La Decolonizzazione 1947 Indipendenza dell’India 1962 Il Terzo mondo La Decolonizzazione 1947 Indipendenza dell’India 1962 L’Algeria ottiene l’indipendenza dalla Francia 1973 In Cile dittatura militare di Pinochet 1948 Assassinio di Gandhi Proclamazione dello Stato di Israele 1967 Israele vince la guerra dei Sei giorni 1991 Abolizione dell’apartheid in Sudafrica
Il Terzo mondo Decolonizzazione Dopo la seconda guerra mondiale, Francia e Gran Bretagna non erano più in grado di mantenere il controllo dei loro imperi coloniali, già in decadenza dopo il 1918. Iniziava un'epoca dominata dagli Stati Uniti e dall'Unione Sovietica. Entrambe le superpotenze erano contrarie al colonialismo: gli USA si erano sempre proposti come difensori della libertà di autodeterminazione dei popoli; l'URSS considerava il colonialismo un'espressione dell'oppressione capitalistica.
Il Terzo mondo Decolonizzazione Il processo storico che ha portato alla fine degli imperi coloniali e all'indipendenza dei popoli sottomessi si chiama decolonizzazione. La decolonizzazione ha interessato i continenti asiatico e africano: è iniziata, prima e durante la seconda guerra mondiale, nel Medio Oriente e nel mondo arabo; è proseguita nel secondo dopoguerra in Asia con l'indipendenza di Paesi come l'India, il Pakistan, l'Indonesia, il Vietnam; è giunta infine in Africa tra gli anni Cinquanta e Sessanta, prima nel Maghreb (cioè nell'Africa settentrionale) e poi nell'Africa nera.
Il Terzo mondo Decolonizzazione
Il Terzo mondo Decolonizzazione i Paesi colonizzatori hanno raramente accettato di buon grado l'indipendenza dei Paesi colonizzati. Spesso concedevano un'indipendenza soltanto politica, badando a mantenere la colonia in condizioni di dipendenza economica. In questo caso il colonialismo si trasformava in neocolonialismo, cioè in una forma di controllo della ex colonia basata sull'economia piuttosto che sull'occupazione militare.
1. India e Sud-est asiatico Il Terzo mondo 1. India e Sud-est asiatico L’India si liberò dal dominio inglese nel 1947 grazie ai metodi della non violenza sotto la guida del Mahatma Gandhi e del socialista Nehru. Il Viet Nam, proclamatosi indipendente nel 1945, dovette affrontare due guerre, prima con la Francia e poi con gli Usa. I vietnamiti riuscirono ad avere la meglio e nel 1976 fu proclamata la repubblica socialista.
disobbedienza civile, il boicottaggio dei prodotti inglesi. Il Terzo mondo 1. India e Sud-est asiatico Il percorso verso l’indipendenza dell’India fu guidato da Mohandas Gandhi con metodi di lotta nuovi, ossia il rifiuto della violenza, la disobbedienza civile, il boicottaggio dei prodotti inglesi. A metà degli anni trenta gli si affiancò, Nehru, che si ispirava a idee socialiste: il 15 agosto 1947 l’India ottenne l’indipendenza. Tuttavia gli attriti tra la maggioranza induista e la minoranza musulmana portarono nel 1947 alla separazione del Pakistan (musulmano) dall’India. Vi furono scontri violentissimi e lo stesso Gandhi venne assassinato nel 1948 da un fanatico induista.
Il Terzo mondo 1. India e Sud-est asiatico Nel 1945, cacciati i giapponesi, il Viet Nam fu il primo Stato coloniale a proclamare l’indipendenza. Per ottenerla, dovette combattere una guerra contro la Francia durata nove anni. Come la Corea, il Viet Nam si divise in due Stati, uno comunista al nord e uno al sud sostenuto dagli Usa. Ne derivò una guerra che durò fino al 1975. Il Viet Nam del Nord prevalse e nel 1976 fu proclamata la Repubblica socialista del Viet Nam.
Il Terzo mondo 2. Il mondo arabo In Africa divennero indipendenti, nel 1922 l’Egitto e, nel 1951, Libia. Nel 1969 la Libia nazionalizzò le compagnie petrolifere ed espropriò i beni dei coloni italiani. L’Algeria si rese indipendente dalla Francia nel 1962. Nel 1948 fu proclamata la nascita dello Stato di Israele all’interno della Palestina. Numerose furono le guerre tra Israele e gli Stati confinanti e nacquero diverse organizzazioni per la liberazione della Palestina.
Il Terzo mondo 2. Il mondo arabo La crisi d’Egitto L’Egitto, indipendente dal 1922, era governato da re Faruq I, che permetteva la presenza militare inglese nel Paese. Nel 1954 un colpo di stato nazionalista guidato da Gabel Abdel Nasser istituì la repubblica. Nasser nazionalizzò il canale di Suez, allora gestito da una compagnia anglo-francese: Francia, Gran Bretagna e Israele occuparono il Sinai e il canale, ma Unione Sovietica e Stati Uniti imposero loro il ritiro delle truppe, consegnando a Nasser una grande vittoria politica.
La decolonizzazione del Maghreb: l’Algeria Il Terzo mondo 2. Il mondo arabo La decolonizzazione del Maghreb: l’Algeria In Algeria la lotta per l’indipendenza dalla Francia diede origine a un conflitto durissimo, che durò dal 1954 al 1962. Il Fronte di Liberazione Nazionale algerino scatenò una sanguinosa guerriglia che fece ricorso anche al terrorismo e alla mobilitazione popolare. La repressione fu spietata, con torture e deportazioni di massa, ma nel 1962, su pressione dell’opinione pubblica e dell’Onu, la Francia concesse l’indipendenza.
La questione palestinese Il Terzo mondo 2. Il mondo arabo La questione palestinese A causa delle persecuzioni subite in Europa, molti ebrei erano emigrati in Palestina. Nel 1947 l’Onu stabilì la divisione della Palestina in uno Stato arabo e in uno Stato ebraico, mentre Gerusalemme sarebbe stata sottoposta al controllo internazionale. Nel 1948 i coloni proclamarono Stato di Israele i territori assegnati loro dall’Onu.
La questione palestinese Il Terzo mondo 2. Il mondo arabo La questione palestinese I Paesi della Lega araba non riconobbero il nuovo Stato e attaccarono Israele. Vinse Israele, che occupò alcuni territori assegnati a Stato arabo. A questa prima guerra ne seguirono altre tre nel 1956, nel 1967 (la “guerra dei Sei giorni”) e nel 1973 (la guerra del Kippur), tutte vinte da Israele. Intanto nasceva un movimento di liberazione palestinese composto da varie organizzazioni tra cui l’Olp, guidata da Yasser Arafat (1929-2004). Lo scopo era eliminare lo Stato israeliano e liberare la Palestina; il mezzo era la lotta armata.
Il Terzo mondo 3. L’Africa Nell’Africa subsahariana i Paesi colonialisti, affidando il potere alle classi più abbienti, favorirono la nascita di dittature violente e corrotte. In Sudafrica la supremazia dei bianchi e la discriminazione di neri, meticci e indiani sono cessate negli anni novanta.
Il Terzo mondo 3. L’Africa Nel 1960 ottennero l’indipendenza ben 17 Stati dell’Africa subsahariana ed entro il 1975 pressoché tutta l’Africa era indipendente. Nella maggior parte dei casi i Paesi colonialisti favorirono la formazione di dittature corrotte e sanguinarie che permisero loro di fare affari e controllare l’economia del continente, ricchissimo di materie prime. Nel Congo belga le potenti società minerarie che vi operavano alimentarono una violentissima guerra civile e instaurarono un governo autoritario, facendo uccidere Lumumba, il politico che si era battuto per l’indipendenza. Patrice Lumumba fu il primo presidente della Repubblica Democratica del Congo
Il Terzo mondo 3. L’Africa In Sudafrica, indipendente dal 1931, la popolazione era costituita da una minoranza bianca e da una maggioranza composta da neri indigeni, meticci e indiani. Nel 1949 il Partito nazionalista instaurò un regime di segregazione razziale, l’apartheid: solo i bianchi (il 16%) potevano votare. Già nel 1912, per difendere i diritti dei neri, era stato fondato l’African national congress, guidato dagli anni cinquanta da Nelson Mandela. Arrestato nel 1962, Mandela rimase in carcere fino al 1990. Nel 1991 venne abolito l’apartheid e nelle libere elezioni del 1994 Mandela divenne il primo presidente nero del Sudafrica.
Il Terzo mondo 4. L’America latina Gravi problemi sociali, politici ed economici sono seguiti alla decolonizzazione dell’America latina, dipendente economicamente dagli Stati Uniti anche dopo l’indipendenza politica. In molti Paesi ottennero consenso i partiti comunisti e socialisti, per stroncare i quali i regimi di destra, con l’appoggio statunitense, imposero dure e sanguinose dittature.
Il Terzo mondo 4. L’America latina Gli Stati dell’America latina erano soprattutto esportatori di materie prime e prodotti agricoli (carne, grano ecc.) verso Stati Uniti ed Europa e importatori di manufatti. Si trattava di uno “scambio ineguale”, perché le materie prime erano meno costose dei prodotti industriali importati. Questo tipo di sviluppo, definibile come “neocolonialismo”, fece del Sudamerica un continente ricco di risorse, ma nel complesso povero.
Juan Domingo Perón e la moglie Eva Il Terzo mondo 4. L’America latina Nei due maggiori Paesi sudamericani si affermarono governi ispirati alle dittature fasciste europee: il Brasile fu governato in maniera autoritaria da Getulio Vargas, dagli anni trenta agli anni cinquanta; l’Argentina fu governata da Peròn, fra il 1946 e il 1974. Questi regimi, detti populisti, erano antidemocratici, ma cercarono di riappropriarsi delle risorse nazionali e adottarono provvedimenti favorevoli anche ai ceti popolari. Si trovarono spesso in contrasto politico con gli Stati Uniti. Juan Domingo Perón e la moglie Eva
Augusto Pinochet (sinistra) e Salvador Allende (destra) Il Terzo mondo 4. L’America latina Le dittature più crudeli e sanguinarie si affermarono in Cile e in Argentina: in Cile il socialista Salvador Allende nazionalizzò miniere e grandi industrie, ma nel 1973 fu ucciso durante un colpo di Stato in cui il generale Augusto Pinochet, con l’aiuto degli Stati Uniti, prese il potere incarcerando, torturando e uccidendo migliaia di oppositori politici. In Argentina le dittature militari, tra il 1976 e il 1982, furono responsabili dell’incarcerazione, della tortura e dell’uccisione di 30 000 persone, soprattutto ragazzi e ragazze, che in molti casi vennero fatte sparire (desaparecidos). Augusto Pinochet (sinistra) e Salvador Allende (destra)