Le Origini dell’ Opera Lirica

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Transcript della presentazione:

Le Origini dell’ Opera Lirica Prof. Antonello D’Amico Ed. Musicale http://www.damomo.it/lezioni.htm Email: antonello.damico@gmail.com

Terminologia Melodramma (dal greco μέλος = canto o musica + δράμα = azione scenica) è sinonimo di opera lirica. L'opera è un genere teatrale e musicale in cui l'azione scenica è abbinata alla musica e al canto.

Terminologia Oggetto della rappresentazione è un'azione drammatica presentata, come nel teatro di prosa, con l'ausilio di scenografie, costumi e attraverso la recitazione. Il testo letterario è chiamato libretto che contiene il dialogo appositamente predisposto e le didascalie, . I cantanti sono accompagnati da un complesso strumentale che può allargarsi fino a formare una grande orchestra sinfonica. I suoi soggetti possono essere di vario tipo, cui corrispondono altrettanti sottogeneri: serio, buffo, giocoso, semiserio, farsesco. L'opera si articola convenzionalmente in vari "numeri musicali", che includono sia momenti d'assieme (duetti, terzetti, concertati, cori) sia assoli (arie, ariosi, romanze, cavatine). Fattori che portarono al successo di questo genere musicale: qualità della musica, forza drammaturgica del libretto e la bellezza della messinscena ( scenografia, regia, costumi ed eventuale coreografia di ballo)

Nascita e sviluppo Le origini dell'opera si fanno risalire al passaggio tra il XVI e il XVII Secolo, quando un gruppo di intellettuali fiorentini, noto come Camerata de' Bardi, dal nome del mecenate che li ospitava, decide di formalizzare il nuovo genere. Le sue radici storiche risalgono per altro al teatro medievale, mentre quelle ideali affondano nel teatro antico e in particolare nella tragedia classica. D'altronde già la commedia dell'arte cinquecentesca prevedeva al suo interno l'uso delle canzoni, così come il ballet de court francese ed il mask inglese mescolavano voci, strumenti, scene, mentre i drammi pastorali comprendevano ampi spazi musicali.

Teatro Medievale Il primo luogo scenico del teatro medievale è la chiesa. Durante le funzioni religiose, si cominciò a mettere in scena i passi del vangelo commentate dal sacerdote. Queste rappresentazioni assunsero in seguito una propria autonomia, spostandosi infine in luoghi esterni agli edifici religiosi. Quindi gli aspetti fondamentali del teatro medioevale furono la drammatizzazione, i motivi teatrali religiosi, una componente liturgica e didattica e uno sviluppo di una forma drammatica in volgare.

Nascita e sviluppo enorme diffusione in età barocca, affermandosi soprattutto a Roma e Venezia. Questo spettacolo, inizialmente riservato alle corti, e dunque destinato a una élite di intellettuali e aristocratici, acquista carattere di intrattenimento a partire dall'apertura del primo teatro pubblico, nel 1637: il Teatro San Cassiano a Venezia. Primo teatro con struttura moderna adatta per le rappresentazioni liriche. Erano, infatti presenti fondali semoventi dipinti per le scene.

La camerata dei Bardi Per Camerata de' Bardi - o Camerata Fiorentina o, più semplicemente Camerata - si intende quel gruppo di nobili che nel XVI secolo si incontravano per discutere - in maniera del tutto informale ma con passione ed impegno - di musica, letteratura, scienza ed arti. Da questi incontri viene elaborato un decalogo che avrebbe portato alla nascita del melodramma o recitar cantando. Prende il nome dal conte G.Bardi, nella cui omonima abitazione di Firenze, Palazzo Bardi si tenevano le riunioni. La prima riunione della Camerata di cui si ha notizia si tenne nel 1573. oltre che il conte Bardi parteciparono, intellettuali, drammaturghi e musicisti come Girolamo Mei, Vincenzo Galilei (liutista, padre di Galileo e confidente del conte), Giulio Caccini, Emilio de' Cavalieri, Jacopo Peri e Ottavio Rinuccini.

La camerata dei Bardi L'intendimento della Camerata era principalmente quello di riportare ai fasti di un tempo lo stile drammatico degli antichi greci innestandola con la ormai consolidata rappresentazione pastorale liturgica già detta in precedenza. Lo sviluppo della tematica portò, in campo musicale, alla elaborazione di uno stile recitativo in grado di cadenzare la parlata corrente ed il canto. Inizialmente questo stile fu applicato a semplici monodie o intermedi per poi essere applicato a forme compositive più articolate. Il conte Bardi e i suoi amici forse non lo sapevano ma stavano edificando il futuro teatro in musica. Fra i primi a perseguire gli intenti del cenacolo di musicisti fu Galilei con le musiche del canto dantesco del Conte Ugolino, seguito da Giulio Caccini con le Nuove Musiche (1601) per voce sola e con l'accompagnamento del basso continuo. Lo scopo di riportare in auge la tragedia greca, concretizzato con la Dafne e l'Euridice di Caccini, si risolverà nel rispetto rigoroso del "recitar cantando”.

Il Recitar Cantando una forma di canto usata comunemente in melodrammi, oratori, cantate e opere, nella quale il cantante si esprime mediante uno stile che è stato definito anche come recitativo. Il termine doveva descrivere il nuovo stile da propugnare per la rinascita della tragedia greca che si supponeva venisse appunto recitata e cantata contemporaneamente. Questo nuovo stile sfruttava le possibilità offerte dalla monodia accompagnata, che consente di rendere più comprensibile il testo rispetto a quello che succedeva nelle forme musicali colte del Rinascimento, dove esisteva una forte prevalenza di forme contrappuntistiche raffinate e complesse come per es. nel Madrigale Il recitar cantando doveva divenire, invece, lo stile adatto per le rappresentazioni sceniche dei drammi per musica. Così avvenne, infatti dal recitar cantando sono nati i recitativi, gli ariosi e le arie, tutte quelle forme che hanno dato vita, da quel momento in poi, a quattro secoli di opera lirica.

L’opera lirica nel 1600 Tra i soggetti preferiti ci sono, nel corso del XVII secolo, i poemi omerici e virgiliani e le vicende cavalleresche, in particolare quelle narrate da Ludovico Ariosto e Torquato Tasso, con l'aggiunta di spunti comici, erotici, fantasiosi. La musica è caratterizzata dall'onnipresente basso continuo, arricchito dalla presenza di strumenti a fiato e ad arco.

L’opera lirica nel 1600 Alla severità dell'opera degli esordi, ancora permeata dell'estetica tardo-rinascimentale e che trova l'espressione più alta e originale nella figura di Claudio Monteverdi, subentra allora un gusto per la varietà delle musiche, delle situazioni, dei personaggi, degli intrecci; mentre la forma dell'aria, dalla melodia accattivante e occasione di esibizione canora, ruba sempre più spazio al recitativo dei dialoghi e, di riflesso, all'aspetto letterario, mentre il canto si fa sempre più fiorito.

L’opera lirica in Francia Nel frattempo Jean-Baptiste Lully, un compositore francese di origine italiana, dà vita all'opera francese. In essa la tipica cantabilità italiana, poco adatta alla lingua francese, è abbandonata a favore di una più rigorosa interpretazione musicale del testo. Lo stile di canto, più severo e declamatorio, è prevalentemente sillabico. Ulteriori elementi di differenziazione rispetto al modello italiano sono costituiti dall'importanza assegnata alle coreografie e dalla struttura in cinque atti, che l'opera seria francese conserverà fino a tutto il XIX Secolo. Nacquero così la tragédie-lyrique e l'opéra-ballet.

I Ruoli e le voci I cantanti, e i ruoli che essi interpretano, sono distinti in rapporto al registro vocale. Le voci maschili sono denominate, dalla più grave alla più acuta, basso, baritono, tenore. A essi si possono aggiungere le voci di controtenore, sopranista o contraltista, che utilizzano un'impostazione in falsetto o falsettone. Esse eseguono ruoli un tempo affidati ai castrati. Le voci femminili sono classificate, dalla più grave alla più acuta, come contralto, mezzosoprano e soprano. Anch'esse eseguono oggi, molto più di frequente delle corrispondenti voci maschili, i ruoli sopranili e/o contraltili scritti per le voci dei castrati.

Tessitura vocale Il sopranista è un controtenore che canta nella tessitura del soprano. Al giorno d'oggi i sopranisti sono molto rari e nella scrittura moderna non esistono lavori che prevedano il loro impiego. La tecnica di canto in un soprano è basata sulla tecnica del controtenore per passare dalla voce di petto al registro alto. Il sopranista è, fondamentalmente, un controtenore il cui falsetto è molto più esteso e molto più ben sviluppato rispetto a quello di un normale controtenore. Esiste una vasta produzione musicale per soprani maschi che fu scritta quando era usuale l'impiego dei castrati nel XVIII secolo. Questa pratica, attualmente considerata disumana, è stata abolita nel XIX secolo.

Giovanni Battista Lulli Jean-Baptiste Lully o Giovanni Battista Lulli (Firenze, 28 novembre 1632 – Parigi, 22 marzo 1687) è stato un compositore italiano naturalizzato francese. Si firmò sempre Lully, sebbene nella lingua del suo paese natale, la y non esistesse. Senza dubbio adottò questa ortografia sentendo il suo nome pronunciato alla francese, ovvero, con l'accento sull'ultima sillaba.

Giovanni Battista Lulli Studiò il clavicembalo e la composizione con Métru, Gigault e Roberday, organisti allora molto celebri a Parigi. Appena Lully cominciò a possedere qualche conoscenza nel campo musicale, si mise a comporre e le sue arie non tardarono ad essere notate. Una rimarchevole circostanza, poco onorevole in verità per lui, aumentò la sua reputazione di compositore. l'aver messo in musica una satira contro la sua padrona, mademoiselle de Montpensier, cosa che gli procurò il bando dalla casa in cui aveva vissuto fino ad allora.

Giovanni Battista Lulli Obbligato quindi a cercarsi un'occupazione per aver di che vivere, si presentò all'orchestra di corte, e fu accolto come garzone d'orchestra, benché già componesse arie e sinfonie notevoli gustate da tutti coloro i quali le ascoltavano. Il re stesso Luigi XIV ebbe voglia un giorno di sentire Lully che suonò in sua presenza con un tale successo che una nuova banda di dodici violons fu formata e messa sotto la sua direzione e la si chiamò banda dei petits violons.

Giovanni Battista Lulli Nominato quindi dal re sovrintendente delle musica, smise di suonare per dedicarsi alla composizione e alla produzione operistica. Le opere italiane, eseguite a corte dai cantanti, erano poco gustate, o perché non comprendevano la lingua italiana, quelli invece che erano in grado di apprezzarle pensavano che sarebbe stato impossibile applicare una melodia simile alla poesia francese.

Giovanni Battista Lulli Lully stesso, per dieci anni, non cessò mai di ripetere che la lingua francese non poteva prestarsi in alcun modo alle esigenze dell'opera italiana, ma lo scrittore Pierre Perrin, l'aveva smentito, scrivendo le parole di una pastorale che egli aveva chiamato première comedie française en musique, a cui fece seguito un'opera intitolata Pomone, entrambe musicate da Robert Cambert e della realizzazione delle quali si era occupato il marchese di Sourdeac.

Giovanni Battista Lulli Nascono dissidi tra i tre: Lully da una parte, Perrin e Chambert dall’altra Perin aveva ottenuto a suo nome un privilegio per la rappresentazione delle opere in Francia Lully grazie alle sue conoscenze nell’alta corte francese chiede, dietro lauto compenso, di acquistare quel privilegio

Giovanni Battista Lulli È quindi, come si vede, un errore molto grave, benché comune, indicare Lully come il creatore dell'opera francese, fu soltanto dopo il successo di Camberty che Lully smise di trovare la lingua francese ribelle alla musica drammatica Tra le opere liriche importanti: 1672 Les fetes de l'amour et Bacchus, Le triomphe de l'amour nel 1681, Roland nel 1685, e, nello stesso anno, Idylle sur la paix, da citare anche , nel 1671, PSYCHÉ, in collaborazione con Moliere alla quale collaborarono anche Quinault, La Fontaine e Corneille