Perché una ricerca sull’uso delle tecnologie nella didattica

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Transcript della presentazione:

Perché una ricerca sull’uso delle tecnologie nella didattica Viviamo in una società dei media, di info e comunicazione Le tecnologie non sono solo strumento, ma un HABITAT che influenza il nostro spazio relazionale, cioè i nostri rapporti con gli altri, la società e la cultura La società dei media favorisce l’educazione aperta La conoscenza è un’attività negoziale, cioè socialmente costruita

PREMESSA: Bruner Non basta la mera esposizione al processo affinché vi sia apprendimento L’APPRENDIMENTO RICHIEDE UNA PARTECIPAZIONE ATTIVA DELLE MENTE DEL DISCENTE Le esperienze formative significative sono RELAZIONALI, fondate su rapporti interpersonali diretti, remoti o simbolici, più o meno coadiuvati dai media

Premessa Le tecnologie della comunicazione (media) mutano profondamente le strutture costitutive dell’esperienza, il modo in cui sperimentiamo la realtà diventa un costrutto artificiale, prodotto di relazioni e rappresentazioni (Melucci) La tecnologia è tensione verso il futuro e capacità di guardare al qui e ora, all’effettuale, attraverso la lente della contingenza e del possibile (Geymonat)

MEDIA Il loro uso favorisce l’educazione aperta (e-learning) Risulta primario far comprendere agli educatori quali sono le forme di integrazione/interazione tra soggetto e mezzo Valutiamo quali sono gli spazi di autonomia creatività all’interno dei vincoli dati e quali sono i limiti nel loro utilizzo

Tecnologia dell’educazione Nasce nel secondo dopoguerra negli Usa per progettare ambienti supportati dalla tecnologia e per studiare come essi possano essere impiegati nell’educazione Intanto la riflessione compie alcune tappe

Il comportamentismo (Skinner) pone l’accento sugli stimoli-risposta, sugli obiettivi di apprendimento organizzati gerarchicamente e sulla misurazione dei comportamenti Il cognitivismo (Bruner Chomsky) sostituisce l’informazione allo stimolo esterno e vi è molta fiducia nell’Intelligenza Artificiale e sul computer Il costruttivismo mette in luce i limiti della I.A. e si rivaluta il ruolo del docente facilitatore della conoscenza che è scoperta e costruzione attiva di aree di senso

Si sposta l’accento dal docente al soggetto in un’ottica puerocentrica ove l’utente progetta in parte autonomamente il percorso di conoscenza. Il costruttivismo sottolinea che la conoscenza È il prodotto attivo del soggetto È ancorata al contesto concreto È negoziata e collaborativa Nasce l’idea dell’apprendistato cognitivo Si progettano ambienti ove la conoscenza sia subito applicabile ad altri contesti e le community of learners. L’idea centrale è che conoscenza e competenze sono dislocate in modo differenziato tra gli studenti (il modello è l’azienda concepita come capitale intellettuale inserito in una rete. Fiducia nell’e-learning)

Si allestisce un programma di istruzione programmata: si isolano i concetti, si smembra ogni singolo concetto, si individua una sequenza dal semplice al complesso (scuola e azienda) Si individua una tassonomia degli obiettivi didattici. Si stila una programmazione in base a pre-requisiti, finalità, obiettivi, contenuti, metodologie, strumenti, tempi Si misura l’apprendimento in termini di conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi con verifiche in itinere (formative) e finali (sommative) in base a rigidi criteri con indicatori (trasparenza) Si compila il programma

Per ogni attività nella scuola (curricolare o extra-curricolare) si stila una programmazione, si individuano obiettivi cognitivi, educativi (emozionali, di crescita); si verifica in itinere; si apportano correttivi alla programmazione; si attuano iniziative di recupero; si stila il programma; si assegna una valutazione finale (negoziata); eventualmente si attuano nuove iniziative di recupero (corsi estivi con la loro programmazione); si verifica e si assegna una nuova valutazione.

Parte rilevante dell’attività è di carattere motivazionale (uso di varie strategie e strumenti) Si dilatano i tempi, si concedono molteplici occasioni di verifica Si offre gratis sostegno ai più fragili Si concorda in parte l’attività o si spiega agli allievi il percorso (didattica aperta) Si diversifica l’offerta formativa Vi è una fiducia razionalistica nella disponibilità ad apprendere ciò che si propone

Si propongono percorsi individualizzati o personalizzati: il sistema mira ad ottenere per tutti il massimo risultato, ha una certa flessibilità (il P.E.I. o l’autonomia didattica del docente) Problemi: come determino il successo formativo? Come posso raggiungerlo in pratica? Come posso concretamente realizzare un percorso individualizzato? E individualizzato rispetto a chi? Il singolo o la classe? Una certa diversificazione dell’offerta formativa (finanziamenti permettendo), accresce la conoscenza o fabbrica distrazione e illusione?

Gli strumenti multimediali offrono possibilità di diversificazione dell’offerta formativa o delle strategie con cui si somministra la conoscenza. Sono utilissimi in un apprendimento personalizzato (ove il soggetto decida autonomamente il suo percorso). Possono rispondere al fallimento della scuola tradizionale Ma i nostri allievi possono da soli decidere cosa, quando e come studiare? Sanno autovalutarsi senza il confronto con un esperto della materia? Sanno difendersi e orientarsi? Sanno vivere in n ambiente di educazione aperta?

Educazione aperta Implica il passaggio da Educazione centrica acentrica (ipertesto)

Pedagogia dei media Vi è la necessità ci una PEDAGOGIA dei MEDIA che integri scienze dell’educazione e scienze della comunicazione (scienze gemelle) Ma se la comunicazione non è informazione e viceversa, come passo da un’informazione efficace (divertente) alla conoscenza? Quanto possono essere utili le tecnologie?

Semiosfera Processo di significazione: il soggetto agisce attivamente Viviamo in un habitat semiologico, ove il soggetto seleziona, interpreta i simboli e attribuisce loro un significato della semiosfera fanno parte anche i dispositivi tecnologici, dai più semplici ai più complessi

L’interfaccia L’interfaccia è il modo con cui il dispositivo tecnologico (occhiali, penna o computer) entra in relazione con il soggetto L’ergonomia è la disciplina che se ne occupa Quando la macchina è perfettamente integrata (cioè non si distingue l’io dall’esterno), allora l’interfaccia è ottima

L’uomo interagisce con il mondo Instaura una conversazione: uno scambio di info da un emittente verso un ricevente, usando un linguaggio verbale, iconico e gestuale (cinesica e prossemica) Conversazione faccia a faccia Conversazione mediata Interattività uomo-macchina

Conversazione mediata La conversazione mediata (filtrata) da una tecnologia può instaurarsi in modalità sincrona (telefonata) o asincrona (epistolario). Si ha una riduzione degli indici paralinguistici e/o extralinguistici Necessità di recupero del patrimonio comunicativo perso

Interattività uomo-macchina Interattività intransitiva (o simbolica): tv e cinema il soggetto dispiega un’attività sensoriale Interattività transitiva: computer fornisce una nuova condizione al soggetto in risposta alle sue azioni (feedback)