Corso di Economia Politica Lezione 10. ASPETTATIVE: APPROCCIO MONETARISTA, TEORIA DEL REDDITO PERMANENTE, NUOVA MACROECONOMIA «CLASSICA» Corso di Economia Politica Prof. Andrea Fumagalli
1 Le premesse fondamentali della teoria monetarista La teoria monetarista di Friedman parte da due premesse parte da due premesse: 1. il sistema economico si trova normalmente in un equilibrio stabile, al quale tende anche quando ne è allontanato per effetto di shock esogeni da domanda o per effetto di rigidità interne (dei salari monetari o del saggio di interesse); 2. gli individui agiscono sulla base di aspettative.
2. La teoria monetarista delle aspettative e il concetto di prezzo/reddito atteso Consideriamo subito la teoria monetarista delle aspettative. Per comprendere le tesi monetariste, consideriamo le aspettative che l’individuo formula circa il suo reddito. Riferiamoci ad un individuo che, alla fine di un periodo t (anno, mese), valuta il suo reddito/prezzo per il successivo periodo t +1. Indichiamo con tale reddito previsto per il prossimo periodo. L’individuo, poiché agisce all’interno di un sistema stabile, formula la sua previsione sulla base della previsione che aveva formulato nel periodo precedente per il periodo appena trascorso. Si limita a correggere tale previsione in base all’errore che ha potuto riscontrare tra reddito previsto e reddito effettivamente percepito.
Possiamo interpretare il risultato come segue: ♦ l’individuo formula le sue aspettative sul futuro in base alle esperienze che ha avuto nel passato; ♦ attribuisce maggior peso alle esperienze più prossime nel tempo rispetto a quelle più lontane; ♦ “calcola” il suo reddito per il prossimo periodo mediante una media dei redditi ottenuti in passato, moltiplicando ogni termine per un fattore di ponderazione tanto più basso quanto più lontano nel tempo è il reddito cui si riferisce;
♦ il simbolo n indica la “memoria” dell’individuo, ossia il numero di periodi considerati; ♦ il simbolo ϑ è un indice di stabilità: un ϑ molto basso o tendente allo zero rappresenta il caso in cui l’individuo deve ricorrere a molte esperienze passate per formulare la sua aspettativa. Deve comportarsi così perché constata che nel tempo il reddito che percepisce varia di anno in anno, anche se con una regolarità intrinseca (per esempio ciclica). Viceversa, un ϑ elevato o molto prossimo all’unità indica che poche esperienze sono sufficienti per la previsione, poiché il reddito percepito è sostanzialmente uniforme nel tempo o ha un andamento regolarmente crescente o decrescente; ♦ si noti che se ϑ =1 o se i = 0 il reddito è costante.
percepito al tempo t , bensì in base alla ricchezza, ovvero 3. I concetti di reddito permanente e di ricchezza secondo i monetaristi Dal concetto di reddito atteso per il prossimo periodo, si passa al concetto di reddito permanente Y P , o reddito atteso per i periodi futuri in condizioni di stabilità. In base a questo reddito, Friedman definisce un nuovo concetto di ricchezza, inteso come il valore attuale del reddito permanente: Su queste basi Friedman determina in modo nuovo i consumi. L’individuo decide il consumo al tempo t non in base al reddito percepito al tempo t , bensì in base alla ricchezza, ovvero
Per definire i consumi al tempo t non vale la relazione propria dell’economia keynesiana
In base a questa formula, il consumo risulta appunto sostanzial-mente stabile nel tempo e indipendente da variazioni occasionali del reddito corrente. A questo si aggiunge che il consumo al tempo t (e in particolare il consumo di beni durevoli) dipende anche dal saggio di interesse. A parità di YP , il consumo cresce quando il saggio di interesse diminuisce.
2. NUOVA MACROECONOMIA CLASSICA 1. Le premesse fondamentali Questa scuola, che si impone a partire dagli anni ’80, è diretta filiazione del monetarismo. La prima caratteristica della nuova corrente è l’accettazione del principio neoclassico di razionalità massimizzante e la sua applicazione nello studio delle variabili aggregate. In sostanza, questa corrente cerca di dare alla macroeconomia un fondamento microeconomico (neoclassico) più robusto di quanto non avessero fatto i monetaristi. In questo senso va letto l’appellativo “macro-economia classica”, dove “classico” sta per “neoclassico”.
Fondamentalmente si afferma che: ♦ gli individui massimizzano qualsiasi funzione obbiettivo; ♦ i mercati sono bene organizzati: non esistono impedimenti al raggiungimento dell’equilibrio su tutti i mercati; ♦ i prezzi forniscono quindi segnali in modo efficace: prezzi flessibili, che mutano continuamente; ♦ l’equilibrio è ottenuto su tutti i mercati istantaneamente; ♦ non esistono per nessun motivo equilibri diversi da Y* o Yn (reddito di piena occupazione o di disoccupazione naturale). Sul piano degli strumenti di analisi le due novità di rilievo sono le seguenti: 1. una teoria delle aspettative diversa da quella monetarista; 2. la considerazione di un contesto stocastico–probabilistico, anziché deterministico.
2. Struttura informativa e decisioni di scelta Secondo i nuovi macroeconomisti, gli individui effettuano le loro scelte di produzione e di spesa sulla base di: ♦ segnali di prezzo: se non vi sono shock esogeni di natura reale o monetaria, non vi sono neppure “disturbi” (noises) nei prezzi, che trasmettono dunque segnali efficaci per il mantenimento dell’equilibrio; ♦ informazioni che posseggono: tali informazioni sono incomplete ed asimmetriche. Ogni individuo possiede solo parte delle informazioni disponibili e ogni singolo individuo possiede informazioni diverse per quantità e contenuto da quelle possedute dagli altri. Si parla di “paradigma delle isole di Phelps”, con riferi-mento a uno dei massimi esponenti della corrente in questione.
Ad esempio, nella sfera della produzione accade che ogni individuo (indipendentemente dalla sua specifica funzione di lavoratore, imprenditore, ecc) conosca il prezzo dei mercati nei quali è venditore di qualche bene o servizio, ma non i prezzi dei mercati nei quali è compratore. Perciò ogni individuo deve formulare aspettative di prezzo relativamente a questi ultimi. In sintesi, data una struttura delle aspettative: ♦ tutti i mercati sono in equilibrio perché i prezzi sono perfettamente flessibili; ♦ se non ci sono shock esogeni la posizione di equilibrio è sempre n Y ; ♦ se si verificano degli shock il sistema esce dall’equilibrio, ma solo temporaneamente, poiché grazie alle aspettative vi ritorna subito.
3. Teoria delle aspettative razionali (Lucas) Entra dunque in gioco la teoria delle aspettative, dette “razionali” – che si basano cioè sulla razionalità massimizzante di tipo neoclassico – detta anche teoria delle aspettative alla Lucas, dal nome del massimo rappresentante di questa corrente di pensiero. Le aspettative sono formulate da individui: ♦ che seguono il principio di razionalità neoclassica massimizzante; ♦ in un contesto stocastico. Ogni individuo per formulare tali aspettative di prezzo per i mercati nei quali è compratore, massimizza il risultato che può ottenere dalle informazioni disponibili.
Nel caso l’individuo debba formulare aspettative di prezzo, sarà: ossia, la previsione soggettiva di P equivale alla speranza matematica o valore atteso di P , condizionale alle informazioni disponibili nel momento in cui l’individuo formula la previsione. Dunque la previsione non è esatta, ma è in media esatta, ossia gli errori di previsione hanno queste caratteristiche:
4. Aspettative e credibilità: la critica di Lucas Ogni individuo “razionale” (in senso neoclassico) utilizza tutte le informazioni che sono a sua disposizione e perciò non può che compiere solamente errori casuali: sono impossibili errori sistematici, perché compierli significherebbe non utilizzare le informazioni disponibili ed essere quindi “irrazionali”, ossia comportarsi in modo tale da essere costretti ad uscire dai mercati. La teoria delle aspettative razionali è, insieme, un perfezionamento e un superamento critico della teoria monetarista delle aspettative adattive. Infatti, per i monetaristi, nessuna informazione circa i prezzi futuri viene presa in considerazione dagli individui che formulano aspettative adattive. Ciò significa che l’individuo dei monetaristi è indotto a compiere errori sistematici di previsione. Si accorge di sbagliare, ma non fa nulla per migliorare la propria previsione, ovvero non si informa.
La teoria delle aspettative razionali presuppone che l’individuo formuli le sue aspettative sulla base di un modello completo del funzionamento del sistema economico. Solo a questa condizione le sue aspettative risulteranno in media esatte. Questo significa che: ♦ esiste un modello – definito “vero” – di funzionamento del sistema economico, ossia del sistema delle relazioni individuali. Esso è individuato dalla teoria economica; ♦ tutti gli individui lo conoscono o imparano a conoscerlo e lo utilizzano per formulare le aspettative. In questo modo le loro aspettative sono “razionali” e, come ultima conseguenza, il sistema è stabile nella posizione Yn .