La dissonanza cognitiva di Leon Festinger
Dopo la morte di Lewin, tra behaviorismo declinante e un nascente interesse per il mondo cognitivo, si sviluppano delle “mini teorie”, ossia modelli costruiti attorno a particolari aspetti dell’attività psichica in relazione a particolari modi comportamentali.
La teoria della dissonanza cognitiva di Leon Festinger si è sviluppata a partire dagli anni ’50 ed ha costituito il cuore stesso della psicologia sociale fino agli anni ’70. Essa ha riportato all’attenzione: il problema della motivazione come elemento centrale della cognizione; il ruolo che il comportamento può esercitare sui processi cognitivi
Questa teoria nasce da una constatazione del senso comune: l’uomo tende in generale ad essere coerente con se stesso nel modo di pensare e di agire
Ammettendo dunque che la coerenza sia la norma, che dire di tutte quelle eccezioni che senza difficoltà affiorano alla mente? “Si può sapere benissimo che fumare fa male, senza per questo smettere di farlo”
In genere, la persona “incoerente” cerca, con più o meno successo, di operare delle razionalizzazioni Così, la persona che continua a fumare , pur sapendo che ciò fa male, può dirsi: che fumare è piacevole e questo gli basta; che le probabilità di danno alla salute non sono poi così serie come si vorrebbe far credere; che non si può vivere evitando sempre ogni possibile pericolo
Ma ci sono persone che non sono in grado di dare a se stesse una spiegazione esauriente o di razionalizzare le proprie incoerenze. Per l’una o per l’altra ragione, tentativi di raggiungere la coerenza possono fallire: l’incoerenza allora continua semplicemente ad esistere.
In tali circostanze, cioè in presenza di un’incoerenza, si verifica uno stato di disagio psicologico. Nella teoria elaborata da Festinger, l’incoerenza è definita dissonanza.
Secondo Festinger: l’esistenza della dissonanza, provocando un disagio psicologico, spingerà l’individuo a tentare di ridurla quando la dissonanza è presente, l’individuo oltre a cercare di ridurla eviterà attivamente situazioni e conoscenze che aumenterebbero probabilmente la dissonanza
La dissonanza si riferisce a relazioni che esistono tra coppie di elementi appartenenti alla cognizione di un determinato individuo. La cognizione è ogni conoscenza, opinione, credenza che riguardi l’ambiente, la propria persona, il proprio comportamento
Gli elementi cognitivi di una persona corrispondono a ciò che essa fa o sente o a ciò che esiste nel suo ambiente. Alcuni di questi elementi rappresentano la consapevolezza di se stessi Altri elementi di consapevolezza riguardano il mondo in cui si vive
Tra le coppie di elementi possono esserci tre tipi di relazioni: Relazioni non attinenti; Relazioni attinenti (dissonanza e consonanza)
Relazioni non attinenti: due elementi possono semplicemente non avere nulla a che fare l’uno con l’altro. Cioè in circostanze in cui un elemento cognitivo non implica proprio nulla che riguardi altri elementi, questi due elementi non sono reciprocamente attinenti
Relazioni attinenti: dissonanza e consonanza. Due elementi sono dissonanti se per una ragione o per l’altra sono incongruenti. In particolare, due elementi sono in una relazione dissonante se l’inverso di un elemento segue dall’altro
Mi sono sposato in chiesa Mi sono sposato in municipio Sono andato in CATTOLICO PRATICANTE Mi sono sposato in chiesa Mi sono sposato in municipio Sono andato in vacanza con amici CONSONANZA (nessuna azione) DISSONANZA (tendenza a ridurla) NESSUNA CONSONANZA (nessuna azione) Fonte: Zamperini, Testoni, 2002.
Secondo Festinger, due elementi possono essere dissonanti per motivi di: logica interna; contrasto con norme culturali; in contrasto con precedenti esperienze personali
La discordanza tra due cognizioni non è di per sé sufficiente a produrre il fenomeno della dissonanza: occorre che esse siano messe in azione nel mondo concreto dell’esperienza personale nell’ambito di una decisione.
L’individuo sperimenta una dissonanza in concomitanza con una decisione. La produzione di stati di dissonanza è in stretta connessione con tutte quelle situazioni post-decisionali in cui la persona si sente responsabile direttamente delle sue azioni e delle conseguenze che ne derivano
Consideriamo ciò che accade quando si deve scegliere fra due alternative: prima della decisione si considerano le caratteristiche di ciascuna alternativa e le si pongono a confronto nel momento della decisione si sceglie una delle due alternative e contemporaneamente si rifiuta l’altra gli aspetti attraenti dell’alternativa respinta sono ora in uno stato di dissonanza con la decisione compiuta
La grandezza della dissonanza sarà funzione: importanza dell’oggetto su cui la decisione è presa potere di attrazione dell’alternativa rifiutata
L’esistenza quotidiana abbonda di situazioni conflittuali determinate dalla necessità di scegliere tra alternative più o meno tutte gradevoli. Conflitto e dissonanza sono due realtà differenti.
Il conflitto sorge in una fase pre-decisionale, quando dobbiamo scegliere tra due possibili tipi di azione, quando si è spinti in due diverse direzioni nello stesso tempo.
La decisione è un atto che mette fine alla situazione conflittuale, sblocca l’indecisione e fa imboccare una strada su cui si incanala poi la nostra azione futura
La dissonanza insorge nel momento post-decisionale, perché il soggetto continua a possedere, a livello cognitivo, elementi che riflettono le caratteristiche favorevoli delle alternative rifiutate e le caratteristiche sfavorevoli delle alternative prescelte. Il soggetto ora si muove in una sola direzione e tenta di ridurre la dissonanza cognitiva
L’esistenza della dissonanza origina pressioni tendenti a ridurla. La forza delle pressioni per ridurre la dissonanza è in funzione della grandezza della dissonanza: quanto maggiore è la dissonanza, tanto maggiore sarà l’intensità dell’azione per ridurla e la volontà di evitare situazioni che potrebbero accrescerla
Se esiste dissonanza tra due elementi, essa può venir eliminata cambiando uno dei due elementi: cambiare il proprio comportamento produrre un cambiamento nell’ambiente modificare il proprio mondo cognitivo
Il cambiamento di comportamento: Quando la dissonanza si colloca tra qualche conoscenza relativa all’ambiente e il proprio comportamento, essa si può eliminare cambiando il comportamento dissonante. Non è sempre possibile eliminare la dissonanza cambiando la propria azione, poiché le difficoltà che si oppongono al cambiamento del comportamento possono essere troppo grandi
Il cambiamento nell’ambiente: Cambiare la situazione che produce dissonanza è molto più difficile che cambiare il proprio comportamento, perché è raro avere un grado sufficiente di controllo sul proprio ambiente
Il cambiamento nel proprio mondo cognitivo La dissonanza può essere ridotta cambiando la propria opinione ed atteggiamento attraverso l’apertura verso informazioni e conoscenze che portano ad aumentare la consonanza, evitando le fonti favorevoli alla dissonanza.
La dissonanza che si origina in seguito ad una scelta tra due alternative può essere ridotta: a livello comportamentale, revocando la decisione appena presa; a livello cognitivo, rivalutando le alternative stabilendo una sostanziale sovrapposizione tra le alternative
Tuttavia l’individuo può incontrare delle difficoltà nel tentativo di cambiare sia il suo comportamento, sia la sua consapevolezza. Questa è la ragione per cui la dissonanza, una volta formata, può persistere: non ci sono garanzie che la persona sia in grado di ridurla o rimuoverla.
La dissonanza può originarsi non soltanto in situazioni di libera scelta, ma anche in condizioni di accordo forzato, ossia quando si è costretti a sostenere un comportamento non coerente con le nostre opinioni personali
Una persona può essere influenzata o spinta a cambiare le proprie opinioni; ciò può condurre a modificare il comportamento o l’espressione verbale delle proprie opinioni senza un effettivo mutamento dell’opinione personale (acquiescenza). Questa situazione induce dissonanza.
L’acquiescenza può essere ottenuta attraverso: l’offerta di una ricompensa (venti dollari per una menzogna) la minaccia di punizioni (giocattolo proibito)