Gli strumenti finanziari derivati e il rischio di impresa ECONOMIA AZIENDALE Gli strumenti finanziari derivati e il rischio di impresa Classe IV ITC Luca Pacioli Grasso Giovanni
Gli strumenti finanziari derivati Potenziale distruttivo Né buoni Proprietà salvifiche Né cattivi
Ma perché si chiamano derivati? Perché il loro valore deriva dal bene sottostante rispetto al quale presentano un rapporto di leva che consente di assumere posizioni rilevanti di rischio o di copertura con piccoli nozionali di investimento.
Da cosa è dato il rapporto di leva? ∆= attività sottostante / derivato Esempio: 1000 azioni (attività sottostante) possono essere sottoscritte con 100 warrant (derivato), quindi la leva è 10. Il capitale per investire in 100 warrant è necessariamente inferiore a quello necessario per acquistare 1000 azioni. I derivati, diversamente dai beni materiali, possono essere creati e scambiati senza restrizioni. Dal rapporto di leva si evince che il derivato è più rischioso e volatile del sottostante.
Le funzioni dei derivati Funzione di copertura dei rischi; Funzione di arbitraggio; Funzione speculativa.
I derivati sono molto diffusi…perchè? Motivi della diffusione: I derivati sono contratti standardizzati; Vantaggi dell’effetto leva; Elevati profitti generabili dai Market Maker.
I derivati vengono trattati nei mercati Non regolamentati o Over the counter (OTC) dove si stimano in 670.000 miliardi di $ Regolamentati : in Italia sono negoziati nell’Italian derivates market (IDM) in cui sono presenti più di 20 market marker
Classificazione dei Derivati: criterio… Della liquidità: Vanilla Esotici Della simmetria: Simmetrici Asimmetrici Per il TUF:7 tipologie in base al sottostante: Merci Crediti Valute Rendimenti Tassi di interesse Indici finanziari Valori mobiliari. Classico: Opzioni, future, swap
Opzioni: definizione L’opzione è un contratto a termine mediante il quale un contraente, dietro pagamento di un premio alla controparte, acquista (l’opzione, ovvero) il diritto ma non l’obbligo di potere acquistare o vendere dei beni a un prezzo predeterminato entro una data scadenza (opzione americana) o a una scadenza prefissata nel contratto (opzione europea).
Elementi dell’opzione che si desumono dalla sua definizione Nelle options distinguiamo un compratore o detentore della option e un venditore della option. Il premio; Il Sottostante; Scadenza o data di fine contratto; Prezzo di esercizio (strike price).
Il valore intrinseco delle opzioni: Strike price-valore sottostante = Perdita/guadagno L’opzione è detta: In-the-money: quando il suo esercizio consente al suo detentore un guadagno; At-the-money: quando strike price e prezzo a termine di mercato coincidono; Out-the-money: quando il suo detentore non ha convenienza ad esercitarla.
La classificazione fondamentale delle opzioni Opzioni call Opzioni put
L’opzione call: definizione L’opzione call attribuisce al suo detentore il diritto ad acquistare il sottostante allo strike price.
Un caso di acquisto call Supponiamo che la nostra attività consista nell’acquistare grano per ricavarci la farina da rivendere, tuttavia, eventi imprevisti (siccità, incendi, ecc.) potrebbero determinare un forte aumento dei prezzi. Per tutelarci possiamo acquistare dai coltivatori il diritto di comprare una determinata quantità di grano (ad es., 100 q) a una certa data (ad es., dicembre 2010) a un certo prezzo (ad es., 9€ al q) pagando un dato importo (premio, ad es. 0,5€ al quintale) che ci consente anche di non dare esecuzione all’accordo. Vediamo che cosa può succedere alla data di scadenza: Se il prezzo del grano aumenta fino a 12€/q, è conviene esercitare l’opzione, acquistando il sottostante a 9€; Se il prezzo del grano scende a 8€/q, non esercitiamo il diritto.
Prospettiva delle parti nella call e perdite asimmetriche Chi acquista una call pensa che a termine il sottostante valga di più; La massima perdita razionale del detentore della call è quindi pari al premio corrisposto. Chi vende la call ritiene che a termine il valore del sottostante diminuirà, in caso contrario deve consegnare il sottostante e subire la perdita. La massima perdita sopportata sarà pari alla differenza tra strike price e valore di mercato, considerato anche il premio incassato.
L’andamento della call Il valore di questa opzione cresce al crescere del valore di mercato del sottostante senza incontrare alcun limite
L’opzione put L’opzione put attribuisce al suo detentore il diritto a vendere, ad una certa scadenza, il sottostante allo strike price.
Una opzione put Se vogliamo assicurarci da possibili variazioni del prezzo delle nostre pesche, acquistiamo un’opzione put che ci da il diritto a vendere, ad es. 100 q di pesche, a un prezzo prefissato (ad es. 70€ al q) a una certa scadenza (ad es. dicembre 2010), pagando un premio (ad es. 1,5€ x 100q) di 150€ …alla scadenza: 1- Se il prezzo di mercato è 60€, possiamo vendere il nostro raccolto sempre a 70€; 2- Se il prezzo di mercato è, ad es. 80€, eviteremo di esercitare l’opzione vendendo il raccolto al prezzo di mercato.
La prospettiva dell’acquirente della put Chi acquista un’opzione put è un ribassista che, tutelatosi pagando il premio, intende acquistare alla scadenza il sottostante da consegnare per la vendita, che però avverrà allo strike price.
L’andamento del valore della put La differenza tra strike price e (zero) valore del sottostante rappresenta il limite massimo del guadagno e anche il valore intrinseco dell’opzione put
Perché le imprese dovrebbero detenere le opzioni? Per bilanciare il rischio, il derivato, nella specie l’option, deve presentare dinamiche di rischi uguali e contrari. Ad es., il rischio di mercato connesso alla detenzione di una azione può essere annullato detenendo un’opzione put che consente di venderla a un prezzo definito.
Mercati a termine Le negoziazioni avvengono per consegna futura. Tutti gli elementi della transazione sono stabiliti definitivamente al momento della stipulazione.
Il future E’ un contratto a termine mediante il quale due operatori si scambiano un bene determinato, stabilendone la liquidazione a una data futura e a un prezzo pattuito al momento della stipulazione del contratto.
Le aspettative di chi compra o vende il future: copertura dei rischi L’acquisto di un future corrisponde a un'aspettativa rialzista del prezzo del sottostante, per cui se si è costretti a comprare a termine, una certa materia prima, la perdita viene compensata dall’acquisto di un future. La vendita di un future corrisponde a un'aspettativa di ribasso del prezzo del sottostante, viceversa si ha una perdita.
La quotazione di mercato è parametrata al prezzo del sottostante. II movimento minimo di prezzo è denominato tick, e in funzione dei suoi movimenti si determinano i differenziali di rendimento
Caratteristiche generali del future È un contratto standardizzato; E’ simmetrico; Si conclude in modo differenziale tramite la Cassa di compensazione e garanzia.
I principali contratti futures Commodities futures Interest rate futures Currency futures Stock index futures
Swap Flessibile e variamente strutturabile, lo schema contrattuale di base, dello swap, vede due soggetti che, con l’eventuale intermediazione di una banca, si scambiano a termine i flussi provenienti da due strumenti finanziari o il differenziale che si determina tra questi flussi o sui capitali di riferimento.
Il credit default swap (CDS) Si compone del rischio di credito e del flusso certo di pagamento a scadenza. Il CDS trasferisce il rischio di credito di un’attività sottostante dall’acquirente di protezione al venditore di protezione che garantisce il credito se un evento si verifica (tipicamente si tratta del mancato pagamento del debitore principale) ricevendo una percentuale del valore nominale del contratto.
Il credit-linked notes Sono strumenti di debito con incorporato un CDS. L’acquirente di protezione emette un titolo collegato ad un sottostante. Il venditore di protezione acquista le obbligazioni in cambio di un flusso di interessi fissi o variabili.
Il rischio tasso di interesse e Swap E’ la possibilità che variazioni dei tassi di mercato producano variazioni indesiderate sul costo della struttura del passivo o della remunerazione della parte dell’attivo di un’impresa. Esistono numerose tipologie di IRS, fra le quali la plain vanilla Swap: il contratto stabilisce che i flussi vengano calcolati su un nozionale di 1Mln€ ogni 3 mesi, allo scadere di ciascun periodo vengono rilevati il tasso di interesse fisso e quello variabile. Supponendo che a tale data la gamba fissa valga il 3% e quella variabile il 2,5%, si rileva che l’acquirente dello Swap (chi corrisponde il tasso fisso) deve pagare al venditore: 1Mln€ x 3% x (90/360) = 7.500€, mentre deve ricevere dal venditore: 1Mln€ x 2,5% x (90/360) = 6.250€, per la qual cosa il flusso trimestrale si risolverà nel pagamento del differenziale (7.500 – 6.250 = 1.250€) dall’acquirente al venditore
Cap Il cap è un'opzione che garantisce al compratore, a fronte del pagamento di un premio, il diritto di pagare un tasso massimo predefinito (prezzo di esercizio o strike), quindi può essere visto come un'assicurazione contro il rialzo dei tassi d'interesse, tanto che l'acquirente riceverà dalla controparte un importo pari alla differenza, se positiva, tra il tasso vigente e il tasso strike. Il tasso di riferimento preso in considerazione sarà un tasso a breve termine.
Il floor L’acquisto del floor garantisce, a fronte del pagamento iniziale di un premio, il diritto di ricevere un tasso minimo predefinito (prezzo di esercizio o strike), quindi può essere visto come un'assicurazione contro il ribasso dei tassi d'interesse, tant’è che l'acquirente riceverà dalla controparte un importo pari alla differenza, se positiva, tra lo strike e il tasso vigente. Anche in questo caso il tasso di riferimento è un tasso a breve.
Swap e copertura dei rischi di cambio Le banche che intermediano risorse finanziarie di differenti valute possono facilmente bilanciare le posizioni di due soggetti che presentano dinamiche di rischio esattamente opposte, dietro pagamento di commissione.