Resilienza e sviluppo nel lavoro di Boris Cyrulnik

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Transcript della presentazione:

Resilienza e sviluppo nel lavoro di Boris Cyrulnik Il trauma e il mondo psichico: l’Io lacerato, l’agonia psichica “La resilienza è l’insieme delle condizioni di ripresa di un neo-sviluppo dopo una agonia psichica traumatica”(Boris Cyrulnik) L’importanza della costellazione di fattori affettivi e culturali che possono aiutare il soggetto ferito Piccola storia: i lavori di Anna Freud e René Spitz sullo sviluppo di bambini traumatizzati dai bombardamenti su Londra , il contributo dell’etologia, gli studi di John Bowlby sui disturbi organici e psico-sociali provocati dalle carenze di cura materna(le teorie dell’attaccamento) E’ Emmy Werner (1982) che inventa il concetto di resilienza: questa psicologa americana segue nelle Hawai 700 bambini senza famiglia, senza scolarizzazione , e che hanno subiti violenze fisiche e sessuali. Studia l’evoluzione e la traiettoria di questi bambini per 20 anni(studio longitudinale); la maggioranza presenta dei disturbi gravi mentre un 28% ha studiato, imparato un mestiere e costruito una famiglia , non soffrono di disturbi psichici. Si focalizza sui ‘fattori protettivi’ che bilanciano i ‘fattori di rischio ’. Michael Rutter afferma:”Questi bambini hanno qualcosa da insegnarci; questo ci servirà per aiutare quelli che non ce l’hanno fatta”. Rutter mostra: 1) la differenza tra deprivazione materna e teoria dell’attaccamento 2) contrariamente a Bowlby sostiene che il bambino a più di una unica figura di attaccamento (a cominciare da quella del padre) 3) modello interazionista tra fattori genetici, psichici e ambientali

Tipologie di resilienza Le teorie dell’attaccamento forniscono degli strumenti di osservazione, di sperimentazione e di riflessione che permette di analizzare come, dopo uno choc (guerra, maltrattamenti) che provoca una lacerazione psichica insidiosa , un soggetto ferito gravemente riesce a riprendere un nuovo sviluppo Tipi di resilienza: 1.Resilienza biologica: il deficit grave di affettività provoca un tal impoverimento della bolla sensoriale che circonda il bambino che l’insieme delle sue funzioni di sviluppo non sono più stimolate; appena questo bambino è situato in un contesto dove può recuperare une nuova base di sicurezza scompaiono i suoi disturbi: il bambino riprende un buon sviluppo organico e i suoi comportamenti auto-centrati sono sostituiti da attività esplorative. Questa ripresa evolutiva avviene tramite dei sostituti affettivi che appaiono più tardivamente nello sviluppo crono-biologico normale. Questo spiega l’acquisizione di una sensibilità particolare e di abilità relazionali tipiche del processo resiliente

Tipologia di resilienza 2. Resilienza psico- affettiva: Il trauma , impensabile, provoca una vera sbalordimento della vita mentale e induce ad un disturbo della rappresentazione di sé molto svalorizzato Quando il sostegno e l’accompagnamento affettivo permettono un racconto di sé è possibile una riattivazione della persona Alcuni meccanismi di difesa descritti dalla psicanalisi favoriscono la resilienza: mentalizzazione, creatività, humour, altruismo Altri meccanismi di difesa hanno un effetto desocializzante e antiresiliente: ripiegamento su se stesso, ipocondria, aggressività e delinquenza Altri meccanismi di difesa che funzionano provvisoriamente devono essere superati per ripristinare la coesione dell’Io : la negazione,la denegazione , la dissociazione, la scissione

Tipologie di resilienza 3. Resilienza socio-culturale: La bolla sensoriale che funziona come involucro protettivo nello sviluppo dei ‘feriti dell’anima’ sostenendoli affettivamente e verbalmente è organizzata dai racconti familiari e dai miti culturali. Alcuni ambienti incoraggiano la resilienza e altri l’impediscono. I sistemi familiari ad attaccamento multiple proteggono meglio il soggetto perché, in caso di disgrazie, sarà disponibile almeno un ‘tutore’ di resilienza (per esempio nelle famiglie polimaterne Hausa della Nigeria se una madre viene a mancare le altre sono presenti e si attivano). Invece tra i Dogon del Mali (come in Europa); la figura materna è soprainvestita : questo produce nel caso di 69% dei bambini un attaccamento sicuro mentre il 28% ne hanno uno insicuro , si tratta di una vulnerabilità acquisita

Lavori di Boris Cyrulnik Il dolore meraviglioso. Diventare adulti sereni superando i traumi dell’infanzia (Frassinelli) I brutti anatroccoli. Le paure che ci aiutano a crescere (Frassinelli) Parlare d’amore sull’orlo dell’abisso(Frassinelli) Di carne e d’anima. La vulnerabilità come risorsa per crescere felici (Frassinelli) Costruire la resilienza. La riorganizzazione positiva della vita e la creazione di legami significativi(a cura di B.Cyrulnik e E.Malaguti) (Erickson)

Altra bibliografia sulla resilienza Anaut,M(2007) La resilience. Surmonter les traumatismes , Paris, Armand Collin Bouteyre,E (2004) Réussite et résilience scolaire chez les enfants de migrants, Paris, Dunod Cyrulnik,B et Duval,P (2006) Psychanalyse et résilience , Paris, Odile Jacob Werner,E (1998) Vulnerable, but invincible, New York, Adam,Bannister and Cox Werner,E (1992) The children of Kauai:resilience and ricovery in adolescence and adulthood, Journal of adolesent health, 262-268 Rutter, M (1981) ,Maternal deprivation reassessed, Harmondworth, penguin Rutter,M (2002) En face de l’adversité. Facteurs de protection et résistance aux désordres psychiatriques, L’Esprit du temps, n122-2002/2,123-146

Il lavoro di René Arpad Spitz (1887-1974) Studi a Budapest ; Sandor Ferenczi lo manda da Freud a Vienna; lavora con il servizio di psicologia sperimentale e infantile di Charlotte Buhler; negli USA diventa redattore della rivista fondata da Anna Freud “The Psychoanalystic study of the child”. 1.Relazione madre-neonato: nozioni di ospedalismo e depressione anaclitica: carenza affettiva e impatto sullo sviluppo psico-affettivo del neonato. 2.Spitz individua 3 indicatori di sviluppo psichico nel bambino: il sorriso in risposta al volto umano(3 mesi), l’angoscia in presenza di un estraneo(8 mesi)(i fattori ambientali), lo stadio del no: il no è il risultato di un lungo processo di apprendimento e maturazione psico-somatica che apre la strada alla comunicazione umana(Il no e il sì nella genesi della comunicazione umana)

Resilienza e transizione culturale La transizione psico-culturale come transizione psico-affettiva: la vulnerabilità e i rischi di questa transizione La migrazione come transizione: fattori di rischio e fattori protettivi La transizione traumatica: come rimbalzare in un processo di reinterpretazione del proprio sé e della propria traiettoria di vita.