Nanoparticelle metalliche

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Nanoparticelle metalliche Presentazione Nanoparticelle metalliche

Interazione luce - materia Colore e visione Ossidoriduzioni - Elettroliti Diffusione di particelle in un solido Interazione luce - materia Nanoscienze, nanotecnologie Principi di spettroscopia Sensori colorimetrici 2 2

In un mezzo trasparente disomogeneo nel quale siano presenti particelle (centri diffusori), se le loro dimensioni sono paragonabili alla lunghezza d’onda della radiazione, si ha diffusione (in trasmissione). Diffusione luminosa Interazione radiazione - materia Un fenomeno molto comune in natura λ diverse diffondono diversamente

Soluzioni, colloidi e sospensioni Esempi di colloidi naturali: gelatina, maionese, nebbia, fumo, … Si distinguono per la dimensione delle particelle in dispersione e le conseguenti diverse proprietà macroscopiche Soluzioni Colloidi Sospensioni Dimensioni particelle < 1nm 1 ÷ 1000 nm > 1000 nm Interazione con la luce - Effetto Tyndall No Raggio laser invisibile si Raggio laser evidente e nitido Si Raggio laser confuso Forte diffusione Si depositano (gravità) no La luce visibile ha lunghezza d’onda tra 380 e 760 nm Il raggio laser (da sinistra) non è visibile mentre attraversa l’acqua distillata, ma risulta chiaro e nitido nel colloide d’oro  La gravità non è più dominante alla nanoscala 4

Il colore alla macroscala Spesso pensiamo al colore come ad una proprietà intrinseca degli oggetti. In realtà noi vediamo la luce che non è assorbita, cioè la luce che è trasmessa o diffusa dagli oggetti che guardiamo. Spettri di emissione di un led a luce bianca e di una lampadina ad incandescenza Il colore percepito dipende dalla sorgente luminosa (spettro di emissione); dalla sostanza: la luce della sorgente è assorbita o diffusa in modo diverso dagli oggetti che osserviamo (o meglio dagli atomi e dalle molecole che lo compongono (interazione radiazione materia). Colori complementari : se viene assorbito il blu viola l’oggetto apparirà rosso arancio

Colori strutturali Più raramente il colore dipende non dai pigmenti ma dalla struttura . Pattern superficiali alla micro o nanoscala (di dimensioni tipiche comparabili a quelle della radiazione visibile) provocano interferenza tra luce incidente e riflessa causando colori diversi. E’ il principio su cui si basano i cristalli fotonici. Esempi di colori strutturali in Natura: le ali delle farfalle Morpho devono il loro blu ad una microstruttura ad alveare analoga a quella dei cristalli fotonici. La pianta Selaginella Willdenowii , le bolle di sapone, la corazza di alcuni coleotteri …. ( Immagini: di Daniela Rambaldini e Wikipedia).

Il colore nei metalli Risonanza plasmonica Analogo meccanico Massa Forza elastica di richiamo della molla Frequenza propria di risonanza del sistema Forza applicata con uguale frequenza  Moto oscillatorio armonico Elettroni di valenza Forza elastica di richiamo degli ioni Frequenza di plasma (di risonanza del sistema) C.E. Applicato uguale frequenza  Moto oscillatorio armonico Il c.e. può propagarsi efficacemente nel metallo solo a tale frequenza . A frequenze inferiori, invece si ha poca o affatto propagazione. Poiché la frequenza di plasma cade generalmente nella regione ultravioletta, la luce visibile non si può propagare nel metallo. Perciò molti metalli sono totalmente riflettenti. Metalli e radiazione UV-Visibile: Gli elettroni di valenza rispondono al c.e. oscillante con oscillazioni collettive (plasmone). La forza di richiamo è dovuta agli ioni: tutti gli elettroni si muovono in fase, a una frequenza propria, detta frequenza di plasma che dipende essenzialmente dalla densità di tali elettroni.

Il Colore alla nanoscala Per le nanoparticelle metalliche i plasmoni dipendono non solo dal materiale, ma anche da a) dimensioni; b) forma; c) costante dielettrica del mezzo in cui sono immerse ( grande rapporto superficie/volume) al crescere di εm, la posizione spettrale del picco di risonanza si sposta verso lunghezze d'onda maggiori (rosso), ovvero una costante dielettrica maggiore induce una frequenza plasmonica, e quindi di assorbimento, più bassa, E’ proprio questa forte dipendenza che permette di utilizzare le nanoparticelle come sensori molecolari con altissima sensibilità: sensori colorimetrici. Spettri sperimentali per particelle d'oro inserite in diversi mezzi. Si osserva un red shift per solventi maggiormente polarizzabili (cost. diel. Maggiore) Immagine: Csáki-Fritzsche- Schroeder Institute of Photonic Technology (IPHT), Jena http://www.ipht-jena.de/en/home.html .

Sintesi di nanoparticelle d’oro Metodi alternativi Il colore della soluzione vira dal giallo paglierino al grigio, violetto, porpora, ed infine rubino. E’ così possibile monitorare le dimensioni delle «particelle»: al loro diminuire cala anche la λ assorbita. Immagini al microscopio elettronico Da http:// naoyou.eu/

Sensore plasmonico colorimetrico All'aumentare delle dimensioni delle nanoparticelle, la frequenza di assorbimento diminuisce, cioè si sposta verso il rosso. Quella di emissione (colore percepito) verso il blu! Immagine http:// naoyou.eu/ Le particelle d’oro possono venire funzionalizzate attaccando sequenze di DNA in grado di riconoscere e legarsi a sequenze complementari attaccate ad altre nanoparticelle. In seguito al legame tra le sequenze complementari di DNA la sospensione cambia colore a causa dello spostamento dell'assorbimento dovuto all'aggregazione, indicando un test positivo per quella s pecifica sequenza di DNA.

Applicazioni delle nanoparticelle d’oro in medicina Oltre ai sensori colorimetrici anche Trasporto di farmaci per terapie mirate Terapia antitumorale fototermica (risonanza in IR) o utilizzando l’effetto Joule indotto da radiofrequenza….