito soprattutto in forma orale (lettura domestica o pubblica ad alta voce, recita, rappresentazione, declamazione, canto, melodramma, ecc.) Il testo scritto, spesso, fissa qualcosa che si è catturato all’oralità (es. i poemi omerici, le fiabe) L’oralità può diventare scrittura in un secondo momento (racconto, testimonianza, memorie, raccolta etnografica…)

Scrittura / iconografia Con la scoperta della stampa i testi si accompagnano sempre più spesso ad immagini: stampe popolari, cicli religiosi, vignette satiriche, illustrazioni, fumetti… Al testo si affianca così un paratesto (= tutto ciò che non è testo, in un libro) che diventa linguaggio autonomo ed evocativo Con lo stesso testo davanti agli occhi l’alfabeta legge; l’analfabeta guarda

La letteratura cavalleresca Il ciclo bretone (Excalibur, re Artù e i cavalieri della Tavola rotonda, Lancillotto e Ginevra, il sacro Graal) Il ciclo carolingio (Carlo Magno e i paladini di Francia, Orlando, Rinaldo, la lotta dei Cristiani contro i Mori) I Reali di Francia Guerin Meschino Luigi Pulci Matteo Boiardo Lodovico Ariosto Torquato Tasso

Un mondo dominato dalla letteratura cavalleresca Testi letti, recitati, cantati, rappresentati… … volgarizzati, trasformati, tradotti… …illustrati Testi diffusi enormemente a tutti i livelli. La cultura di un uomo (o donna) medio europeo di antico regime è imbevuta di letteratura cavalleresca, seconda per diffusione solo alla letteratura religiosa e alle Sacre Scritture

La letteratura cavalleresca rappresenta un sistema di valori reali e sentiti Onore Valore Coraggio Nobiltà Amore puro Amicizia Fedeltà Fede

La fortuna dell’ ottava rima L’ ottava (strofa composta da otto endecasillabi di cui i primi sei sono a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata, secondo lo schema: ABABABCC) è la forma più diffusa nei poemi cavallereschi e la più facile da memorizzare.

L. Pulci, Morgante Dodici paladini aveva in corte      Carlo, e 'l più savio e famoso era Orlando;      Gan traditor lo condusse alla morte      in Roncisvalle, un trattato ordinando,      là dove il corno e' sonò tanto forte:      «dopo la dolorosa rotta quando...»,      nella sua Comedìa Dante qui dice,      e mettelo con Carlo in Ciel felice. Era per Pasqua, quella di Natale:      Carlo la corte avea tutta in Parigi:      Orlando, com'io dico, è il principale;      èvvi il Danese, Astolfo ed Ansuigi;      fannosi feste e cose trïunfale,      e molto celebravan san Dionigi;      Angiolin di Baiona ed Ulivieri      v'era venuto, e 'l gentil Berlinghieri

L. Ariosto, L’Orlando furioso Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l'ire e i giovenil furori d'Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. 2 Dirò d'Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai, né in rima: che per amor venne in furore e matto, d'uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m'ha fatto, che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso.

T. Tasso, La Gerusalemme liberata Canto l'arme pietose e 'l capitano che 'l gran sepolcro liberò di Cristo. Molto egli oprò co 'l senno e con la mano, molto soffrí nel glorioso acquisto; e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano s'armò d'Asia e di Libia il popol misto. Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi segni ridusse i suoi compagni erranti.

I “cantarinaldi” espressione della creatività popolare Teatro dei pupi siciliani Cantori i piazza Improvvisatori (in Arcadia e nelle osterie) Gli stornelli = improvvisazioni con varianti su basi letterarie

Il teatro Genere dotto e/o genere popolare? Testo letterario alla base (?), ma soprattutto oralità e improvvisazione Il pubblico del teatro è immenso e vario; non vi è distinzione fra alto e basso Il teatro raggiunge tutti… …ma ancor di più il melodramma

Il melodramma e l’opera Testo poetico + scena = teatro Testo poetico + musica = canto Testo poetico + musica + canto + scena = melodramma Il pubblico del melodramma è sempre stato un pubblico misto, ma soprattutto popolare. Oggi ascoltiamo l’opera in sacrale silenzio, ma un tempo andare all’opera era come andare al mercato