IL TASSO NATURALE DI DISOC-CUPAZIONE E LA CURVA DI PHILLIPS

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Transcript della presentazione:

IL TASSO NATURALE DI DISOC-CUPAZIONE E LA CURVA DI PHILLIPS Lezione 9. IL TASSO NATURALE DI DISOC-CUPAZIONE E LA CURVA DI PHILLIPS Corso di Macroeconomia (L-Z) Prof. Andrea Fumagalli, Università di Pavia

1. Inflazione, inflazione attesa e disoccupazione Fig. 8.1. Inflazione e disoccupazione negli Stati Uniti, 1900-1960. Durante il periodo 1900- 1960, negli Stati Uniti una bassa disoccupazione è stata generalmente associata a un’elevata inflazione; viceversa, una disoccupazione elevata è stata generalmente associata a un’inflazione bassa o negativa.

1. Inflazione, inflazione attesa e disoccupazione Si consideri l’equazione dell’offerta aggregata: E si assuma una forma specifica per questa funzione: Sostituiamo la funzione F con questa forma specifica nell’offerta aggregata di partenza:

1. Inflazione, inflazione attesa e disoccupazione Questa equazione può essere riscritta come segue:

1. Inflazione, inflazione attesa e disoccupazione Secondo questa equazione: un aumento dell’inflazione attesa e porta a un aumento dell’inflazione effettiva  data l’inflazione attesa e, un aumento del markup scelto dalle imprese o un aumento di altri fattori, z, porta a un aumento dell’inflazione  data l’inflazione attesa e, un aumento del tasso di disoccupazione u porta a una riduzione dell’inflazione  Data l’inflazione attesa e, un aumento del tasso di disoccupazione u porta a una riduzione dell’inflazione .

1. Inflazione, inflazione attesa e disoccupazione Utilizzando degli indici temporali per le variabili come inflazione, inflazione attesa o disoccupazione in un dato anno:

2.1. La curva di Phillips: la prima formulazione Se consideriamo che et = 0, l’equazione diventa: Questa è la relazione negativa tra disoccupazione e inflazione, trovata da Phillips per il Regno Unito e da Samuelson e Solow per gli Stati Uniti.

2.1. La curva di Phillips: la prima formulazione Il meccanismo detto spirale prezzi-salari si può riassumere come segue: una bassa disoccupazione fa aumentare il salario nominale in risposta a un maggior salario nominale, le imprese aumentano i prezzi: il livello dei prezzi aumenta in risposta a un maggior livello dei prezzi, i lavoratori chiedono un salario nominale più alto questo spinge le imprese ad aumentare i prezzi in seguito all’ulteriore aumento dei prezzi, i lavoratori chiedono un aumento ulteriore del salario nominale

2.2. Le formulazioni successive A partire dagli anni Settanta, la relazione tra tasso di inflazione e di disoccupazione è venuta meno. Ragione principale: i lavoratori modificarono il loro modo di formare le aspettative. Svolta causata da un cambiamento del processo stesso di inflazione che è diventata: - costantemente positiva - persistente Questo cambiamento nel meccanismo di formazione delle aspettative modificò la natura stessa della relazione tra disoccupazione e inflazione.

2.2. Le formulazioni successive Supponiamo che le aspettative si formino in base a: Se l’inflazione è bassa e non persistente, è ragionevole pensare che =0 e che l’inflazione attesa è pressoché nulla (et=0). Se l’inflazione è alta e persistente, =1, come accadde a partire dagli anni Settanta negli Stati Uniti.

2.2. Le formulazioni successive Quando =0 , otteniamo la curva di Phillips originaria: Quando  è positivo, il tasso di inflazione dipende non solo dal tasso di disoccupazione, ma anche dal tasso di inflazione dell’anno precedente: Quando =1, l’equazione di offerta aggregata diventa:

2.2. Le formulazioni successive Il tasso di disoccupazione non influenza il tasso di inflazione, ma piuttosto la variazione del tasso di inflazione. - Una disoccupazione elevata comporta un’inflazione decrescente - Una disoccupazione moderata comporta un’inflazione crescente Per distinguerla dalla curva di Phillips originaria, questa relazione è chiamata curva di Phillips modificata o curva di Phillips corretta per le aspettative o ancora curva di Phillips accelerata.

2.2. Le formulazioni successive Fig. 8.5. Variazione dell’inflazione e disoccupazione negli Stati Uniti dal 1970. Dal 1970, negli Stati Uniti c’è stata una relazione negativa tra tasso di disoccupazione e variazione del tasso di inflazione. La retta che meglio approssima la nuvola di punti per il periodo 1970-2003 è data da:

2.3. Tornando al tasso naturale di disoccupazione Il tasso naturale di disoccupazione è quel tasso di disoccupazione in corrispondenza del quale il livello effettivo dei prezzi è uguale al livello atteso dei prezzi. Imponendo la condizione di uguaglianza , Otteniamo: Risolvendo per il tasso naturale:

2.3. Tornando al tasso naturale di disoccupazione Se il tasso atteso d’inflazione è ben approssimato da quello dell’anno precedente, avremo: La variazione dell’inflazione dipende dalla differenza tra tasso effettivo e tasso naturale di disoccupazione. Quando il tasso effettivo di disoccupazione eccede il tasso naturale, l’inflazione diminuisce; viceversa, l’inflazione aumenta.

2.3. Tornando al tasso naturale di disoccupazione Se il tasso atteso d’inflazione è ben approssimato da quello dell’anno precedente, avremo: La variazione dell’inflazione dipende dalla differenza tra tasso effettivo e tasso naturale di disoccupazione. Quando il tasso effettivo di disoccupazione eccede il tasso naturale, l’inflazione diminuisce; viceversa, l’inflazione aumenta.

3. Una sintesi e molti avvertimenti Negli Stati Uniti, oggi, l’equazione di offerta aggregata è descritta bene dalla curva di Phillips, che è una relazione tra la variazione del tasso di inflazione e la deviazione del tasso di disoccupazione dal suo tasso naturale. Quando il tasso di disoccupazione eccede il tasso naturale, l’inflazione diminuisce; viceversa, aumenta.

3.1. Differenze nel tasso naturale tra i paesi Il tasso naturale dipende da tutti i fattori che influenzano la determinazione dei salari, riassunti da z, e dal markup, stabilito dalle imprese. Tali parametri differisco tra i paesi, ecco perché ogni nazione ha un proprio tasso naturale.

3.2. Variazioni del tasso naturale nel tempo Abbiamo implicitamente trattato sia z che il markup come costanti: non c’è alcuna ragione per credere che siano costanti nel tempo. Il grado di potere monopolistico delle imprese, la struttura della contrattazione salariale, il sistema di sussidi di disoccupazione ecc. cambiano nel tempo, facendo variare il tasso naturale di disoccupazione.

3.3. Elevata inflazione e curva di Phillips Le contrattazioni salariali cambiano al variare dell’inflazione. L’indicizzazione dei salari rappresenta un meccanismo che adegua automaticamente i salari all’inflazione e diventa imprescindibile in caso di elevata inflazione. Se la proporzione di contratti indicizzata è data da , l’equazione diventa: Assumendo che l’inflazione attesa sia uguale a quella dell’anno scorso e che  sia positivo, otteniamo: L’indicizzazione salariale aumenta l’effetto della disoccupazione sull’inflazione.