I personaggi storici di Catania
Giovanni verga Giovanni Verga nacque il 2 settembre del 1840 a Catania. Il padre, Giovanni Battista, era di Vizzini, dove la famiglia Verga aveva delle proprietà, e discendeva dal ramo cadetto di una famiglia alla quale appartenevano i baroni di Fontanablanca; la madre si chiamava Caterina Di Mauro e apparteneva ad una famiglia borghese di Catania. Il piccolo Giovanni fu registrato all'anagrafe di Catania, tuttavia alcuni sostengono che sia nato in contrada Tiepidi, nel territorio di Licodia Eubea nei pressi di Vizzini, dove la famiglia si trovava per evitare l'epidemia di peste che affliggeva Catania.2 settembre1840CataniaVizzini borgheseLicodia Eubeaepidemiapeste
Luigi Pirandello Il suo primo grande successo fu merito del romanzo:Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904 e subito tradotto in diverse lingue. La critica non dette subito al romanzo il successo che invece ebbe tra il pubblico. Numerosi critici non seppero cogliere il carattere di novità del romanzo, come d'altronde di altre opere di Pirandello. Perché Pirandello arrivasse al successo riconosciuto si dovette aspettare il 1922, quando si dedicò totalmente al teatro.romanzoIl fu Mattia Pascal1904 successo1922 teatro
Caronda Il catanese Caronda è il solo dei legislatori siciliani che con grande probabilità possa dirsi storico; fu autore della legislazione della sua città,compiendo in Sicilia un'opera analoga a quella di Dracone ad Atene e di Licurgo a Sparta. La sua legislazione fu adottata anche in altre città calcidiche della Magna Grecia, in particolare a Reggio. Fu spesso associato a Zaleuco, ma visse un po' più tardi di lui, forse nel sec. VI, o al più presto alla fine del sec. VII a. C. Secondo Aristotele(che nella Politica si occupò delle sue leggi) apparteneva, come Solone, alla media borghesia.
Giuseppe De Felice Uomo politico, giornalista e oratore (Catania Acicastello [Catania] 1920). Fu il più autorevole e amato esponente delle idee socialiste a Catania nel periodo dall'unità d'Italia all'avvento del fascismo. Dotato di un eccezionale potere, quasi carismatico, di trascinare le folle, riuscì a crearsi una popolarità immensa nella sua città e nella Sicilia tutta. Fu variamente giudicato e non restò immune da sospetti di atteggiamenti demagogici e teatrali(ogni 1° maggio, per esempio, si dice accompagnasse gli elettori sotto la casa di Mario Rapisardi, il vate del progresso civile); gli sono però universalmente riconosciuti uno sconfinato amore per la sua terra, un desiderio ardente di riscatto economico e sociale per le classi umili del popolo; una disponibilità fatta di affetto sincero e disinteressato verso la sua gente. Antonio Labriola, in una lettera a Engels del 1° luglio 1893, lo definiva quel buontempone di De Felice. E Giolitti, nelle sue Memorie, così si esprimeva su di lui: Non possedeva molta cultura, e la sua indole era piuttosto di un agitatore popolano.
Ettore Majorana Scienziato, nato a Catania 1905, scomparve misteriosamente, e la sua scomparsa, della quale ebbe a interessarsi persino Mussolini, fu un enigma nazionale tutt'oggi insoluto, forse insolubile: morto suicida, rapito da qualche Paese che già in quell'epoca conduceva studi atomici, rifugiatosi in un convento? La madre mai prese il lutto, aspettò sempre il suo ritorno. La sua era una famiglia illustre, quella dei Majorana- Calatabiano, ramo cadetto dei Majorana della Nicchiara; a quest'ultima andarono il blasone gentilizio e le ricchezze terriere, alla prima il blasone dell'intelligenza. Era l'ultimo dei cinque figli di Fabio, (fisico, nato nel 1877), a sua volta ultimo dei cinque fratelli (i primi quattro erano: Giuseppe, giurista e deputato, nato nel 1863; Angelo, statista,1865; Quirino, fisico, 1871; e Dante, giurista e rettore universitario, 1874.