Alessandra Mariotti Associazione Micromacchina

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Transcript della presentazione:

Alessandra Mariotti Associazione Micromacchina Il giornalismo civico-partecipativo: una modalità comunicativa per promuovere la cittadinanza attiva laboratorio di giornalismo civico multimediale 17 febbraio 2010 www.micromacchina.it info@micromacchina.it

Il giornalismo civico: dove e quando nasce Inizio anni ’90 negli Usa: due giornali (The Wichita Eagle e Charlotte Observer) coprono in modo nuovo la campagna elettorale del 1992 1994 nasce il Pew center for civic journalism per promuovere giornalismo civico nelle redazioni The Pew Center is an incubator for civic journalism experiments that enable news organizations to create and refine better ways of reporting the news to re-engage people in public life. http://www.pewcenter.org/about/index.html Ora è stato assorbito all’interno di un progetto più generale di giornalismo interattivo The Institute for Interactive Journalism che ha sede presso University of Maryland's Philip Merrill College of Journalism (http://www.j-lab.org/)

Perché nasce il civic journalism e qual è il suo obiettivo NASCE in risposta a Crisi credibilità dei giornali Difficoltà della democrazia rappresentativa negli Usa (vedi analisi di Putnam, 1995) Ha come OBIETTIVO quello di contribuire al funzionamento della vita pubblica in città Il giornalista è prima di tutto un cittadino Il giornalista svolge la funzione di mediazione tra le istanze dei singoli e i pubblici poteri I giornalisti “civici” - NON CERCANO scoop, conflittualità, la spettacolarizzazione - LAVORANO PER EDITORI che non mirano a vendere più copie, ma a contribuire al miglioramento della vita pubblica in città. Il lettore è prima di tutto un cittadino non un consumatore

Il percorso del giornalismo civico Lo studio eseguito dal Center for Communication and Democracy dell’università del Wisconsin-Madison ha dimostrato che il giornalismo civico si è sviluppato seguendo un preciso percorso. I primi progetti erano focalizzati sulle elezioni, sul rapporto democrazia-stampa. Per es. “your vote counts” e “citizen’s agenda” Successivamente molte redazioni decisero di dedicarsi a un coverage innovativo dei problemi generali della comunità (es. taking back our neighborhood portato avanti dal Charlotte Observer che ha analizzato la questione delle periferie di Serville ) Poi le redazioni si occuparono della copertura di specifici problemi comunitari: per es. problemi giovanili, educazione, sanità utilizzando sempre le tecniche del civic journalism

Le tecniche del civic journalism Dare voce ai cittadini Focus group Public deliberative events Ricerche Civic mapping Non ascoltare solo le autorità, ma anche persone nuove (connectors e catalysts) Visitare i terzi luoghi Far parlare (interview vs. conversation)

Il tipo di frame da utilizzare Non quello conflittuale, no restringere storia a due visioni contrapposte Sì a frame esplicativo, aiutare i cittadini a capire la complessità dei problemi nella loro comunità, per stimolarli a mobilitarsi

I criteri di notiziabilità Uno degli aspetti più interessanti è che per il giornalista “civico” non valgono i tradizionali criteri di notiziabilità. In particolare si notano differenze relative a questi criteri Il grado e il livello gerarchico dei soggetti coinvolti nell’evento notiziabile: la segnalazione di un cittadino è tenuta in considerazione indipendentemente dal ruolo che ricopre chi l’ha inviata Interesse: al singolo cittadino viene dato spazio non in virtù del fatto che egli abbia agito in situazioni insolite, ma perché dà voce a disagi e problemi. I media generalmente raccolgono invece le voci dell’uomo della strada quando si verifica un “evento eccezionale”. L’Inchiesta sul campo viene fatta dopo un incidente e non prima. Nb) L’agenda del giornalista “civico” non è quella del palazzo, ma quella dei cittadini.

Le critiche Il pubblico continua a restare privo della possibilità di avere un’autorità decisionale (Schudson, 1998). Secondo lui il public journalism non può rappresentare una soluzione innovativa essendo soltanto una variante del modello trustee, in cui il compito di decidere che cosa sia notizia non è affidato né al mercato né ai partiti, ma ai giornalisti e come tale parla dei cittadini, ma si rivolge ancora a un ristretto gruppo professionale del quale non modifica il potere.

In Italia esempi di CIVIC JOURNALISM a) Il giornalismo civico portati avanti da Grandi Gruppi editoriali su carta stampata: Il corriere della Sera “Dalla parte del cittadino” Corriere della Sera-Milano curata da Giangiacomo Schiavi che ha anche scritto l'articolo "la rivoluzione del buon cittadino" che può essere considerato il manifesto del civic journalism italiano. Ha inoltre ideato il camper del Corriere, una redazione mobile che va di quartiere in quartiere a raccogliere le segnalazioni dei cittadini chiedendo poi risposte alle istituzioni sulle questioni sollevate. La presentazione dell’iniziativa del CAMPER DEL CORRIERE 2008 http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/11/quartieri_rischio_voglia_riscatto_camper_co_7_080511033.shtml La presentazione dell’iniziativa del CAMPER DEL CORRIERE 2009 http://archiviostorico.corriere.it/2009/ottobre/03/ritorno_del_Camper_Milanesi_raccontano_co_7_0910031753.shtml Esempio inchiesta del CAMPER DEL CORRIERE http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_ottobre_12/camper-sempione-1601867734485.shtml La Stampa - Un cronista per voi Si tratta di inchieste torinesi che partono dai cittadini www.lastampa.it/CMSTP/rubriche/rubricahome.asp?ID_blog=99 In radio:STAFFELLI (radio 24 al vostro posto)- FALCETTI (Radio 1- istruzioni per l’uso)- SORTINO (radio capital-le Iene) OLIVIERO BEHA (radio a colori non più in onda) b) Il giornalismo civico portati avanti da piccoli gruppi editoriali e/o da associazioni civiche www.chiamamilano.it (fondazione civica fondata da Massimo e Milly Moratti: portale, negozio civico, giornale)

Il giornalismo partecipativo o citizen journalism o giornalismo 2.0 Con l’avvento del web di seconda generazione, il cosiddetto web 2.0 (le cui principali applicazioni sono blog, wiki, social network) si sta affermando anche un nuovo modo di fare informazione: i cittadini da semplici lettori di siti altrui si trasformano in autori di contenuti messi online a disposizione di qualsiasi persona che a sua volta vi può contribuire, modificando il testo in maniera partecipativa. Questo fenomeno prende il nome di user generated content. Nb) Non tutti gli strumenti del web 2.0, come i blog, producono effettivamente informazione di tipo giornalistico, ma possono soddisfare i più svariati bisogni. E’ dunque fondamentale la distinzione tra USER GENERATED CONTENT e USER GENERETD INFORMATION. Il giornalismo partecipativo si riferisce a questa seconda modalità, cioè a informazioni pubblicate dal basso, dagli utenti, che abbiano un interesse per la collettività.

La filosofia del web 2.0 Si sono diffuse delle nuove applicazioni chiamate anche tecnologie web-easy-to use(blog, wiki, social network) che permettono una CREAZIONE SEMPLICE DEI CONTENUTI molto spesso MULTIMEDIALI IN MANIERA GRATUITA (colmano il digital divide di seconda generazione) permettono una CONDIVISIONE dei contenuti A livello tecnologico il web 2.0 funziona sempre basandosi sullo stesso protocollo TCP/IP e sullo stesso meccanismo ipertestuale che consente di passare da un contenuto all’altro. Ciò che cambia è la modalità con cui gli utenti si rivolgono al web: non più la classica navigazione dei siti, ma un apporto diretto di propri contenuti Il termine web 2.0 è stato inventato da Dale Dougherty (general manager della divisione Maker Media di O’Reilly Media, Inc.) e Craig Cline (di Media Live International) a parlare nel 2004

Le killer application del web 2.0                     

Il giornalismo 2.0 Partecipatory journalism Citizen journalism Giornalismo collaborativo Giornalismo diffuso Open source journalism Personal journalism Grassroots journalism Passion-driven journalism Giornalismo ordinario Secondo le analisi del Media Center nel 2021 i cittadini arriveranno a produrre il 50% delle notizie attraverso il peer-to-peer”. L’assunto del giornalismo partecipativo: Every citizen is a reporter NB) il giornalismo partecipativo non nasce semplicemente in virtù della disponibilità di nuove applicazioni tecnologiche (questa è una visione semplicistica che nella sociologia dei media prende il nome di “determinismo tecnologico”) ma affonda le sue radici in una perdita di fiducia generale nei confronti del giornalismo tradizionale che porta i cittadini a mobilitarsi nel campo dell’informazione, raccontando fatti di cui sono stati testimoni diretti. Naturalmente lo possono fare grazie alla natura interattiva e collaborativi delle applicazioni del web 2.0. Si attua un rovesciamento del modello gerarchico tradizionale dei mass media.

L’evoluzione del giornalismo partecipativo 1° FASE Il giornalismo dal basso che racconta una emergenza copertura di eventi catastrofici (A NEWYORK dopo l’11 settembre, TSUNAMI nel sud est asiatico, attentanti metropolitana Londra e Madrid):persone già presenti sui luoghi e quindi testimoni oculari hanno potuto rendere servizi informativi migliori di quelli offerti dai media. b) warblog iracheni: si tratta di blog scritti da iracheni che raccontavano la guerra che si stava combattendo a Baghdad. Le loro testimonianze sono state riprese delle più importanti testate internazionali perché rappresentavano praticamente le uniche fonti non controllate dal regime che provenivano dall’interno dell’Iraq. Il blog di Faiza: http://www.afamilyinbaghdad.blogspot.com/ Il blog di Salam Pax: http://salampax.wordpress.com/ Il giornalismo dal basso che dà voce alle notizie snobbate dai media. Per es: In Italia la pubblicazione da parte di Gianluca Neri su Macchianera, un blog italiano tra i più seguiti, di un post che ha svelato la possibilità di eliminare gli omissis da un documento del governo americano riguardante la morte di Callipari in Iraq

L’evoluzione del giornalismo partecipativo 2° FASE La nascita di network partecipativi Si tratta di network con contenuti tutti prodotti dagli utenti, filtrati però, prima della pubblicazione, da un comitato di redazione composto da giornalisti professionisti. Ciò permette di garantire che il prodotto editoriale sia autorevole, cioè preciso, completo, imparziale, trasparente e indipendente (Gillmor, 2004). ESEMPI OhMyNews.com, AgoraVox.com, www.comincialitalia.net, Milano 2.0 I grandi gruppi editoriali aprono sezioni dove pubblicano i contenuti inviati dai cittadini ESEMPI Repubblica.it, Mtv, Fainotizia.it (sito di giornalismo partecipativo promosso da Radio Radicale. È possibile dopo essersi registrati scrivere interventi, pubblicare video e immagini, partecipare a inchieste collaborative, segnalare, commentare e votare le notizie che si ritengono più interessanti)

Network partecipativi Alcuni esempi: OhMyNews.com (http://english.ohmynews.com/), giornale coreano che ha aperto la via al giornalismo partecipativo nel 2000: il 70% dei suoi contenuti è oggi prodotto da ben 50.000 cittadini che quotidianamente inviano propri contributi da 100 paesi diversi. C’è un comitato di redazione (47 giornalisti) che valuta gli articoli inviati e procede a pubblicarli. AgoraVox.com (http://www.agoravox.com/) , il primo giornale europeo scritto dai cittadini (gli iscritti sono 30.000 e i moderatori 1.000) Chiunque in Europa può inviare il proprio articolo a una delle varie sezioni di www.agoravox.com: ci pensa poi un comitato di redazione composto da giornalisti indipendenti ed esperi della Cybion company esperti della a fare da filtro per garantire l’accuratezza delle notizie. E’ nato dall’idea di Carlo Ravelli (italiano trapiantato a Londra) e di Joel Rosnay. Per difendere autonomia e originalità hanno scelto la via della Fondazione. Comincialitalia.net (http://www.comincialitalia.net/) una testata regolarmente registrata ad aprile del 2005, quindi un vero giornale, ma interamente scritto dai cittadini. Si definisce “il primo quotidiano italiano dei cittadini”. C’è una direzione è composta da giornalisti professionisti che ha la responsabilità giuridica del giornale. Milano 2.0 (http://milano.blogosfere.it/) blog multimediale che fa parte del network Blogosfere. Si prefigge di raccogliere filmati, audio, fotografie e articoli su ciò che accade a Milano. Il tutto con la collaborazione di chiunque desideri offrire il proprio contributo. Rientra nella categoria degli Urban blog (si tratta di blog che raccontano la vita di un quartiere e/o di una città. Possono essere individuali o collettivi) Zic Network partecipativo bolognese legato all’esperienza di Zero in Condotta. Chiunque può diventare redattore su www.zic.it: basta registrarsi (gratis) e cominciare a inviare le proprie corrispondenze; le quali possono essere veri e propri articoli, inchieste, notizie di attualità, approfondimenti ma anche immagini, video, riflessioni su particolari tematiche e problematiche, spunti e link ricavati dal proprio blog. La sede delle redazione di www.zic.it è presso l'Officina dei Media Indipendenti Vag 61, in via Paolo Fabbri 110 . canale Giovani.it (http://adnkronos.giovani.it/) nato dalla partnership tra Studenti.it  e il gruppo Adnkronos, e Si tratta di un sito in modalità UGC (user generated content) attraverso il quale ragazzi e ragazze saranno artefici di un’informazione quotidiana

Network partecipativi                                                                                                                 YouReporter.it (http://www.youreporter.it/il_progetto.php) E’la prima piattaforma italiana di videogiornalismo partecipativo che ha come obiettivo quello di ampliare gli orizzonti della comunicazione moltiplicando i punti di vista su ogni evento e notizia e dare un volto e una voce anche a notizie piccole o grandi che non diventano solitamente casi nazionali. The Populi (http://www.youreporter.it/il_progetto.php) E' un magazine indipendente attento ai temi politici, all'ambientalismo ed alla tecnologia ecosostenibile, ai problemi delle realtà locali, all'informazione critica, ai temi della laicità. Parallelo41 (http://www.p41.it/) Strumento mediatico aperto di editoria sociale che ha come fine quello di offrire un'informazione libera e indipendente. Global Voices (http://it.globalvoicesonline.org/) Progetto globale senza fini di lucro centrato sui citizen media che ha l'obiettivo di aggregare, far conoscere e amplificare la conversazione globale che avviene online mettendo in evidenza luoghi e persone che gli altri media spesso ignorano. Citizen Report (http://www.citizenreport.rai.it/) Piattaforma di giornalismo partecipativo di Rai Educational. Il progetto è allo stesso tempo un sito, una community, un programma tv che si occupa di Citizen Journalism con gli utenti, i cittadini, che diventano soggetti attivi nella raccolta e nella diffusione delle informazioni. Hyde Park (http://www.rivistahydepark.com/) Rivista gratuita di giornalismo partecipativo realizzata interamente con i contributi dei lettori. City Lab (http://www.citylab.tv/) Progetto di giornalismo partecipativo promosso dall'Associazione Ilaria Alpi e da Agora Vox Francia nato a Bologna con l'obiettivo di proporre video d'inchiesta sulle periferie italiane e sui loro problemi. Le inchieste si sono fino ad ora occupate dell'Emilia Romagna ma presto riguarderanno anche Veneto, Lazio e Campania per poi sconfinare in Francia con documentari sullle banlieu.

L’open sourse reporting New Assignment, è un esperimento di open sourse reporting (giornalismo partecipativo/collaborativo) promosso da Jay Rosen che si è proposto di far lavorare congiuntamente giornalisti professionisti e cittadini. L’obiettivo era condurre un'inchiesta esaustiva sul crowdsourcing, la possibilità di utilizzare l’intelligenza collettiva grazie alla Rete un concetto che sta vedendo la sua realizzazione in ambiti aziendali e di ricerca e sviluppo, assegnando incarichi a collaboratori esterni (con paga minima o assente). Fra le 80 interviste sul crowdsourcing, c'e' quella al collettivo WuMing (a cura di Antonella Beccaria) e a Frieda Brioschi, responsabile di Wikimedia Italia (a cura di Raul Larsen) oltre all'intervista a Henry Jenkins e altri contributi di Perrella Si è inoltre appena conclusa la sperimentazione chiamata OF THE BUS volta a coprire le campagne dei sei principali candidati di ogni partito: per ogni candidato è stato attivato un blog a cui i citizen journalist sparsi per la nazione hanno partecipato, assieme ai regolari autori di The Huffington Post, contribuendo con informazioni, resoconti dei discorsi pubblici, video, spot elettorali, notizie e commenti. LINK http://www.newassignment.net

LA NOVITA’ Il giornalismo civico partecipativo

Il giornalismo civico partecipativo Si tratta di una sintesi delle due precedenti modalità di produrre informazione. L’obiettivo è, come per il giornalismo civico, quello di contribuire al miglioramento della qualità della vita, ma in questo caso non è il giornalista a raccogliere la voce dei cittadini, ma sono gli stessi cittadini a creare blog o portali in cui inseriscono i propri contributi secondo il modello del giornalismo partecipativo. Si tratta di portali e/o blog che diventano strumenti di cittadinanza attiva, promuovendo la cultura della partecipazione. ESEMPIO: VivereMilano (www.vivere.milano.it/blog), blog di chi desidera occuparsi (meglio) della propria città. È promosso dalla Fondazione di Partecipazione VivereMilano. PROFESSIONE CITTADINO (www.professionecittadino.it) da quando nel 2003 è diventato laboratorio permanente in giornalismo civico con inchieste dedicate agli “studenti-cittadini” Le newsletters create dagli studenti all’interno del progetto PARTECIPA.NET promosso dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna (http://assemblealegislativa.regione.emilia-romagna.it/wcm/studenticittadini/arete/prod/nwsl/index/08_09.htm) - l’Europa che verrà (www.europacheverra.eu ):in realtà il web-magazine è un caso molto particolare di giornalismo civico partecipativo

www. professionecittadino www.professionecittadino.it è un sito civico promosso dal basso, dalla società civile Data di nascita: ottobre del 2000 a Bologna Obiettivo: stimolare il dialogo tra i cittadini (singoli o organizzati) e le Istituzioni, promuovendo lo scambio di idee, proposte e progetti per migliorare la qualità della vita a Bologna e dintorni. Strumenti: Forum di discussione, redazione che contattava i referenti istituzionali chiamati in causa dalle e-mail, rapporto di partnership con radio e giornali per “fare rete fuori dalla Rete”

STUDENTI SENZA POLIS i migranti della cultura DAL 2003 è diventato laboratorio permanente in giornalismo civico 5 inchieste dedicate al rapporto tra le migliaia di universitari fuorisede e la città di Bologna. Filo conduttore: Università e Amministrazione tengono conto dei diritti di cittadinanza dei fuorisede? Il diritto alla salute, il diritto ad affitti a prezzi equi, il diritto alla mobilità Dalla denuncia alle proposte

Le altre inchieste MALGRADO IL DEGRADO Obiettivo: indagare il rapporto tra studenti e residenti nella zona universitaria Metodo: civic mapping Chi è stato intervistato: studenti, associazioni studentesche, residenti, comitati civici Cosa è emerso: da parte sia degli studenti che dei residenti c’è la voglia di darsi da fare insieme per migliorare la situazione della zona universitaria 2) PIAZZE: I SALOTTI COND/DIVISI DEGLI UNIVERSITARI Obiettivo: capire come vengano vissuti gli spazi pubblici urbani da parte degli universitari e i rapporti che intercorrono con chi in quelle vie e piazze ci vive. metodo: etnografico- una decina di giorni dalla mattina alla sera nel periodo tra dicembre 2006 e gennaio 2007 Chi è stato intervistato: intervistando studenti, residenti, commercianti In tutto: otto luoghi pubblici (tra piazze e vie), oltre 70 articoli Cosa è emerso: lo spazio pubblico (sia esso piazza o via) venga vissuto dagli universitari come una sorta di salotto privato della gioventù studentesca dove incontrarsi a costo zero (al contrario dei costosissimi pub), un salotto che però i residenti, dal canto loro, trovano troppo chiassoso e causa del degrado della città. Tuttavia non vale, come ha rilevato l’indagine, la semplice equazione studente=degrado che viene rifiutata non solo dagli universitari, ma anche dagli stessi residenti

L’Europa che verrà E’ civico perché promuove la partecipazione attiva dei cittadini (singoli e soprattutto organizzati) a progetti europei favorendo la circolazione di notizie su azioni comunitarie. E’ partecipativo perché la redazione è nata dal basso e vive di articoli gratuitamente inviati dai membri del network PERO’ La redazione riguarda non è composta da cittadini-reporter (come in altri casi di giornalismo partecipativo, come Comincia l’Italia) ma da veri e propri esperti-reporter. Si tratta di un’esperienza di giornalismo partecipativo portato avanti da professionisti, esperti in diversi settori, che producono articoli caratterizzati da un profilo particolarmente alto dal punto di vista qualitativo.

COME SI REALIZZA IL GIORNALISMO CIVICO PARTECIPATIVO? Alcune linee guida La scelta dell’argomento: il giornalismo partecipativo assume pienamente significato quando le sue notizie hanno per oggetto un’esperienza diretta di chi le scrive. Diventa civico quando, partendo da fatti di cui si è stati diretti testimoni o di cui si è venuti a conoscenza, si sviluppa un’indagine che ha come obiettivo quello di contribuire al miglioramento della vita della comunità (può essere quella scolastica o la comunità locale o la comunità giovanile o più in generale l’intera collettività). Il tipo di frame: una volta scelto l’argomento va usato un frame esplicativo, per aiutare gli altri cittadini a capire la complessità dei problemi nella loro comunità, per stimolarli a mobilitarsi. Le fonti: è opportuno non limitarsi al racconto della propria singola esperienza personale, ma ascoltare altri cittadini, farli parlare, raccogliere la loro voce utilizzando gli strumenti del giornalismo civico (civic mapping). Propositività: non limitarsi a descrivere una situazione o un fenomeno, ma proporre delle possibili soluzioni da avanzare alle Istituzioni nell’ottica della sussidiarietà orizzontale (art. 118 comma 4 “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”)

Siti che si occupano di monitorare il fenomeno del “giornalismo dalla parte del cittadino” IN ITALIA www.lsdi.it (il sito “libertà di stampa, diritto all’informazione” che ospita una sezione interamente dedicata al fenomeno del giornalismo dal basso) www.lacittadeicittadini.org (“La città dei cittadini”, laboratorio sulla cultura della cittadinanza democratica ideato dall’Istituzione “Casalecchio delle culture” . Ha promosso dibattiti sul giornalismo civico e sul giornalismo partecipativo che ha lanciato una raccolta pubblica di segnalazioni per premiare buone prassi di “giornalismo dalla parte del cittadino”) www.apogeonline.com (sito web ufficiale della casa editrice Apogeo e rivista di informatica e nuove tecnologie. NEGLI USA www.j-lab.org (the Institute for Interactive Journalism che ha sede presso University of Maryland's Philip Merrill College of Journalism diretto da Jan Schaffer, pioniera del civic journalism) http://citmedia.org (il celebre “Center for Citizen Media” diretto da Dan Gillmour) www.cpn.org (il cito della famosa Civic Practices Network) www.has.vcu.edu/civic-journalism (Civic & Citizen Journalism Interest Group)

Bibliografia Gillmor, D. We the media, San Diego, O’Reilly Press, 2004. Friedland, L.A. e Nichols, S. Measuring civic journalism’s progress: a report across a decade of activity, 2002. Reperibile in rete all’indirizzo www.pewcenter.org/doingcj/research/measuringcj.pdf. Jenkins, H. Convergence Culture, New York University Press, New York, 2002. Maistrello, S. La parte abitata della Rete, Milano, Tecniche Nuove, 2007. Merritt, D. Public journalism and public life: Why telling the truth is not enough, 2nd ed. Hillsdale, NJ, Erlbaum, 1997. Putnam, R. Blowing Alone: America’s Declining Social Capital, Journal of Democracy, 1995, vol 6, 1. Rizzuto, F. Tensioni e contraddizioni del giornalismo americano degli anni Novanta, in M. Morcellini e G. Roberti (a cura di), Multigiornalismi. La nuova informazione nell’età di internet. Milano, Guerini e Associati, 2001. Rosen, J. Getting the connection right: Public journalism and the troubles of the press, New York, Twentieth Century Fund, 1996. Sofi, A. Un nuovo giornalismo si intreccia con la Rete: l’informazione nell’era dei blog, in C. Sorrentino (a cura di), Il Campo giornalistico. Nuovi orizzonti dell’informazione, Roma, Carocci, 2006. Sorrentino, C. Cambio di rotta. Temi e tendenze del giornalismo italiano, Napoli, Liguori Editore, 1999. Sorrentino, C. I percorsi della notizia, Bologna,Baskerville, 1995. Staglianò, R., Giornalismo 2.0, Milano,Carocci, 2002. The Pew Center for Civic Journalism (a cura di), Civic Lessons. Report on four civic journalism projects, 1997. Reperibile in rete all’indirizzo http://www.pewcenter.org/doingcj/research/index.html.