Dr. Marco CANNAVICCI psichiatra forense – criminologo

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Transcript della presentazione:

Dr. Marco CANNAVICCI psichiatra forense – criminologo MOBBING Dr. Marco CANNAVICCI psichiatra forense – criminologo

ed eliminazione di un animale Konrad Lorenz (1971) Fenomeno di attacco ed eliminazione di un animale dal Gruppo

Mobbing dall’inglese TO MOB attaccare in massa aggredire tumultuosamente; dal latino MOBILE VULGUS movimento della gentaglia

Forme sociali Nella scuola – Bullismo Nella vita militare – Nonnismo Nelle aziende – Bossing Nel mondo del lavoro – Mobbing: prima descrizione effettuata dallo psicologo tedesco Leymann

Leymann (studio del 1992) Violenza psicologica effettuata attraverso: UNA COMUNICAZIONE OSTILE UN COMPORTAMENTO OSTILE In modo continuo e sistematico, che suscita impotenza nella vittima, per mancanza di difese e protezioni

Harald Ege (psicologo del lavoro) Definizione di Mobbing: “forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte dei colleghi o superiori, attuati in modo ripetitivo e protratti per un periodo di almeno sei mesi”.

Tipi di Mobbing VERTICALE (superiore – subordinato) ORIZZONTALE (pari) COLLETTIVO (strategia aziendale verso un gruppo di persone) DOPPIO MOBBING (superiore – dipendente – famiglia)

Può assumere i connotati del: Il Mobbizzato Può assumere i connotati del: DISTRATTO (non si accorge degli avvenimenti) PRESUNTUOSO (si sopravvaluta) PASSIVO (soggetto sensibile) BUONTEMPONE (buffone del gruppo) PAUROSO (ha timore di tutto e di tutti)

Il Mobber Ne fanno parte: FRUSTRATO (scarica i suoi problemi personali sugli altri) ISTIGATORE (alla ricerca di nuove cattiverie) MEGALOMANE (con una propria visione distorta) NARCISISTA PERVERSO

Il narcisista perverso “i narcisisti perversi sono psicotici senza sintomi, che trovano il loro equilibrio scaricando su altri il dolore, che non sono capaci di provare, e le contrad-dizioni interne, che rifiutano di prendere in considerazione. Questo transfert del dolore permette la loro valorizzazione a spese dell’altro” (Marie France Hirigoyen)

Il side mobber È lo spettatore che osserva, ma non interviene con diverse tipologie di profilo

Forme del Mobbing (1) Prepotenze e vessazioni Isolamento sociale Mancanza di informazioni inerenti il lavoro Voci negative e calunnie che si trasformano in

Forme del Mobbing (2) Prestazioni lavorative scadenti Reputazione lavorativa compromessa Assegnazione di incarichi “vuoti” o privi di senso e quindi

Forme di Mobbing (3) Isolamento lavorativo Isolamento familiare Isolamento sociale ESPULSIONE DALL’AZIENDA PERDITA DEL LAVORO

Forme di Mobbing Implicano, a carico della vittima, sindromi e patologie che la costringono ad assentarsi dal posto di lavoro per curarsi, comportando le violenze psicologiche e morali perpetrate gravi danni alla salute ed alla professionalità

Criteri per Mobbing Continuità nel tempo: almeno 1 volta a settimana per almeno 6 mesi continuativi (criterio della persistenza e sistematicità) Attacchi a: Comunicazione Relazioni sociali Immagine sociale Situazione professionale Salute

Chi sono dal 4 al 7% dei lavoratori attivi il 55% sono donne prevale negli ultra45 enni in EU: scuole, università, ospedali in ITA: banche, giornali, assicurazioni

In Italia Studio effettuato su 300 lavoratori: incidenza del 5-6% Secondo le visite periodiche (legge 626/94): il 10-12% dei visitati manifesta disagio psicologico in relazione all’ambito lavorativo

Fasi (1) Conflitto non risolto con i colleghi Attacchi continui con atteggiamento difensivo della vittima; compare stress cronico, sintomi da stress e si effettuano assenze per malattia Le prestazioni diminuiscono e con le assenze scatta l’etichetta di persona “difficile”

Fasi (2) 4. La vittima diviene un “caso”, il capro espiatorio per i problemi legati all’ambiente di lavoro 5. Trasferimenti continui, incarichi minori, prepensionamento, malattia 6. Esclusione della vittima dal lavoro ed ingresso nelle problematiche sociali (disoccupazione) con aumento dei problemi e del disagio

Sindrome da Mobbing esordio: 1 – 6 mesi, con ansia, nervosismo, insonnia Stato clinico: 6 – 24 mesi, con depressione, somatizzazioni, attacchi di panico, diminuzione libido Cronicizzazione: dopo i 24 mesi, con sintomi fobici ed ossessivi, isolamento affettivo, bulimia, alcolismo, farmaco- dipendenze, ideazione suicidiaria

Conseguenze Sulla persona: patologie organiche e psicopatologiche Sulla famiglia: conflitti familiari, isolamento sociale Sul lavoro: aum. infortuni, aum. assenze per malattia, più errori Sulla collettività: aum. costi sanitari, aum. costi previdenziali, aum. comportamenti devianti

Modalità di mobbing massima sorveglianza e controllo su tutti gli atti lavorativi boicottaggio e sabotaggio del lavoro “Pettegolezzi” sulla vittima/famiglia retribuzione inferiore fomentare voci e diffamazioni demansionamento e dequalificazione disinformazione dolosa sanzioni amministrative e disciplinari provocazioni, intimidazioni e molestie sessuali visite fiscali a raffica durante il periodo di malattia

Costi sociali Il dipendente mobbizzato costa alla comunità il 190% in più del suo stipendio (salario medio annuo) Costi: improduttività, spese mediche, spese legali, spese previdenziali, pre- pensionamento

Conflitti sul lavoro Ogni conflitto porta ad un cambiamento ed alla crescita personale, sociale e professionale Nel mobbing il conflitto è continuo e da aspetti lavorativi si passa a quelli personali, familiari e sessuali (molestie sessuali) Per la paura di perdere il lavoro la vittima soffre in silenzio (fenomeno sommerso)

Risvolti giuridici (1) COSTITUZIONE: Art. 4 – diritto al lavoro Art. 13 – libertà personale ed individuale Art. 32 – diritto alla salute Art. 35 – tutela condizioni di lavoro

Risvolti giuridici (2) Codice Civile Art. 2087 – obbligo tutela salute del dipendente Art. 2043 – risarcimento del danno

Risvolti giuridici (3) Codice Penale Art. 609 bis – violenza sessuale Art. 582 – lesioni personali Art. 590 – lesioni personali colpose Art. 594 – ingiurie, diffamazioni Art. 323 – abuso d’ufficio Art. 610 – violenza privata Art. 61 – aggravanti: abuso d’autorità, relazione ufficio

Giurisprudenza La Corte Costituzionale, con sentenza n. 184/1986 ha messo in relazione gli effetti lavoro-salute, definendo il rapporto come danno biologico da danno psichico

Giurisprudenza Il Tribunale del Lavoro di Torino, con la sentenza del 16 novembre 1999, ha sancito il risarcimento per danno biologico da mobbing, ai sensi dell’art. 2087 cc, nei confronti di un datore di lavoro che non aveva garantito l’integrità psico-fisica del dipendente

La sentenza di Torino (16.11.99) Il giudice ha disposto un risarcimento di 10 milioni di lire, quale danno biologico, a carico del datore di lavoro, riconosciuto inadempiente ai sensi dell’art. 2087 cc, per i maltrattamenti durati circa 8 mesi ad opera di un capo turno nei confronti di un dipendente che ha subito “stress emotivo, … sindrome ansioso-depressiva con frequenti crisi di pianto, vertigini, senso di soffocamento, tendenza all’isolamento …” migliorata dopo la risoluzione del rapporto di lavoro.

Giurisprudenza La Cassazione si è pronunciata su diversi aspetti: Surmenage lavorativo, che compromette la salute del dipendente (sentenza n. 8267/97) Intento persecutorio del superiore sul dipendente (sentenza n. 475/99) Licenziamenti causati da false accuse (sentenza n. 3147/99) Eccessivo impegno lavorativo come causa di incidenti (sentenza n. 3970/99)

Riconoscimento INAIL D.l. n. 38 del 23.02.2000: tutela INAIL del Danno Biologico per lesione dell’integrità psico-fisica Invalidità permanente: 6 - 11%

Sentenza Tribunale di Milano del 31.07.2003 “il mobbing si identifica in atti e comportamenti ostili, vessatori e di persecuzione psicologica, posti in essere dai colleghi (m. orizzontale) e/o dal datore di lavoro o superiori (m. verticale) nei confronti di un dipendente, individuato come vittima, atti e comportamenti intenzionalmente volti ad isolarla ed emarginarla nell’ambiente di lavoro e spesso finalizzati ad ottenerne l’estromissione”

Il danno alla salute Il danno psichico è un danno alla salute, inteso quale “menomazione psichica in conseguenza a fatto illecito di terzi, consistente nella turbativa dell’equilibrio mentale determinante una modificazione della salute psichica, con alterazioni, temporanee o permanenti, delle funzioni psichiche”.

Il danno biologico Consiste nella “menomazione, temporanea o permanente, all’integrità psico-fisica della persona, comprensiva degli aspetti soggettivi dinamico-relazionali, passibile di accertamento e valutazione medico-legale ed indipendente da ogni riferimento alla capacità di produrre reddito, …”

La legge 626/94 Sancisce il passaggio dalla tutela dell’integrità fisica a quella psico-fisica del lavoratore Introduce il concetto di salute non più intesa solo come assenza di malattia ma come benessere fisico-psichico-relazionale Identifica, differenziandole per competenze, le figure professionali responsabili della sorveglianza della salute del lavoratore

Il risarcimento del danno biologico Art. 2087 cc – “l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. La responsabilità e l’onere del risarcimento in caso di inadempienze, sia mediante comportamenti commissivi che omissivi, spetta al datore di lavoro.

Obblighi al datore di lavoro L’articolo 2087 cc configura al datore di lavoro un obbligo di protezione del lavoratore da includere non solo l’adozione delle misure richieste dalla legge, dall’esperienza e dalle conoscenze tecniche, ma anche la predisposizione di tutte le generiche misure di prudenza e di diligenza necessarie per la tutela dell’incolumità ed integrità psico-fisica del lavoratore

Il risarcimento del danno biologico Tale principio è stato più volte confermato da numerose sentenze, a condizione che sia accertata l’esistenza di un NESSO CAUSALE o CONCAUSALE, fra il comportamento mobbizzante, doloso o colposo, ed il pregiudizio che ne deriva. Sentenze di Cassazione: n. 12399/99, n. 143/00, n. 1307/00.

La diagnosi medico-legale Il protocollo diagnostico prevede: Colloquio clinico finalizzato allo studio della personalità e dei disturbi Test psicodiagnostici mirati Videat neurologico (ad escludere) Questionari specifici per stress, disadattamento e disturbi correlati alla tipologia lavorativa

Il rapporto di causalità Fondamentale è la dimostrazione del RAPPORTO DI CAUSALITA’ esistente tra le cause e le concause, che devono essere cronologicamente, qualitativamente, quantitativamente e modalmente idonee a produrre l’effetto dannoso, che sarà analizzato nella sua natura, entità e conseguenze che ha provocato

Il danno biologico da mobbing Il danno biologico da mobbing riconosce una genesi multifattoriale che comprende la specifica ed individuale costituzione del soggetto, la sua personale suscettibilità e capacità di reazione ad un determinato evento dannoso, ed a diversi stimoli relazionali ed ambientali.

Il danno biologico da mobbing È necessario individualizzare il caso, senza ricorrere ad inquadramenti standardizzati, per accertare la natura specifica della patologia riconducibile al mobbing. L’approccio multidisciplinare deve coinvolgere diversi profili professionali.

Mobbing e medicina del lavoro Il medico del lavoro valuta tutti i “rischi lavorativi” analizzando tutte le noxae di tipo tecnico ed organizzativo in grado di alterare la condizione del benessere psico-fisico del lavoratore

Elementi di costrittività organizzativa: i compiti Banalità del compito Complessità del compito Rigida determinazione dei tempi Eccessiva ripetitività dei compiti Eccessiva varietà dei compiti Eccezioni non note nei compiti Elevata velocità Non accettabilità dell’interruzione Limitazione dei tempi di pausa Necessità elevata di verifiche e regolazioni

Elementi di costrittività organizzativa: la struttura sociale Impropria fonte informazioni Inadeguatezza dei tempi di emissione Contrasti tra fonti diverse Imposizione delle prescrizioni Labilità delle prescrizioni Imprecisione delle informazioni Scarsa comprensibilità delle informazioni Eccessiva formalizzazione Scarsa tolleranza di scostamento dalle prescrizioni Elevata quantità di verifiche Assegnazione di compiti non corrispondenti alle abilità Scarsi compensi ed incentivi Insufficiente addestramento e formazione

Mobbing e psichiatria Lo psichiatra effettua una diagnosi clinica differenziale tra un disturbo dell’adattamento (condizione transitoria che cessa con il cessare dello stimolo stressante) ed un DPTS (condizione maggiore di cronicizzazione che permane anche dopo il cessare dello stimolo stressante), valutando la personalità, i meccanismi di difesa e di adattamento all’ambiente

Mobbing e medicina legale Il medico-legale valuta: lo stato anteriore del soggetto lo Stato attuale del soggetto il nesso tra lo stato attuale ed i comportamenti subiti il nesso causale tra l’azione lesiva ed il danno la quantificazione del danno

Dimostrare la violenza subita Provare gli elementi: Il dolo: intenzione del molestatore La colpa: comportamento non diligente Nesso di causa: condotta – conseguenze Ingiustizia: deve essere violato un diritto garantito dalla legge Il danno: cambiamento peggiorativo della salute e delle condizioni economiche

Dimostrare la violenza subita Se dimostra: diritto al risarcimento (art. 2043 cc) Se non dimostra: non è successo niente

Conclusioni L’accertamento di una condizione di mobbing in un lavoratore è una azione complessa Non esistono norme giuridiche ad hoc, ma esistono tutele giuridiche connesse con l’ambiente di lavoro Sono necessarie delle definizioni univoche sugli aspetti quantitativi, qualitativi, cronologici e modali per collocare il fenomeno nella corretta prospettiva giuridica e risarcitoria

GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE Dr. Marco Cannavicci psichiatra – criminologo cannavicci@iol.it