Server 3.0 Alcune sollecitazioni per migliorare linformazione nella prevenzione Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche U.O. SerT di Piacenza CODICI Agenzia di ricerca sociale Piacenza 19 marzo 2010
1. Premessa: informazione o comunicazione? Nella cultura contemporanea si confondono spesso, ma sono distinte Linformazione presuppone una trasmissione di conoscenze, uno scarto cognitivo, il passaggio da uno stato di incertezza a quello di certezza Il soggetto emittente (persona o materiale informativo) produce questo scarto, questo passaggio
2. Cosa fa rumore? In teoria dellinformazione e in psicologia il rumore è leccesso di informazione, è il segnale emesso non voluto che fa interferenza Leffetto del rumore è quello di non consentire di riconoscere linformazione, di non poterla distinguerla Cè forse una ridondanza di informazione nella prevenzione? E che cosa oggi fa rumore?
3. Il codice è adeguato? La teoria classica ci dice che il passaggio dellinformazione funziona se il meccanismo di codifica e decodifica avviene correttamente Lessico, linguaggio, formato, canale di diffusione sono adeguati, consentono la decodifica corretta del messaggio?
4. E il feedback? La teoria della comunicazione ci ricorda la circolarità della comunicazione, che non si chiude con lemissione del messaggio ma con la sua ricezione e linvio segnale di ritorno La comunicazione sulla prevenzione prevede i feedback, raccoglie i segnali di ritorno dai destinatari dei messaggi?
5. Contenuto e relazione Dentro una situazione comunicativa – lo sappiamo dalla teoria sulla comunicazione – si distingue fra contenuto e relazione, ovvero loggetto dello scambio comunicativo e la natura del legame fra le persone in causa Il rapporto fra contenuto e relazione è fondamentale, ogni processo comunicativo dovrebbe sempre riflettere su questo (perché lo stesso messaggio cambia forza, efficacia e persino direzione dipendentemente da tale rapporto) Come si configurano allora le situazioni comunicative a tema prevenzione dal punto di vista di contenuto&relazione?
6. Knolewdge-based approach Lapproccio informativo alla prevenzione è stato il primo a svilupparsi di fronte allevidenza della diffusione del consumo di sostanze In una prima stagione si è basato soprattutto sulla diffusione di unimmagine negativa e minacciosa delle droghe, ma questo modello risulta oggi superato e inefficace Successivamente limpianto è cambiato nella direzione di un passaggio informativo più corretto e oggettivo possibile, basato su due presupposti: 1) ignorare o sottovalutare gli effetti legati alluso delle droghe è un fattore di rischio; 2) la conoscenza di tali effetti influisce sugli atteggiamenti, e questi sui comportamenti
6. Knolewdge-based approach I risultati dellanalisi di efficacia dicono che i risultati di progetti basati esclusivamente su tale approccio sono poco decisivi o nulli Le analisi sullinefficacia si basano su due ordini di ragioni: 1) linformazione è solo linizio di una lunga catena di comando, e non presidiare gli altri anelli vanifica lintervento; 2) le ragioni che portano allassunzione di sostanze non si giocano sul piano cognitivo e non hanno in quello le proprie determinanti
6. Knolewdge-based approach Ad oggi quindi la letteratura evidence-base suggerisce tre direzioni rispetto allapproccio informativo: 1.Se si adotta tale approccio porre molta attenzione a non enfatizzare la diffusione del fenomeno (creando una norma descrittiva che normalizza il consumo nella platea) 2.Se si adotta tale approccio, poiché il consumatore enfatizza i benefici immediati del consumo e rimuove le conseguenze negative lontane nel tempo, linformazione dovrebbe enfatizzare le conseguenze negative immediate 3.Se si adotta tale approccio, è meglio integrarlo con altri per rinforzarne lefficacia
7. Campagne mediatiche Il marketing sociale da tempo sta provando ad adottare tecniche che vengono dal mondo della pubblicità per promuovere i comportamenti di salute Proprio da quel mondo derivano raccomandazioni fondamentali nella pianificazione di quelle campagne: la definizione chiara degli obiettivi della campagna (informare? problematizzare? sensibilizzare?), lindividuazione di un target circoscritto sul quale calibrare la campagna, e il suo coinvolgimento nella realizzazione; la costruzione di un messaggio adeguato al target, per linguaggio, tono, ecc. (ad es. per gli adolescenti il tono ironico e luso delle immagini è ampiamente riconosciuto come più efficace); lindividuazione dei canali più adatti per raggiungere il target
7. Campagne mediatiche Cosa dice la letteratura sullevidenza di efficacia delle campagne mediatiche centrate sui pericoli e in generale caratterizzate dal tono minaccioso? Prove di efficacia ci sono solo quando i messaggi sono ben strutturati, adeguati al target e soprattutto la paura generata (che altrimenti provocherebbe il rifiuto del messaggio) è accompagnata da vie di uscita sostenibili per chi riceve il messaggio
Considerazioni sul come fare informazione Non funziona linformazione allitaliana (negazionista o buonista), i ragazzi preferiscono la drammatizzazione o lironia Linformazione va inserita in una cornice di incontro e di relazione