La storia dell’ambiente in economia ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA’ DI BOLOGNA Stefano Piastra stefano.piastra@unibo.it La storia dell’ambiente in economia
Fisiocrazia seconda metà XVIII secolo Scuola francese del XVIII secolo Tableau Economique (Quesnay, 1758) “Laissez faire, laissez passer” Da physis (natura) e kratos (governo, potere) Ruolo centrale dell’agricoltura: sola attività produttiva Natura: fattore produttivo essenziale: suolo, acqua, calore Prodotto netto (surplus): “dono gratuito della natura” François Quesnay, 1694-1774
Fisiocrazia Anche se largamente superata, l’intuizione dei Fisiocratici conserva oggi una propria vitalità Rivisitazione odierna in chiave ecologica: Energia solare e processi biologici Vegetali come “veri” produttori del sistema Tuttavia i Fisiocratici sono stati dimenticati dalle correnti ufficiali della scienza economica attuale, che discende dalle elaborazioni dei classici inglesi.
Economia classica Teoria dominante tra fine ‘700-1870 circa (I Rivoluzione Industriale; economia ancora in buona parte agricola, specie fuori dall’Inghilterra) Scuola inglese: Adam Smith Sulla ricchezza delle nazioni, 1776 Fattori produttivi: lavoro umano e macchine Ottimismo su disponibilità risorse, considerate come illimitate Adam Smith, 1723-1790
Thomas Malthus Thomas Malthus: una voce discorde Thomas Malthus Thomas Malthus: una voce discorde Essay on the Principles of Population (1798) Thomas Malthus, 1766-1844
Malthus: pessimista o realista? Non poteva prevedere l’impatto della tecnologia, che avrebbe permesso un aumento della produzione agricola Il legame popolazione-risorse naturali però resta (vedi caso cinese)!
Economia neoclassica Si sviluppa a partire dal 1870 (II Rivoluzione Industriale) sino agli anni 1960. Paradigma economico dominante Sviluppo come crescita Visione tecnocratica e antropocentrica Fiducia nel meccanismo di mercato e nelle tecnologie sostitutive Ambiente come semplice esternalità Alfred Marshall: introduce le “economie esterne” un effetto positivo sul benessere o sui profitti di un attore economico senza che sia pagato un prezzo Contrapposto a Marshall: Arthur Cecil Pigou e le cosiddette “esternalità negative” (tasse pigouviane) Alfred Marshal, 1842-1924 Arthur Cecil Pigou, 1877-1959
Ambiente come pure fornitore di risorse e ricettore di rifiuti. Negli anni dell’economia neoclassica nascono i parchi naturali in senso moderno: il primo ad essere istituito fu Yellowstone (1872), negli USA. In questo periodo però i parchi sono pochi, “staccati” dall’uomo, servono a conservare solo flora e fauna, vengono considerati come “santuari naturali inviolabili”. In Italia in questi anni ad es. solo 4 parchi nazionali (Gran Paradiso, Stelvio, Gran Sasso, Circeo)!
Economia dell’ambiente Dagli anni 1960 vistosi segni dei danni ambientali Nascita dell’ambientalismo e dei movimenti ecologisti di massa: Rachel Carson: Silent spring (1962) Barry Commoner: Il cerchio da chiudere (1971) William Kapp (1950): i costi sociali dello sviluppo Kenneth Boulding (1966): economia del cow-boy e l’economia della navetta spaziale Mit-Club di Roma: I limiti dello sviluppo (1972)
Si sottolinea per la prima volta che l’economia non può essere contrapposta all’ambiente. Economia e ambiente devono essere posti sullo stesso piano. Ribaltamento delle teorie neoclassiche C’è comunque una qualche relazione indiretta col ‘68
I Limiti dello Sviluppo (1972) furono probabilmente il rapporto più importante ed incisivo. Elaborato negli anni della crisi petrolifera, per la prima volta questo rapporto dimostra che la Terra è quantitativamente finita, e non infinita come ritenevano gli economisti classici e neoclassici.
Il Rapporto del MIT si spingeva persino a tentare di stimare gli anni entro cui alcune risorse si sarebbero esaurite. A volte la stima è risultata errata, ma il concetto resta valido!
Sempre al 1972 risale la Conferenza di Stoccolma, nota anche come Man and his Environment. Non si decise nulla di concreto, ma passò una raccomandazione teorica comunque fondamentale: si riconobbe che il problema ecologico era globale, e coinvolgeva ogni uomo, indipendentemente da ceto, nazionalità, tipo di economia (capitalista o comunista).
Economia ecologica Da anni ‘80: Ecological economics: non una disciplina ma un nuovo modo di fare scienza. Approccio interdisciplinare. Siamo agli sgoccioli della Guerra Fredda; meno contrapposizione capitalismo VS comunismo Paradigma della complessità, concezione sistemica Concetti di limite, incertezza, complessità, precauzione
Entropia e processi economici Un fondamentale filone dell’Economia ecologica è quello introdotto da Nicholas Georgescu-Roegen che introduce in Economia le leggi della termodinamica e il principio di “entropia”. In particolare il secondo principio della termodinamica: degrado irreversibile dell’energia e aumento dell’entropia. Banalizzato nel motto “Tutto evolve verso il massimo disordine” Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994)
Il secondo principio della termodinamica La termodinamica è quella branca della fisica che descrive le trasformazioni subite da un sistema in seguito a processi che coinvolgono la trasformazione di calore in lavoro e viceversa. Nella sua prima formulazione, enunciata da Clasius nel 1850, il secondo principio della termodinamica prevede che, in un sistema energeticamente isolato, tutte le differenze di temperatura tendono ad annullarsi spontaneamente e il sistema passa irrevocabilmente da uno stato di ordine ad uno di disordine e quindi aumenta l’entropia. L’entropia è la quantità termodinamica che misura il livello di degradazione dell’energia di un sistema
Entropia e sistemi economici Il sistema economico degrada irreversibilmente le risorse energetiche Anche il sistema economico - che è contenuto in quello più ampio rappresentato dall’ecosfera - riesce a crescere e a mantenere il proprio ordine aumentando il disordine al suo esterno. Alla fine di ogni processo la qualità dell'energia (cioè la possibilità che l'energia possa essere ancora utilizzata da qualcun altro) è sempre peggiore rispetto all'inizio. Essendo la biosfera un sistema chiuso, l’uso delle risorse energetiche fossili riduce irreversibilmente le risorse disponibili per il futuro e porta verso l’entropia del sistema.
Entropia dei minerali Estensione analogica dall’energia alle risorse non rinnovabili rare (minerali) Nel processo economico anche la materia si degrada, ovvero diminuisce tendenzialmente la sua possibilità di essere usata in future attività economiche: una volta disperse nell'ambiente le materie prime - prima concentrate in giacimenti nel sottosuolo - possono essere reimpiegate nel ciclo economico solo in misura molto minore e al prezzo di un alto dispendio di energia. Materia ed energia, quindi, entrano nel processo economico con un grado di entropia relativamente bassa e ne escono con un'entropia più alta.
L’economia ecologica dà spazio alla conservazione della natura: concetto moderno di parco, che coinvolge anche attività umane. Parchi più numerosi: individuazione della soglia del 10% come estensione ideale delle aree protette sul totale. Parchi come strumento per mitigare i danni ambientali; parchi come mitigazione dell’entropia. Negli anni dell’economia ecologica nasce il concetto di Sviluppo Sostenibile (Rapporto Bruntland, 1987)