Traumi cranici (cranio-encefalici)

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Transcript della presentazione:

Traumi cranici (cranio-encefalici) Eventi patologici a carico dell’encefalo causati dall’impatto con un agente esterno

Traumi cranici: definizioni In dipendenza del meccanismo e dell’agente traumatico si possono avere: Traumi cranici chiusi: dovuti allo scivolamento/rotazione di strutture a diversa densità (emisferi su tronco encefalico, effetto da contraccolpo) con integrità della scatola cranica Traumi cranici aperti: rottura degli involucri ossei e meningei, possibile fuoriuscita di materia cerebrale

Traumi cranici: definizioni Sulla base delle conseguenze cliniche del trauma si possono avere: Trauma cranico non commotivo (o minore) Nessuna perdita di coscienza, nessuna conseguenza organica sul SNC Traumi cranici commotivi: Lievi: punteggio GCS > 12 Moderati: punteggio GCS tra 9 e 12 oppure > 12 ma lesione di interesse chirurgico in TC Gravi: punteggio GCS < 9

Glasgow coma scale

Traumi cranici: epidemiologia Non commotivi: ignota Commotivi (dati USA): Lievi: 131/100.000/anno Moderati: 15/100.000/anno Gravi: 14/100.000/anno Più frequenti in età 15-25 anni, nel sesso maschile, nei residenti di piccole città Prima causa di morte nella fascia di età 15-25 anni

Traumi cranici: epidemiologia Cause di trauma cranico: Incidente stradale (50% traumi) Cadute accidentali o da lavoro domestico (20-30%, più frequenti in donne, bambini e anziani) Incidenti sul lavoro non domestico Arma da fuoco (12% traumi) Alcool concausa frequente

Lesioni primarie Focali: Diffuse: Fratture ossee Emorragie cerebro-meningee: Extradurale Subdurale acuto Subdurale cronico Subaracnoidea/intraventricolare traumatica Ematoma intraparenchimale traumatico Focolaio lacero-contusivo emorragico Ferite penetranti Diffuse: Danno assonale diffuso

Fratture ossee Possono essere prive di conseguenze o associate a danno di altre strutture o associate a penetrazione di materiale all’interno del parenchima con rischio infettivo Danno a carico dei nervi cranici Danno a carico dei seni paranasali Danno a carico orecchio interno Rinoliquorrea Spesso associate a sanguinamento esterno (otorrea, rinorrea..)

Fratture ossee Frattura orbita Frattura lineare Frattura affondata Frattura penetrante

Lesioni emorragiche Ematoma extradurale: Rottura arterie meningee, con aumento rapido componente ematica (emergenza NCH!!) Fenomeno dell’intervallo libero frequente Terapia chirurgica (evacuazione)

Lesioni emorragiche Ematoma subdurale acuto: Rottura vene “a ponte” o vene corticali Mortalità elevata (tendenza a riformarsi dopo intervento) Terapia NCH

Lesioni emorragiche Ematoma subdurale cronico: Più frequente > 60 anni e etilisti o terapia anticoagulante Traumi cranici minori Intervallo: settimane o mesi

Lesioni emorragiche Emorragia subaracnoidea posttraumatica Prognosi benigna con remissione sintomatologica completa (se isolata) nella maggioranza dei casi

Focolaio lacero-contusivo emorragico Lesione parenchimale emorragica, con necrosi Può comportarsi come un processo occupante spazio Non chirurgico, specie se multiplo

Danno assonale diffuso Danno diffuso a carico della giunzione tra corteccia e sostanza bianca e/o a carico del mesencefalo Solitamente prognosi grave Non chirurgico

Lesioni traumatiche secondarie Seguono di ore o giorni le lesioni primarie dirette - Edema cerebrale Focale o diffuso Aumento pressione intracranica Possibile erniazione - Idrocefalo - Danno anosso/ischemico Legato alle difficoltà respiratorie, in genere in fase acuta Legato alla rottura vasale Legato all’aumento pressione intracranica Legato a crisi epilettiche/stato di male epilettico

Possibili conseguenze cliniche Morte encefalica Stato vegetativo persistente Danno cognitivo permanente (demenza posttraumatica) Alterazioni neurologiche focali Epilessia posttraumatica Psicosi posttraumatica

Gestione trauma cranico moderato / grave Intubazione e sedazione su strada e ricovero in ambiente rianimatorio (prevenzione danno anossico secondario) Terapia chirurgica delle lesioni emorragiche Monitoraggio e trattamento dell’ipertensione endocranica Coma barbiturico Terapia antiedemigena Monitoraggio e trattamento dell’evoluzione neurologica EEG Potenziali evocati (somatosensoriali aa.sup., acustici precoci) Neuroradiologia seriata Monitoraggio/trattamento delle complicanze infettive e trofiche Decubiti Lesioni articolari Atrofia muscolare Trombosi venosa profonda

Traumi spinali Lesioni della colonna vertebrale e/o del midollo provocati dall’impatto con agente esterno

Traumi spinali: epidemiologia Incidenza: 15-40 casi/milione/anno Prevalenza delle lesioni permanenti: 800/milione abitanti Più frequenti nel sesso maschile e nella fascia di età 15-25 anni Secondo picco di incidenza nelle età avanzata, per traumi di minore entità, a causa della mielopatia spondilosica

Traumi spinali: conseguenze Frattura vertebrale amielica (non danno midollo spinale) Frattura vertebrale mielica (danno midollo spinale) Lesione cono/cauda, associato o meno a frattura Lesione midollare in assenza di frattura Ematoma epidurale/subdurale midollare (raro)

Fratture vertebrali Mielica Amielica

Lesioni midollari: sindromi Dipendono dalla sede del danno midollare e dall’estensione di questo Transezione completa Cervicale alta: tetraplegia, alterazioni respiratorie, disautonomia con ipotensione; anestesia con eccezione distretto cranico Cervicale bassa: paraplegia, danno periferico aa. sup., sintomi disautonomici, anestesia “a livello” Toracica: paraplegia e anestesia aa. inf. Lombare: lesioni periferiche aa inf., alterazioni sfinteriche ed erettive

Lesioni midollari: sindromi Sindrome spinale anteriore: danno motorio e sensitivo termico/dolorifico, con propriocezione mantenuta Sindrome spinale centrale: possibile quadro dell’”uomo nella botte” (danno motorio prossimale) Sindrome di Brown-Sèquard (emilesione): paralisi e perdita propriocezione ipsilaterale, anestesia termo-dolorifica controlaterale

Esiti tardivi (siringomielia posttraumatica)

Trauma spino-midollare: gestione Esistono unità operative specifiche (UNITA’ SPINALE UNIPOLARE) a gestione multidisciplinare (ortopedico, urologo, neurologo, neurochirurgo, fisiatra, psicologo) Stabilizzazione della lesione ossea (anche chirurgica) Trattamento chirurgico (es. evacuazione ematoma) se indicato Corticosteroidi ad alte dosi se compressione midollo Gestione danno sfinterico e prevenzione infezioni urinarie Gestione danno trofico cutaneo, osseo, muscolare ed articolare Terapia riabilitativa