28 – Inflazione: cause e costi

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28 – Inflazione: cause e costi

Che cos’è l’inflazione? Con inflazione si intende l’aumento generale del livello dei prezzi Con deflazione si intende la diminuzione generale del livello dei prezzi. (Deflazione molto più rara dell’inflazione: alcuni episodi di deflazione: il giappone recentemente; USA 1880-1896: -23%; i casi del 1949 e del 1958 in Italia) Problemi della deflazione non si recuperano i costi di produzione; diventa più difficile onorare i debiti

Iperinflazione Con iperinflazione si intende l’aumento generale del livello dei prezzi a tassi molto elevati di incremento (es., 50% al mese!) Germania anni ’20 America latina fine anni ’80, inizio ’90 Turchia recentemente

Le cause dell’inflazione Per comprendere le cause dell’inflazione, dobbiamo approfondire i concetti di offerta di moneta, domanda di moneta e di equilibrio monetario l’offerta di moneta è controllata dalla Banca centrale (operazioni di mercato aperto) la domanda di moneta (moneta desiderata dal pubblico, es. come M1) dipende dal tasso dell’interesse dei titoli di credito e soprattutto dai prezzi medi (più alti sono i prezzi, maggiore è la quantità di moneta necessaria per le transazioni), cioè dal valore della moneta

Equilibrio Nel lungo periodo, il livello generale dei prezzi si adegua in modo da garantire l’uguaglianza tra quantità domandata e quantità offerta di moneta

Livello dei prezzi e valore della moneta Livello dei prezzi: prezzo di un paniere di beni e servizi, o quantità di moneta che serve per acquistare quei dati beni e servizi. Se aumenta il livello dei prezzi significa che serve una maggiore quantità di moneta per acquistare gli stessi beni e servizi, ovvero che il valore della moneta è diminuito. Quindi: P = livello dei prezzi e 1/P valore della moneta Se P = 100 (per acquistare i beni e servizi del paniere servono 100 unità di moneta) Allora 1/P = 1/100 (una unità di moneta vale un centesimo dei beni e servizi contenuti nel paniere)

Domanda e offerta di moneta e livello dei prezzi di equilibrio Valore della Moneta (1/P) Livello dei Offerta di moneta Prezzi, P 1 1 (basso) (Alto) 3/4 1.33 1/2 2 1/4 4 Domanda di moneta (Basso) (alto) Quantità (fissata dalla BCE) Quantità di Moneta

Domanda e offerta di moneta e livello dei prezzi di equilibrio Valore della Moneta Livello dei prezzi Offerta di moneta 1 (Alto) 1 (basso) 3/4 1.33 A 1/2 2 Livello dei prezzi di equilibrio 1/4 4 Domanda di moneta (Basso) (alto) Quantità (fissata dalla BCE) Quantità di moneta

Aumento dell’offerta di moneta Supponiamo che la Banca centrale, acquistando titoli con una operazione di mercato aperto, aumenti la quantità offerta di moneta la curva dell’offerta di moneta si sposta a destra il valore di equilibrio della moneta diminuisce il livello di equilibrio dei prezzi aumenta

Aumento dell’offerta di moneta Valore della moneta livello dei prezzi MS1 MS2 1 1 1. Un aumento dell’offerta di moneta... 3/4 1.33 2.…diminuisce il valore della moneta ... 3. e fa aumentare il livello dei prezzi A 1/2 2 B 1/4 4 domanda di moneta M1 M2 Quantità di moneta

Il processo di aggiustamento La maggior quantità di moneta induce il pubblico a maggiori acquisti; oppure a maggiori depositi, che inducono maggiori prestiti, dai quali derivano maggiori acquisti. Poichè la capacità dell’economia di produrre beni e servizi non è cambiata, i prezzi aumentano per il confronto poiché la domanda è superiore all’offerta Se i prezzi aumentano, anche la quantità di moneta aumenta

la quantità di moneta disponibile determina il valore della moneta In sintesi, quella che abbiamo visto, è la c.d. teoria quantitativa della moneta la quantità di moneta disponibile determina il valore della moneta per capire meglio che cosa sta alla base di questa impostazione, non da tutti condivisa, esaminiamo la . . .

Dicotomia classica e neutralità della moneta . . . divisione delle variabili economiche introdotta da Hume (David, 1711-1776), in nominali e reali le variabili nominali (es. PIL nominale, prezzi dei beni) sono grandezze misurate in unità monetarie le variabili reali (es. PIL reale, prezzi relativi dei beni, cioè prezzo del mais in unità di grano) sono grandezze misurate in unità fisiche

Dicotomia classica e neutralità della moneta i cambiamenti monetari hanno effetto sulle grandezze (sulle variabili) monetarie, non su quelle reali la non rilevanza di tali cambiamenti sulle variabili reali è detta neutralità della moneta (con qualche problema nel breve periodo, in analogia a qualsiasi cambiamento di misurazione)

Velocità di circolazione della moneta Da cui si ricava l’equazione quantitativa della moneta

Stabilità di V, dati USA Indici (1960 = 100) 1,500 PIL Nominale M2 1,000 500 Velocità 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

La teoria quantitativa della moneta in cinque passaggi La misura di V è relativamente costante nel tempo Quando la Banca centrale modifica M modifica anche il prodotto P x Y Nell’ipotesi di neutralità della moneta, M non influenza Y La variazione di P x Y non può quindi che essere determinata da P Se la banca centrale aumenta rapidamente la moneta, la conseguenza è un tasso di inflazione elevato

Quattro casi di iperinflazione (> 50% anno) in cui si nota chiaramente il collegamento tra crescita della moneta e inflazione Austria Ungheria Germania Polonia (attenzione alle scale logaritmiche…)

Austria Ungheria Livello dei prezzi 100,000 10,000 1,000 100 1925 1924 1923 1922 1921 Indice (Jan. 1921 = 100) Index (Jan. 1921 = 100) 100,000 Livello dei prezzi 10,000 Offerta di moneta Offerta di moneta 1,000 100 1921 1922 1923 1924 1925

Germania Polonia Index (Jan. 1921 = 100) Index (Jan. 1921 = 100) 100 000 mld 10 million Livello dei prezzi Livello dei prezzi 1000 mld 1 million Offerta di moneta 10 mld Offerta di moneta 100,000 100 million 1 million 10,000 10,000 1,000 100 1 100 1921 1922 1923 1924 1925 1921 1922 1923 1924 1925

L’imposta da inflazione Se un governo finanzia la propria spesa creando moneta, genera inflazione o iperinflazione La perdita di valore dello stock di moneta posseduto dal pubblico è l’equivalente di una imposta: la c.d. imposta da inflazione

tasso di interesse reale + tasso di inflazione Effetto di Fischer tasso di interesse nominale = tasso di interesse reale + tasso di inflazione Per l’effetto di Fischer (Irving Fischer, 1867-1947) quando l’inflazione aumenta, i tassi di interesse nominale aumentano nella stessa misura (nel lungo periodo la moneta non influenza il tasso di interesse reale, solo i prezzi: neutralità della moneta)

% (annua) 25 5 10 15 1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 Inflazione Tasso di interesse nominale Tasso di interesse nominale e tasso di inflazione negli USA, come verifica dell’effetto di Fischer

I costi dell’inflazione La perdita di potere d’acquisto da parte dei consumatori è in gran parte un problema fittizio. Aumentano i prezzi dei prodotti, ma aumentano anche le remunerazione dei fattori produttivo (la produzione è la stessa), per il principio di neutralità della moneta

Costi di transazione per mantenere minima la liquidità (consumo delle suole delle scarpe), in particolare in situazione di iperinflazione in cui è necessario spendere immediatamente il denaro ricevuto Costi di menu, ovvero costi per la gestione del cambiamento dei prezzi Cattivo impiego delle risorse per la variazione dei prezzi e per le discontinuità di adeguamento Redistribuzione arbitraria della ricchezza (tra debitori e creditori, ad esempio) Problemi di contabilità per l’inflazione

Il drenaggio fiscale è la tassazione di redditi nominali dovuta al solo effetto inflattivo: Esempi. Guadagni in conto capitale (capital gain) Reddito da interesse (esempio)

Esercitazione: Caso pratico n.1 Utilizzando l’equazione quantitativa rispondere alle seguenti domande. a) Supponete che l’offerta di moneta sia di 200$, la produzione reale di 1000 unità e il prezzo per unità di prodotto di 1$. Qual è il valore della velocità di circolazione della moneta? V = (P x Y) / M V = (1 x 1000) / 200 = 5

b) Se la velocità di circolazione della moneta è fissa al valore calcolato al punto precedente, secondo la teoria quantitativa cosa dovrebbe accadere aumentando l’offerta di moneta a 400$? M x V = P x Y M passa a 400$, V è fissa a 5 per ipotesi, Y è una variabile reale non influenzata da variazioni dell’offerta di moneta, la variabile che dovrebbe cambiare è P il prezzo. 400 x 5 = P x 1000 P = (400x 5) /1000 = 2 Raddoppiando l’offerta di moneta è raddoppiato il livello dei prezzi.

c) La risposta al punto precedente è coerente con la dicotomia classica? Si. La dicotomia classica divide le variabili economiche in reali e nominali. La moneta influenza le variabili nominali in modo proporzionale e non ha nessun impatto sulle variabili reali. Infatti al punto precedente si è visto che il prezzo, variabile nominale, raddoppia, come l’offerta di moneta, ma la produzione reale non varia.

d) Supponete che contestualmente all’aumento dell’offerta di moneta, da 200$ a 400$, il prodotto reale sia aumentato leggermente (diciamo del 2%). Cosa accadrà al prezzo in questa situazione? Aumenterà più che raddoppiando, meno che raddoppiando o raddoppiando esattamente? M raddoppia a 400 V è costante a 5 Y aumenta del 2% da 1000 a 1020 M x V = P x Y 400 x 5 = P x 1020 P = (400 x 5) /1020 = 1,96 L’equazione quantitativa dice che il prodotto nominale varia proporzionalmente all’offerta di moneta. Il prezzo dunque aumenterà, ma essendo cresciuto anche il prodotto reale, il prezzo risulterà meno che raddoppiato.

e) Quando l’inflazione diventa molto alta, le persone preferiscono non detenere a lungo la moneta perché questa si svaluta rapidamente. Perciò spendono in fretta la loro dotazione di moneta. Se quando l’offerta di moneta è raddoppiata fosse anche aumentata la velocità di circolazione, cosa sarebbe accaduto al prezzo? Sarebbe più che raddoppiato, meno che raddoppiato o esattamente raddoppiato? M x V = P x Y Le variazioni nell’offerta di moneta hanno un impatto proporzionale sul prodotto nominale (P x Y) se la velocità di circolazione è costante. Se la velocità di circolazione aumenta, amplifica gli effetti di un aumento nell’offerta di moneta. Perciò un raddoppio nell’offerta di moneta associato ad un aumento della velocità di circolazione provoca un aumento del prezzo più che doppio.

f) Supponete che l’offerta di moneta all’inizio del problema sia riferita all’aggregato M1. Cioè l’offerta di M1 è pari a 200$. Considerando ora l’aggregato M2 l’offerta per M2 è pari a 500$, produzione e prezzi non variano rispetto a quelli iniziali, come varia l’equazione quantitativa. M2 per ipotesi è 500$ V , essendo M2 meno liquido di M1, sarà minore rispetto alla situazione iniziale. P rimane 1$ Y continua ad essere 1000unità M2 X V = P x Y 500 x V = 1 x 1000 V = (1 x 1000)/500 = 2

Tasso interesse nominale Caso pratico n.2 In base all’effetto Fisher completare la seguente tabella. Tasso interesse reale Tasso interesse nominale Tasso d’inflazione 3% 10% ……… 6% 2% 5% ……….

Tasso interesse nominale tasso d’interesse nominale = tasso d’interesse reale + tasso d’inflazione 10% = 3% + tasso d’inflazione tasso inflazione = 7% 6% = tasso interesse reale + 2% Tasso interesse reale = 4% Tasso interesse nominale = 5% + 3% = 8% Tasso interesse reale Tasso interesse nominale Tasso d’inflazione 3% 10% 6% 2% 5% 7% 4% 8%

Tasso d’interesse nominale = 4% + 3% = 7% N.B. le seguenti domande non sono riferite alla precedente tabella. b) Supponete che ci si aspetti un’inflazione del 3% e che si desideri un tasso d’interesse reale del 4%. Quale sarà il tasso nominale? Tasso d’interesse nominale = 4% + 3% = 7% c) Supponete che l’inflazione risulti essere del 6%. Quale sarà l’effettivo tasso d’interesse reale per il contratto stipulato in base alle aspettative del punto precedente? Tasso d’interesse reale = 7% - 6% = 1%

d) La ricchezza è stata ridistribuita dai creditori ai debitori o dai debitori ai creditori con l’inatteso rialzo dell’inflazione al 6% invece dell’atteso 3%? La ricchezza è stata ridistribuita dai creditori ai debitori, infatti questi pagano un tasso reale del solo 1% invece del 4% che si voleva concordare, con una attesa di inflazione del 3%, quando si era fissato il tasso nominale al 7%. e) Cosa sarebbe accaduto se l’inflazione si fosse rivelata essere solo dell’ 1%? Contrariamente al punto precedente, la ricchezza sarebbe stata trasferita verso i creditori che avrebbero incassato un tasso reale del 6% invece del 4% previsto al momento del contratto.

Problema n. 7 pag. 531 Supponete che Fabio sia un coltivatore di fagioli e Rita un coltivatore di riso. Fabio e Rita sono gli unici individui presenti nell’economia e entrambi consumano sempre lo stesso quantitativo di riso e fagioli. Nel 2000 il prezzo dei fagioli era di 1 euro e quello del riso di 3 euro. a) Supponete che nel 2001 il prezzo dei fagioli sia aumentato a 2 euro e quello del riso a 6 euro. Qual è il tasso d’inflazione? Fabio è danneggiato dal cambiamento dei prezzi? E Rita?

IPC t - IPC t-1 x 100 IPC t-1 Tasso inflazione anno t = Quando il prezzo di entrambe i beni raddoppia in un anno, l’inflazione è del 100%. Il costo totale per acquistare un uguale ammontare di fagioli e riso corrisponde alla somma tra la quantità di un bene moltiplicato il suo prezzo e la quantità dell’altro bene moltiplicato il suo prezzo. Costo del paniere nell’anno t Costo del paniere nell’anno base x 100 IPC dell’anno t = IPC t - IPC t-1 IPC t-1 x 100 Tasso inflazione anno t =

Se indichiamo con x la quantità consumata di fagioli e la quantità consumata di riso, che sono uguali, con Pf e Pr il prezzo dei fagioli e del riso il primo anno, con Pf’ e Pr’ il prezzo dei fagioli e del riso il secondo anno avremo: x Pf +x Pr = costo primo anno a prezzi correnti il primo anno Il primo anno è anche l’anno base di riferimento quindi il suo indice dei prezzi vale 100: Indice di prezzo primo anno x(Pf + Pr) =(1+3)/(1+3) x 100 = 100 x 100

x Pf’ +x Pr’ = costo secondo anno a prezzi correnti il secondo anno Indice di prezzo il secondo anno x(Pf’ + Pr’) x(Pf + Pr) x 100 = (2 + 6)/(1+ 3) x 100 = 200 Tasso inflazione = (200-100)/100 x 100 = 100% Dal momento che i prezzi di tutti i beni aumentano del 100% , gli agricoltori hanno un aumento del 100% dei loro redditi al pari dell’aumento del 100% dei prezzi, perciò l’aumento dei prezzi non ha nessun effetto reale su redditi e consumi degli agricoltori.

b) Supponete ora che il prezzo dei fagioli sia aumentato a 2 euro, mentre quello del riso sia aumentato a 4 euro. Qual è il tasso d’inflazione? Fabio è danneggiato dal cambiamento dei prezzi? E Rita? Indice di prezzo il secondo anno x(Pf’ + Pr’) x(Pf + Pr) x 100 = (2 + 4)/(1+ 3)x 100 = 150 Tasso inflazione 1 = (150-100)/100 x 100 = 50% Fabio è favorito perché il suo reddito aumenta del 100% in conseguenza dell’aumento del 100% del prezzo dei fagioli, mentre mentre l’inflazione è solo del 50%. Rita vede peggiorare la sua condizione il suo reddito aumenta solo del 33% di pari passo con l’aumento del prezzo del riso che vende, mentre l’inflazione è del 50%.

c) Infine supponete che nel 2001 il prezzo dei fagioli sia di 2 euro e quello del riso di 1,5 euro. Qual è il tasso d’inflazione? Fabio è danneggiato dal cambiamento dei prezzi? E Rita? Indice di prezzo il secondo anno x(Pf’ + Pr’) x(Pf + Pr) x 100 = (2 + 1,5)/(1+ 3) x 100 = 87,5 Tasso inflazione 2001 = (87,5-100)/100 x 100 = -12,5% Fabio è avvantaggiato perché il suo reddito si incrementa del 100% in conseguenza dell’aumento del 100% del prezzo dei fagioli, mentre l’inflazione è del –12,5%. Rita è danneggiata perché il suo reddito si riduce, -50%, in conseguenza della riduzione del prezzo del riso del 50%, più di quanto non si riducano i prezzi in base all’inflazione del –12,%.