Relatività 1. La relatività dello spazio e del tempo (1)
1.0 Introduzione La relatività studia come vengono modificate le grandezze e le leggi fisiche per osservatori in movimento l’uno rispetto all’altro. I primi studi di relatività sono dovuti a Galileo (XVII secolo): lo spazio e il tempo sono grandezze assolute, cioè il risultato della loro misura è lo stesso per tutti gli osservatori. La relatività einsteiniana (XX secolo) giunse alla conclusione che spazio e tempo sono grandezze relative, cioè il risultato della loro misura dipende dall’osservatore.
1.0 Relatività galileiana Le relazioni tra le coordinate spazio-temporali di un evento misurato dai due osservatori sono Composizione delle velocità: u’ = u - v Trasformazioni galileane (fisica classica) Consideriamo due osservatori S e S’ in moto rettilineo uniforme (inerziali) uno rispetto all’altro. In particolare, S’ si muova con velocità costante v lungo l’asse x.
1.1-2 La velocità della luce e l’etere I fisici erano convinti dell’esistenza di un fluido, chiamato etere, che, riempiendo tutto l’Universo, permette alla luce di propagarsi: la velocità della luce ha il valore c solo nel sistema di riferimento dell’etere. L’esperimento di Michelson e Morley (1887) dimostrò che l’etere non esiste e il valore di c è lo stesso in tutti i sistemi di riferimento. Contraddizione con la meccanica classica (trasformazioni di Galileo): u’ = u – v
1.4 Assiomi della teoria della relatività 1.Le leggi e i princìpi della fisica hanno la stessa forma in tutti i sistemi inerziali 2.La velocità della luce è la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dal moto del sistema stesso o della sorgente da cui la luce è emessa Per risolvere le contraddizioni tra meccanica ed elettromagnetismo e convinto che il tempo assoluto non esiste, Einstein propose di rifondare la fisica partendo da due assiomi (1905):
1.5 La simultaneità Def. I fenomeni F 1 e F 2 (che avvengono nei punti P 1 e P 2 ) sono simultanei, se la luce che essi emettono giunge nello stesso istante in un punto P equidistante da P 1 e P 2. Sulla base dell’invarianza della velocità della luce, il giudizio di simultaneità è relativo: due eventi che risultano simultanei in un dato sistema di riferimento, non lo sono in un altro che si muove rispetto al primo (es. e fig. 1.6). Di conseguenza, non è possibile definire un tempo assoluto, che “scorra” eguale per tutti gli osservatori.