L’editing. Parametri formali per la revisione di un testo scritto

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L’editing. Parametri formali per la revisione di un testo scritto I formati del carattere I formati del menabò Le norme interpuntorie Le norme ortodattilografiche

Maiuscolo iniziale Principio di periodo Principio di citazione diretta Principio di tratto di testo indipendente Principio di una battuta di dialogo Principio di ogni voce di una lista verticale Titoli di qualsiasi livello Nomi propri

La scelta maiuscolo/minuscolo deve essere fatta tenendo conto del contesto linguistico, preferendo in linea di massima la scrittura minuscola. Quando una denominazione complessa richiede l’uso del maiuscolo iniziale è possibile scegliere tra due possibilità: Ogni nome maiuscolo (e minuscole le preposizioni): Es. Dipartimento di Studi di Filosofia Solo il primo nome maiuscolo: Es. Dipartimento di studi di filosofia Se la denominazione genera un acronimo, è preferibile la prima soluzione: Es. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale

Maiuscolo esteso I riferimenti a scritte che compaiono in maiuscolo su supporti ai quali il testo si riferisce. Es. premere il pulsante ON... Frasi di linguaggi che prevedono il solo uso del maiuscolo. Es. il telegramma dice «TORNO PRESTO» Sigle o acronimi, senza punti, in alternativa al maiuscoletto o alla scrizione M/m. Es. UNESCO, o UNESCO, o Unesco

Il maiuscoletto Il maiuscoletto, che ha caratteri maiuscoli di altezza uguale a quelli minuscoli, si usa per lo più per evidenziare: Titoli di sezioni, di capitoli o di paragrafi. Titoli di illustrazioni, di tavole o di tabelle. Nomi di autori in bibliografie.

Il corsivo Il corsivo viene utilizzato per evidenziare la presenza di una o più parole nel testo (mentre gli apici ne evidenziano il contenuto). I principali impieghi sono: I termini tecnici I termini stranieri (non entrati comunemente nell’uso) I titoli di libri o saggi Le parole intese come tali L’enfasi (da limitare accuratamente)

Gli apici “doppi” Vengono usati per evidenziare una parola o una frase in relazione al loro contenuto. Gli usi più diffusi sono: Parole o frasi riportate. Termini che evidenziano un significato. Linguaggio figurato. Ironia. Traduzione aggiunta (in alternativa all’apice singolo).

Gli apici ‘singoli’ In concorrenza con gli apici doppi, si usano per lo più per evidenziare: Un significato particolare. Una parola o una frase che indica un pensato. Una evidenziazione all’interno di apici doppi.

Le virgolette basse (i «caporali» o «sergenti») I caporali si usano per evidenziare: Titoli di periodici nel testo o nelle bibliografie. Citazione di brani più corti di tre o cinque righe. Discorso diretto.

Le virgolette <ad uncino> Le virgolette ad uncino si usano per evidenziare: URL di siti web. Trascrizioni grafematiche. Traduzioni, in presenza del testo originale.

La bibliografia Un libro: Nome, Cognome, Titolo, Luogo, Editore, data, pagine. Un saggio in un libro dello stesso autore: Nome, Cognome, Titolo, in Idem, Titolo, Luogo, Editore, data, pagine. Un saggio in un libro di altro autore: Nome, Cognome, Titolo, in Cognome (o AA. VV.), Titolo, Luogo, Editore, data, pagine. Un libro o un saggio già citato nel proprio testo, ma non per ultimo: Nome, Cognome, op. cit., pagine. Un libro già citato per ultimo: ivi, pagine. Stesso libro, stessa pagina citata: ibidem. Un articolo in un periodico: Nome, Cognome, Titolo, «Periodico», numero o data, pagine.

NB: Un titolo in un titolo va tra apici (doppi o singoli). La virgola che separa le coordinate bibliografiche può essere sostituita da un punto. Il nome dell’autore può essere un’iniziale puntata o essere posposto al cognome. Il luogo e l’editore possono essere scambiati di posto: in tal caso, non va la virgola tra il luogo e l’anno. Se non si cita un luogo preciso ma solo l’opera come riferimento, anteporre vedi o cfr o confronta. Sempre più spesso si può trovare il sistema autore-data, o bibliografia all’americana: COGNOME, (o:) ANNO e in appendice una bibliografia-legenda.

I formati del menabò Per menabò si intende uno schema di impaginazione, vuoto di testo, precostituito. Se una volta la definizione del menabò era sempre di competenza del grafico, gli attuali sistemi informatici consentono all’autore stesso di impaginare da solo il suo testo. Fermo restando che esistono realtà che necessitano del lavoro del grafico (editoria cartacea o web), gli stili grafici devono svolgere efficacemente una funzione giuda all’identificazione delle macro e microsezioni testuali.

I (possibili) componenti funzionali Componenti preliminari: Frontespizio Colophon Indice (Elenco delle illustrazioni e delle tabelle) (Presentazione e prefazione) Introduzione (Note di consultazione) Elenco delle abbreviazioni Componenti centrali: Corpo del testo (con sezioni, capitoli e paragrafi a numerazione decimale completa o ridotta) Componenti finali: (Appendici) (Elenco delle note) (Glossario) (Bibliografia) Indice analitico

Componenti preliminari Il frontespizio occupa la prima pagina destra del volume, il colophon il suo verso. Gli altro di solito cominciano a pagina destra, e la pagina sinistra resta eventualmente bianca. Componenti centrali Le sezioni del testo normalmente cominciano sulla pagina destra. I capitoli indifferentemente a destra o a sinistra, ma in presenza di intestazioni è bene far iniziare il capitolo sotto l’indicazione del titolo. Componenti finali I componenti finali iniziano obbligatoriamente sulla pagina destra.

L’impaginazione Passo e interlinea Il passo (o track) è la distanza tra due caratteri, l’interlinea è la distanza tra due righe. Ci si può servire dei parametri proposte dal programma o personalizzare il testo. Lunghezza di riga Dalla lunghezza di riga, cioè dal numero di caratteri, può dipendere la leggibilità grafica di un testo. Una lunghezza ottimale è intorno ai 70 caratteri. E’ sempre proporzionale al passo adottato. Chiusura delle righe Il termine delle righe di un testo impaginato può essere allineato o meno al margine destro: si parla di testo giustificato o sbandierato. Occorre evitare le righe isolate a inizio o a fine pagina (“orfane” e “vedove”). Inizio di capitolo Normalmente un capitolo inizia un po’ più in basso delle altre pagine (mozza), di tre righe o talvolta di più. Inizio di capoverso E’ bene usare sempre ad inizio di capoverso un “rientro paragrafo” compreso tra 0.5 e 1 cm.

La check list: caratteristiche generali del testo e sua struttura Lo scopo che ci si era proposti è stato raggiunto? Il documento è chiaro ed efficiente? Il tono dello scritto è coerente con le sue finalità e con le caratteristiche e le attese dei suoi destinatari? Il lessico impiegato è adeguato alla tipologia del testo? E’ comprensibile ai destinatari primari? Il materiale di supporto è adeguato? Le sezioni in cui si articola il testo corrispondono ad unità di contenuto? E’ possibile isolare il topic di ciascuna? L’ordinamento del materiale è razionale? Corrisponde a quello previsto da sommario?

La check list: correttezza formale e uniformità grafica Gli errori ortografici ed interpuntori sono stati eliminati? Gli stili grafici sono stati rispettati in tutto il documento? Svolgono la loro funzione di guida all’identificazione delle macro e microsezioni testuali? I titoli di pari livello sono caratterizzati dall’uso di un medesimo carattere nello stesso corpo? La gerarchia dei titoli ha un analogo tipografico? Tutti i parametri del corpo del testo presentano la medesima formattazione (carattere, corpo, rientri, spaziatura)? Elenchi puntati e numerati e tabelle hanno un aspetto uniforme? Nei formati del carattere le convenzioni editoriali sono rispettate? Ci sono righe isolate?

«Il mio tema è semplicità. La insegno all’unversità di Boston «Il mio tema è semplicità. La insegno all’unversità di Boston. Un interesse legato sicuramente alla mia storia personale, al fatto di provenire da una realtà molto più basica rispetto all’elevato e complicato stile di vita dell’elite accademica. E vorrei condividere tutto questo con voi. Come principale azionista nell’azienda di mio padre, che produceva tofu in una piccola bottega della Chinatown di Seattle, ho fatto quello che fanno tutti i figli all’interno dell’azienda di famiglia – mi sono dato da fare nell’ingrato compito del lavoro minorile per conto dei miei genitori.” di John Maeda, artista visivo e teorico dell’informatica al Mit di Boston. Ha scritto quest’anno “le leggi della semplicità” (Bruno Mondadori).

La 22° giornata del campionato di serie B, che è anche la prima di ritorno, prenderà il via stasera con l’anticipo tra Cesena e Spezia: questa partita mette di fronte 2 squadre in salute dato che il Cesena e` tornato al successo nell’ultimo turno casalingo contro il Brescia mentre lo Spezia è riuscito a fermare sull’1-1 la Juventus. Sarà una sfida equilibrata perchè i romagnoli di Castori vogliono sfruttare il secondo impegno interno consecutivo per avvicinare il gruppo di testa, mentre la squadra di Soda, nella quale potrebbe esordire Guzman,  deve fare punti per tirarsi fuori dalla bassa classifica.