Istituzioni di Filosofia (V) Conoscenze necessarie

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Transcript della presentazione:

Istituzioni di Filosofia (V) Conoscenze necessarie Giacomo Romano a. a. 2006/2007: 3° Quarto, Modulo II Introduzione alla Filosofia Teoretica

Conoscere il MONDO “I cigni sono bianchi” «Quella che state ascoltando è una lezione di filosofia» «In Iraq c’è una guerra» «Mi è sembrato di vedere un gatto …» I fatti espressi da queste affermazioni possono essere tutti confermati direttamente facendo appello alla nostra esperienza del mondo (conoscenza empirica)

Conoscere ciò che non può non essere «Una sedia è una sedia» «Il rosso è un colore» «I colori hanno un’estensione» «I cani sono mammiferi» «I nostri nonni sono i genitori dei nostri genitori» E’ possibile confermare queste informazioni? Queste sono verità di ragione, verità necessarie* * Sono informazioni necessariamente vere, è impossibile che siano false.

Ragionamenti validi La condizione affinché una argomentazione (premesse + conclusione) sia valida non impone che le premesse siano vere: Tutti i mammiferi sono animali Le balene sono mammiferi Dunque 3. Le balene sono animali

Validità senza verità La validità di un argomento non dipende dalla verità delle sue premesse, ma dal fatto che la conclusione dell’argomento segua logicamente dalle sue premesse: Tutti i mammiferi sono animali I pesci sono mammiferi Dunque 3. I pesci sono animali

La struttura delle argomentazioni Tutti gli A sono B Tutti i B sono C Dunque Tutti gli A sono C La validità di questa conclusione non dipende dalla verità di A, B o C, ma dalle relazioni di implicazione che occorrono A, B o C Se A è più vecchio di B e B è più vecchio di C, allora A è più vecchio di C

Logica e argomentazione La logica è lo studio dei ragionamenti (delle argomentazioni) validi/e Con la logica non si può stabilire se le premesse di un ragionamento sono vere La logica può dare solamente valide regole per l’inferenza di conclusioni da premesse Ma allora le conclusioni di un’argomentazione non sono già contenute nelle premesse?

Conoscenze tautologiche Con il ragionamento valido che cosa si può conoscere effettivamente? Se un ragionamento valido consiste nel dedurre delle conclusioni che sono già contenute nelle premesse, che cosa si impara? La logica non è allora solamente uno sterile formulario che non ci consente di acquisire nuove informazioni sul mondo?

Il lonfo Il lonfo non vaterca né gluisce e molto raramente barigatta, ma quando soffia il bego a bisce a bisce sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta. E’ frusco il lonfo! E’ pieno di lupigna arrafferia malversa e sofolenta ! Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna se lugri ti botalla e ti criventa. Eppure il vecchio lonfo ammargelluto che bete e zugghia e fonca nei trombazzi fa lègica busìa, fa gisbuto: e quasi quasi in segno di sberdazzi gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi. Fosco Maraini, 1994: La gnòsi delle fanfole, Milano: Baldini e Castoldi.

Logica e conoscenza La logica fornisce valide regole di inferenza Possiamo adottare come premesse delle proposizioni assunte come vere: gli assiomi Ex.: il sistema della geometria di Euclide si fonda su assiomi: “Per due punti distinti passa una ed una sola retta” Tutto dipende dagli assiomi e dalle entità primitive riconosciute dalla teoria

Le verità della logica sono necessarie Legge di identità: A è A (ogni cosa è identica a sé stessa) Legge di Non Contraddizione: nessuna cosa può essere sia A che non-A Legge del Terzo Escluso: ogni cosa o è A oppure è non-A Già colti da Aristotele (384-322 a. C.), questi principi sono apparentemente banali; ma sembrano anche un punto fermo indubitabile!

Principi logici e leggi del pensiero I principi logici fondamentali sembrano leggi imprescindibili nella formulazione di un qualsiasi pensiero: se non si rispettano, allora un pensiero è contraddittorio! Possiamo pensare senza rispettare queste leggi? E’ ragionevole sostenere che «Io non sono Io», oppure «Questo è un lonfo e non lo è»?

Realtà e convenzione I principi della logica esprimono effettivamente leggi del pensiero? Alcuni (realisti) sostengono che il principio di non-contraddizione è una verità immediata sul mondo Altri (convenzionalisti) ritengono che sia una convenzione che spiega il significato di “non”. Indica l’assenza da una classe

Contro le “leggi del pensiero” (I) Frequenti sono le pseudo-obiezioni ai princìpi della logica: Si contesta il principio di identità: «Tu non sei un essere umano!» Possiamo parlare di una stessa persona a 50 anni di distanza? Come si fa a sostenere che Darth Fenner (Vader) è/non è un Jedi?

Contro le “leggi del pensiero” (II) Non è vero che “A o non-A”: ci possono essere vie di mezzo (ma la negazione non è affermare l’esatto opposto di quanto una proposizione sostiene) Un agnostico né crede in Dio né crede che Dio non esista Qualcuno può amare e insieme odiare il proprio partner

L’onere della prova OK, sembra che i principi della logica siano indubitabili; ma come possiamo dimostrarli? Li assumiamo? E se qualcuno non li trovasse auto-evidenti? Li proviamo per mezzo di altre proposizioni? Il massimo che possiamo fare è mostrare le conseguenze della loro negazione

Analiticità A = A Affermare un’identità equivale a sostenere una asserzione analitica Una asserzione è analitica quando il predicato* che ne fa parte non aggiunge alcuna informazione che non fosse già contenuta nel soggetto dell’asserzione Ex.: «Il nonno di Marzia è il padre del padre di Marzia»

Analitici e sintetici «Piero è il nonno di Marzia» La negazione di un enunciato sintetico vero è un enunciato falso; la negazione di un enunciato analitico è un enunciato auto-contraddittorio Ma come si può definire il concetto di “analitico”? Un’asserzione analitica sembra vera in virtù del suo significato

Definire l’analiticità Si potrebbe sostenere che le asserzioni analitiche sono delle definizioni; ma di che genere? Definizioni stipulative Definizioni descrittive Definizioni concettuali Una definizione è analitica perché può sostituire concettualmente quello di cui è una definizione: cugino/a = figlio/a di zia/o Caratteristiche definitorie vs. caratteristiche complementari

Caratteristiche definitorie e complementari In una definizione ci sono delle parole più o meno fondamentali: possono esprimere caratteristiche definitorie o complementari L’uomo è un bipede implume (Platone) Ma cosa distingue le caratteristiche definitorie dalle caratteristiche complementari? Oro = metallo giallo, duttile, si scioglie in acquaragia, con numero atomico 79; ma quali sono le caratteristiche definitorie di un uomo? Diogene di Sinope spennò un pollo e lo mostrò in pubblico: «Ecco l’uomo di Platone!» - Disputa sull’Essenzialismo

Analiticità e vaghezza La difficoltà di una definizione non è rappresentata dalla sua ambiguità* Moltissime parole del linguaggio ordinario sono vaghe Una parola è vaga quando non si hanno condizioni definite che ne stabiliscono l’applicazione nell’ambito di un linguaggio: quando effettivamente si può parlare di “ricchezza”?

I problemi dell’analiticità «Una persona razionale sceglie sempre in funzione dell’ottimizzazione delle proprie scelte» Q1 «Uno scapolo è un uomo non sposato» Che cosa vuol dire che Q1 è analitico? Q1 è analitico in funzione della definizione di scapolo ‘Scapolo’ e ‘uomo non sposato’ hanno il medesimo significato

Analiticità e necessità Un enunciato analitico è tale che la sua negazione è auto-contraddittoria «Un triangolo ha quattro angoli» Lo stato-di-cose espresso da un enunciato contraddittorio è logicamente impossibile L’impossibilità (e la possibilità) logica è totale, non è né empirica, né tecnica; come tale, qualcosa che non è logicamente possibile non è neppure concepibile

Altre proposizioni necessarie La classe delle proposizioni matematiche rappresenta delle proposizioni necessarie Che cosa ci dicono le proposizioni della matematica? Di che cosa trattano? Il significato delle proposizioni matematiche non dipende dall’esperienza Apparentemente, le proposizioni della matematica sono analitiche e necessarie

Proposizioni sintetiche e necessarie Kant e la tripartizione dei giudizi: Giudizi analitici a priori: «I corpi sono estesi» Giudizi sintetici a posteriori «I corpi sono pesanti» Giudizi sintetici a priori: le proposizioni della matematica e della geometria (per es. «7 + 5 = 12», ecc.) A priori: formale, necessario e universale, non empirico; a posteriori: empirico, contingente e non universale; analitico: che non incrementa l’informazione contenuta nel soggetto; sintetico: aggiunge al concetto del soggetto un predicato che in quello non era pensato.

Riferimenti Bibliografici Conclusioni Ci sono forme di conoscenza che sembrano travalicare la dimensione dell’esperienza; quale sia la loro natura non è ancora molto chiaro ### Riferimenti Bibliografici Hospers, J. 1956: Introduzione all’analisi filosofica (cap. III)