Cavo orale: non solo denti …

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Transcript della presentazione:

Cavo orale: non solo denti … Apparato dentario e paradentario Mucosa orale Sistema muscolo-articolare che presiede alla masticazione: bocca articolazione temporo-mandibolare deglutizione lingua muscoli Articolazione della parola

Modificazioni legate all’invecchiamento Mucosa orale: si assottiglia e diminuisce la sua cheratinizzazione. Le fibre reticolari e elastiche del tessuto connettivo diffusamente presente si trasformano in collageno fibrosclerotico, con diminuzione di elasticità e permeabilità del connettivo. Il tessuto adiposo si atrofizza, determinando modificazioni morfologiche del volto e l’emergere delle ghiandole salivari. Le piccole arterie vanno incontro a processi di arteriosclerosi, mentre i capillari diminuiscono di numero e volume. Le ghiandole salivari vanno incontro a processi di atrofia, con conseguente diminuzione del flusso salivare di base e stimolato (iposcialia). Le carie sono favorite dalla recessione gengivale che porta alla formazione di sacche e all’esposizione delle superfici radicolari del dente; le carie radicolari procedono molto lentamente per il fatto che il numero dei tubuli dentinali è più piccolo nella radice rispetto alla corona e con l’età si verifica una sclerosi della dentina radicolare; i processi sono facilitati dalla deposizione della placca dentaria e del tartaro (deposito minerale fortemente adeso che si forma fra il dente e la gengiva). Progressiva perdita dei denti fino all’edentulismo; la masticazione può diventare problematica. La sensibilità gustativa è, come quella olfattiva, ridotta in molti casi. La deglutizione ha efficienza ridotta.

Condizioni caratteristiche dell’anziano. Involuzione dell’apparato dentario Parodontopatie Ridotta capacità masticatoria Infezioni del cavo orale e glossodinia Lesioni precancerose Xerostomia Disfagia

Anatomia del cavo orale Problemi a livello muscolare (sarcopenia), articolare (articolazione temporo-mandibolare), neurologico (riflessi). In più l’adipe si accumula intorno all’ipofaringe, con compromissione dei riflessi faringei (è una delle cause delle apnee notturne). Altro problema: osteoporosi!!!

I denti dei nonni Servono 20 denti per masticare bene il secondo molare superiore ed inferiore e il primo molare superiore hanno una vita media più breve. Negli Stati Uniti è stato valutato che all’età di 65 anni il 50% dei soggetti ha perso tutti i propri denti; A 75 tale percentuale salirebbe a 67%. Con la perdita dei denti la masticazione e quindi la possibilità di introdurre alimenti di una certa consistenza possono risultare drammaticamente ridotte. Questi problemi possono essere aggravati dall’uso di protesi improprie.

Studio randomizato controllato (145 anziani, 3 anni di intervento) Riduzione della perdita dei denti in anziani che assumono supplementi di calcio e vitamina D Studio randomizato controllato (145 anziani, 3 anni di intervento) Sottoposti ad esame della dentatura periodico e dettagliato Risultati: 13% gruppo Ca/D group vs. 27% gruppo placebo hanno perso uno o più denti nei 36 mesi di osservazione. Rischio=0.4 (C.I. 0.2-0.9) Indipendentemente da altri fattori (sesso, fumo, ecc.) Am J Med 2001:111:452-456

Evoluzione delle lesioni del complesso dente-parodonto Evoluzione delle lesioni del complesso dente-parodonto. La denudazione progressiva della radice del dente avviene attraverso varie fasi: dalla normalità (A) si arriva, in assenza di interventi curativi, alla recessione: si scopre una parte rilevante della radice (C) e i tessuti molli (legamento periodontale e mucosa) sono seriamente danneggiati con riassorbimento dell’osso alveolare. la placca batterica è l’evento iniziale che si stabilizza tenacemente sulla superficie del dente e si insinua fra dente e gengiva; indurendosi e calcificandosi forma il tartaro, che si addentra ulteriormente sotto la gengiva, che va incontro ad un processo flogistico cronico Nelle sacche c’è poco ossigeno; prevalgono le forme anaerobie. Parodonto: tessuto di sostegno del dente

Il parodonto è rappresentato da gengive, legamenti, alveolo, osso alveolare e cemento radicolare; provvede a fissare all’osso il dente La malattia paraodontale comprende sia le gengiviti che le parodontiti L’involuzione dei tessuti di sostegno dei denti (parodonto), aggravata da concomitanti fattori infiammatori, porta ad una progressiva ed ingravescente mobilità dei denti, talvolta così accentuata da rendere impossibile la masticazione. L’osso alveolare è condizionato strutturalmente dalla presenza del dente; all’estrazione dello stesso segue, infatti, atrofia dell’osso.

L’aumento di citochine (in particolare la IL-6) nella saliva si accompagna all’aumentato riassorbimento dell’osso alveolare e mandibolare; La riscontrata perdita di osso mandibolare è ben correlata a quella delle ossa metacarpali; complessivamente il comportamento della densità dell’osso alveolare indica il suo coinvolgimento nel processo osteoporotico.

Le infezioni colpiscono i tessuti gengivali o parodonto marginale (gengivite): la causa più frequente è la placca batterica che è formata da germi anaerobi ed aerobi che aderiscono alla superficie dentaria con cellule epiteliali. Parodontite: fenomeno infiammatorio acuto e cronico dei tessuti di sostegno del dente su base eziopatogenetica di tipo infettivo. La rimozione della placca batterica è un fattore essenziale nel controllo delle gengiviti e dell’infiammazione parodontale. Molti studi epidemiologici hanno dimostrato che in generale, la prevalenza della malattia parodontale passa dal 5% all’età di 15 anni ad un 80% a quella di 60 anni; un’ampia distruzione parodontale dello 0,1% a 15 anni fino al 15% a 60 anni

Cavo orale e BPCO La patologia peridontale è un fattore di rischio indipendente per BPCO … indipendente anche dal fumo! Meccanismo: aspirazione

Cavo orale e aterosclerosi (1) Meccanismi: infezione ed infiammazione passano da locali a sistemiche durante fasi di batteriemia Le tossine provenienti dagli agenti patogeni del cavo orale (es. LPS) vanno in circolo e causano reazione infiammatoria e danno Colesterolo totale, LDL e trigliceridi sono più alti in chi ha infezioni peridontali

Cavo orale e aterosclerosi (2) Il Porphyromonas gingivalis (gram – anaerobio) è stato isolato nelle placche aterosclerotiche post-mortem In vitro si moltiplica ed è in grado di attivare le cellule endoteliali Gli infartuati che hanno patologie peridontali hanno la proteina C reattiva più alta, indipendentemente da fumo, diabete, dimensione dell’IMA Se si tratta la patologia peridontale, si riducono i marcatori di infiammazione periferica (IL-6, PCR, ecc.)

La flora batterica del cavo orale I batteri presenti nel cavo orale rappresentano una complessa comunità che si automantiene dopo aver aderito e colonizzato la superficie di denti, mucosa, gengive e protesi; sono più di 300 specie (prevalentemente parodontopatogene), Placca dentaria: Peptostreptococci, Actinomiceti, Fusobacteria; Gengive; Prevotella, Wolinella Periodontiti: Lactobacillus, Peptostreptococco, Eubacterium, Fusobacterium; queste specie coaggregano in modo sequenziale con interazioni complesse Componente predominante: Streptococcus mutans, che si riproduce nel biofilm della superficie del dente (placca) trasformando i carboidrati in acido lattico; è capace di erodere lo smalto (VACCINO!) HP?

Candidosi

Abbassamento delle difese immunitarie: uso di antibiotici!!!

Stomatite aftosa: piccole afte superficiali di diametro di 2-3 mm, tondeggianti od ovalari con fondo bianco giallastro, contorni arrossati, molto dolenti. Singole o multiple, variamente localizzate sulla superficie del cavo orale, guariscono spontaneamente nel giro di 10-15 giorni, ma tendono facilmente a recidivare.

Definizione di probiotico e prebiotico Probiotici: microrganismi vivi e vitali che, quando assunti in quantità adeguata, conferiscono un effetto benefico all’organismo ospite Prebiotici: ingredienti alimentari non digeribili che hanno effetto benefico sul corpo in quanto stimolano selettivamente la crescita o l’attività di una o di un limitato numero di specie batteriche utili nel colon Alimenti con simbiotici: contengono entrambi

Leucoplachia: si presenta come una placca bianca di epitelio corneificato, localizzata in punti di frequente urto e usura della mucosa, come nei punti di inserzione di protesi, denti sporgenti, punti di attrito con irregolarità delle superfici coronali, attitudini viziate

NEOPLASIE Carcinoma basocellulare: localizzato per lo più al labbro superiore decorso relativamente “benigno” può evolvere in lesioni distruttive, ma con scarsa invasività. Carcinoma spinocellulare: Elevata malignità L’incidenza aumenta con l’età raggiungendo il massimo verso i 70 anni. Fattori di rischio riconosciuti: fumo, alcool, precancerosi, epatopatie croniche, anemia sideropenica. insorge soprattutto a livello della lingua e del pavimento come un nodulo ulcerato o vegetante che tende ad espandersi rapidamente.

Malattie autoimmuni Sindrome di Sijogren Poliesocrinopatia xerostomia (secchezza delle fauci ed degli occhi), atrofia della mucosa compromissione a livello della parotide che presenta un infiltrato plasmacellulare aumentato rischio di degenerazione linfomatosa può avere anche altre localizzazioni.

Lichen Planus

Lavare i denti dopo ogni pasto e/o gargarismi con povidone iodinato Sciacqui con Clorexidina 0,12% vs soluzione fisiologica pre e post chirurgia Lavare i denti dopo ogni pasto e/o gargarismi con povidone iodinato Povidone iodinato: uno dei principi attivi del betadine Lavare i denti dopo ogni pasto e/o gargarismi con povidone iodinato Pulizia dei denti professionale ogni settimana

Valutazione della disfagia Three-oz Water Swallow Test: al paziente seduto in posizione comoda ed eretta si richiede di bere senza interruzione tre sorsi d’acqua da un bicchiere. Si valuta la presenza di segni di disfagia: tosse (fino a un minuto dopo la deglutizione), gorgoglio o cambiamenti di voce; Bedside Swallowing Assessment Scale: è uno strumento abbastanza complesso, che valuta la presenza di disfagia analizzando molte variabili. In sintesi, vengono considerati: il livello di coscienza, il controllo della testa e del tronco, i nervi cranici e la muscolatura oro-facciale, il riflesso della tosse. Si somministra acqua, in quantità crescenti, con la valutazione dei segni classici di disfagia (tosse e gorgoglio). Test di Burke: è rappresentato da un questionario che indaga la presenza anamnestica di fattori predisponesti la disfagia, associato ad una prova di deglutizione di 100 ml di acqua. La positività anche di un solo item è indice di disfagia.

Farmaci che possono indurre xerostomia. ACE-inibitori Antinfiammatori Antidepressivi Agenti antineoplastici Antiparkinsoniani Agenti simpaticomimetici Antipertensivi Analgesici oppioidi Neurolettici Anoressizzanti e stimolanti del sistema nervoso centrale Ansiolitici e sedativi Antiaritmici Antistaminici

Burning mouth syndrome Associata a glossodinia e/o a disestesia orale e/o ridotta capacità gustativa; può essere associato al lichen, a lingua a carta geografica; Più spesso il bruciore si associa a mucosa orale normale. Il quadro è complesso, mancando precisi riferimenti per la corretta diagnosi; Verificare eventuali altri sintomi facciali (alterazioni dei nervi cranici?), La rimozione della eventuale protesi migliora il sintomo? Candidosi? Il sintomo, di solito, non è un problema durante la notte E’ necessario escludere deficit nutrizionali, in particolare vitamine del gruppo B

Grazie