1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 3 ottobre  Roma 24 settembre- 12 dicembre 2012  C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti (inclusi.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I mercati finanziari -Caratteristiche funzioni e attori - definizione di bolla speculativa -l’integrazione dei mercati finanziari nell’area dell’euro.
Advertisements

La crisi Irlandese Relazione eseguita da: Valeria De Santis
I rapporti economici internazionali Liberismo e protezionismo
La moneta, le banche e l’inflazione Le funzioni della moneta
Origine e diffusione della crisi subprime
ACFfin - Scenari M2 - Marotta - 20/12/20051 Rajan (2005): maggiori incentivi per un maggiore rischio finanziario? Fattori di cambiamento nelle transazioni.
A cura di : Marco Sala Samuele Pirovano
RISPARMIO.
SISTEMA ECONOMICO Insieme degli operatori economici che cooperano su un determinato territorio per risolvere il problema economico.
SISTEMA ECONOMICO Insieme degli operatori economici che cooperano su un determinato territorio per risolvere il problema economico.
LO STATO NEL SISTEMA ECONOMICO
Finanza : Passato, Presente e Futuro
Alcuni problemi della politica economica nellepoca della globalizzazione Fedele De Novellis Parte II 10 marzo
Focus 4 Il patto di stabilità e crescita.
Sistema di contabilità nazionale
1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 1 ottobre Roma 24 settembre- 12 dicembre 2012 C.d.L magistrale: Comunicazione dimpresa 2° anno 9 crediti (inclusi crediti.
Lezioni di macroeconomia Lezione 3.
Finanza Internazionale e Crescita dei Paesi in via di sviluppo
Lindustria Italiana Una breve sintesi Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni.
1 Crisi delle banche - punti di vista e prospettive Il meccanismo dei prestiti immobiliari a) – sistema tradizionale mutuatario banca Gli effetti dellinadempimento.
neocolonialismo Alla fine della seconda guerra mondiale
LA CRISI DEI MUTUI SUBPRIME
Il dibattito sulle cause della crisi asiatica Il punto di vista di Radelet e Sachs.
Globalizzazione: la “governance” dello sviluppo economico
REDDITO DI EQUILIBRIO NEL BREVE PERIODO
Dalla Lira all’ €uro, la moneta unica di fronte alla crisi dell’economia europea e mondiale
“Rappresentare qualche aspetto della realtà economica con una metafora che tende ad individuare soggetti simili, per aspetti produttivi o altro, raggruppati.
AMERICA: LA CRISI DEL 1929 Porro Giulia 3°C RIM.
Le banche, l’Eurosistema e la politica monetaria
La moneta, le banche e l’inflazione Le funzioni della moneta
L’INTRODUZIONE DI TEORIE KEYNESIANE NELLA POLITICA ECONOMICA AMERICANA
Gli effetti di una bolla speculativa mondiale
Risparmio, investimento e sistema finanziario
Istituzioni di economia
Il Ruolo dei Promotori Finanziari nei momenti di turbolenza dei Mercati. Milano, 30 Settembre 2009 CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO Corso Venezia, 47 - MILANO.
L’economia mondiale tra sviluppo e crisi
La crisi dei Sub -prime. Inizia nel 2007 come crisi finanziaria, poi colpisce l’economia reale Rappresenta l’effetto dei tentativi di trasformare il credito.
Il pericolo deflazione
1) Il vicolo cieco della crisi Il vicolo cieco della crisi 2) I criteri di cui dovrebbero tener conto le banche per i prestiti I criteri di cui dovrebbero.
Lo schema di questa relazione
1 Controversie e conflitti le regole concorrenza stato programmazione monopolio mercato liberismo.
Uno sguardo al futuro 24 maggio Uno sguardo al futuro 24 maggio dal 1969 al 1995 Pensione = sussidio per il cittadino che non è più in.
1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 1 ottobre 2014  Roma 23 settembre- 10 dicembre 2014  C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti (inclusi.
I processi di finanziamento
Capitolo 1 Introduzione
Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © Capitolo 5: L’economia aperta Capitolo 5 L’economia aperta.
IL DEBITO ESTERO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO Relazione di: Biassoni Matteo Falbo Alessandro.
Le politiche economiche regionali negli Stati membri: il caso dell’Italia Corso di Politiche Economiche Regionali Prof. Cristina Brasili A.A
LA CRISI DELL’EUROZONA APPUNTI SU UNA CRISI TUTTA DA CAPIRE.
LO STATO NEL SISTEMA ECONOMICO
Domanda e offerta di moneta
La moneta e il suo valore
1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 30 ottobre 2012  Roma 24 settembre- 12 dicembre 2012  C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti (inclusi.
Economia politica per il quinto anno
La crisi finanziario - economica contemporanea: radici remote e recenti.
IL POTERE DEI GIGANTI PERCHÉ LA CRISI NON HA SCONFITTO IL NEOLIBERISMO COLIN CROUCH.
L’economia e il mondo.
La Finanza Etica per l’Impresa Sociale Respet – 22 giugno 2007 La finanza internazionale Andrea Baranes
1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI  Roma 7 OTTOBRE 2015  Il 15 ottobre (e anche il 16 didattica sospesa Evento ottobre Maker Faire alla città universitaria)
L’ equilibrio del mercato dei beni: applicazioni Istituzioni di Economia Politica II.
1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 24 ottobre  Roma 24 settembre- 12 dicembre 2012  C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti (inclusi.
PRODOTTO E REDDITO NAZIONALE Prof. Fabio Asaro. TRA LE GRANDEZZE AGGREGATE PIU’ IMPORTANTI ELABORATE DALLA CONTABILITA’ ECONOMICA NAZIONALE CI SONO.
Moneta e prezzi nel lungo periodo Questo è il primo di due argomenti che riguardano moneta e prezzi nel lungo periodo. Il primo descrive cosa è la moneta.
Introduzione all’azienda Corso di Economia ed Organizzazione Aziendale I.
La crisi del 1929 e le sue conseguenze in Italia Rita D’Errico Università di Roma Tre.
L’INTERVENTO PUBBLICO NELL’ECONOMIA Prof. Fabio Asaro.
Finanziarizzazione di asset immobiliari Per finanziarizzazione di asset immobiliari si intendono particolari operazioni poste in essere dai proprietari.
La “Grande depressione” e la “Grande recessione” Una comparazione PROF. RICCARDO FIORENTINI.
Copyright © 2012 Pearson Prentice Hall. All rights reserved. PART ONE INTRODUCTION Introduzione.
Transcript della presentazione:

1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI 3 ottobre  Roma 24 settembre- 12 dicembre 2012  C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti (inclusi crediti Laboratorio) Orario: lunedì Sani magna Martedì 11-14“ Mercoledì 9-11“   Stanza 111 (ex B4) Via Salaria113, tel.: ricevimento mercoledì

2 Joseph E. Stiglitz Bancarotta L’ECONOMIA GLOBALE IN CADUTA LIBERA COME NASCE UNA CRISI Giulia Ferrazzani Sistemi Organizzativi Complessi – Piera Rella

3 Chi è Stiglitz  Economista keynesiano  Nobel per l’economia  Ha lavorato nella Banca Mondiale dove si è interessato delle crisi dei Pvs → quando la crisi colpì paesi periferici ci si preoccupò più di salvare le banche occidentali, che la vita degli abitanti delle nazioni colpite  È stato consulente di Clinton  Si autodefinisce riformista di centro, ma si dichiara deluso da Obama che ha fatto peggio di Clinton, continuando in molte cose la politica di Bush

4 Economia globale in pieno squilibrio Mercato deregolamentato inondato di liquidità:  Tassi di interesse bassi  Bolle speculative →prezzi petroliferi, titoli tecnologici, quotazioni borsistiche → bolla immobiliare (2007) ↓ Aumento sconsiderato della concessione di mutui subprime, ma soprattutto ↓  Disavanzo fiscale e commerciale negli Usa  Ingenti riserve di dollari in Cina

5 Prima dello scoppio della bolla immobiliare Tassi di interesse bassi + Necessità di aumentare i consumi → Mutuatari: consumi agevolati ↔ Regolamentazione troppo permissiva Prestiti: indice di rispar- mio pari allo zero Mutuanti: enormi profitti da spese e commissioni sempre più alte

6 Dopo lo scoppio della bolla immobiliare Crollano i prezzi delle case Economia dissestata Viene meno la fiducia alla base del sistema bancario Congelamento dei mercati creditizi Valore del mutuo residuo superiore a quello della casa: crolla la domanda e persone senza casa 2/3 del Pil legati al settore immobiliare I mercati creditizi globali cominciano a sgretolarsi Cedimento della domanda e tracollo della produzione

7 Il sistema bancario FUNZIONI PRINCIPALI A.Fornire un meccanismo di pagamenti che faciliti le transazioni, B.Evitando guadagni facili imponendo forti costi C.Valutare, gestire il rischio e concedere prestiti in modo da:  Poter restituire i soldi dei depositanti  Permettere alle Pmi di investire

8 Il processo di cartolarizzazione Tramuta una attività finanziaria indivisa – per esempio, un credito – in una attività divisa e vendibile, cioè in titoli. Questi titoli sono poi venduti a investitori privati o istituzionali, e così la banca rientra dei soldi prestati ai mutuatari. La banca, oltre al vantaggio di mobiliz- zare quelle attività poco liquide, si viene a spogliare anche del rischio legato a quei mutui: il rischio è passato agli investitori.

9 Caccia ai colpevoli  Le società di credito immobiliare hanno collocato mutui esotici (Strumenti derivati, creati dagli ingegneri finanziari, che consentono margini di intermediazione molto più elevati di quelli sui prodotti standard).  Le banche hanno acquistato i mutui, li hanno riconfezionati e venduti a investitori sprovveduti  Le agenzie di rating che li hanno approvati e consigliati in Usa e altrove  Economisti per i quali i mercati si regolano da soli

10 Caccia ai colpevoli… più in generale I MERCATI FINANZIARI Gestire il rischio Stanziare il capitale Monetizzare il risparmio Tenere bassi i costi di transazione Creato rischi Collocato il capitale in modo sbagliato Incentivato l’ indebitamento Imposto costi di transazione elevati AVREBBERO DOVUTOHANNO RISCHIO BASATO SU UNA SCOMMESSA: all’occorrenza, Fed e Tesoro sarebbero corsi in aiuto

11 Per i fautori della deregulation… I costi della regolamentazione supererebbero i benefici La regolamentazione soffocherebbe l’innovazione I problemi più gravi, per gli operatori del settore finanziario meno regolamentato(hedge funds), si sono verificati nel settore più regolamentato (le banche) In realtà… Le innovazioni dei mercati americani sono mirate proprio ad aggirare le regole, le norme contabili e l’imposizione fiscale

12 Deregulation 2 Gli operatori finanziari accusano la Fed di aver consentito tassi di interesse troppo bassi per troppo tempo Le banche accusano il governo di non averle fermate mentre tentavano di fare quello che lo Stato gli aveva chiesto: incentivare l’acquisto della casa I regolatori non si sono assicurati che le banche non si comportassero male Assurdo che anche dopo la socializzazione delle perdite non si cambino le regole

13 I fallimenti del mercato finanziario 1. AGENZIE Gestiscono denaro e prendono decisioni per conto d’altri → Gli investimenti e le valutazioni sono effettuati per conto dei gestori dei fondi. Attenzione per i risultati economici  Enfasi sugli utili a breve termine Retribuzioni basate sul prezzo del mercato delle azioni Wall Street inventa nuovi prodotti capaci di generare redditi elevati per le sue aziende nel breve periodo Controlli di qualità pressoché inesistenti

14 I fallimenti del mercato finanziario: 2 cartolarizzazione I prodotti finanziari più richiesti prima della crisi erano basati sulla cartolarizzazione VANTAGGIO Distribuzione del rischio SVANTAGGIO Informazione imperfetta La banca si fida dell’intermediario che ha erogato il mutuo ipotecario Si da per scontato che la banca venditrice abbia effettuato controlli/indagini Acquisto di titoli garantiti da ipoteca Si prestano soldi ad un proprietario di casa di cui non si sa nulla

15 I fallimenti del mercato finanziario 3) ESTERNALITA’ Situazione in cui uno scambio di mercato crea costi o vantaggi per soggetti che non vi partecipano L’odierno sistema finanziario è intrecciato e centrale per l’economia  il fallimento ha colpito tutti Le esternalità costituiscono la causa del contagio → Il Fmi ha chiesto un massiccio intervento pubblico in contrasto con il Fondamentalismo del Mercato ( I mercati sono efficienti, capaci di correggersi da soli)

16 Fed e Tesoro Usa hanno osteggiato l’introdu- zione di regole che avrebbero potuto ren- dere le operazioni di salvataggio multimi- liardarie meno probabili e meno costose I salvataggi costituiscono il segno di una politica incoerente con conseguenze potenzialmente di lungo periodo Azzardo Morale Gli incentivi verrebbero indeboliti se gli intestatari di un mutuo sapessero di avere la possibilità di essere aiutati in caso di inadempienza I fallimenti del mercato finanziario 3) ESTERNALITA’

17 I fallimenti del mercato finanziario chiariscono che il governo ha un ruolo da svolgere: se fa bene il proprio lavoro ci saranno meno incidenti, o almeno saranno meno gravosi Il governo deve contribuire, ma il modo in cui lo stato interviene influisce sulla possibilità che si verifichino altre crisi in futuro e sul senso di equità e giustizia di una nazione. In conclusione serve più regolamentazione

18 Gli Usa hanno esportato la loro filosofia  quasi ¼ dei mutui tossici viene acquistato da istituti esteri Molti paesi europei hanno dovuto affrontare problemi propri:  Spagna: bolla enorme  crollo mercato immobiliare (norme rigorose nel mercato finanziario)  Islanda: comportamento sconsiderato delle tre banche estere  primo paese Ue che chiede aiuto dall’Fmi La crisi globale MACRO E MICROPROBLEMI

19 UE ha una pecca sostanziale dell’integrazione: il ‘mercato unico’ fa sì che qualsiasi banca europea possa operare in qualsiasi paese, mentre la responsabilità della regolamentazione spetta al paese di provenienza  Paesi in via di sviluppo: diminuzione delle rimesse (trasferimenti di denaro ai familiari dai paesi industrializzati) e dei capitali esteri + politiche di liberalizzazione sbagliate del mercato finanziario e dei capitali imposte dall’Fmi La crisi globale nell‘Unione europea e nei Pvs

20 Il quadro generale L’ECONOMIA GLOBALE E’ SOGGETTA A SCOSSE SISMICHE Paesi sviluppati: tendenza al passaggio dal settore manifatturiero al terziario ↓ Globalizzazione: delocalizzazione della produzione Vantaggio comparato in Cina, India e in altri paesi emergenti Paesi poveri che prestano soldi a quelli più ricchi: deficit insostenibile

21 Le conclusioni di Stiglitz Per riportare in salute l’economia mondiale bisognerà tenere conto delle nuove acquisizioni in materia di dottrina economica e correggere gli squilibri Una qualche nuova bolla potrà sostituire quella immobiliare (che aveva sostituito quella tecnologica, che a sua volta aveva preso il posto di quella petrolifera) Negli Stati Uniti vanno risolti i problemi di fondo della regolamentazione: NON SI PUO’ ASPETTARE CHE LA CRISI FINISCA: SI DEVE AGIRE PRIMA

22 Che fare secondo Stiglitz  Il bisogno di nuove regole  Un nuovo ordine capitalistico con un nuovo ruolo dello stato  Innovazione va indirizzata al risparmio energetico e di risorse naturali e non di posti di lavoro → è paradossale avere molti disoccupati in un mondo sull’orlo del disastro ambientale

23 Che deve fare lo stato?  Promuovere la piena occupazione e la stabilità dell’economia  Smembrare banche troppo grandi per fallire, difficile finche forniscono contributi elettorali → migliorare i processi democratici  Promuovere l’innovazione  Scienze di base e conoscenza  Innovazione per risolvere problemi ambientali e sociali

24 Aspetti comuni a Crouch Gallino e Stiglitz  Crisi sistemica  Attenzione al neo-liberismo  La attuale globalizzazione è poco democratica  Vanno smascherati gli intrecci tra politica ed economia  Bisogna guardare aldilà dello stato nazione (solo in parte Stiglitz che guarda anzitutto agli Usa)  non sono ottimisti sulle vie d’uscita a breve

25 Differenze GallinoCrouch Stiglitz La crisi mette in risalto l’afferma-zione di un nuovo capitalismo La crisi è conseguenza di una globa- lizzazione in cui le Tnc hanno sempre più potere Un nuovo ordine mon- diale è possi- bile con + re- gole e un nuovo ruolo dello stato L’attenzione va anche alle relazioni tra Nord e Sud del mondo L’attenzione è più orientata all’Occidente Attenzione agli Usa, ma anche ai Pvs

26 Che fare? GallinoCrouch Stiglitz Servono nuove regole per la finanza, sia a livello nazionale, che europeo e mondiale Lo stato nazione è debole I mass-media sono asserviti Come Gallino, con proposte x nuovo sistema monetario mondiale (bancor di Keynes) Bisogna difendere e creare beni comuni Rimane la società civile per attenuare lo strapotere delle TNC Alla crisi morale si risponde an- che con misure diverse dal Pil