Lezione 3 Differenze internazionali nelle dotazioni fattoriali e commercio internazionale Giuseppe Celi IEG 2006.

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Lezione 3 Differenze internazionali nelle dotazioni fattoriali e commercio internazionale Giuseppe Celi IEG 2006

Introduzione Abbiamo osservato come il modello ricardiano ad un solo fattore conduca a predizioni teoriche forti : costi opportunità costanti, completa specializzazione commerciale, l’esistenza di benefici derivanti dal commercio per tutti i lavoratori (eccetto nel caso di un paese grande che non si specializza completamente). Comunque, nel mondo reale raramente osserviamo questo tipo di evidenza associata al commercio internazionale. Per esempio, non è vero che tutti i lavoratori traggono vantaggio quando il paese si apre al commercio internazionale (nei paesi avanzati i rappresentanti dei lavoratori tendono a contrastare l’integrazione commerciale con i paesi emergenti). E’ necessario quindi fare un passo avanti rispetto al modello ricardiano e adottare ipotesi un po’ più realistiche. Giuseppe Celi IEG 2006

Introduzione Il modello neoclassico di Heckscher-Ohlin (HO), che analizzeremo nel contesto di questa lezione, si differenzia dal modello ricardiano per due ragioni fondamentali. In primo luogo, esso assume l’esistenza di un secondo fattore, il capitale. In secondo luogo, esso neutralizza il ruolo delle differenze internazionali nella tecnologia assumendo identiche funzioni di produzione in entrambi i paesi. In questo modo, il modello favorisce una spiegazione del commercio internazionale in termini di differenze tra paesi nelle dotazioni fattoriali relative. Introducendo un secondo fattore nell’analisi, la FPP diventa concava rispetto all’origine e i costi opportunità diventano crescenti. Questa circostanza induce i paesi a produrre in free trade entrambi i beni piuttosto che specializzarsi completamente. Questo caso è più realistico rispetto alla completa specializzazione Giuseppe Celi IEG 2006

Introduzione Nel modello neoclassico di HO, benchè il commercio internazionale accresca il benessere aggregato, esso determina una redistribuzione del reddito tra capitale e lavoro. In questo modo, il modello cattura il conflitto di interessi che emerge nel mondo reale tra gruppi sociali Nel modello di HO, il vantaggio comparato è spiegato dalle differenze internazionali nelle dotazioni fattoriali. Esiste un largo consenso tra gli economisti riguardo il ruolo significativo che le dotazioni dei fattori svolgono nella spiegazione dei pattern of trade. Il modello di HO è, dunque, importante anche per la sua rilevanza empirica Giuseppe Celi IEG 2006

Piano della lezione La struttura della produzione nel modello neoclassico Funzione di produzione Minimizzazione dei costi L’impatto del saggio di remunerazione dei fattori Rendimenti di scala costanti Prezzi dei fattori L’equalizzazione del prezzo dei fattori Il diagramma di Lerner La relazione tra prezzi dei beni e prezzi dei fattori Stolper-Samuelson Giuseppe Celi IEG 2006

Piano della lezione Volume di produzione Rybczynski Edgeworth La distribuzione di lavoro e capitale Dotazioni fattoriali e commercio internazionale Heckscher - Ohlin La frontiera delle possibilità produttive Equilibrio di autarchia Equilibrio di “free trade” Un’applicazione: i dati di Summers-Heston Giuseppe Celi IEG 2006

I risultati della teoria neoclassica del commercio internazionale Equalizzazione del prezzo dei fattori (FPE) Il commercio internazionale (che equalizza il prezzo dei beni) conduce all’equalizzazione del prezzo dei fattori Il teorema di Rybczynski (Ryb) Assumendo prezzi costanti dei beni, un aumento della quantità di un fattore produttivo determina un incremento della produzione del bene che utilizza più intensivamente quel fattore e una riduzione della produzione dell’altro bene Il teorema di Stolper-Samuelson (SS) Un aumento del prezzo di un bene accresce la remunerazione del fattore utilizzato più intensivamente nella produzione di quel bene e riduce la remunerazione dell’altro fattore Il teorema di Heckscher-Ohlin (HO) Un paese esporterà il bene che utilizza più intensivamente il fattore relativamente abbondante Giuseppe Celi IEG 2006

Struttura generale del modello neoclassico 2 paesi: Austria e Bolivia (A e B) 2 beni: cibo (food) e manufatti (F e M) 2 fattori di produzione: capitale e lavoro (K e L) Rendimenti costanti di scala (CRS) Mobilità dei fattori tra settori e non tra paesi Concorrenza perfetta Assenza di costi di trasporto Identica tecnologia nei due paesi Nessuna inversione delle intensità fattoriali Identiche preferenze omotetiche nei due paesi Differenze nelle dotazioni relative dei fattori Giuseppe Celi IEG 2006

Funzione di produzione: Isoquanto = L’insieme di tutte le combinazioni efficienti degli input produttivi che determinano lo stesso livello di output (in questo caso, isoquanto unitario) Giuseppe Celi IEG 2006

Funzione di produzione Le possibilità di sostituzione tra K ed L nel modello neoclassico sono importanti (nella tabella che segue K è sostituito ad L nell’ isoquanto unitario). Giuseppe Celi IEG 2006

Funzione di produzione Il parametro α influenza la sostituzione fattoriale Giuseppe Celi IEG 2006

Minimizzazione dei costi Giuseppe Celi IEG 2006

Combinazione ottima degli input Analiticamente, la scelta della combinazione ottima degli input produttivi può essere ottenuta eguagliando TRS (technical rate of substitution, l’inclinazione dell’isoquanto che è uguale al rapporto tra le produttività marginali dei fattori) con il rapporto dei prezzi dei fattori: Applicando tale condizione alla funzione di produzione CD riferita al bene M (oppure F), otteniamo: Giuseppe Celi IEG 2006

Combinazione ottima degli input Se da questa espressione (nel caso di M) esplicitiamo wLm, otteniamo Giuseppe Celi IEG 2006

Il significato del parametro α Sostituendo la precedente espressione per wLm nell’equazione di costo totale si ha: Il parametro quindi rappresenta la quota del costo totale che è imputabile all’uso del capitale Giuseppe Celi IEG 2006

Il significato del parametro α I parametri sono dunque importanti nel segnalare l’intensità del capitale: Assumiamo che il bene M sia più capital-intensive del bene F: Giuseppe Celi IEG 2006

Impatto di una variazione del saggio di remunerazione dei fattori Impatto di una diminuzione del saggio salariale: W (Sostitutione di L a K) Giuseppe Celi IEG 2006

Rendimenti costanti di scala Sotto l’ipotesi di RCS, la minimizzazione dei costi avviene lungo il raggio dall’origine per ogni livello produttivo Giuseppe Celi IEG 2006

Rendimenti costanti di scala La figura precedente segnala come, sotto l’ipotesi di RCS, basta conoscere un isoquanto per derivare tutti gli altri. Questo facilita il problema della minimizzazione dei costi. Infatti, lungo ogni raggio dall’origine, l’inclinazione degli isoquanti è la stessa. Ciò significa che, dato il rapporto dei prezzi dei fattori (e quindi l’inclinazione del raggio dall’origine), la minimizzazione dei costi può essere derivata per ogni lvello di output lungo il raggio dall’origine Giuseppe Celi IEG 2006

Equalizzazione del prezzo dei fattori Nel modello neoclassico (2 beni, 2 fattori), se entrambi i beni vengono prodotti, sussiste una relazione uno a uno tra prezzi dei beni finali e prezzi dei fattori. Questo implica: prezzi dei fattori (w, r) prezzi dei beni (pm, pf ) prezzi dei beni (pm, pf ) prezzi dei fattori (w, r) Corollario. Nel modello neoclassico esteso al commercio internazionale (2 beni, 2 fattori, 2 paesi), se quest’ultimo equalizza il prezzo dei beni nei due paesi, allora anche i prezzi dei fattori saranno equalizzati (a patto che entrambi i beni siano prodotti nei due paesi e che lo stato della tecnologia sia lo stesso nei due paesi) Giuseppe Celi IEG 2006

Isocosto di valore unitario: Il diagramma di Lerner Isocosto di valore unitario: Isoquanto di valore unitario Giuseppe Celi IEG 2006

Il diagramma di Lerner Il diagramma di Lerner è costruito assumendo isocosto di valore unitario e isoquanto di valore unitario: Sotto l’ipotesi di concorrenza perfetta (nel lungo periodo assenza di extraprofitti e prezzo uguale a costo unitario) è chiaro che isocosto di valore unitario e isoquanto di valore unitario sono tangenti. Il diagramma di Lerner aiuta a spiegare l’equalizzazione del prezzo dei fattori indotta dal commercio internazionale Giuseppe Celi IEG 2006

Dai prezzi dei fattori ai prezzi dei beni Dati i prezzi degli input, ricaviamo l’isocosto unitario C’è solo un isoquanto unitario tangente all’isocosto unitario. E questo isoquanto implica un determinato prezzo del bene L K 1/r 1/w M = 1/pm B M’=1/pm’ F = 1/pf C 1/r’ ● B’ Giuseppe Celi IEG 2006

Dai prezzi dei beni ai prezzi dei fattori Dati i prezzi dei beni pm and pf, gli isoquanti di valore unitario sono determinabili esattamente. C’è solo un isocosto di valore unitario tangente ai due isoquanti di valore unitario. Questo determina il valore di w e r K M = 1/pm 1/r 1/w B C F = 1/pf L Giuseppe Celi IEG 2006

Equalizzazione del prezzo dei fattori La figura precedente implica che se il commercio internazionale tra i due paesi porta all’equalizzazione dei prezzi dei due beni, questa circostanza porterà anche all’equalizzazione del prezzo dei fattori, sotto l’ipotesi di identiche funzioni di produzione con RCS. Giuseppe Celi IEG 2006

Stolper-Samuelson Nel modello neoclassico (2 beni, 2 fattori), un aumento del prezzo di un determinato bene determina una crescita della remunerazione del fattore che è utilizzato più intensivamente nella produzione di quel bene e riduce la remunerazione dell’altro fattore (a patto che entrambi i beni sono prodotti). Nel nostro caso, dunque, se il prezzo dei manufatti aumenta la remunerazione del capitale r crescerà (dato che il bene M è relativamente capital-intensive) e il saggio salariale diminuirà; mentre, se il prezzo del cibo aumenta il saggio salariale crescerà (dato che il bene F è relativamente labour-intensive) e la remunerazione del capitale r diminuirà Giuseppe Celi IEG 2006

Stolper-Samuelson Un aumento di pm ↑ w ↑ r↓ Giuseppe Celi IEG 2006

Stolper-Samuelson La figura precedente riporta l’effetto Stolper-Samuelson. Se aumenta il prezzo del bene M, l’isoquanto di valore unitario riferito allo stesso bene si sposta verso l’origine (perchè con un prezzo maggiore minori quantità del bene sono necessarie per ottenere il valore unitario). Applicando la seconda proposizione del teorema FPE, al nuovo prezzo, vi sarà soltanto una nuova retta di isocosto di valore unitario tangente a entrambi gli isoquanti di valore unitario e questa retta implica una remunerazione del capitale più alta e un salario più basso. Da notare che il nuovo equilibrio implica teniche produttive più labour-intensive per entrambe le produzioni. Giuseppe Celi IEG 2006

L’effetto “magnification” Jones (1965) dimostra che l’impatto della variazione dei prezzi dei beni risulta amplificato sui prezzi dei fattori (magnification effect). In altri termini, nel grafico precedente si può vedere che l’aumento di r è maggiore dell’aumento di pm (infatti, l’isoquanto associato al nuovo prezzo pm’ taglia il raggio OA al di sopra della nuova retta di isocosto di valore unitario). Se Giuseppe Celi IEG 2006

Un’applicazione:globalizzazione, bassi salari e disoccupazione L’effetto Stolper-Samuelson è stato al centro del dibattito sulla globalizzatione; crescente ineguaglianza salariale in USA, crescente disoccupazione in EU Giuseppe Celi IEG 2006

Un’applicazione:globalizzazione, bassi salari e disoccupazione Giuseppe Celi IEG 2006

Rybczynski In un framework neoclassico con 2 beni (entrambi prodotti), 2 fattori e con prezzi dei beni costanti, una crescita della dotazione di uno dei fattori di produzione determina: un’espansione della produzione del bene che utilizza più intensivamente il fattore la cui dotazione è aumentata una riduzione della produzione dell’altro bene Nel nostro esempio, un aumento dello stock di capitale determinerà un incremento della produzione del bene M (capita-intensive) e una riduzione della produzione di cibo Il ricorso alla scatola di Edgeworth può essere utile per spiegare la proposizione di Rybczynski. Se Km+ Kf = K e Lm+ Lf = L, chiediamoci come allocare in modo ottimale K ed L nella produzione dei due beni Giuseppe Celi IEG 2006

La scatola di Edgeworth Giuseppe Celi IEG 2006

La curva dei contratti Giuseppe Celi IEG 2006

La curva dei contratti La curvatura della curva dei contratti dipende dalla differenza che i due beni presentano in termini di intensità di capitale = αf Giuseppe Celi IEG 2006

La distribuzione di capitale e lavoro Per dati prezzi dei beni finali, il rapporto salario-rendita (w/r) è determinato e non cambia (FPE). Dato il rapporto w/r, la minimizzazione dei costi determina il rapporto K/L ottimale nella produzione dei due beni (M ed F). Espansione e contrazione della produzione dei due beni non cambia il rapporto K/L ottimale: il sentiero di espansione della produzione dei due beni è una linea retta nella scatola di Edgeworth Come si può notare nella figura che segue, la distribuzione ottimale di capitale e lavoro sotto la condizione di pieno impiego dei fattori è data dal punto di intersezione dei sentieri di espansione della produzione nella scatola di Edgeworth Giuseppe Celi IEG 2006

La distribuzione di capitale e lavoro e l’impatto di un aumento della dotazione di lavoro (Ryb) Giuseppe Celi IEG 2006

Un’applicazione: immigrazione russa in Israele Periodo 1989-96: immigrazione di ebrei russi in Israele Gli ebrei russi hanno livelli di istruzione elevati Risultato: aumento della produzione di beni skill-intensive in Israele (Ryb) LTH = Less Than Highschool; HG = Highschool Graduate; SC = Some College; CG = College Graduate Giuseppe Celi IEG 2006

Produzioni manufatturiere intensive di lavoro unskilled; quota esportata (%); 1998 Giuseppe Celi IEG 2006

Heckscher - Ohlin Nel modello neoclassico con 2 beni, 2 fattori e 2 paesi con identiche funzioni di produzione e identiche preferenze omotetiche, un paese esporterà il bene che utilizza più intensivamente il fattore abbondante nello stesso paese Nel nostro esempio, se i manufatti (il bene M) rappresentano il bene capital-intensive, l’Austria, il paese relativamente più dotato di capitale, esporterà manufatti e importerà cibo Giuseppe Celi IEG 2006

esportazioni = produzione – consumo, Domanda Tutti i precedenti risultati ottenuti nel framework neoclassico utilizzato (FPE, SS) dipendevano esclusivamente dal lato dell’offerta. Dato che esportazioni = produzione – consumo, dobbiamo specificare il lato della domanda per arrivare a delle conclusione circa la direzione dei flussi commerciali. Assumiamo l’ipotesi standard di massimizzare una funzione di utilità del tipo soggetta al consueto vincolo di bilancio. Questo implica che i consumatori spenderanno una frazione δm del loro reddito per acquistare il bene M (Il problema di massimizzazione dell’utilità del consumatore è simile al problema di minimizzazione dei costi analizzato in precedenza Giuseppe Celi IEG 2006

Frontiera delle possibilità produttive Con 2 beni e RCS, la FPP è concava rispetto all’origine Giuseppe Celi IEG 2006

Frontiera delle possibilità produttive La curvatura della FPP dipende dalla differenza tra i due beni nell’intensità di capitale αf = Giuseppe Celi IEG 2006

La frontiera delle possibilità produttive Un aumento della dotazione di capitale determina uno sbilanciamento della FPP verso la produzione del bene capital-intensive (M); I punti di tangenza a prezzi costanti giacciono su una retta (Rybczynski line) Giuseppe Celi IEG 2006

Equilibrio in autarchia Giuseppe Celi IEG 2006

Equilibrio in autarchia in 2 paesi Il paese A produce una maggiore quantità relativa del bene capital-intensive M ad un prezzo relativo pm/pf più basso (pm/pf)B (pm/pf)A Giuseppe Celi IEG 2006

Equilibrio di free trade Nel caso del paese A il prezzo relativo di M aumenta: il paese A si specializza ulteriormente nella produzione del bene capital-intensive M tanto da esportarlo in cambio di cibo (pm/pf)* Giuseppe Celi IEG 2006

Conclusioni Il modello neoclassico: Assume identiche preferenze omotetiche e in tal modo neutralizza eventuali effetti di domanda Evidenzia come paesi con un elevato (basso) rapporto capitale-lavoro abbiano un elevato (basso) rapporto w/r in autarchia e un basso (elevato) prezzo relativo dei beni capital-intensive Dimostra che il commercio internazionale equalizza il prezzo dei beni e, per tale via, equalizza il prezzo dei fattori (FPE) Dimostra che il commercio internazionale penalizza il fattore scarso riducendone la remunerazione (SS) I paesi in cui il capitale (lavoro) è relativamente abbondante esportano beni capital (labor)-intensive (HO) Giuseppe Celi IEG 2006