La Guerra civile 1943-45 La Guerra civile fu un evento che divise e, in parte, continua a dividere profondamente il Paese: cerchiamo di esaminare il fenomeno.

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La Guerra civile 1943-45 La Guerra civile fu un evento che divise e, in parte, continua a dividere profondamente il Paese: cerchiamo di esaminare il fenomeno con i soli occhi della storia….

Dopo l’8 settembre La Provincia di Bergamo fu una delle prime ad assistere alla nascita di formazioni partigiane: fin dal settembre 1943, cioè dall’armistizio di Cassibile e dalla nascita della RSI.

Distribuzione forze partigiane a Bergamo

Il primo periodo La prima stagione operativa delle forze partigiane bergamasche fu, di necessità, poco articolata e male organizzata: questo portò ad una grossa crisi, quando tedeschi e fascisti misero in atto i primi rastrellamenti in grande stile. In particolare, subì duri colpi Giustizia e Libertà, con la distruzione della cosiddetta “Banda Turani”…

Dal PdA al PCI …fu proprio in quel periodo che il ruolo trainante nella lotta partigiana passò dal PdA al PCI, con le sue Brigate d’Assalto “Garibaldi: operative fin dal settembre nella zona tra Lovere e Clusone.

La LIII brigata “Martiri di Lovere” Operativa fin dal settembre ’43, questa brigata garibaldina, guidata da Giovanni Brasi “Montagna”, assunse la sua denominazione finale dopo la fucilazione di 13 suoi membri, il 22 dicembre 1943: praticamente disciolta in quell’occasione, tornò fortemente combattiva nella primavera ’44, data in cui assunse il nome con cui viene ricordata.

Il ciclo operativo 1944 In questo periodo, la LIII brigata ottenne notevoli successi, cui contribuì il suo giovanissimo vicecomandante: la M.O.Giorgio Paglia.

Il ciclo operativo 1944 (2) La zona di Gandino fu al centro dell’attività della LIII brigata: essa operò contro le forze naziste e fasciste attaccandole a Gandino stessa (11 luglio ’44) ed ottenendo, sui monti che dividono la Val Gandino dalla Val Cavallina e dal bacino d’Iseo, importanti successi militari…

Il ciclo operativo 1944 (3) Vale la pena, senz’altro, di ricordare la cosiddetta “battaglia di Fonteno” (31 agosto ’44) e, soprattutto, quella del Monte Corna Lunga, alto 1.600 metri, tra Gandino, Clusone e Sovere (18 ottobre ’44), in cui la brigata, comandata interinalmente da Paglia, inflisse una dura sconfitta alle numerose forze nemiche.

Articolo dell’ANPI su Paglia Giorgio Paglia, Guido Galimberti, Andrea Caslini, i russi Kopcenko, Donez e Molotov, catturati da un reparto fascista della famigerata "Tagliamento" il 17 novembre 1944, dopo una battaglia alla Malga Lunga nella quale vengono vigliaccamente e barbaramente uccisi Mario Zedurri e il russo Starich, sono portati a Costa Volpino dove verranno fucilati il 21 Novembre. Giorgio Paglia, figlio di Medaglia d'oro al valor militare, rifiuta la grazia a lui solo concessa, e chiede di essere fucilato per primo davanti ai suoi compagni di lotta. Aveva ventidue anni, pochissimi, come quelli dei suoi compagni, ma non esitò a dare la propria vita in nome della libertà, negata dalla barbarie fascista. Abbracciò senza indugi la lotta partigiana per contribuire, insieme a tanti altri uomini e donne d'Italia, alla liberazione della nazione dall'oppressione nazi-fascista. Il sacrificio di Giorgio Paglia e dei suoi compagni era sostenuto da una ferrea volontà di ricerca di libertà, giustizia, democrazia, nel rispetto dei diritti umani, elementi fondanti di ogni Stato civile.

Malga lunga (longa) La malga lunga è un edificio che è divenuto il simbolo stesso della Resistenza nella bergamasca: si trova tra Gandino, Ranzanico e Sovere, ed è agevolmente raggiungibile da tutti e tre i paesi: vi furono catturati Paglia ed i suoi uomini. Oggi, è sede di un raduno annuale dell’ANPI ed è meta di pellegrinaggio nella bella stagione.

I convegni annuali alla Malga Lunga

Le altre formazioni partigiane bergamasche

Le altre formazioni partigiane bergamasche (2) Brigata GL “Camozzi”, val Seriana, dall’autunno 1944 Brigata GL “XXIV maggio”, val Serina, dall’autunno 1944 Brigata FF.VV. “Calvi”,Oltre il Colle, autunno 1944 Brigata garibaldina LXXXVI “Issel”, val Taleggio, 1944 Brigata garibaldina LVI, val Calepio, gennaio 1945 Brigata SAP, Bergamo (CLXX), Isola (CLXXI), fine 1944

I caduti

I rapporti tra formazioni Nonostante il comune nemico, i rapporti tra formazioni partigiane, nella Bergamasca e altrove, non furono certamente sempre idilliaci: in particolare, i partigiani garibaldini ebbero rapporti assai tesi con le FF.VV. della Val Camonica e con la “1°maggio” che si trovava a Zambla. Questo si spiega con la diversa idea di “dopoguerra” che animava le diverse formazioni e che trovava preciso riscontro nei rapporti, apparentemente, amichevoli, dei vari partiti antifascisti.

Luci ed ombre Alcuni episodi salienti dell’attività della “XIII martiri” ancora oggi, a distanza di sessant’anni, portano con sé uno strascico di polemiche, che nuocciono certamente alla pacificazione nazionale e che restano sospesi nel giudizio della storia: uno fu l’omicidio del podestà di Lovere, Cortesi e di Paolo Rosa, contestualmente al furto, dalle casse dell’Ilva, di quasi un milione di lire (29 novembre 1943). La cosa fu aspramente criticata dal CLN e contribuì a scavare un solco tra azionisti e comunisti nella lotta partigiana: fu proprio in seguito a quell’episodio che vennero rastrellati e fucilati i “13 martiri”…

La strage di Rovetta L’episodio più grave, però, fu senz’altro la fucilazione di 43 militi della Tagliamento, che, dietro la promessa formale di essere trattati come prigionieri di guerra, si erano arresi al CLN di Rovetta. Si trattava di ragazzi tra i quindici ed i ventidue anni, che furono prelevati e massacrati proprio da due camion della “XIII martiri”, dopo aver disarmato i partigiani del CLN locale: quello della strage di Rovetta e dell’omertà che l’avvolse e, in parte, ancora l’avvolge, è un episodio di sconcertante barbarie, che, se prevedibile nei reparti nazifascisti, sgomenta ad opera di forze partigiane.

Le polemiche odierne Le polemiche non sono affatto sopite, e, anzi, riemergono ad ogni 25 aprile: sarebbe invece ora di ammettere i propri torti, da un parte e dall’altra, e guardare al futuro, anziché incancrenirsi in un vecchio odio…