CHE COS’È LA SOCIOLOGIA?

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Transcript della presentazione:

CHE COS’È LA SOCIOLOGIA?

Contenuti della lezione: Tre domande sulla sociologia (“cos’è”, “a cosa serve”, “quando nasce”) Modernità e Società

Parte I: tre domande sulla sociologia

Che cos’è la sociologia? La SOCIOLOGIA è quella disciplina che studia con metodo scientifico le diverse forme di vita umana associata, allo scopo di costruire un sapere teorico, razionale e sistematico sulla “società”. L’ambito di interessi della sociologia è molto vasto: dagli incontri casuali per strada ai processi sociali globali. Quanto consideriamo naturale, inevitabile, buono o vero può anche non essere tale e le caratteristiche “date” della nostra esistenza sono fortemente influenzate da fattori storici e sociali. Questo è l’insegnamento fondamentale della sociologia.

Il lavoro di sociologo dipende dall’immaginazione sociologica [Charles Wright Mills 1959], ossia: la capacità di riflettere su se stessi liberi dalle abitudini familiari della vita quotidiana, al fine di guardare la realtà con occhi diversi. Pertanto il sociologo è colui che riesce a liberarsi dai condizionamenti della situazione personale collocando le cose in un contesto più vasto, rivelando anche il senso contro-intuitivo (R.K. Merton) dei fenomeni collettivi.

Lo studio del comportamento, in prospettiva sociologica, deve considerare molteplici fattori: il valore simbolico; le differenze socio-culturali; le relazioni socio-economiche; lo sviluppo storico-sociale; gli stili di vita.

La strutturazione è un processo biunivoco: Il concetto di struttura sociale si riferisce al fatto che le attività umane non sono casuali, ma strutturate storicamente e che vi sono regolarità nei nostri comportamenti e nelle relazioni che intratteniamo. La struttura sociale non è una struttura fisica (es. un edificio), poiché le società umane sono continuamente ricostruite dai “mattoni” che le compongono: gli esseri umani. La strutturazione è un processo biunivoco: le nostre attività strutturano il mondo sociale il mondo sociale struttura le nostre attività

Il SISTEMA SOCIALE (o “società” in senso lato) è un insieme di individui legati da INTERAZIONI, RELAZIONI E RAPPORTI STRUTTURATI sulla base di una cultura comune.

1) Interazione sociale: il processo attraverso il quale agiamo e reagiamo nel rapporto con altri soggetti sociali. Può essere strutturata sulla base di un codice culturale (interazione sociale) oppure tecnico (ad esempio, il codice della strada che “organizza” la circolazione stradale)

2) Relazioni sociali: sono i legami che ci uniscono agli altri e ai gruppi. Possono essere: Primari Secondari Terziari

I rapporti primari fondano l’idea di Comunità Relazioni primarie: fondate sulla reciprocità, il primato dell’affettività\emozionalità e sulla solidarietà; il legame primario comporta un investimento emozionale, cognitivo e temporale sulle persone in quanto singoli e sull’esistenza del gruppo (ad esempio la famiglia è fondata, in primo luogo, su relazioni primarie). I rapporti primari fondano l’idea di Comunità

Relazioni secondarie: relazioni sociali fondate sull’interesse, sulla razionalità, sulla volontà associativa. Il legame secondario comporta un investimento emotivo, cognitivo e di tempo sul raggiungimento dello scopo esterno che ci si è prefissati (ad esempio, i legami all’interno di un’azienda).

Mentre le relazioni Primarie e Secondarie in quanto tali Relazioni terziarie: network (o reti) centrati sull’individuo, i cui nodi sono costituiti da persone singole, organizzazioni, associazioni ecc., che si estende nello spazio (e non è legato al confine di un gruppo). I legami tra questi nodi possono essere forti (legame diretto e significativo tra due nodi) oppure deboli (legame indiretto tra due nodi, grazie all’intermediazione di un “terzo soggetto”). Mentre le relazioni Primarie e Secondarie in quanto tali hanno bisogno di un luogo fisico, sociale e culturale per potere sistere, le relazioni terziarie non sono legate all’idea di luogo ma di flusso.

Alessandro Pizzorno, nei suoi studi sul Capitale sociale distingue: Le relazioni terziarie (o reti sociali) si formano attraverso l’interazione sociale nei diversi contesti in cui si muove l’attore sociale (la “Società” è una rete di reti sociali). Oggi, sono sempre più legate allo scambio comunicativo mediato da mezzi tecnologici (come il computer) e, dunque, più complesse e “attive”. Le relazioni sociali terziarie possono costituire per l’attore sociale un capitale sociale, cioè l’insieme delle risorse relazionali che un soggetto può mobilitare per raggiungere i suoi fini. Alessandro Pizzorno, nei suoi studi sul Capitale sociale distingue: Capitale sociale di solidarietà: che deriva dall’appartenenza ad un gruppo. Capitale sociale di reciprocità: che deriva dalle eterogenee relazioni sociali che un individuo possiede, al di là dei confini di gruppo.

3) Rapporti sociali: sono i legami di interdipendenza tra i “grandi” gruppi sociali (partiti, forze sindacali, classi sociali ecc.). Si fondano su un “confronto” di forze, capacità di influenza, risorse disponibili. Per questo sono detti anche Rapporti di forza

I concetti di struttura, sistema sociale, interazione, relazioni e rapporti sociali, sono i “mattoni” fondamentali dell’analisi sociologica; Le interazioni (sociali e tecniche) si svolgono e sono rese possibili in quanto radicate in un contesto di relazioni e rapporti sociali. Quest’ultimi sono influenzati a loro volta dalle “vicende” delle interazioni.

A che cosa serve la sociologia? La sociologia ha numerose implicazioni pratiche per la nostra vita: consapevolezza delle differenze culturali; ricadute sul nostro modo di pensare\agire; programmazione e valutazione delle politiche; sviluppo del welfare state; autocomprensione (di Sé e della propria collettività); “grammatica” fondamentale delle altre scienze sociali

Quando nasce la sociologia? Lo studio sistematico del comportamento umano e della società prende avvio solo alla fine del XVIII secolo ed è favorito da tre rivoluzioni: rivoluzione scientifica: si ricorre alla scienza per comprendere il mondo; rivoluzione industriale: grandi trasformazioni socio-economiche accompagnano lo sviluppo di innovazioni tecnologiche; rivoluzione francese (1789): segna il trionfo dei valori di libertà e uguaglianza.

L’idea di Modernità si contrappone all’idea di Questi tre processi segnano l’affermazione della MODERNITÀ (semanticamente la parola nasce nel medioevo ma culturalmente e socialmente essa si sviluppa in Europa a partire dal XVI secolo), definita da: dinamismo (elevato tasso di cambiamento); dominio della razionalità in ogni ambito; la centralità dell’idea di progresso; individualismo. L’idea di Modernità si contrappone all’idea di Tradizione

Dalla “matrice” della modernità si afferma l’idea che il sistema sociale è auto-costruito dall’azione degli uomini e delle forze sociali, quindi è oggetto di conoscenza ed intervento razionale (elemento costitutivo dell’idea di modernità); Nasce la SOCIETÀ NAZIONAL-STATUALE come idea, progetto e forma sociale generale (modo di essere particolare del sistema sociale) DOMINANTE IL XIX E BUONA PARTE DEL XX SECOLO

La SOCIETÀ STAUAL-NAZIONALE è definita dalle seguenti caratteristice: l’insieme delle forme e dei processi socioculturali situati all’intero dei confini dello Stato-nazione (che definisce anche l’identità collettiva condivisa degli appartenenti alla Nazione); queste forme e processi sono definiti dal codice della razionalità e sono altamente differenziate (divisione sociale del lavoro); primato delle relazioni secondarie su quelle primarie; centralità dei rapporti sociali tra forze produttive-economiche; INDUSTRIALIZZAZIONE e URBANIZZAZIONE. dominio dei grandi apparati burocratici e distinzione élites\masse (ordine gerarchico fondato su criteri acquisitivi) le forme e processi non sono casuali ma devono essere organizzati secondo un’idea organicista di ordine: ciascun individuo e gruppo svolge un compito utile per il tutto;

I due principali assi problematici che pone la Società nazional- statuale, sono: Assicurare l’integrazione (sociale e sistemica) delle sue parti nonostante il dinamismo della modernità (alto tasso di cambiamento), la crescente individualizzazione\differenziazione, la tendenza alla spersonalizzazione dei rapporti umani; Gestire la forza dirompente dei processi di emancipazione\affermazione dei diritti dei Soggetti sociali (fondamentali sono le pratiche legate allo sviluppo della cittadinanza, dell’uguaglianza, delle libertà), “conciliandoli” con i processi di sviluppo della Tecnica e dell’economia (razionalità strumentale).

Nel corso del XIX e del XX secolo, l’insieme di processi attraverso cui un sistema sociale si trasforma in direzione della costruzione di una società statual-nazionale, è stato definito MODERNIZZAZIONE. Questa, è: Segnata da profondi conflitti e cambiamenti a tutti i livelli; Attivata dallo Stato e dalle forze sociali (in primo luogo di produzione); Si fonda su un incontro\scontro tra l’idea occidentale di modernità (in particolare quella dei paesi egemoni) e le culture locali.

Dalla fine degli anni ’70 del XX secolo, si determinano una serie di cambiamenti strutturali tali da mettere in crisi l’idea di sviluppo centrato sulla società nazional-statuale e sull’industrializzazione. Dalla fine degli anni ’80 si parla di globalizzazione con riferimento a quei processi di sviluppo delle reti sociali, culturali, economiche e politiche transnazionali, che travalicano i confini ed il potere di controllo degli Stati. Viene ridefinita l’idea stessa di modernizzazione e l’ordine delle problematiche che individui e sistemi sociali devono affrontare

Mentre la sociologia del XIX e di buona parte del XX secolo era quasi tutta incentrata sullo studio delle società statual-nazionali, oggi la sociologia si avvia sempre più ad essere post-nazionale cioè interessata allo studio delle dinamiche e degli effetti della globalizzazione, sugli attori sociali dei vari paesi del mondo e su questi stessi paesi.