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INFLUENZE DI CAMPI MAGNETICI SULL’EFFICIENZA DELLA COMBUSTIONE NEGLI AUTOVEICOLI P. Avino1,2, M.V. Russo3 1DIPIA-ISPESL - via Urbana 167 - 00184 Roma 2Centro Studi di Biometeorologia, Roma 3Università del Molise

Valore limite per il particolato PM10 Direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999

MARMITTA CATALITICA E CATALIZZATORI Il catalizzatore è una sostanza chimica impiegata per facilitare o accelerare reazioni chimiche. Uso: abbattimento dei gas inquinanti CO Idrocarburi NO, NO2, indicati come NOx Il convertitore catalitico (marmitta catalitica) è costituito da: un involucro metallico il substrato (ceramico “a nido di ape” oppure metallico) il supporto (a base di un film, di spessore 40-50 m, di -allumina) il materiale catalitico attivo  miscele di metalli nobili (platino, palladio, rodio), in piccole quantità, distribuiti sul supporto ad elevata superficie specifica.

Classificazione della funzionalità dei catalizzatori 1) Catalizzatore ossidante (Pt e/o Pd) Lavora in eccesso di aria. Usato solo per i motori Diesel. 2) Catalizzatore riducente: (Rh) Utilizzato solo per il motore Diesel per la riduzione degli NOx. 3) Catalizzatore ossidante e riducente (detto three ways) Agisce sui tre inquinanti CO, HC e NOx. Impiegato nei motori a benzina. L’efficacia della marmitta catalitica è massima quando la temperatura è sufficientemente alta da accelerare le reazioni di ossidazione/riduzione il catalizzatore entra in funzione solo dopo un certo lasso di tempo dall'avvio del motore  i percorsi cittadini stop and go non sono indicati per il funzionamento del dispositivo

STRATEGIE DI RIDUZIONE Nella strategia di riduzione delle emissioni da autoveicoli bisogna individuare un prodotto che tenga conto, naturalmente, delle emissioni ma anche del risparmio e del “benessere” delle macchine. In generale, la tecnologia si orienta verso dispositivi che possono aiutare la nebulizzazione delle molecole di idrocarburi. In questo modo viene utilizzato tutto il carburante che giunge in camera di combustione, anche (importante) quello incombusto che normalmente viene espulso dallo scarico. La conseguenza è una migliore combustione e, quindi, meno fumi, più potenza, risparmio di carburante, eliminazione delle incrostazioni del moto (maggiore efficienza e “vita”), minori emissioni in aria.

TEST EFFETTUATI Test sperimentali su autovettura diesel Senza dispositivo: analisi effettuate sulle poveri totali Con dispositivo Tecnoairclean: analisi effettuate sulle polveri totali Bassi regimi (880 rpm) Alti regimi (2500 rpm) Polveri campionate per due ore, filtro acetato di cellulosa Gas di scarico, fiala adsorbente XAD-2, personal pump, analisi via gas-cromatografica

RISULTATI DEI TEST Polveri Totali con dispositivo Tecnoairclean Bassi regimi (800 rpm): 1,0-1,3 mg/m3 Alti regimi (2500 rpm): 8,3-9,0 mg/m3 Polveri Totali senza dispositivo Bassi regimi (800 rpm): 2,0 mg/m3 Alti regimi (2500 rpm): 10,3-11,0 mg/m3

RIDUZIONE DI POLVERI Quantità media di riduzione di polveri totali con dispositivo Tecnoairclean Bassi regimi (800 rpm): 42,5 % Alti regimi (2500 rpm): 18,8 %

COME FUNZIONA Possibile interpretazione: aumento della “superficie” del carburante rispetto a quello del comburente (aria) in modo da aumentare il numero di atomi che si sottopongono alla reazione. Il carburante viene separato in gocce più piccole e per questo più reattive. Viene, di fatto, agevolata la polverizzazione del carburante nella camera di scoppio consentendone la totale combustione. Questa combustione avrà come conseguenza la produzione di una quantità inferiore di prodotti secondari quali CO e HC, PTS, ecc., tutte specie responsabili dell’inquinamento atmosferico. Altre possibili interpretazioni?