La mente nel corpo II Giacomo Romano Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali Università degli Studi di Siena, a. a. 2008/2009 Corso di Filosofia della Mente, II parte 18/12/08
Il rischio del nichilismo assoluto Il nichilismo si ingenera dal realismo oggettivo e produce un allontanamento dall’esperienza sul piano epistemico ma soprattutto il crollo delle fondamenta di ogni valore sul piano pratico e morale Infondatezza e nichilismo gnoseologici hanno risvolti anche di tipo etico
Un’interpretazione alternativa del nichilismo Nishitani Keiji suggerisce di interpretare in senso positivo il nichilismo accogliendo la mancanza di fondamenti come un possibile progresso verso una scienza non oggettivista L’oggettivismo scientifico ha indotto a un atteggiamento etico neutro E se l’assunto oggettivista crolla?
Fallimento dell’oggettivismo e dissoluzione del soggetto Se viene meno l’atteggiamento oggettivista si perde anche il senso del sé Ma è proprio nel senso del sé che si radicano le convinzioni occidentali sulla morale Quali sono le implicazioni morali del venir meno del senso del sé?
Assenza del sé e dissoluzione della morale utilitaristica Il senso del sé è responsabile dell’atteggiamento utilitaristico dominante in Occidente Se si escludono i netti contorni del sé si elimina anche l’atteggiamento egocentrico utilitaristico Una prospettiva enazionista mostra come non si può riconoscere un sé senza l’interazione con altri sé
Sé e compassione* Con gli altri bisogna misurarsi mediante un senso di compassione* che deriva dalla pratica della consapevolezza e della presenza: si tratta di un atteggiamento decentrato, che non è sviluppato su base individuale ma solo sull’essere senzienti, sempre tuttavia in una dimensione mondana e globale
Non assolutezza dell’enattivismo “E’ di gran lunga molto meglio un onesto cognitivista di un enattivista solipsistico e borioso.” (VTR: p. 294) Anche l’atteggiamento dell’enattivista non deve essere dogmatico: coniugato con lo spirito del buddhismo deve solo evitare il rischio del nichilismo negativo facendo assurgere l’infondatezza a valore positivo All’ assenza di fondamenta non si deve rispondere con la ricerca di altre fondamenta: la si deve soltanto accettare
Prime conclusioni su VTR L’enattivismo buddhista si definisce su alcune posizioni: Emergentismo Evoluzionismo non adattazionista Infondatezza Non dogmatismo Antiutilitarismo
Valutazioni positive L’approccio enattivista è radicalmente nuovo (né realista né idealista) L’enattivismo propone una concezione emergentista e incarnata della cognizione Il cognitivismo enattivo definisce una concezione della cognizione molto plausibile scientificamente
Valutazioni negative Non è chiaro l’insegnamento buddhista della consapevolezza e della presenza Se si tratta di una dottrina pratica non sembra adeguata a rispondere a problemi teorici Emerge una incommensurabilità concettuale, specie in relazione alla definizione di essere senziente
Bilancio sulla prospettiva enattiva Si supera [davvero?] l’opposizione tra soggettivismo e realismo L’emergentismo complementare all’enazionismo non è una forma di epifenomenismo? Con l’ “enazione” si recupera l’ambito corporeo della conoscenza L’incarnazione radicale della cognizione può davvero fare a meno di rappresentazioni?
Dall’enattivismo alle sue applicazioni … e ritorno Gli ambiti in cui si possono trovare delle robuste conferme dell’enattivismo è l’IA (ma anche la vita artificiale) e la robotica Da questi ambiti operativi Andy Clark ha trovato l’ispirazione (e non nel Buddhismo) per riformulare antiche domande … sul rapporto tra mente e materia
Le pecche del computazionalismo L’errore più grave nella strategia del cognitivismo classico: identificare il mentale come un’attività diretta e svolta da un nucleo di coordinamento centrale, sviluppato in seguito a pressioni evolutive Questa forma di computazionalismo (simbolico) relega in secondo piano il ruolo del corpo e dell’ambiente
Le computazioni astratte L’attenzione su domini problematici di natura computazionale aveva concentrato l’interesse cognitivo su una dimensione logica ed inferenziale astratta Ma le computazioni di carattere logico-inferenziale presentano una questione operativa piuttosto urgente: sono terribilmente lenti!
La cognizione biologica incarnata I sistemi cognitivi biologici non elaborano l’informazione con una manipolazione simbolica di dati espliciti Questo tipo di procedura rallenta risposte che devono essere date immediatamente in un ambiente naturale (per es. CYC) Un sistema che accumula conoscenza in termini di dati espliciti deve poi gestirla
Chi troppo sa … nulla stringe Non è la quantità di conoscenza che aiuta un sistema a muoversi nel suo ambiente Un magazzino di dati espliciti oltre ad essere lento … non sa affrontare la novità Un sistema cognitivo con un grande data base è relativamente incapace se non riesce ad elaborare i propri dati in una veloce risposta adattiva all’ambiente …
L’incarnazione della conoscenza Come fa un sistema a gestire le informazioni sull’ambiente che lo circonda? Le ha incarnate e distribuite quasi tutte nel proprio corpo Anche animali apparentemente molto semplici come gli insetti, come per es. Periplaneta americana, hanno adottato questa strategia di incorporamento
La saggezza degli scarafaggi Anche la conoscenza grazie a cui uno scarafaggio si sa muovere nell’ambiente sarebbe difficilmente esplicitabile … … allora come si può riprodurre quel tipo di conoscenza in un sistema artificiale? Bisogna rendere quel sistema artificiale ampiamente autonomo, capace di rispondere da solo all’ambiente …