Quando gli emigranti eravamo noi

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Transcript della presentazione:

Quando gli emigranti eravamo noi a cura di Isabella Leoni

Indice Chi sono gli immigrati o “migranti” Quanti sono Tipi di immigrati Perché migrano Agli inizi del ‘900 Emigranti italiani (testimonianza) Europa oggi

DEFINIZIONE Il “migrante” è una persona che si sposta in un paese diverso da quello di residenza abituale e che vive in quel paese da più di un anno.

Dal 1960 al 2000 le stime disponibili mostrano un aumento della popolazione migrante da 76 a 175 milioni circa. In Italia si stima che a fine 2003 i cittadini stranieri che soggiornano regolarmente siano circa 2 milioni 600 mila, pari al 4,5% della popolazione.

Ci sono diversi tipi di immigrati: Immigrati per lavoro Immigrati stagionali o lavoratori a contratto Immigrati qualificati e imprenditori I familiari a seguito Rifugiati e richiedenti asilo (il “rifugiato” è una persona che risiede al di fuori del suo paese di origine e che non può o non vuole ritornare a casa per il timore di persecuzioni) Immigrati irregolari, clandestini, vittime del traffico di esseri umani Migranti di seconda generazione Migranti di ritorno (coloro che rientrano nei luoghi di origine dopo avere trascorso un periodo della vita in un altro paese).

Gli immigrati sono persone che si muovono, principalmente, alla ricerca di migliori condizioni di vita: molti hanno un regolare permesso di soggiorno, altri arrivano clandestinamente. Le disuguaglianze economiche e le diverse situazioni politiche e sociali spingono un numero sempre maggiore di persone a cercare nell'emigrazione una strada obbligata per garantire a se stessi e ai propri figli un futuro migliore.

Agli inizi del ‘900 L'Europa nell'epoca moderna è stata protagonista di vari flussi migratori: il primo si è avuto dopo la scoperta dell'America; il secondo si è sviluppato dal XIX secolo a causa della forte crescita demografica che ha spinto milioni di persone, (soprattutto dall'Europa meridionale e centro orientale), ad abbandonare i propri paesi per dirigersi soprattutto nelle Americhe e in Australia. La crisi economica e sociale che ha caratterizzato in particolare modo il sud Italia determinò una della più grandi emigrazioni nella storia italiana. Tra la fine dell‘Ottocento e i primi anni del Novecento circa 250.000 persone all'anno lasciarono l’Europa per dirigersi verso le Americhe. Nei primi dieci anni del Novecento emigrarono in America quasi 5.000.000 italiani di cui più della metà proveniva dal Sud. Gente povera, spesso analfabeta, perlopiù contadini.

Emigranti italiani ... vendemmo un piccolissimo pezzo di terra e con quei pochi soldi... comprai qualcosa per me…per il viaggio chiesi il prestito... e dovevo ripagarlo dall'Australia... uscii di casa... per portare quelle poche cose... le misi in una piccola valigetta ed un baule che mio nonno aveva riportato dall'America... portavo quello che avevo... era il 12 maggio 1955... la montagna sorrideva alla valle... guardavo ogni cosa, ero muto, parole dalla mia bocca non ne uscivano... diedi l'ultimo sguardo lungo la valle... da allora, il mio nido nativo è stato quasi sempre un sogno... il giorno dopo andammo al porto... la via da seguire era quella: l'Australia. Senza speranza di ritorno, senza saper cosa si trovava... eravamo una merce di poco valore... la nave... incominciò il lento movimento conducendo quella massa di esseri umani nei mari... dopo circa venticinque giorni si vide la terra australiana... era un lavoro continuo... la sera la schiena la sentivo rotta... del resto era la terra desiderata, la promessa del futuro , dovevo abbracciarla... la prima paga…l'aprii e contai poche sterline… una misera paga... approfittarono di me perché non sapevo parlare, non calcolarono che io lavoravo come uno di loro, senza parlare con la testa china... lavoravo come un pazzo ero solo rallegrato da quelle sterline che... risparmiavo e mandavo a cuore aperto a mia moglie... il peggio di ogni cosa era la freddezza della casa al rientro la sera... l'italia mi era molto cara..., la famiglia, gli impegni i doveri mi legavano ad essa ma ogni volta che tornavo là si presentava alla mia mente una barriera da abbattere... queste due terre, queste due residenze mi appartenevano...

Le lettere degli emigranti testimoniano le passioni, i pregi, i difetti della vita della loro vita quotidiana e i drammi incontrati e vissuti così lontani da casa. I dispiaceri più frequenti che dovevano affrontare gli emigrati erano la carenza delle possibilità di comunicazione con i cari rimasti nel paese di origine e la nostalgia, che li attanagliava continuamente e senza tregua. L'emigrante imparava a convivere con i sentimenti della malinconia e della nostalgia. Rimaneva nel Paese ospite solo per necessità di tipo economico, pensando continuamente al ritorno in Patria, quando ritroverà la famiglia, le abitudini, i sapori e gli odori della sua terra che tanto ama. La consapevolezza del ritorno, alleggeriva le pene della lontananza, il ricordo di tutto ciò che era legato alle proprie origini, permetteva di trovare un po' di serenità. Il lavoro, la cui ricerca aveva determinato la scelta dell'emigrazione era visto come qualcosa di esterno alla vita e alle scelte, non si ricercava alcuna realizzazione o gratificazione in esso, costituiva qualcosa di temporaneo come lo era la lontananza dall'Italia.

Molti si chiedevano se emigrare era stata la scelta giusta, dimenticando gli stenti, le difficoltà economiche della loro vita prima dell'emigrazione e le motivazioni che li avevano spinti a questa decisione. Se da un lato l'emigrazione comportava, in linea di massima, per i diretti interessati, un miglioramento delle condizioni economiche e professionali, dall'altro produceva un regresso da un punto di vista sociale, determinato dal conflitto culturale con cui l'emigrato si trovava a convivere sia nel Paese di emigrazione sia quando tornava in Italia.                                Foto di gruppo di italiani a lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero.

"…L'Italia era ancora un paese povero "…L'Italia era ancora un paese povero... ai limiti della sopravvivenza, soprattutto nel Mezzogiorno... Il nodo di fondo della nostra società era l'occupazione, o meglio, la disoccupazione…la risposta... fu ovviamente l'emigrazione che riprese con forza nel dopoguerra... gli espatrii annui, tra il 1946 e il 1950 furono in media 225 mila... Più di ogni altro fattore sociale l'emigrazione ha cambiato, insieme con l'ambiente… anche la mente della gente" da Vittorio Foa, Questo Novecento, 1996

Europa oggi Oggi, i paesi europei sono ancora caratterizzati da migrazioni di persone provenienti principalmente dai paesi poveri dell'Africa, dall'America meridionale, dall'Asia e dagli Stati dell'Europa orientale. Questo fenomeno è abbastanza nuovo per paesi come l'Italia, che da luogo di emigrazione, si è trovata ad essere terra di destinazione per nuovi immigrati. Invece, lo stesso fenomeno non è nuovo per altri stati più industrializzati come la Germania, l'Inghilterra, la Francia, che, poiché più industrializzati, sono stati prima di altri meta di immigrazione

Anni ’50 e ‘60 Dopo la seconda guerra mondiale, intorno agli anni '50 '60, il flusso migratorio subì una inversione di tendenza. I grandi spostamenti della popolazioni, Italia compresa, cominciarono a interessare l'intero continente europeo; infatti, dopo il grande sviluppo industriale il fenomeno migratorio ha subito un'inversione e i paesi, che fino a poco tempo prima erano caratterizzati da grandi fenomeni migratori, si sono ritrovati ad essere zone di emigrazione all'interno degli stati o tra le nazioni europee. I paesi maggiormente interessati da tale fenomeno furono soprattutto quelli in cui lo sviluppo economico era più intenso: Germania, Francia, Belgio, Svizzera.

Troppe valigie: un reato Nella foto a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta un gruppo di emigranti in attesa di partire. Diceva un titolo del "Corriere della Sera" del 6-3-1971: "Per un italiano che approda in Svizzera è un reato anche portare troppe valigie". La barzelletta preferita dai razzisti seguaci di James Schwarzenbach era questa: <Sai cos'è un "sandwich Schwarzenbach"? Un italiano spedito via schiacciato tra due valigie>.

Ecco, in ordine di importanza, l'elenco dei Paesi nei quali si è diretto il maggior numero di emigrati italiani: Francia (516.214); Argentina (484.068); USA (259.527); Canada (253.061); Venezuela (234.221); Belgio (233.571); Australia (219.039); Brasile (110.932); Inghilterra (100.576); Germania occidentale (72.169).