Aspetti psicologici delle coppie che accedono alla FIVET

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Aspetti psicologici delle coppie che accedono alla FIVET Sara Invitto Ricercatrice di Psicologia Generale, Università del Salento, Psicoterapeuta

E’ noto in come la fecondazione assistita sia vissuta dalla coppia come soluzione miracolosa; si aggiunga come la FIVET sia una pratica emotivamente molto costosa dal punto di vista psicologico. La diagnosi di sterilità irrompe gravosamente nella vita della coppia ponendola in una condizione di forte sofferenza emotiva che investe completamente la persona: scoprire ed avere la consapevolezza di essere sterili diventa causa di alterazione della vita della coppia, motivo di grandi sofferenze e di angosce spesso incontenibili. Questo universo di rappresentazioni marca sicuramente molto lo svolgimento psichico della gravidanza in caso di fecondazione. In vista di un successo nell’impianto dell’embrione acquista sempre più peso la collaborazione tra tecnici della salute a beneficio della coppia che si reca presso un Centro di procreazione medicalmente assistita.

ASPETTI PSICOLOGICI DELLE COPPIE IN SITUAZIONE DI IPOFERTILITA’ La coppia che non riesce a procreare è vittima di un vero e proprio trauma a cui non è preparata, che mette in crisi il proprio sistema di valori, i progetti e le speranze. Quando non si riesce a procreare l’immagine di sé che si sviluppa è una immagine personale negativa, caratterizzata da un flusso di emozioni ingovernabili. La sterilità acquista connotazioni di morte, di negazione della possibilità di sviluppare il proprio progetto familiare, di angosce di svuotamento, di castigo, di solitudine e di vergogna.

La coppia che non riesce a procreare si trova a confronto con ambivalenti sentimenti di vergogna e di invidia verso chi ha avuto la possibilità di procreare; ci si disprezza e ci si sente disprezzati; Successivamente comincia a svilupparsi un sentimento di perdita, simile a quello che viene provato quando ci si trova in una situazione di lutto vero e proprio.

I LUTTI DELLA COPPIA STERILE (Froggio, 2000) Lutto ricorrente E’ un lutto in cui non si piange sul corpo della persona amata ma si piange l’assenza di quel figlio che non c’è ma che è fortemente presente. E’ un dolore molto difficile da gestire, perché non permette i riti consolatori che generalmente accompagnano la perdita di una persona cara: “Non ci sono funerali, non ci sono veglie, non ci sono lapidi che in qualche modo mantengono vivo nella memoria il defunto” Lutto stabile: Si riacutizza ogni mese, quando il ciclo mestruale segnala la non-gravidanza. E’ tipico delle coppie che ricercano da sole un figlio e che ottenuto un insuccesso presso un Centro ne ricercano subito un altro, non si fermano nemmeno un minuto per tentare di capire, per riflettere. Quando decidono di fermarsi il loro dolore è ancora più forte

L’INVESTIMENTO SULLA STRUTTURA Le coppie trovano appoggio totale sul corpo medico, da loro idealizzato molto e trasformato in un oggetto di investimento affettivo importante. Il luogo ospedaliero diviene il solo posto dove provano un senso di sicurezza e dove incontrano e di identificano con altre coppie private del figlio che le faccia sentire veramente tali. Poste sotto l'autorità e le costrizioni dei protocolli sanitari, si affidano ciecamente ai medici per contenere la loro angoscia.

. Le persone che accedono alla P.M.A. sono fortemente condizionate da una rappresentazione di sé svalorizzata e mortificata.[1] [1] E. RICCARDI, Good-enough counseling Uso del processo di Procreazione Medicalmente Assistita, in E.RICCARDI, F.MONTI, C.PASSARELLI, L.LOMBARDINI (a cura di) Procreazione medicalmente assistita (Atti del convegno tenuto a Bologna il 13 ottobre 2001), S.I.S.ME.R, p. 59

. Diversi autori hanno insistito sulle reazioni psicologiche delle coppie che si sottopongono alla cura: restringimento degli investimenti, impatto sulla sessualità, perdita dell'intimità corporea, esperienza di un corpo alienato e meccanizzato, stress, ecc.

Queste donne non possono immaginare la loro identità femminile all'infuori della maternità. Il diritto al bambino diventa allora un diritto all'identità di donna, lui è il solo che potrà provarla e potrà restaurare l’integrità perduta. Le donne capaci di partorire finiscono per diventare delle nemiche; quelle incinte, oggetti di fobia, sono evitate. Questo universo di rappresentazioni, che nasce da una faglia narcisistica, marca sicuramente molto lo svolgimento psichico della gravidanza in caso di fecondazione. [1]   [1] B. BAYLE, L’embryon sur le divan.Psychopathologie de la conception humaine, Masson, Paris, 2003, pp. 57, 58.

SESSUALITÀ, INFERTILITÀ E P.M.A.          La sessualità è un aspetto fondamentale dell’esperienza individuale e quindi risente anche delle conseguenze dell’infertilità. I problemi sessuali sono definiti in modo diverso dalle culture, hanno quindi carattere soggettivo e possono essere indipendenti dalle difficoltà della fertilità. Per una parte minore delle coppie che non riescono a procreare, però, i problemi sessuali sono la causa prima dell’infertilità e possono avere origine organica o psicologica.[1] [1] J. DARWISH, La sessualità, in M. ASERO, A. G. AIELLO, G. POZZI (a cura di) Linee guida per la consulenza nell’infertilità del gruppo di lavoro di interesse psicologico dell’ESHRE, OTTOBRE 2004, pp. 51, 52.

Le difficoltà sessuali di chi ricorre alla PMA sono spesso conseguenza delle pressioni della programmazione medica delle attività sessuali, infatti, il team medico è presente a livello psicologico nell’intimità della coppia, i rapporti sono spesso mirati e questo può portare a una diminuzione della frequenza e perdita della spontaneità dei rapporti.[1] [1] J. DARWISH, articolo citato, p. 51. P. M. BAGNARA, articolo in sito citato.

Mature e Geenfeld (1989) hanno svolto una ricerca sui parametri psicologici dei soggetti sottoposti a FIVET, in particolare sui sentimenti circa l’infertilità e la fecondazione in vitro. Su 200 soggetti il 49% delle donne e il 15% degli uomini consideravano l’infertilità l’esperienza più dolorosa della propria vita, paragonabile solo ad una perdita importante come un lutto o un divorzio. La maggior parte delle donne ricorse ad un sostegno psicologico era riuscita a fecondare tramite il trattamento, le nevrosi erano più frequenti in quei soggetti per i quali non si conoscevano le cause dell’infertilità rispetto a tutti quelli che iniziavano un trattamento FIVET, l’ansia sembrava più legata all’infertilità che ai trattamenti e si riscontravano livelli di depressione più alti dopo un insuccesso rispetto all’inizio del trattamento e questo soprattutto per le donne.[1] [1] C. M. MAZURE, D. A. GREENFELD, Psychological Studies of in vitro fertilization/embryo transfer participants, in Journal of in Vitro Fertilization and Embryo Transfer, 1989, 12 (1), pp. 242-249.

Gravidanza Fivet Il sovrainvestimento sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita sembra corrispondere alla comparsa di alcune difficoltà una volta nato il bambino, tuttavia intensamente desiderato. Così, il termine “ bambino” è spesso evitato, le donne non dicono nulla sull’argomento, il loro discorso risulta vuoto, le associazioni mentali sono povere, il senso comune e l'invocazione della normalità o della naturalezza tentano di colmare questo quadro di inibizioni delle associazioni che riguardano il bambino. Il figlio è investito come un oggetto meraviglioso che apre le porte ad una vita senza mancanze. Nessuna attività precisa è però anticipata, né la camera che avrà, né i giochi, né la vita con lui. "Sarà tutto, si vuole non immaginare altro."[1] [1] B. BAYLE, opera citata, pp. 57, 58.

Ricerca Il protocollo di ricerca che riportiamo si propone di analizzare le variabili psicologiche di coppie che hanno avuto accesso al programma di FIVET all’interno della Casa di Cura Petrucciani

Protocollo di ricerca - Un colloquio anamnestico - Tre colloqui di coppia - Quattro incontri con training di rilassamento e di visualizzazione delle tensioni muscolari - Un incontro di training post pick up - Un incontro di training durante il transfer - Follow up dopo 15 giorni - Follow up dopo tre mesi - Follow up dopo nove mesi

Metodo: Campione: sono state valutate 13 coppie (10 con diagnosi di ipofertilità idiopatica, 3 con diagnosi di oligospermia) che hanno avuto accesso alla FIVET. Tutte le coppie sono state reclutate attraverso l’incontro con il ginecologo che le introduce alla FIVET. La partecipazione è stata spontanea. Strumenti utilizzati: test del differenziale semantico, test della figura umana, colloqui, training di rilassamento. Analisi effettuate : analisi fattoriale, analisi descrittive. Analisi qualitativa dei colloqui effettuati.

Test sul differenziale semantico Attraverso questo strumento è stato possibile valutare la percezione delle coppie rispetto le seguenti tematiche da noi considerate rilevanti: Come mi sento in questo momento La percezione del mio corpo La clinica Il rapporto con il compagno/a La definizione della famiglia d’origine

Test della figura Umana Si è chiesto ai soggetti di disegnare liberamente una figura umana. Questo test utilizza vari indici (il tratto, le proporzioni, il contenuto, l’uso dello spazio) che aiutano a comprendere la percezione corporea del soggetto.

Dati descrittivi - il 70% ha un’età compresa tra i 30 e i 39 anni; - il 100% si dichiara di religione cattolica (di cui l’8% non praticante); - oltre il 90% è impiegata e con un buon livello di istruzione; - il 38% non è ricorsa ad altre soluzioni prima della FIVET; - il 70% ricorrerebbe all’adozione, ma è scoraggiata dalle difficoltà pratiche delle procedure; - il 50% non conosce nessuno che sia ricorso alla FIVET; - l’74% è disposto a ripetere il tentativo nel caso di fallimento del primo;

- il 70% ha informato il medico di famiglia sulla scelta effettuata; - il 75% ha informato la famiglia di origine; - nel caso in cui la famiglia di origine ne è a conoscenza, nel 100% dei casi concorda con la coppia; - il 100% ha preso la decisione in comune accordo - l’80% è favorevole alla contraccezione; - il 40% è favorevole all’aborto.

Il 100% delle coppie afferma che non avrà problemi ad informare il futuro nascituro rispetto alla sua modalità di concepimento: “un figlio nato da FIVET è un figlio più desiderato, quindi più amato degli altri”

Analisi fattoriale differenziale semantico

Componenti analisi fattoriale

Matrice componenti

Me stesso in questa situazione

La situazione

Percezione corporea

Partner

La clinica

La famiglia d’origine

Differenziale semantico Correlazioni per campioni appaiati N Correlazione Sig. Coppia 1 ORA e situazione 116 ,500 ,000 Coppia 2 PARTNER e CORPO 119 ,050 ,587 Coppia 3 la clinica e famiglia d'or 119 ,236 ,010

Test per campioni appaiati . T df Sig (2-code) Ora - situazione 2,400 115 ,018 partner-corpo 5,211 118 ,000 Clinica-famiglia -,341 ,733

TEST DELLA FIGURA UMANA - 1 L’analisi qualitativa della figura umana ha rilevato, nelle rappresentazioni maschili un livello di inibizione corporea nella fascia muscolare delle mani e dei piedi e un’assenza, nella rappresentazione, della sessualità.

TEST DELLA FIGURA UMANA - 2 Nelle rappresentazioni femminili un’assenza della zona pelvica e dei caratteri sessuali in generale, un uso ridotto dello spazio, la figura ha tratti infantili

Analisi qualitativa del colloquio Durante i colloqui di coppia sono emerse importanti dinamiche legate alla sessualità (es. vaginismo, dispaneuria), all’identità (identità di ruolo), al concepimento e al senso di colpa . È emerso inoltre un forte sentimento proiettivo (idealizzazione) nei confronti della struttura e dei medici del protocollo FIVET. impossibilità di visualizzare lo spazio emozionale di rappresentazione del proprio figlio.

Analisi del training pre FIVET Tutte le donne che hanno partecipato al training di rilassamento presentavano la parte addominale inferiore contratta e assenza di respirazione diaframmatica. Dopo il training è stata possibile la respirazione diaframmatica. Negli esercizi di visualizzazione all’inizio del training hanno presentato una forte rimozione dell’immaginazione con impossibilità di visualizzare la zona uterina Dopo il training lo spazio uterino è stato visualizzato.

Analisi del training durante la FIVET Percezione soggettiva di diminuzione del dolore post pick-up (per le donne che avevano già precedenti esperienze di FIVET) Facilitazione durante il transfer dovuta al rilassamento muscolare (per le donne che avevano già precedenti esperienze di FIVET) Focalizzazione del transfer non come momento clinico ma come possibile momento di ‘accoglimento’ uterino.

RISULTATI

CONCLUSIONI Il protocollo di ricerca che abbiamo presentato e di cui abbiamo trattato i risultati descrittivi e preliminari visualizza in modo chiaro alcune delle dinamiche psicologiche presenti nella coppia che accede alla FIVET. Il programma di fecondazione assistita diviene per queste coppie il luogo non solo della possibile realizzazione e concretizzazione di un desiderio, ma può divenire uno spazio di riflessione della coppia utile al contenimento delle dinamiche personali in gioco. Questo universo di rappresentazioni marca lo svolgimento psichico della gravidanza in caso di fecondazione, ed è per questo che assume una rilevanza da non sottovalutare.