MASTER DI PSICOLOGIA GIURIDICA direttore. Prof. G. Sartori

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Transcript della presentazione:

MASTER DI PSICOLOGIA GIURIDICA direttore. Prof. G. Sartori Padova 6 giugno 2015 Dottor Rubens De Nicola Psichiatra Psicoterapeuta Consulente di Tribunale e Corte d’Appello 1

ALIENAZIONE PARENTALE da alcuni anni, una certa corrente di pensiero in campo psicologico (Gardner), ha definito situazioni relazionali, fortunatamente poco frequenti e di diversa intensità nella dinamica della separazione di coppia, condensandole in tale dinamica, ha quindi conferito crismi di patologicità ad un aspetto, soprattutto comportamentale e reattivo, attuato da personalità mal strutturate e connotate. 2

Si tratta di situazioni specifiche realizzate dalla conflittualità tra genitori, con il frequente coinvolgimento delle rispettive famiglie di origine, condizione che a sua volta determina, nel bambino trovatosi tra due fronti in conflitto, il rifiuto ad incontrare uno dei genitori. 3

Secondo Gardner, il genitore "preferito" sarebbe colui che cerca di delimitare l'altro genitore escludendolo dalla vita del bambino, nascerebbe così nel minore la alienazione parentale, il bambino divide i genitori uno amato (buono) ed uno odiato (cattivo), ovvero alienato, il genitore cosiddetto bersaglio. 4

La Alienazione Parentale troverebbe genesi allorchè vi è collusione tra uno dei genitori, o tra i genitori ed il figlio o i figli. 5

La collusione si verifica nell'ambito di una relazione interpersonale, nell'accezione di intesa, inconscia e non ammessa, di gioco comune inconscio, tra due o più persone, in questo caso tra genitori e figli. 6

Coloro che vi sono invischiati vi ricorrono e la mantengono a fini di difesa e di superamento delle angosce e dei sensi di colpa da cui sono accomunati. 7

Attraverso la collusione le parti in gioco si sentono ineluttabilmente connesse le une alle altre è questa una delle premesse fondamentali al suo verificarsi (dal latino colludere, giocare insieme) 8

Altro elemento fondamentale per lo sviluppo della Alienazione Parentale è la presenza nel bambino del cosiddetto conflitto di lealtà o di fedeltà. 9

De Nicola 2003 – 2004 – IPSOA In genere si tratta di situazioni in cui il bambino per una sorta di predisposizione individuale orientata alla difesa di sè e del genitore vissuto come buono reagisce con rabbia alla separazione dei genitori ed indirizza la reazione aggressiva verso colui o colei dei genitori che nel corso dell’esistenza ha percepito o vissuto come più lontano meno presente nella sua vita affettiva 10

verso il genitore che ha ritenuto responsabile dell’evento traumatico verso il genitore che è stato più impegnato nell’attività professionale o comunque più attratto da interessi esterni alla famiglia o con il quale ha un legame sicuro. 11

Si tratta quasi sempre di bambini che hanno avuto un rapporto preferenziale con uno dei genitori. Questi bambini fanno una scelta rinunciataria 12

Scelgono per sopravvivere, per conservare un pur fittizio, apparente equilibrio psichico, il genitore di cui pensano di non poter fare a meno o che temono di perdere. 13

si tratta di bambini che non si sentono garantiti, che non hanno certezza assoluta dell’affetto del genitore alienante e si votano completamente a quest’ultimo oppure minori che tendono ad assumere una sorta di indebito comportamento protettivo rispetto al genitore alienante invischiati come sono in un profondo conflitto di lealtà. 14

Ne scaturisce un quadro davvero drammatico, scandito da situazioni di profonda sofferenza per il bambino, sia nel momento in cui è immerso nel conflitto di fedeltà, sia nel momento in cui viene liberato da questa condizione, meritevole di uno studio attento e di reale comprensione oltre che della consapevolezza da parte di entrambi i genitori. 15

IL TECNICO PUÒ TROVARSI DI FRONTE A UN BAMBINO CHE DENIGRA IL GENITORE ALIENATO O MANIFESTA COMPORTAMENTI AGGRESSIVI REATTIVO OPPOSITIVI NEI CONFRONTI DEL GENITORE 16 16

COMPORTAMENTI INAUTENTICI CHE NON RISPECCHIANO LA REALE VOCAZIONE INTERNA E PROFONDA DEL BAMBINO E SONO CONSEGUENZA DI DINAMICHE SCISSIONALI PREOCCUPANTI SUL PIANO PSICHICO 17

IN QUESTO CASO DIVIENE FONDAMENTALE INTERVENIRE CON TEMPESTIVITÀ SUL PIANO TECNICO FAVORENDO GLI INCONTRI IN SPAZIO NEUTRO. 18

LA PSICOTERAPIA PUÒ RAPPRESENTARE SOLO UN SOSTEGNO E NON PUÒ SOSTITUIRSI ALLO SPAZIO NEUTRO 19

FONDAMENTALE INTERROMPERE L’AZIONE ALIENANTE DEL GENITORE COMPRENDENDONE LE STRATEGIE ALIENANTI CHE SPESSO SI CONCRETIZZANO NEL TRASFERIMENTO DEL DOMICILIO IN ALTRO PAESE O NELLO SPOSTARE L’ISCRIZIONE AD ALTRA SCUOLA 20

LA PIENA COLLABORAZIONE TRA AVVOCATI PERITI E MAGISTRATI ATTRAVERSO IL RICORSO A SANZIONI AMMINISTRATIVE E PENALI. 21

L'ALIENAZIONE PARENTALE SI SVILUPPA SOLO SE VI È COMPLESSO DI FEDELTÀ CHE NE RAPPRESENTA IL PRESUPPOSTO PRINCIPALE 22

IL PASSAGGIO DAL CONFLITTO DI FEDELTÀ ALLA ALIENAZIONE SI STRUTTURA E CONSOLIDA ATTRAVERSO UNA FASE DI VERA E PROPRIA SOFFERENZA PSICHICA IN GENERE CARATTERIZZATA DA CRISI D’ANSIA O SINTOMI PSICOSOMATICI O AGITI AUTOAGGRESSIVI 23

Nella alienazione il bambino o il giovane assume un atteggiamento stereotipato ripetitivo automatico inautentico Si esprime attraverso un linguaggio inappropriato e stonato. 24

Nel processo di crescita viene a mancare lo sviluppo, che dovrebbe essere libero, della capacità di critica, di giudizio, degli aspetti più rilevanti della Funzione Riflessiva in quanto è compromessa l’autonomia del giovane in formazione, così privo di discernimento. 25

viene perpetrato un danno grave all'evoluzione formativa. Il minore viene a trovarsi in una posizione psicologica di sudditanza assai simile per intenderci a quella ben conosciuta dai Magistrati penali attinenti a quei soggetti facilmente circonvenibili per deficienza o per fragilità psichica. 26

L’aspetto positivo e peculiare di questo anomalo sistema relazionale che come lo stalking o il mobbing possiamo definire malato è rappresentato, contrariamente ai sopracitati dalla sua repentina scomparsa qualora il genitore programmante modifichi il proprio atteggiamento interrompendo la cosiddetta fase di programmazione. 27

In questo caso si possono avere due diverse condizioni: 28

se il genitore alienante è convinto al proprio interno, in modo autentico e sincero della necessità del figlio di avere rapporti affettivi con entrambi i genitori (resipiscenza), allora l'alienazione si risolve ed il bambino è assolutamente libero e spontaneo nell'espressione dei sentimenti. 29

In questo caso il conflitto di fedeltà regredisce ed il minore esce dallo stato di alienazione attraverso un meccanismo immediato, per crisi e non per lisi attraverso un episodio di ansia. 30

Se invece l’alienante per convenienza strategica o per il particolare andamento della CTU ritiene di dover fare un passo indietro per cui, in assenza di reale convincimento autorizza sul piano comunicativo il figlio alla frequentazione dell'ambiente dell’altro, ma senza un convincimento autentico e profondo: 31

allora il bambino ricomincia a frequentare l'altro genitore, ma rimane nella sfera di sudditanza dell’alienante ed in qualsiasi momento può riproporsi l’alienazione. 32

La regressione qualora si verifichi sarà per lisi quindi progressiva. 33

In questo caso il bambino manifesterà comportamenti affettuosi verso l'altro solo allorché l'attenzione sarà ridotta, prima di addormentarsi, al risveglio, in momenti di particolare intensità ed intimità affettiva con il genitore e in assenza dell’alienante. 34

A questo punto diventa importante regolamentare in senso riduttivo la presenza del genitore alienante 35

in entrambi i casi il bambino mette in atto un meccanismo di negazione e rimozione per cui riprende i rapporti con il genitore alienato come se nulla fosse accaduto. 36 36

L’alienazione viene superata e si scioglie come neve al sole salvo ricongelarsi al momento opportuno. 37

Si comporta come colui che nasconde la polvere sotto il tappeto ricorrendo a meccanismi che nel futuro potrebbero favorire il cosiddetto ritorno del rimosso. 38

Questo il danno che viene causato: vi sono bambini che riprendono i rapporti con l’altro genitore dopo anni rinunciando ad una parte importante della loro vita affettiva. 39

Sono bambini che manifestano aspetti patologici di falso Sé, evidentemente indotti dal genitore alienante. 40

Tali aspetti personologici anomali sono di difficile trattazione in quanto i soggetti ne evitano l’elaborazione mantenendo lo stimolo irritativo. 41

In questo caso è importante l’aspetto elaborativo della psicoterapia. 42

PROFILO ALIENANTE 43

Tendono a reagire alla sofferenza mediante meccanismi difensivi di Negazione Rimozione Spostamento Proiezione Identificazione proiettiva 44

CON AGGRESSIVITÀ DISTRUTTIVA E RIVENDICATIVA DIRETTA E AGITA NEI CONFRONTI DEL CONIUGE 45

IL GENITORE MANIPOLATORE NON PERCEPISCE IL DANNO ARRECATO DAL PROPRIO INCAUTO COMPORTAMENTO ALLO SVILUPPO DEL BAMBINO 46

STRUMENTALIZZA IL FIGLIO NEL TENTATIVO DI RIDURRE LE PROPRIE INSOPPORTABILI ANSIE DI PERDITA PER EVITARE A SCOPO DIFENSIVO IL RAPPORTO CON IL DOLORE SOSTITUITO DA SENTIMENTI DI RABBIA E RIVENDICAZIONE NEI CONFRONTI DEL PARTNER 47

TALVOLTA ADDIRITTURA SOSTITUITO QUALE MODELLO GENITORIALE DA ALTRA FIGURA ESTERNA ALLA FAMIGLIA O APPARTENENTE ALLA PROPRIA FAMIGLIA D’ORIGINE 48

ANALOGO COMPORTAMENTO PUÒ ESSERE DETERMINATO DA UN INTENSO SENTIMENTO DI GELOSIA NEI CONFRONTI DEL NUOVO PARTNER DELL'ALTRO, CHE SPESSO È IDENTIFICATO IN UN SOSTITUTO DI SÉ 49

Se gli amici i parenti il legale cercano di mitigare il comportamento competitivo e paranoicale oppure si dimostrano apertamente contrari alle scelte comportamentali vengono allontanati o sfiduciati 50

Personalità che trasformano il conflitto di coppia in una sorta di disputa finalizzata alla determinazione del proprio potere personale, in totale assenza di adeguatezza e buon senso. 51

Gli alienanti mediante evidenti contraddizioni inquietanti rivelazioni su base interpretativa e talvolta non aderenti alla realtà, egoistici utilitarismi ed arroccamenti su rigide posizioni di contrapposizione, si fondano con meccanismo identificativo- fusionale con i figli… 52

apparentemente posti in posizione di privilegiata attenzione, in verità irresponsabilmente strumentalizzati in funzione antigenitore sviliti a terreno di contesa ed invischiati in un distruttivo conflitto dalle caratteristiche psico-giuridiche, inequivocabili e specifiche, di cui gli stessi portano i signa a discapito evidente del loro supremo interesse. 53 53

PROFILO GENITORE ALIENATO 54

L'attenzione valutativa di chi osserva deve essere rivolta anche alle figure del genitore alienato, il quale entra nella relazione interpersonale con modalità collusive, mediante una sorta di atteggiamento-comportamento intriso di complicità inconsapevole 55

In genere trattasi di personalità apparentemente passive, scarsamente emancipate dalla famiglia originaria, incapaci di sopportare la frustrazione cui tendono a reagire con aggressività dapprima coartata e contenuta, poi espressa attraverso via alternativa 56

sinceramente legate alla prole e rispettose dei bisogni di questa, ma non altrettanto sensibili rispetto ai bisogni protettivi o affettivi dell'altro genitore, rigide sia in questa posizione 57

tendente a responsabilizzare l'altro nella gestione familiare, con scarso riconoscimento delle doti dell'altro che tendono a svalutare, sia nella contrapposizione di quella che vivono come una sorta di mortificazione, condizione che come tale viene a delinearsi in realtà. 58

L’alienato non vede più il figlio 59

L'obiettivo finale delle relazioni malate qui come nello stalking e nel mobbing è la mortificazione della vittima, svilita nella sua dignità. Si sviluppa una sorta di gioco drammatico e patogenetico tra carnefice e perseguitato. 60

Ebbene in questi casi ritengo sia inappropriato e sconsigliabile perché dannoso per il minore il comportamento di quei genitori che, una volta alienati tendono a sottrarsi alla relazione con il figlio. 61

Essi rendono reale, concretizzano il progetto alienante, reale fonte di frustrazione nei riguardi della sfera affettiva del minore, mentre devono limitarsi ad uscire dal conflitto con controparte aderendo a tutti i progetti che garantiscono pur minima, ma regolare frequentazione del figlio. 62