LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE PERSONE GIURIDICHE E LE NOVITÀ IN MATERIA DI AMBIENTE E SICUREZZA avv. Marina Zalin Dottore di ricerca in diritto penale Università di Verona B&P Avvocati Verona – Milano – Palermo 25 gennaio 2013 Palermo Confindustria Sicilia
Introduce la responsabilità amministrativa dei soggetti collettivi in relazione alla commissione (c.d. reati presupposto), da parte di persone fisiche al loro interno, di illeciti che siano alternativamente: –espressione della politica aziendale (decisioni di vertice); –conseguenza di un difetto di organizzazione o di controllo degli apici sul comportamento dei sottoposti. Laccertamento del reato (c.d. presupposto), la sua realizzazione nellinteresse o a vantaggio (ad es. un risparmio di costi) della società, comportano lapplicazione per lEnte di sanzioni pecuniarie e/o interdittive. Oggetto del d. lgs. 231/2001
Il Modello 231 è lo strumento con la quale la società può dimostrare che lillecito si è verificato a causa della violazione, da parte della persona fisica, delle norme interne stabilite ed è stato, quindi, commesso contro la volontà sociale. Il Modello di organizzazione, gestione e controllo (Modello) è un insieme di disposizioni, fra loro correlate e interagenti, finalizzate alla prevenzione dei reati indicati dal D.Lgs. 231/01. Per avere efficacia esimente è necessario che il modello sia realmente adottato, efficacemente attuato ed effettivamente operativo. È necessario, pertanto, che il modello sia oggetto di costante aggiornamento ed adeguamento alle novità legislative. Finalità del modello
Il d. lgs. 121/2011 (in vigore dal 16 agosto 2011), in attuazione della legge n. 96/ 2010 (Comunitaria del 2009) recante disposizioni per ladempimento degli obblighi comunitari ha: - modificato il Codice penale, introducendo due nuove fattispecie di reato ovvero quella di Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette (art. 727 bis) e Distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto introdotto (art. 733 bis); - modificato lart. 260 bis d. lgs. 152/2006 (Sistema informatico di controllo tracciabilità dei rifiuti) introducendo i commi 9 bis e 9 ter; 231 e tutela dellambiente
- ampliato i c.d. reati presupposto del d. lgs. 231/2001 inserendo alcuni reati ambientali (art. 25-undecies) in materia di: - scarichi di acque reflue (art. 137, c. 2, 3, 5/1-2, 11 e 13 D.lgs. 152/2006) - rifiuti (artt. 256, c. 1/a-b, 3, 4, 5, 6/1, 257, c. 1, 2, 258, c. 4/2, 259/1, 260, 260-bis, c. 6, 7/2-3, 8/1-2 D.lgs. 152/2006) - emissioni in atmosfera (art. 279, c. 5 D.lgs. 152/2006) - artt. 727 bis e 733 bis c.p. - inquinamento provocato dalle navi (art. 8 c. 1, 2, 9 c. 1, 2 d. lgs. 202/2007) - commercio di specie animali e vegetali protette e di mammiferi e rettili pericolosi (L. 150/1992) - misure a tutela dellozono stratosferico e dellambiente (L. 549/1993) 231 e tutela dellambiente
Il d. lgs. 231/2001 quanto ai reati ambientali, rispetto alla Direttiva 2008/99/CE, è: -eccessivamente repressivo:responsabilità della società anche in relazione a fattispecie contravvenzionali, colpose e formali (al contrario si veda la politica comunitaria); -restrittivo: esclusione degli illeciti considerati a livello europeo quali labbandono di rifiuti (artt. 256 co. 2 e 255 co. 3 d. lgs. 152/06) e le violazioni relative a: gestione impianti incenerimento rifiuti (art. 19 d. lgs. 133/05), criteri di accettabilità rifiuti in discarica (art. 16 d. lgs. 36/03), divieti utilizzo e obblighi smaltimento apparecchiature contenenti PCB -PCT(art. 10 d. lgs. 209/99), impianti a rischio incidente rilevante (art. 27 d. lgs. 334/99), gestione veicoli fuori uso (art. 13 d. lgs. 209/03, disastro ambientale e danneggiamento (art. 434 e 635 c.p.); 231 e ambiente: limiti del sistema
-Problematiche di coordinamento in relazione ai richiami normativi (es. art. 256 d.lgs. 152/06 con riferimento allart. 16 d. lgs. 36/03); -Assenza richiamo ai Sistemi di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS); 231 e ambiente: limiti del sistema
Necessità aggiornamento del modello in considerazione del fatto che: - il settore della gestione dei rifiuti è oggetto di sempre più penetranti verifiche della magistratura ed organi di controllo; - la natura contravvenzionale della maggior parte degli illeciti ne facilita la contestazione ai soggetti apicali dellimpresa (per lo più per colpa) anche soltanto a titolo di concorso, in relazione ad irregolarità commesse dagli operatori professionali; - rigore della giurisprudenza nella interpretazione del principio di corresponsabilità di tutti i soggetti lungo la filiera: «.. anche a livello di semplice istigazione, determinazione, rafforzamento o facilitazione nella realizzazione degli illeciti commessi dai soggetti impegnati direttamente nella gestione dei rifiuti» (Cass. pen. 9 agosto 2007 n ). 231 e ambiente : aggiornamento del modello
priorità dellaggiornamento del modello ai reati in materia di gestione di rifiuti (ed a quelli puniti più gravemente) essendo in essi centrale il fattore umano (sul quale il Modello esprime la sua efficacia); adozione di un SGA certificato (ISO o EMAS) nellaggiornamento del Modello Parte speciale ambiente quale potenziale contenuto di una misura di prevenzione: anche in mancanza di un richiamo formale, la giurisprudenza ha già riconosciuto a questi standard il valore di BAT; lassenza di un SGA potrebbe rendere gravosa limplementazione del Modello attese le innumerevoli modalità di realizzazione dei reati ambientali (vd. giurisprudenza); effettuazione mappatura dei rischi in considerazione della giurisprudenza, normativa di settore ed atti di indirizzo adottati dalle Autorità competenti. 231 e ambiente : aggiornamento del modello
Rischio (inerente/ residuo) FunzioniProcessiStoriaNormativa Sentenze e stampa Norme interne Lidentificazione dei rischi
Primo livello: Modello 231 –Identificazione dei rischi –Programma di prevenzione –Misure per apicali + misure cerniera –Codice Etico –Sistema disciplinare –Nomina OdV Secondo livello: SGA ISO 14001/EMAS –Politica –Manuale –Procedure –Istruzioni operative –Dichiarazione ambientale I due livelli di normazione interna
Adozione del SGA certificato; Criteri di definizione del budget (es. criteri di scelta dei fornitori di servizi di gestione dei rifiuti); Procedure di qualificazione dei fornitori (es. iscrizione al SISTRI come requisito da verificare obbligatoriamente assieme alle autorizzazioni ed indipendentemente dalla presenza di un intermediario/commerciante; rotazione dei laboratori cui affidare le analisi di classificazione dei rifiuti); Adozione di standard contrattuali per i servizi di gestione dei rifiuti; Individuazione dei rifiuti e sottoprodotti derivanti dal ciclo produttivo; Aggiornamento e verifica dei requisiti normativi. Esemplificazione misure di prevenzione (con SGA)
Prevedere un flusso informativo interno concernente non solo le contestazioni ufficiali relative a reati ambientali a carico delle persone fisiche, ma anche i sospetti di violazioni che possano involgere la responsabilità dellEnte In caso di contestazioni o di indagini a carico delle persone fisiche (cfr. art. 335 c.p.p.), richiedere la comunicazione delle annotazioni delle notizie di illecito amministrativo iscritte a carico dellEnte (art. 55 D.lgs. 231/01) possibili strategie difensive Reati ambientali e possibili strategie difensive nel processo…
Adottare una strategia collaborativa già in fase di indagini, al fine di limitare le misure cautelari ed attuare il ravvedimento operoso dellEnte, ove possibile, anche al fine di sollecitare leventuale richiesta di riti alternativi Può rivelarsi strategica, in questo senso, la nomina di un consulente tecnico 231, figura emergente avente competenze tanto giuridiche, quanto organizzative, che può utilmente supportare il collegio difensivo in relazione allattuazione delle condotte riparatorie ed allindividuazione della strategia difensiva....reati ambientali e possibili strategie difensive nel processo
GRAZIE PER L ATTENZIONE avv. Marina Zalin Dottore di ricerca in diritto penale Università di Verona B&P Avvocati Verona – Milano – Palermo 25 gennaio 2013 Palermo Confindustria Sicilia