ALTRUISMO azioni che un individuo può compiere a vantaggio di una o più persone senza aspettarsi alcuna ricompensa esterna concreta MA azione tesa a produrre.

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ALTRUISMO azioni che un individuo può compiere a vantaggio di una o più persone senza aspettarsi alcuna ricompensa esterna concreta MA azione tesa a produrre il benessere dell’altro non sempre chiara e univoca rispetto a come viene interpretata dai soggetti coinvolti Distinzione tra: 1) altruismo egoistico 2) altruismo altruistico

Probabile si verifichi condotta altruistica se: MODELLI TEORICI Sociobiologia: altruismo geneticamente fondato, basato su un meccanismo attraverso il quale il patrimonio genetico cerca di conservarsi e moltiplicarsi attraverso soggetti consanguinei (figli, fratelli, nipoti, ecc.), così che i geni buoni si accumulino di generazione in generazione  selezione di parentela (Hamilton, 1964) Probabile si verifichi condotta altruistica se: è a vantaggio di un individuo legato da stretto grado di parentela con il benefattore (alta comunanza di geni); prezzo pagato da chi si sacrifica è ripagato dal beneficio complessivo per la conservazione dello stesso patrimonio genetico nella generazione successiva Ma: non previsti e non spiegati atti altruistici vs. persone con cui non si hanno legami di parentela

Teoria dell’altruismo reciproco (Trivers, 1971): atto altruistico verso chi non è legato da vincoli di parentela è selezionato se: comporta un danno per il benefattore più basso del beneficio che ricava chi viene aiutato ci sono particolari condizioni che rendono probabile che il benefattore, o suoi successori, possano a loro volta essere oggetto di comportamenti altruistici da parte di chi è aiutato In generale: approccio sociobiologico non in grado di spiegare varietà e complessità di tutti gli elementi che entrano in gioco nel comportamento altruistico Teoria dell’apprendimento sociale: attenzione alle variabili ambientali e relazionali e allo studio dei processi alla base dell’assimilazione delle norme sociali Forme di comportamento prosociale: apprese osservando o imitando modelli del contesto sociale (es. genitori o altri adulti significativi) e rappresentano l’esito di rinforzi diretti

Rinforzo, modellamento e imitazione modelli Teoria dello sviluppo cognitivo (Kohlberg, 1973): studia strutturazione del pensiero e modo in cui il ragionamento si organizza Strutture cognitive non statiche, attraversano una serie di stadi sequenziali e si modificano, costituendo dei processi tesi a comprendere e attribuire significato a ciò che accade nel contesto sociale Bambini costruiscono proprie norme attraverso esperienze personali. No accettazione passiva di norme stabilite dall’esterno Rinforzo, modellamento e imitazione modelli input rielaborati cognitivamente e inseriti in sistemi di idee organizzati, che guidano elaborazione di informazioni successive e orientano il comportamento sociale Strutture cognitive fondamentali per sviluppo morale. No unico e univoco processo di interiorizzazione: livelli cognitivi che bambini e adulti sviluppano si trasformano ripetutamente nel corso della vita

Più moderna social cognition (anni ’80): mente sistema proattivo, in grado di agire e dar luogo a delle situazioni Sottolineato ruolo dei mediatori cognitivi sul comportamento  permettono al soggetto di raggiungere obiettivi, pianificando e valutando le proprie azioni Ricerche su ruolo dell’empatia e sensi di colpa  ampliato studi sul comportamento altruistico. Preso in considerazione aspetto affettivo oltre che quello relativo al comportamento manifesto. Analizzata connessione tra fattori cognitivi ed emotivi

Componenti dell’altruismo: a) individuali b) situazionali Dimensioni di personalità: no risultati soddisfacenti circa esistenza di un tratto di personalità altruistico. Ma: possibile evidenziare qualche costante  Persone altruiste sembrano avere: buona autostima, elevata competenza sociale, forte senso di responsabilità sociale e senso morale, buona accettazione di sé e alto locus of control interno Studiato quanto umore e stato d’animo possono incidere su propensione o meno ad attuare una condotta altruistica  quando aiutare qualcuno è un modo per rendere migliore proprio stato psicologico, si è disposti ad agire in tal senso. Maggior disponibilità all’altruismo quando si è di buon umore (good mood). Perché? Umore  attenzione selettiva  più accessibili alla memoria argomenti coerenti con lo stato d’animo positivo. Questi comprendono anche comportamenti sociali positivi

Motivazione egoistica Dimensioni affettive e cognitive: empatia = uno dei mediatori del comportamento altruistico Attivazione emotiva suscitata dall’osservare qualcuno in stato di disagio provandone simpatia e compassione (Hoffman, 1975, 2000). Associata a un processo cognitivo  capacità di assumere prospettiva di un’altra persona, provando uno stato d’animo analogo al suo e riuscendo a comprenderne le necessità. Questa capacità fa sì che sia probabile intervenire in aiuto di chi si trova in condizioni difficili; spiega anche motivo per cui le persone aiutano più facilmente coloro che riconoscono come più simili a sé Dall’empatia può derivare disagio empatico  malessere dovuto al fatto di veder soffrire un altro essere umano Si aiuta chi soffre per ridurre propria tensione Motivazione egoistica