Diversificazione e coerenza d’impresa Stefano Valvano, Accenture Incontro con la Facoltà di Economia Corso di Economia Applicata Torino, 3 maggio 2004
Agenda La diversificazione d’impresa (cenni) Il concetto di “coerenza produttiva” e l’indice di Teece et al. (1994) L’analisi empirica: un’applicazione alle imprese leader nell’industria manifatturiera italiana 1993-1996
Agenda La diversificazione d’impresa (cenni) Il concetto di “coerenza produttiva” e l’indice di Teece et al. (1994) L’analisi empirica: un’applicazione alle imprese leader nell’industria manifatturiera italiana 1993-1996
Alcune opzioni per la crescita Growth Options New Expansion of Market Creation of New Businesses Target new customer segments Target new geographies (often involves some M&A) Leverages existing offerings Next generation businesses Capability leveraged in business outside core Customer Segments Optimization of Core Business Expansion of Portfolio Customer insights used to deepen relationships Channel expansion Cross-selling Retention New products and services to enhance offering Broadening product portfolio for high potential segments New Existing Geographic Footprint Existing New Existing Products/Services
La diversificazione produttiva - Una definizione di diversificazione produttiva- Berry (1975) considera la diversificazione come un incremento del numero di industrie in cui è attiva un’impresa La diversificazione può essere definita come l’entrata di un’impresa in un business che richiede processi e competenze nuove rispetto alle linee di attività già esistenti
La diversificazione produttiva - La scelta di crescere tramite la diversificazione- STRATEGIA DI DIVERSIFICAZIONE LA “DIREZIONE” LA “MODALITA’” RELATED TECHNOLOGY BASED MARKETING BASED UNRELATED SVILUPPO INTERNO ACQUISIZIONE ALLEANZE STRATEGICHE
La diversificazione produttiva - Le teorie sulla diversificazione produttiva (cenni)- Market Power View: un’impresa si diversifica per poter incrementare il proprio potere di mercato (conglomerate power) Managerial View un’impresa diversifica in ragione di scelte manageriali non sempre efficienti (riduzioni del rischio, aumento del prestigio,…) Resource view: la strategia di diversificazione si ispira alla massimizzazione del valore dell’impresa attraverso un utilizzo più efficiente delle competenze sviluppate
La diversificazione produttiva - Benefici e costi della diversificazione -
Agenda La diversificazione d’impresa (cenni) Il concetto di “coerenza produttiva” e l’indice di Teece et al. (1994) L’analisi empirica: un’applicazione alle imprese leader nell’industria manifatturiera italiana 1993-1996
Il concetto di “coerenza” Dalla Resource view al concetto di coerenza: la direzione della diversificazione - Per analizzare il fenomeno della diversificazione produttiva è necessario considerare la direzione del raggio d’azione d’impresa, distinguendo fra “diversificazione correlata” e “diversificazione conglomerale” La “diversificazione correlata” prevede l’entrata in nuove attività produttive che consentono lo sfruttamento di specific assets e core competencies già sviluppate dall’impresa (Resource View)
Il concetto di “coerenza” - Il “cammino” di crescita dell’impresa coerente - Secondo la Resource View un’impresa è coerente se segue un percorso di crescita guidato dalle proprie risorse di base: l’espansione nell’arco di tempo (t;t+1) si basa sulle conoscenze accumulate al tempo t la scelta di diversificazione effettuata al tempo t influenza le strategie adottabili in t+1
Il concetto di “coerenza” - Le variabili che condizionano il raggio d’azione dell’impresa - La qualifica di impresa coerente è assegnata in relazione a: l’abilità di combinare e sfruttare le risorse a disposizione (ad ampio spettro vs. specialistiche) selezione del mercato (grado di competizione) Impresa diversificata coerente o conglomerale Impresa diversificata coerente Ad ampio spettro Tipo di risorse Impresa specializzata / verticalmente integrata Specialistiche Bassa Alta Selezione del mercato
Come misurare le coerenza produttiva? Gli indici di relatedness e corporate coherence- L’approccio tradizionale considera due settori ‘related’ se servono gli stessi settori a valle e/o se si riforniscono dagli stessi settori a monte (utilizzo di classificazioni industriali standard SIC, Ateco,…) Teece et al. (1994) propongono due misure innovative per analizzare la dimensione qualitativa del fenomeno diversificazione Indice di correlazione settoriale (inter-industry relatedness): giudizio sulla relazione che lega due settori industriali Indice di coerenza (corporate coherence): giudizio sulla direzione e coerenza del raggio d’azione dell’impresa
Gli indici di relatedness e corporate coherence L’indice di correlazione settoriale proposto da Teece et al. (1994) - Jij = numero di imprese diversificate, contemporaneamente attive nei settori i e j (è il numero di legami fra settori effettivamente realizzati all’interno del campione) mij = valore atteso variabile ipergeometrica (numero di legami fra i settori i e j che si sarebbe osservato se le imprese si fossero diversificate senza alcuna logica, cioè casualmente) sij = deviazione standard variabile ipergeometrica
Gli indici di relatedness e corporate coherence L’indice di coerenza proposto da Teece et al. (1994) - impresa k operante nel settore principale i tij = grado di relatedness fra i settori i e j nj = fatturato attività secondaria j
Gli indici di relatedness e corporate coherence I presupposti teorici degli indici di Teece et al. (1994) - Un’impresa è coerente se il suo raggio d’azione è costituito da business che per intensità e qualità condividono risorse di tipo tecnologico, organizzativo e di mercato Principio di non casualità: l’intensità del legame tecnologico e di mercato tra due attività è positivamente correlata con la frequenza con cui le imprese abbinano i due settori nel proprio profilo di diversificazione Principio di sopravvivenza: l’ambiente economico seleziona le imprese forzandole ad abbandonare le attività meno correlate con il core business a (e quindi meno efficienti)
Gli indici di relatedness e corporate coherence Considerazioni sugli indici di Teece et al. (1994) - L’originalità di questa misura risiede nella modalità con cui definisce il grado di correlazione tra settori industriali: è l’osservazione diretta della frequenza con cui le imprese abbinano business diversi a determinare il grado di relatedness (non una relazione fra input e/o output dei settori industriali definita a priori) L’analisi dell’evoluzione temporale degli indici di relatedness e coerenza può fornire una buona indicazione sul trend di riorganizzazione industriale Alcuni limiti: - gli indici forniscono un’immagine puntuale condizionata del campione di imprese analizzato (che deve essere necessariamente esteso) - un’impresa che si trova su un cammino unico ed originale di diversificazione è valutata incoerente (anche se tratta di un firts mover) - legame tra “coerenza”e performance incerto
Agenda La diversificazione d’impresa (cenni) Il concetto di “coerenza produttiva” e l’indice di Teece et al. (1994) L’analisi empirica: un’applicazione alle imprese leader nell’industria manifatturiera italiana 1993-1996
Premessa ed ipotesi preliminari - L’analisi empirica Premessa ed ipotesi preliminari - L’indice di relatedness e coerenza di Teece et al.(1994) è stato applicato ad un campione di imprese leader nell’industria manifatturiera italiana nel 1993 e 1996 Burning platform: Nel periodo in esame si ipotizza un processo di ristrutturazione industriale, influenzato dall’attuazione del Mercato Unico Europeo e dal fenomeno di globalizzazione a livello mondiale. Ipotesi da testare: Secondo la teoria sulla coerenza, l’integrazione e la maggior competizione (environmental selection) dovrebbero provocare la riduzione delle forme di diversificazione meno coerenti (conglomerali) Obiettivo della tesi: L’analisi si propone di individuare l’evoluzione delle strategie di diversificazione delle imprese del campione applicando i concetti e le misure di diversificazione e coerenza
Il database di partenza - L’analisi empirica Il database di partenza - L’indagine empirica è stata condotta utilizzando un database costruito dal Ceris-CNR di Torino Le matrice utilizzata disaggrega il fatturato delle imprese leader (in termini di fatturato) nell’industria manifatturiera italiana nel 1993 e 1996 per settore di attività in base alla classificazione ATECO ’91 a tre cifre. Sono considerate le prime 5 aziende per ciascun settore dell’industria manifatturiera Lungo le righe si può esaminare la diversificazione di ciascuna impresa in ogni settore 95 settori Lungo le colonne è possibile analizzare la concentrazione industriale nei diversi settori
Il campione d’imprese - L’analisi empirica Il campione d’imprese -
La relatedness tra settori - L’analisi empirica La relatedness tra settori - Media semplice degli indici ottenuti considerando solo combinazioni di settori 3-digit appartenenti allo stesso macro settore Media semplice degli indici di relatedness fra le attività appartenenti ad un macro settore e tutti i 95 settori manifatturieri
La coerenza d’impresa - L’analisi empirica La coerenza d’impresa -
La coerenza d’impresa - L’analisi empirica La coerenza d’impresa - Indice di coerenza >7 Indice di coerenza tra 3 e 7 Indice di coerenza <3
La coerenza d’impresa ed il numero di settori - L’analisi empirica La coerenza d’impresa ed il numero di settori - La probabilità che un’impresa sia meno coerente cresce al crescere del suo raggio d’azione, ma la relazione tra l’indice di coerenza e il numero settori non sembra essere lineare
La coerenza d’impresa per forma tipo di settore - L’analisi empirica La coerenza d’impresa per forma tipo di settore - Settori sensibili all’integrazione europea (presentati dalla Commissione Europea nel 1997)
- Coerenza e performance d’impresa (una proxy) - L’analisi empirica - Coerenza e performance d’impresa (una proxy) - Impresa non più leader per fatturato La Coerenza d’impresa aumenta la probabilità di conquistare la posizione di leadership (ma non è una condizione necessaria)
L’analisi empirica - Le determinanti della coerenza nel 1996 (applicazione econometrica) - The econometric analysis highlights that relatedness between pairs of sectors and coherence of diversification strategies are higher when: firms are active in sectors sharing similar technological and marketing characteristics, firm are positioned at different stages of the productive chain
L’analisi empirica - Le determinanti della variazione di coerenza ’93-’96 (applicazione econometrica) - The analysis of the determinants of of coherence change shows that firms which follow vertical integration strategies and operate in sectors that require similar R&D investments are more coherent than the average c
- Bibliografia essenziale - Montgomery C. (1994) ‘Corporate Diversification’, Journal of Economic Perspectives, 4, 623-632 Orecchia M., (1998) “Coerenza d’impresa e diversificazione settoriale: un’applicazione alle società leaders nell’industria manifatturiera europea”, Economia e politica industriale, n.99. pp.169-197. Penrose E. (1959) ‘The theory of the growth of the firm’, Basil Blackwell. Teece D.J., Rumelt R., Dosi G., Winter S., (1994) “Understanding corporate coherence. Theory and evidence”, Journal of Economic Behavior and Organization, vol.23, n.1, pp.1-30.. Valvano S., Vannoni D. Diversification Strategies and Corporate Coherence: evidence from Italian Leading Firms”, Review of Industrial Organization, August 2003, Volume 23 - Contatti - stefano.valvano@accenture.com
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Il concetto di “coerenza” Dalla Resource view al concetto di coerenza: la flessibilità delle risorse - tipo di diversificazione Esiste una relazione tra le risorse a disposizione dell’impresa ed il tipo di diversificazione (related vs. unrelated)
- Le determinanti della relatedness (applicazione econometrica) - L’analisi empirica - Le determinanti della relatedness (applicazione econometrica) -