PSICONCOLOGIA E CARCINOMA MAMMARIO Definizione e principali obiettivi Dott.ssa Roberta Santoro
Ogni efficace ed umano programma terapeutico in oncologia deve prevedere un trattamento psicoterapeutico del malato neoplastico, che deve tener conto dei numerosi stress che tale malato deve affrontare e degli adattamenti inattesi che si susseguono in ogni fase della malattia, dalla fase diagnostica a quella terapeutica, a quella della remissione, a quella di un' eventuale aggravarsi della malattia o di una recidiva. (Freyberger, 1983)
La comparsa di disturbi psichiatrici clinicamente rilevati nei pazienti di cancro è tutt'altro che rara, (Chiari e Nuzzo 1992) spesso si riscontrano stati confusionali, ansia e depressione. I pazienti neoplastici, sono sottoposti a notevoil stress, vivono stati emotivi drammatici, e tendono spesso ad enfatizzare comuni stati d'animo, quali l’irritazione ed il dolore ( Hinton, 1983). E’ importante capire quanto queste reazioni rientrino in un range di normalità e quanto, invece, valicano la soglia di “disturbo” diventando di interesse psichiatrico, (Massie e Holland, 1990)
Il cancro costituisce un avvenimento di estrema significatività nella vita di una persona e le reazioni a questo evento hanno tutte le caratteristiche di quello che viene definito uno shock da trauma e da luogo ad un complesso processo reattivo. In questa prima fase di shock si produce una frattura nel senso di continuità dell’esperienza del sé. Il vissuto delle persone affette da tumore, anche se a diversi livelli di consapevolezza, implica infatti tipiche reazioni emotive. Tali reazioni emotive alla diagnosi di cancro si configurano sempre più come una alterazione psicopatologica tipica, come una vera e propria sindrome definita “Sindrome psiconeoplastica”.
La “sindrome psiconeoplastica” (Guarino, 1994) si presenta subito dopo la diagnosi di cancro e riguarda tutto il ciclo della malattia: è un processo formato da un insieme di dinamiche psicologiche profonde in cui si cerca di affrontare la realtà con la minore sofferenza possibile e anche se la sua morbilità dipende da vari fattori, si presenta sempre con dei sintomi psicopatologici pressoché costanti che provocano:
Precipitoso senso di immanenza della morte; Caduta della propria immagine; Spiacevole alterazione del vissuto corporeo; Angoscia di disgregazione; Modificazioni imposte dello stile di vita; Perdita del ruolo familiare; Riduzione delle capacità lavorative; Dubbi sulla capacità di mantenere un ruolo attivo nei legami affettivi e sessuali; Senso di perdita del gruppo di appartenenza sociale; Senso di frustrazione e depressione più o meno profonda per il senso di perdita; Ostilità e aggressività verso l’ ambiente circostante; Senso di colpa, di invidia, di ingiustizia ; Senso di ineluttabilità della malattia, senso di impotenza; Uso massiccio dei meccanismi di difesa quali negazione e rimozione.
OBIETTIVI DELLA PSICONCOLOGIA La Psiconcologia ha come obiettivo principale quello di migliorare la Qualità della Vita del paziente e limitare il rischio di conseguenze psicopatologiche tali da condizionare la vita futura della persona. A tal proposito, lo psicologo valuta tutte le componenti utili ad avere una visione completa del paziente, individuando il profilo della personalità del soggetto, con particolare attenzione alle componenti dominanti, quali la passività o la reattività, per passare dopo al rapporto vero e proprio con la malattia.
OBIETTIVI DELLA PSICONCOLOGIA La terapia psicologica va rivolta anche ai familiari del paziente, sia per favorire il loro adattamento alla malattia del congiunto, sia per quest'ultimo al fine di fargli percepire la presenza e l'affetto partecipe dei suoi cari. La psiconcologia è anche volta al coordinamento delle figure professionali e relazionali che ruotano attorno al malato di cancro.
ASPETTI PSICOLOGICI DEL CARCINOMA MAMMARIO Per quanto riguarda il carcinoma mammario, oltre agli aspetti psicologici descritti nella fase diagnostica, bisogna considerare l’alterazione della percezione che la donna avrà di sé e la conseguente inibizione nelle relazioni con gli altri (lavoro-famiglia-amicizie).
ASPETTI PSICOLOGICI DEL CARCINOMA MAMMARIO Uno studio dell'Università di Stanford, ha investigato su 549 donne a pochi mesi dal trattamento chemioterapico o dall'asportazione del carcinoma mammario (eta' dai 22 ai 50, dopo circa 7 mesi dal trattamento e/o intervento chirurgico). Lo studio ha evidenziato che metà delle donne del campione ha avuto problemi con la propria immagine corporea dopo gli interventi, bassa autostima, problemi di comunicazione con il partner.
E’ importante procedere ad una valutazione e ad un monitoraggio sin dal primo apparire di questi sintomi che, rendono necessario un consulto basato sulla natura psicologica della problematica. L'approccio attuale alla terapia del carcinoma mammario deve necessariamente comprendere i problemi psicologici ed estetici, considerati un capitolo integrante di questa patologia.
Le problematiche, finora accennate, non possono rappresentare nell'interezza e nella complessità le tematiche connesse a tutti gli aspetti della psicoterapia oncologica, né è possibile individuare regole generali universalmente valide perché ogni ammalato ha una storia e un vissuto personale unico e irripetibile.
E’ certamente possibile enunciare un principio valido: un operatore, medico, psicologo o sanitario, nell'approccio con il paziente oncologico, deve essere necessariamente in grado di capire l'ammalato, di comprenderne i bisogni e soddisfare quelli che rientrano nelle proprie competenze e possibilità, attivando un intervento che si inserisca, uniformandovisi, in quel lavoro di équipe multidisciplinare che appare, almeno allo stato attuale, il più efficace da un'ottica psicoterapeutica.