Corso di Economia II semestre A.A. 2011/12 Docente Maria Olivella Rizza Ricercatore nell’Università di Catania II semestre A.A. 2011/12
L’impresa non-capitalista Se guardiamo alla storia, le imprese non profit non sono una novità. Negli ultimi tre secoli, tuttavia, in corrispondenza della crisi dl simbolismo religioso tradizionale, l’impresa si affranca come territorio neutro, meramente deputato agli affari e al profitto. La cooperazione ha rappresentato per esempio l’emergere del principio della mutualità
L’impresa non-capitalista Le imprese non profit rappresentano un rebus per i teorici: perché sopravvivono nell’agone globale e competitivo? Risposte tradizionali: asimmetrie informative, costo delle informazioni, etc- L’idea rimane che se i mkt funzionassero, le non profit sparirebbero.
L’impresa non-capitalista I. II e II settore Premoderno famiglia-comunità, ma con la crisi delle chiese si ha: Moderno famiglia-stato, ma con la crisi della F tradizionale e l’insostenibilità dei costi si ha òla nascita del TS Ma se rinunciamo alla separazione tra mercato e società, la dizione di TS può non piacerci
Impresa civile e impresa sociale
Il Paradosso dell’impresa capitalistica Il mkt è luogo della relazionalità libera orizzontale e simmetrica L’impresa capitalistica è retta dalla gerarchia (Marx aveva notato come il rapporto K-L fosse asimmetrico tanto che ne fece l’icona di ogni rapporto di sfruttamento)
Il Paradosso dell’impresa capitalistica Soffermiamoci sul momento della nascita dell’economia come scienza e proviamo ad analizzare il fenomeno della modernità attraverso la nascita di una categoria tipica della modernità che è quella dell’individualità. (Nell’antichità, l’individuo esiste in funzione della communitas, dello Stato, poi di Dio).
Il Paradosso dell’impresa capitalistica Con l’emersione dell’individualità come categoria, c’è l’entusiasmo filosofico per la soggettività e l’entusiasmo politico dell’esperienza dei comuni. Finita tragicamente. Da Machiavelli in poi prevale la visione antropologica pessimista: la natura umana è perfida, volubile, ingrata, simulatrice, calcolatrice, invidiosa, accaparratrice…etc.
Il Paradosso dell’impresa capitalistica Da allora in poi al problema della relazionalità tra soggetti viene diffusamente proposta come soluzione il contratto sociale e privato (Hobbes e Smith) Non dobbiamo rinunciare alla dimensione della socialità, ma possiamo immunizzarci dai rischi legati all’irriducibilità dell’alterità, con il potenziale di sofferenza che questa comporta. il contratto diventa una forma e uno spazio di mediazione che assurge a nuova metafisica (come la trascendenza divina del Medioevo o lo Stato romano) per ottenere una relazionalità anonima e indiretta; sempre mediata.
Il Paradosso dell’impresa capitalistica nel premoderno l’impresa nasce a imitazione delle società militari e non risente delle teorizzazioni orizzontaliste del 900.
Il Paradosso dell’impresa capitalistica Coase (2001) nota che se i contratti fossero completi non avremmo bisogno dell’impresa. I teorici delle giustizia à la Rawls leggono l’impresa come patto sociale dietro il velo d’ignoranza.
Economia civile e reciprocità L’economia civile reagisce a una visione delle scienze sociali senza gratuità, fondate solo sul contratto Relazioni economiche normali nel mercato e gratuità possono coesistere La socialità non può essere relegata solo agli spazi di non-lavoro o non-mkt, peraltro sempre più angusti La visione basata sulla gratuità implica un’assunzione di rischio, la rinuncia all’immunizzazione del contratto, una sorta di anticipazione in conto perdite. È antitetica alla visione basata sul contratto. Altro paradosso: senza gratuità, non c’è genuina reciprocità.
Mercato capitalista vs Mercato civile Il contratto di equivalenti si fonda sul self-interest che l’individuo massimizza Mercato vs Società Immunitas L’impresa= piccola societas Il mercato è il luogo dell’esercizio delle virtù civili Non si ha separazione Mkt e Società Il principio di reciprocità fonda tutte le interazioni L’impresa=piccola communitas
Genovesi Motore dell’agire umano è l’interesse (inter-est) L’interesse non è l’U ma la felicità pubblica La felicità pubblica risulta dalla vita virtuosa (stessa radice di arte) La virtù è sociale, civile Le virtù civile edificano la fede pubblica Le persone, dunque, mosse dall’interesse individuale alla felicità (pubblica) senza volere contribuiscono alla costruzione della felicità pubblica, ovvero allo sviluppo civile La felicità ha natura paradossale: sono felice quando non penso a e non cerco di essere felice.
OMI: definizione L’attività svolta è parte essenziale dell’OMI (mentre per l’impresa capitalista cambiare settore o attività non è essenziale, essendo essenziale la ricerca del profitto) L’identità dell’OMI, per quanto in coevoluzione con storia e ambiente è essenziale e legata all’identità delle perone che esprimono nell’attività una motivazione intrinseca (mentre per l’impresa capitalista non si danno dimensioni vocazionali o di motivazione intrinseca) I membri a natura vocazionale dell’OMI sono meno reattivi ai segnali di prezzo rispetto ad altri membri meno motivati e vi stanno con funzione di sentinelle dell’identità e della qualità dell’organizzazione