Il lenzuolo e l’impronta

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Transcript della presentazione:

Il lenzuolo e l’impronta Ebraico= sadìn shel buz= lino pregiato per culto nel Tempio (Mishna) NT= Sindon ( greco= pezze di lino)= shendo (egiziano= tessuto) Gesù è l’Agnello di Dio Mano sx = giustizia Mano dx = misericordia di Dio Gesù è colui che può presentarsi puro davanti a Dio, è il Giusto Fiori primaverili sul lenzuolo = Uomo di Dio, Rabbì, Profeta

Kerigma: la Pasqua cristiana Uomini di Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth, uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni che Dio stesso operò fra voi per opera sua, dopo che fu consegnato a voi, voi lo avete inchiodato sulla croce per mano di empi e lo avete ucciso. Ma Dio lo ha resuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere(…)e noi ne siamo testimoni(…) Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso. (At 2,22-36;)

ANICONISMO “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai, perché il Signore Dio tuo è un Dio geloso.” (Dt 5, 8-9;)

Arte paleocristiana: simboli che esprimono la vita in Cristo risorto “Il cielo tocca la terra”

Coemeterium: il luogo del riposo Metà II sec donazioni privati: Domitilla, Priscilla, Pretestato Loculi su pareti “Dies natalis” Simboli richiamano sempre Resurrezione Mancanza “epicrafi” = “pietas” verso poveri e bambini

Forme antiche per contenuti nuovi Simboli cristiani legati a tradizione pittorica popolare (condivisione ed appartenenza) Scena isolata senza finalità narrativa (non racconto ma esperienza) Mancanza interesse per anatomia (primato spirito sul corpo) Scelta immagini conosciute per diverso significato (vita nuova in Cristo risorto)

3 tipologie AT:agnello, colomba, vite Mitologia: Orfeo, Orante, Eros e Psiche, Fenice, Pavone, Ercole Xani: Pesce, Ancora, Buon Pastore

VITE Già nell’AT immagine cara ai Profeti per rappresentare il popolo ebraico e l’amorevole cura di Dio : “Il Signore possedeva una vigna sopra un fertile colle. L’aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti scelte;” (Is 5, 1-2;) (cfr anche Os 10,1;Ger 2,21;) Gesù ripropone la stessa immagine della vigna per denunciare le resistenze alla sua predicazione (cfr Mt 21, 28-41;) Ma il richiamo più profondo è rappresentato dal fatto che Gesù stesso applica a sé la metafora: “Io sono la vera vite ed il Padre mio è il vignaiolo… Io sono la vite , voi i tralci. Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla.” (Gv 15,1; 5;) L’uva quindi è anche simbolo del frutto (la vita nuova in Cristo) che il cristiano dona al mondo ed agli uomini Infine l’uva, da cui si ricava il vino, in particolare è allusione al sacrificio ed all’offerta di Gesù (Eucarestia)

AGNELLO L’agnello era l’animale sacrificale preferito in Israele (Es 29, 38 s.) e con esso celebrava il memoriale della Rivelazione = Pasqua (Es 12,5;) Chi ha sepolto Gesù lo considera il vero “Agnello di Dio” (cfr diap. N° 1) S. Paolo (1° Cor 5,7;) e S.Pietro (1° Pt 1,19;) fanno propria la metafora Nella tradizione indipendente giovannea (cfr Ap 19) Cristo risorto, nella figura dell’Agnello, si unisce per sempre alla sua sposa, la comunità credente.

COLOMBA Nel racconto simbolico del diluvio, la colomba con il ramoscello di ulivo è simbolo di umanità riappacificata con Dio (Gn 8, 10-12;) Nel NT è simbolo dello Spirito Santo nel battesimo di Gesù (cfr Mt 3,16; Mc 1,9-11; Lc 3,21-22;) I primi cristiani rappresentano le colombe col significato dell’innocenza e della purezza dei fedeli che si rivolgono a Cristo

ERCOLE ed ORFEO Alcesti, moglie del re di Tessaglia Admeto, si offrì di morire al posto del marito e per le preghiere di lui fu salvata da Ercole. Gesù salva le anime dei giusti Cerbero, cane a 3 teste, guardiano del regno dei morti, catturato da Ercole. Dante lo porrà a guardia dei golosi nel 3° cerchio (Inferno,VI) Orfeo col suo canto ammansiva animali selvatici. Scenderà negli inferi per liberare la donna amata, Euridice. Gesù con la sua parola attira gli uomini

LA FENICE ED IL PAVONE Il mito della “fenice” risale all’antico Egitto. E’ narrato per la prima volta da Erodoto (l’uccello rinasceva ogni 500 anni dai suoi resti). Largamente conosciuto da autori (Plinio,) e poeti (Ovidio) romani, i cristiani ne sfruttarono la potenzialità allegorica piegando l’antico mito a significare Cristo risorto Il pavone, rappresentato senza esibizione nella ruota (superbia) è simbolo di resurrezione in quanto a primavera (cioè il tempo della Pasqua) cambia le penne rinnovando completamente il piumaggio.

Buon Pastore Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me… E ho altre pecore che non sono di questo ovile, anche queste io devo condurre… e diventeranno un solo gregge (Gv 10, 14-16;) Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla, su pascoli erbosi mi fa riposare… mi guida per il giusto cammino (Sal 23, 1-3)

PESCE Tra le prime raffigurazioni vi è quella del pesce, scelto e privilegiato poiché in greco risulta “acrostico” della frase “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore” Divenne presto un segno per riconoscersi tra “fratelli” della nuova fede, soprattutto in tempi difficili o di persecuzioni

ANCORA E’ uno dei più antichi simboli dell’arte paleocristiana. Rappresenta la saldezza della fede in Cristo risorto, l’ancoraggio sicuro nel mare della vita, lo strumento di salvezza per la barca (comunità credente) impegnata a solcare la storia degli uomini.

ORANTE Rappresenta anima del defunto in preghiera Simbolismo delle braccia alzate, inoltre, esprime il desiderio del distacco, della libertà dai desideri del mondo, dell’elevazione a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Qui più che altrove si capisce come l’arte paleocristiana non esponga storie con senso logico e/o cronologico, ma esponga idee ed esperienze di vita che devono essere comprese contemplando un’immagine