La distribuzione carburanti: libro bianco sulla concorrenza Nota di sintesi Roma, 3 aprile 2008.

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La distribuzione carburanti: libro bianco sulla concorrenza Nota di sintesi Roma, 3 aprile 2008

2 La distribuzione carburanti: libro bianco sulla concorrenza Flessibilità e concorrenza dei prezzi sulla rete tradizionale consentono al consumatore risparmi da 37 a 152 euro/anno E unimmagine della rete distributiva dei carburanti ben diversa da quella consueta, quella che emerge dalla ricerca effettuata da FIGISC ed ANISA – le due organizzazioni che associano, rispettivamente, i Gestori degli impianti della rete stradale e di quella autostradale aderenti a Conf- commercio -, in collaborazione con SECURSER, azienda specializzata in ricerche di mercato. Al sistema distributivo italiano, infatti, viene addebitata la respon- sabilità dellalto costo dei carburanti, che si sostiene sia determinato dalla scarsa o nulla concorrenza dei prez- zi, da un mercato ingessato dal- lassenza di valide alternative alle tradizionali aziende petrolifere, che si sono volute identificare nellasse- gnazione di una quota di questo mercato (che vale oltre 42 miliardi di euro/anno) alla Grande Distribuzione Organizzata. Così prezzi e concorrenza sono stati - spesso con schematismi di como- do ed evidenti strumentalità -, in mo- do particolare nellultimo anno, gli ar- gomenti a sostegno di tutti gli inter- venti di drastico restyling del siste- ma: dalle denunce delle associazioni dei Consumatori al disegno di legge Bersani di neo-liberalizzazione del settore (già liberalizzato, peraltro, nel 1998), dallistruttoria dellAntitrust per cartello dei prezzi alla pro- cedura di infrazione comunitaria av- viata da Bruxelles, su ricorso della Grande Distribuzione italiana, contro la legislazione nazionale e regionale di disciplina del settore. Lindagine sui prezzi nella rete distri- butiva è stata effettuata nella gior- nata del 19 febbraio 2008 ed ha riguardato oltre impianti (poco meno del 6 % della rete totale), per campioni di punti vendita ubi- cati in dieci grandi città capoluogo (Torino, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Paler- mo e Cagliari) e nella provincia di Padova e per un campione più co- spicuo di oltre 450 impianti, quasi coincidente con lintera rete della re- gione Friuli Venezia Giulia. Nelle a- ree oggetto del test sono residenti circa 10,5 milioni di abitanti (il 18 % del totale della popolazione italiana) e il parco veicoli circolanti è pari a 8,6 milioni di automezzi (19 % del totale nazionale). Il rilevamento dei prezzi ha riguarda- to per il oltre il 97 % impianti di pro- prietà delle aziende petrolifere o di operatori convenzionati con le me- desime (quindi i noti nove marchi commerciali principali), e rappresen- ta, pertanto, pienamente quella che si può definire la rete tradizionale italiana – ovvero quella messa sotto accusa per la carenza di concorren- za e la monoliticità dei prezzi. I risultati della ricerca hanno smen- tito seccamente questo pregiudizio, rivelando in primo luogo che esiste una varietà di prezzi diversi allin- terno di ogni campione che trascen- de di gran lunga la varietà dei mar- chi petroliferi in competizione: in pra- tica, cioè, si può verificare che esiste mediamente un prezzo diverso o- gni due impianti, un indice di ele- vata concorrenzialità sulla rete (si confronti la prima tavola della pagina seguente].

3 Se fosse fondato il mito della non concorrenza tra i prezzi, sarebbe le- gittimo attendersi che, al massimo, a tutti gli impianti di ogni singolo mar- chio sia associato lo stesso prezzo (in questo modo tanti sono i marchi, tanti dovrebbero essere i prezzi sulla piazza). I dati, per contro, evidenzia- no che le variabili di prezzo – cioè i prezzi diversi sulla piazza - sono superiori mediamente di oltre 4 volte il numero dei marchi ope- ranti nei campioni testati: un altro indice significativo della concorrenza esistente. Dai dati emerge, inoltre, che non so- lo esistono prezzi diversi, ma che le differenze tra i prezzi sono spesso rimarchevoli: il delta tra la media dei prezzi praticati e quelli che si posso- no definire i prezzi minimi della piaz- za può andare da un minimo di 3,7 fino a 15,0 eurocent al litro sulla stessa piazza. Ciò significa che, al- linterno dei singoli campioni testati, il Consumatore può trovare opportu- nità di prezzi che fanno abbassare il costo di un pieno da 1,5 fino a 6,0 euro rispetto alla media (tradotto sulla base di un consumo di litri/anno, tale valore va da un mini- mo di 37 ad un massimo di 152 euro/anno – si veda la seconda tabella a lato). E questa è, innegabil- mente, concorrenza. CAMPIONIBENZINAGASOLIO TORINO2,081,91 MILANO2,132,09 GENOVA1,851,58 BOLOGNA1,531,63 FIRENZE1,421,65 ROMA2,582,16 NAPOLI2,942,78 BARI2,411,96 PALERMO2,502,28 CAGLIARI1,811,67 PADOVA1,561,85 FRIULI VENEZIA G.6,695,79 Numero medio di impianti associati ad un prezzo specifico CAMPIONIBENZINAGASOLIO TORINO9460 MILANO5354 GENOVA10151 BOLOGNA5743 FIRENZE5246 ROMA NAPOLI37 BARI4369 PALERMO6181 CAGLIARI5559 PADOVA3746 FRIULI V.G.6766 Minore costo per consumi di litri/anno tra prezzi minimi di piazza e prezzi medi (euro/anno)

4 Un ulteriore elemento di grande in- teresse che emerge dalla rileva- zione è che non è affatto ovvio che il prezzo minimo sia praticato da quelli che si possono definire gli outsider della rete, cioè quegli ope- ratori petroliferi diversi dalle majors del mercato italiano o gli indipen- denti delle pompe bianche a marchio proprio. Nei campioni testati dalla ricerca, nelle piazze dove sono presenti questi operatori, si registra un solo caso in cui un marchio in- dipendente vanta il prezzo più con- veniente della piazza, mentre nelle altre casistiche il prezzo si colloca anche a metà classifica, quando non addirittura nella fascia dei prezzi medio-alti. I Gestori non solo garantiscono una pluralità di prezzi presso la rete, ma anche un comportamento commer- ciale di attenzione nei confronti del Consuma-tore: dai dati dellindagine, infatti, emerge che mediamente nel 54 % degli impianti con marchio delle majors il Gestore applica un prezzo che è inferiore a quello consigliato dalla propria compa- gnia petrolifera. La rete tradizionale, oltre ad fornire diverse modalità di servizio (dal ri- fornimento con operatore, ancora largamente prescelto dagli italiani, alfai da te), offre ampie varietà di prezzo e tutte quelle convenienze economiche per lutente che si insi- ste a rappresentare come proprie e- sclusivamente della Grande Distri- buzione organizzata. Con una diffe- renza assai significativa: tale versa- tilità della rete tradizionale, infatti, si esplica nei limiti di unattività mono- prodotto e senza il vantaggio di po- ter spalmare i costi distributivi del singolo prodotto (il carburante) sulle migliaia di referenze poste in ven- dita, ad esempio, da un ipermer- cato. La ricerca, infine, contraddice anche la ben nota affermazione sui prezzi italiani che sarebbero più cari rispet- to alla media dei principali Paesi eu- ropei. Partendo dalla rilevazione del 19 febbraio 2008, evidenzia come il prezzo medio italiano a quella data fosse più alto di soli 2,3 eurocent/ litro a quello della Francia (addotta sempre a modello per la massiccia presenza della GDO nel settore del- la distribuzione carburanti, dove van- ta il 60 % delle vendite). Con- frontando, però, il dato dei prezzi mi- nimi italiani riscontrati nei campioni, è il prezzo francese a risultare più alto di qualche eurocent. La rete tradizionale, quindi, offre anche il prezzo europeo.