Il “Sistema dei Centri Servizi” per i distretti produttivi: integrazione tra politica industriale e sviluppo sostenibile.

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Il “Sistema dei Centri Servizi” per i distretti produttivi: integrazione tra politica industriale e sviluppo sostenibile

Il contesto Le strategie di sviluppo dei sistemi produttivi locali devono continuamente confrontarsi con le trasformazioni prodotte dalla globalizzazione. Per i distretti industriali ciò implica il passaggio da uno sviluppo locale circoscritto in un’area territoriale definita, a uno sviluppo che si articola su più territori o distretti per consolidare o creare nuove condizioni di competitività. Di fatto una delle economie esterne che più caratterizzano i distretti, la rete corta della catena produttiva e del valore, pur mantenendo la sua importanza non è più sufficiente a difendere la competitività. Da ciò deriva la necessità di inserirsi in una rete lunga che, mediante le diverse dimensioni della cooperazione (produzione, tecnologia, istituzioni) estenda la catena produttiva e del valore, collaborando con altri spazi territoriali per affrontare le nuove condizioni del mercato internazionale. È questa una sfida che coinvolge tutti i paesi impegnati, come quelli LatinoAmericani e il Brasile in particolare, nella ricerca di politiche innovative per lo sviluppo territoriale. Questa strategia mira a individuando elementi di reciprocità di vocazioni e interessi fra sistemi produttivi locali, costituiti soprattutto da PMI, che collaborano in una prospettiva di inserimento competitivo sul mercato internazionale.

Come affrontare questa strategia? Vanno identificate le modalità attraverso le quali i diversi sistemi produttivi locali – maturi o meno – possono fronteggiare insieme le sfide della competitività e dell’innovazione, costruendo partenariati territoriali internazionali. Lo scambio e la capacità di interazione tra i diversi sistemi sarà determinato dalla capacità di stabilire e consolidare alleanze territoriali in grado di rispondere alle condizioni economiche della globalizzazione. Generalmente il processo di “internazionalizzazione”dei sistemi produttivi locali può avere diverse articolazioni: delocalizzazione produttiva; processi di internazionalizzazione guidati da imprese leader, motori del sistema produttivo locale, le quali aprono la strada a processi più ampi di partecipazione delle PMI del sistema territoriale, sia nelle aree di origine sia in quelle di destinazione; processi di internazionalizzazione che si sviluppano attraverso organizzazioni intermedie dei sistemi produttivi locali. In quei sistemi territoriali caratterizzati dalla presenza di numerose imprese di piccole dimensioni risulta più difficile immaginare un processo prevalentemente basato sul dinamismo imprenditoriale. In questo caso la strategia punta nell’internazionalizzare le organizzazioni intermedie dei sistemi territoriali (come nel caso dei centri tecnologici), che divengono fattori di punta per l’internazionalizzazione dei sistemi di imprese. I centri tecnologici hanno il duplice vantaggio di offrire immediatamente assistenza tecnica e di attrarre investimenti diretti esteri. L’ “effetto richiamo” dipende molto dalla qualità e quantità dei servizi organizzati sul territorio (economie esterne) ma anche da fattori di “eccellenza” quali innovazione, tecnologia, formazione, e dalla possibilità di disporne in modo rapido ed efficace.

i centri tecnologici e la politica industriale In Italia, a partire dai primi anni ’80, si è assistito ad una proliferazione dei centri a sostegno delle imprese, nati generalmente – su iniziativa pubblica e privata - con l’obiettivo di offrire una vasta gamma di servizi volti a promuovere lo sviluppo delle PMI. Oggi su tutto il territorio nazionale operano circa 300 strutture di servizio, di cui 132 dedicate alla tecnologia (IPI, Novembre 2005) prevalentemente concentrate nel Centro-Nord e nelle aree di tipo distrettuale e quindi dove maggiore è la ricchezza e la vitalità del tessuto imprenditoriale locale. Le implicazioni in termini di politica industriale e di contributo allo sviluppo economico locale di queste esperienze sono generalmente positive, anche se non sempre le esperienze realizzate hanno prodotto i risultati attesi. Per mantenere un adeguato livello di efficienza, è necessario che i centri conservino un forte radicamento con il contesto produttivo di riferimento e con il territorio. In particolare: a) investano in risorse umane con competenze professionali specialistiche soprattutto nel campo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico; b) stabiliscano legami forti e sistematici con le strutture universitarie e di ricerca; c) sappiano selezionare le conoscenze scientifiche ed i ritrovati tecnologici disponibili a livello globale al fine di renderle fruibili da parte delle imprese operanti nel contesto produttivo locale (dalla ricerca applicata al trasferimento tecnologico); d) aiutino le piccole imprese ad identificare ed esprimere il proprio bisogno di servizi nel campo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, che tende spesso a rimanere implicita. A ben vedere tale difficoltà costituisce una delle ragioni fondamentali che giustifica il ruolo dei centri in sistemi produttivi caratterizzati da una forte frammentazione dell’imprenditoria, con una elevata presenza di capacità artigianali.

Il sistema dei centri tecnologici delle Marche I centri tecnologici nascono nelle Marche come strumenti di politica industriale volti a favorire i processi di innovazione, diversificazione e internazionalizzazione del tessuto produttivo regionale che si articola su quattro macro-distretti industriali (legno/mobile/arredamento,meccanica/elettr./plastica, pelli/cuoio/calzature, agro-alimentare). Nel corso degli anni i centri sono evoluti fino ad assumere un ruolo fondamentale in materia di ricerca e certificazione di qualità, che rappresentano oggi quei fattori strategici che mantengono elevato il livello di competitività sul mercato globale dei prodotti del “made in Italy”. Questo ripensamento e riposizionamento strategico dei centri è avvenuto infatti proprio alla luce dei cambiamenti di scenario intervenuti nel corso degli ultimi anni (globalizzazione e crescente integrazione dei sistemi economici; accelerazione dei processi di innovazione tecnologica; sviluppo dell’economia immateriale e dei servizi dell’ICT; ecc.)

L’approccio al Brasile Il “Sistema dei Centri Servizi”, condividendo la vocazione degli “arrangios produttivos” brasiliani, mette a disposizione un approccio strategico sui seguenti fattori critici: Qualità Innovazione Tecnologica e Ricerca Apertura di nuovi mercati Formazione Specialistica Design Fattori essenziali per assicurare la competitività internazionale delle piccole e medie imprese e quindi il loro successo nell’economia globale.

La metodologia Il “Sistema dei Centri Servizi” si occupa di: affrontare in modo organico lo sviluppo dell’imprenditorialità e della managerialità delle imprese sviluppare nuovi prodotti/processi attraverso investimenti in Tecnologie, Qualità, Organizzazione/Gestione, Design, Professionalità delle risorse umane sviluppare e organizzare strutture permanenti di servizi specializzati alle imprese atte ad offrire continuità, stabilità ed adattabilità alle iniziative per lo sviluppo economico e industriale locale

I progetti in corso in Brasile Qualità, innovazione tecnologica, formazione specialistica, design per l’industria del legno-mobile dell’Amazzonia Ricerca, innovazione tecnologica, qualità e formazione specialistica per l’industria meccanica dello Stato di San Paolo

Qualità, Innovazione Tecnologica, Formazione Specialistica, Design per l’industria del legno-mobile dell’Amazzonia

Il contesto del progetto Contesto socio-economico complesso, con rilevanti difficoltà nello sviluppo delle imprese locali dovute a fattori diversi: culturali tecnologici finanziari logistici ma con forti potenzialità di crescita a livello nazionale ed internazionale, legate alle immense risorse naturali (legno) disponibili.

Fino ad oggi, le imprese del settore si sono concentrate pressochè esclusivamente sulle fasi iniziali della lavorazione del legno, dal taglio del tronco fino al tavolato grezzo. Ciò non ha consentito la crescita e la diffusione di una cultura imprenditoriale del legno, come materia lavorabile con la quale, grazie alle tecnologie, alla manualità ed alla creatività dell’uomo, è possibile realizzare prodotti per l’ambiente domestico, per l’edilizia civile, per l’arte, ecc.

Tale cultura non è cresciuta nelle imprese, ma neanche nella società civile, in quanto non alimentata da un sistema scolastico strutturato in grado di offrire ai giovani studenti una visione del settore della lavorazione del legno come un possibile sbocco professionale nel quale esprimere le proprie capacità.

Strategia Accrescere la catena del valore delle produzioni locali di legno in un quadro di sostenibilità ambientale, estendendole alle fasi di trasformazione sia in semilavorato con destinazione di mercato su scala mondiale, sia in prodotti mobilieri, con destinazione prioritaria di mercato al Brasile e più in generale al Centro e Sud America.

Direttrici di azione Promuovere e sostenere, in un’ottica sistemica, lo sviluppo (tecnologico, produttivo, commerciale, organizzativo-gestionale) delle imprese del settore legno-arredamento della regione amazzonica, tenendo peraltro conto delle differenziazioni e delle specifiche condizioni di partenza della zona di Manaus rispetto a quella di Belém;

Direttrici di azione Effettuare interventi di tipo strutturale che attivino e rinforzino i fattori endogeni di sviluppo, in modo da assicurare continuità al processo di crescita economica, culturale, sociale al di là del completamento dell’intervento; Coinvolgere tutti i soggetti rilevanti del sistema socio-economico ed istituzionale del territorio, sulla base della condivisione degli obiettivi e delle strategie per il loro perseguimento all’interno di una visione della evoluzione a medio-lungo termine del territorio stesso.

Linee di intervento Affrontare in modo organico lo sviluppo dell’imprenditorialità e della managerialità delle imprese del settore legno-arredo; Differenziare le azioni fra l’area di Manaus (ove l’obiettivo di fondo è la creazione di un’industria locale di semilavorato) e quella di Belém (ove l’obiettivo di fondo è il rafforzamento dell’industria locale di prodotti per arredamento), all’interno di una filiera che parte dalla risorsa-legno dell’Amazzonia e include i produttori di macchine e di sistemi di lavorazione dell’area di San Paolo;

Linee di intervento Costituire strutture permanenti di servizi specializzati alle imprese (Centri Tecnologici per la Qualità e l’Innovazione), diversificate per l’area di Manaus e per quella di Belém, le quali diano continuità, stabilità ed adattabilità alle iniziative a supporto dello sviluppo economico e industriale locale.

Proposta progettuale Si articola su un insieme di linee progettuali fra loro interrelate e sinergiche in una logica di sistema; tali linee sono: Tecnologia Qualità Organizzazione/Gestione aziendale Professionalità delle risorse umane Design Imprenditorialità

Proposta progettuale affiancate da una linea progettuale dedicata a: Contesto sociale/Sostenibilità. Ciascuna linea progettuale si articola a sua volta in una serie di azioni, che variamente distribuite nel tempo culmineranno nella realizzazione di strutture permanenti (Centri Tecnologici per la Qualità e l’Innovazione) dedicate a dare continuità all’azione di sostegno dello sviluppo del sistema produttivo del legno-arredamento dell’Amazzonia.

Beneficiari diretti e indiretti Pianificazione dei tempi Sistema imprenditoriale locale con particolare riferimento alle piccole imprese della filiera legno-arredo dell’Amazzonia Amministrazioni pubbliche locali Sistema educativo a livello di scuola superiore e universitario PMI italiane della filiera legno-arredo L’attività progettuale inizia nel mese di ottobre 2006. La durata del progetto è di 48 mesi.

Ricerca, Innovazione Tecnologica, Qualità e Formazione Specialistica per l’industria meccanica dello Stato di San Paolo

Il contesto del progetto Interessante processo guidato da alcune imprese leader (brand internazionali) nei settori automotive ed elettrodomestico che fungono da motore del sistema produttivo locale ed inducono processi di produzione tecnologicamente complessi. La domanda di parti e componenti, spesso non completamente soddisfatta attraverso le imprese del sistema territoriale locale, si rivolge altrove (fornitori stranieri).

Il contesto del progetto Necessità di proiettare le imprese meccaniche locali in reti lunghe di relazioni (cooperazione ultralocale) al fine di estendere la catena produttiva e del valore per affrontare le nuove condizioni del mercato internazionale.

Imprese della meccanica sono il 15% del settore industria, nella cui scala occupano il 2° posto. Specializzazioni produttive: meccanica non macchinari: strutture metalliche, stampi, componentistica meccanica; macchinari ed attrezzature: macchine utensili, compressori, mezzi di trasporto (automotive, navi e aerei) e suoi componenti; elettrodomestici; macchine agricole; gomma e plastica: articoli in gomma e plastica (componenti della precedente specializzazione).

Strategia Accrescere la catena del valore delle produzioni locali, anche attraverso la creazione di stabili rapporti di collaborazione con imprese italiane, in un quadro di sostenibilità ambientale, al fine di aumentare la massa critica in termini di fatturato, specializzazione produttiva ed attenzione organizzativa e gestionale capaci di proiettarle su mercati più ampi ed ambizioni, diretti o indiretti (le grandi imprese produttrici di beni destinati al mercato), presenti nello Stato di San Paolo o negli altri stati dell’America Latina.

Direttrici di azione Promuovere e sostenere, in un’ottica sistemica, lo sviluppo (tecnologico, produttivo, commerciale, organizzativo-gestionale) delle imprese del settore meccanico (allargato) dello Stato di San Paolo. Effettuare interventi di tipo strutturale che attivino e rinforzino i fattori endogeni di sviluppo, in modo da assicurare continuità al processo di crescita economica, culturale, sociale al di là del completamento dell’intervento.

Direttrici di azione Coinvolgere tutti i soggetti rilevanti del sistema socio-economico ed istituzionale del territorio, sulla base della condivisione degli obiettivi e delle strategie per il loro perseguimento all’interno di una visione della evoluzione a medio-lungo termine del territorio stesso.

Linee di intervento Affrontare in modo organico lo sviluppo dell’imprenditorialità e della managerialità delle imprese del settore meccanico (allargato) che punta su tre principali categorie (imprese integrate; imprese specializzate; PMI con base tecnologica), agendo prioritariamente con specifiche iniziative. Costituire una struttura permanente di servizi specializzati alle imprese (Centro Tecnologico per la Qualità e l’Innovazione) capace di tradurre la ricerca di base in ricerca applicata ed

Linee di intervento in sviluppo pre-competitivo, fornendo in modo rapido ed efficace servizi innovativi su specifiche tematiche e tecnologie al fine di garantire efficaci iniziative a supporto dello sviluppo economico e industriale locale Il Centro opererà come un “traduttore tecnologico” su duplice livello e tra diversi attori: tra le grandi imprese specializzate con forti necessità tecnologiche e la fitta rete di PMI autogene o straniere ivi localizzate; tra la ricerca di base sviluppata in ambito universitario e la domanda tecnologica espressa dalle imprese

Proposta progettuale Le aree di intervento: Innovazione Tecnologica, Ingegnerizzazione e Design Ricerca e Sviluppo Qualità Organizzazione/Gestione aziendale Professionalità delle risorse umane Internazionalizzazione Contesto sociale/Sostenibilità ambientale

Proposta progettuale Il Centro fungerà da soggetto referente per fornire risposte in tempi rapidi ed a costi contenuti sulla base dei seguenti fattori: possibilità di attingere in modo rapido ed efficace alle fonti della ricerca di base possibilità di utilizzare strumentazioni ed attrezzature di laboratorio già presenti sul territorio possibilità di dotarsi delle strumentazioni non presenti o presenti in modo inadeguato

Proposta progettuale presenza al suo interno di elevate capacità tecnologiche espresse dallo staff del centro capace di elaborare risposte tecniche immediatamente utilizzabili capacità di relazionarsi con le istituzioni locali/nazionali al fine di promuovere specifici programmi di intervento a sostegno della diffusione della ricerca e dell’innovazione tecnologica presso le PMI dello Stato

Beneficiari diretti e indiretti Pianificazione dei tempi Piccole, medie e grandi imprese della meccanica dello Stato di San Paolo Amministrazioni pubbliche locali Sistema locale per la Ricerca, lo Sviluppo Tecnologico e la Formazione Specialistica PMI italiane della sub-fornitura meccanica, elettrica ed elettronica; macchine strumentali; stampi e stampaggio; macchine agricole; illuminotecnica, banchi frigo, ecc. L’attività progettuale avrà inizio nel luglio 2006. La durata del progetto è di 30 mesi.