Un filosofo, un pittore... Giordano Bruno L’arte è magia Un filosofo, un pittore... Giordano Bruno
La magia La magia è con l’amore, l’arte, la matematica una delle perfezioni dell’animo che conducono a grandi imprese. La magia rende comprensibile l’animazione universale, mentre la matematica guida l’astrazione e l’amore produce la verità.
L’arte L’arte mira a suscitare emozioni L’arte rende visibile l’invisibile L’arte agisce con forza sugli atomi della conoscenza per unire con forza ciò che è incomparabile
L’arte della memoria …Si rifà a quest’energia magica che tiene unite tutte le cose E’ un enciclopedia che non si compone di sole parole, ma di immagini I pittori, come i filosofi, attraverso il gioco (ruote di Lullo) cercano di incastrare tutte le tessere della realtà Agostinianamente si spiega questa vicinanza tra pittore e filosofo
Un dipinto,un sigillo Un dipinto è sempre un’immagine. Un’immagine è sempre un sigillo. La parola “IMMAGINE” dal latino “IMAGO”: un particolare oggetto, un sigillo del defunto. L’immagine non sarà tanto la rappresentazione del defunto, ma un sigillo per trattenerlo. Un modo per rendere visibile ciò che non lo è più . La magia delle immagini trattiene le cose!
L’immagine come contrazione Il pittore è colui che dal ricordo dell’immagine cerca di trattenerla attraverso il suo quadro Il filosofo è colui che tratta di sigilli,è un pittore di idee!
L’immagine, nonostante sembri limitativa, è sempre più di ciò a cui sembra vincolarsi E’ magica Per Platone la pittura, come la poesia, non rappresentano nulla di concreto In realtà è proprio questa la loro caratteristica fondamentale… l’arte, come la poesia, sono un di più!
Due dimensioni della luce colte attraverso l’ombra Bruno: “Nella chiave e nelle ombre” Caravaggio: artista famoso in tutto il mondo per la straordinaria capacità di costruire la composizione attraverso la luce e l'ombra: principalmente al chiaroscuro e ai contrasti di colore è affidato infatti il ruolo di indagare e modellare ogni cosa – gesti, movimenti, atteggiamenti – sottolineando l'intima drammaticità del reale
Mito I loro miti rappresentano la loro personalità, il loro ruolo nel mondo. Bruno: immagine di Atteone. Caravaggio: immagine di Narciso. Entrambi questi due miti vedranno la verità nuda (Atteone fuori di sé, Narciso dentro di sé) e ne moriranno. Tutto questo rappresenta il filosofo che si perde nelle cose del mondo e il pittore che si perde in sé stesso, per inseguire l’immagine finisce con l’eccedere nel narcisismo.
Evidentemente il significato originario del mito era fortemente negativo: dell' uomo che per uno sfondamento dei limiti viene punito. Invece Bruno lo legge diversamente perché nulla é più positivo che lo sfondare i limiti, espandersi liberamente all' infinito: legge ogni elemento del mito reinterpretandolo: Atteone é l' uomo (più precisamente il filosofo); i cani rappresentano due aspetti delle facoltà umane, la volontà e l' intelletto; la metafora della caccia é poi tipica per descrivere la filosofia, quasi come se si andasse a caccia del sapere (già Platone l' aveva usata). Atteone (il filosofo) insegue la preda (che é la natura): é il filosofo che ricerca l' essenza della natura; ma la selva non é facile da attraversare e non tutti possono farcela (emerge la concezione aristocratica che Bruno ha del sapere); ad un certo punto il filosofo incontra la dea Diana, che incarna la natura e che si rispecchia nello stagno: la dea che si rispecchia simboleggia la divinità che si rispecchia nella natura.
Il filosofo avendo inseguito la natura la vede nella sua nudità , nella sua essenza e lui stesso ne è trasformato ( infatti il cervo incarna anch' esso la natura ) . I cani si rivolgono contro di lui , cioè i suoi pensieri prima rivolti ad una natura concepita come esterna finiscono per rivolgersi contro lui stesso finché non viene da essi catturato , l' uomo arriva cioè a capire che lui , la natura e la divinità sono la stessa cosa . In altre parole significa che l' uomo che ricerca la natura trova la divinità e alla fine scopre che questa natura - divinità non è altro che lui stesso . Il mito rappresenta tutta la filosofia bruniana , l' identità Dio - natura - uomo che c‘è sempre stata e sempre ci sarà , ma spetta alla filosofia portare l' uomo a rendersene conto , quasi come se non si realizzasse pienamente se non scoperta dall' uomo . Il mito diventa quindi fortemente positivo , perché rappresenta l' uomo che arriva al traguardo del processo conoscitivo .
Il valore magico delle immagini ci consente d’inoltrarci nella complessità della realtà. Comprendere l’immagine, trovare in essa ciò che vela, necessita di una educazione dell’immagine, che ci porta ad un’alfabetizzazione dell’immagine. Scrivere e leggere un immagine, un quadro, un sigillo porterà alla solitudine del lettore, filosofo, pittore.
“La natura ha assegnato a tutti ali squisite secondo necessità, ma sono davvero pochi coloro che sanno dispiegarle per solcare e battere quell’aria che invita e si presta ad essere battuta…” Giordano Bruno.
Il lavoro è stato realizzato da: Claudia Consiglio