Gli elementi del linguaggio visivo

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Transcript della presentazione:

Gli elementi del linguaggio visivo

CAMPO VISIVO Elementi del linguaggio visivo geometrici visuali compositivi estetici forma posizione iconografia punto dimensione direzione iconologia linea Collocazione spaziale colore funzione piano texture peso Valori espressivi volume CAMPO VISIVO

Il punto è un segno primario perché da esso si genera la linea, che può essere definita come una successione infinita di punti. Se con una lente di ingrandimento osserviamo una foto su un giornale vedremo che è formata da un “retino” di piccoli punti. Il punto è un elemento con il quale possiamo rappresentare la realtà Un punto concentra su di sé l’attenzione mentre la linea ci induce a seguirne la direzione.

ESEMPI

LA LINEA Mentre il punto è fisso, la linea indica movimento e ha una sola dimensione perché si stende solo in lunghezza. Le linee possono essere rette o curve. Tra le rette distinguiamo le orizzontali, le verticali, le oblique o sghembe. C’è poi la linea spezzata costituita da diversi segmenti lineari oppure mista se è formata da rette e curve.

la linea orizzontale, per esempio suggerisce calma, staticità e quindi una grande tranquillità, quasi come un individuo che sta dormendo tranquillo.

La linea verticale, invece suggerisce un movimento regolare, oppure una crescita od una caduta.

La linea obliqua, suggerisce qualcosa di dinamico, di fretta, qualcosa che è instabile, uno scatto furioso, quindi molta mobilità.

La linea curva, invece ci dà l’impressione di qualcosa molto armoniosa, elastica, un vero senso di protezione, (vedi magari il seno materno, le curve prosperose, etc.).

La linea spezzata, che può suggerire energia pura, nervosismo o particolari vibrazioni. Daniel Libeskind, Museo ebraico, Berlino

La linea mista, ci propone fantasia, incertezza, movimento. Il Museo d'arte contemporanea a Citylife

I valori espressivi della linea La linea può comunicare sensazioni diverse a seconda della sua direzione (verticale, orizzontale, obliqua) e del suo andamento (retto, curvo, spezzato). Per poter cogliere queste sensazioni noi dobbiamo "leggere" la linea come un puro movimento: dobbiamo cioè "sentirla" nel suo sviluppo temporale, come se la osservassimo man mano che viene tracciata o la tracciassimo noi stessi. Il movimento è infatti il primo e fondamentale valore espressivo della linea. Le linee verticali esprimono un movimento che può andare, a seconda del contesto compositivo, dal basso verso l'alto o dall'alto verso il basso; se confrontate con le linee oblique, quelle verticali hanno però una relativa stabilità: sono le oblique, infatti, le linee più dinamiche. Le linee orizzontali esprimono un movimento moderato o la totale quiete, le linee curve un movimento sciolto, fluente, quelle spezzate un movimento repentino, fatto di continui scatti. Noi possiamo quindi interpretare la linea non solamente come limite "inerte" di una forma o come mezzo per suggerire un volume, ma anche come elemento dotato di una propria dinamica interna. Ciò non vale soltanto per l'arte astratta (es. Kandiskij fig. 1 e 2), ma anche nella rappresentazione di un soggetto reale i valori espressivi della linea possono essere ben riconoscibili e sono talvolta essenziali per la realizzazione di un'opera d'arte (fig. 3) o per l'ideazione di un simbolo a fini commerciali (fig. 4)

Fig. 1

La linea qui non rappresenta alcunchè ma Kandiskji la descrive come se avesse un’anima (lettura brano) Fig. 3

La linea è anche il mezzo più semplice e immediato per rappresentare la forma delle cose; essa permette di definire i margini di un oggetto, i contorni che lo rendono riconoscibile. Per questo motivo, quando vogliamo rappresentare un oggetto, cerchiamo anzitutto di riprodurne i profili tracciando sul foglio una serie di linee. Ma la linea può essere utilizzata anche per descrivere il volume delle cose, o per comunicare particolari valori espressivi indipendenti dalla rappresentazione della realtà. Le linee di contorno II modo più semplice per raffigurare un oggetto è tracciare una linea continua che ne delimiti la forma, rendendola riconoscibile; questa linea è detta appunto linea di contorno. Quando un oggetto viene rappresentato facendo ricorso alla sola linea di contorno, esso tende però ad apparire "piatto", privo di profondità. La pittura egizia ci offre vari esempi di una rappresentazione di questo genere

La mummia del Dio solare Nell'opera il pittore ha rappresentato solo ciò che può essere definito mediante la linea. Lo stesso colore, privo com'è di variazioni chiaroscurali, appare come un puro riempimento delle aree circoscritte dalla linea. Il pittore egizio, quindi, rappresenta la figura umana come se fosse una figura geometrica, cioè mediante una linea continua e di spessore uniforme che ha una sola funzione fondamentale: delimitare la forma e renderla riconoscibile.

Anche gli artisti greci rappresentano gli oggetti avvalendosi prevalentemente della linea di contorno, ma nelle loro opere il disegno non si limita a circoscrivere la forma, esso ne suggerisce anche lo sviluppo nello spazio Il confronto tra due semplici schemi può aiutarci a comprendere meglio la differenza tra linea egizia e linea greca. Nel primo schema percepiamo due forme, una circolare e l'altra quadrangolare, saldate in un'unica figura che appare disposta su un solo piano. È ciò che avviene nel disegno egizio: in esso, infatti, le varie parti della figura si sviluppano sullo stesso piano. Il secondo schema presenta invece una parziale sovrapposizione delle forme nei punti in cui le figure si incontrano (A e B): il contorno del cerchio sembra "interrotto" dalle linee rette, ed esso appare quindi parzialmente retrostante il quadrato. È questo il caso del disegno greco, nel quale la linea concorre alla resa del volume

Pittore di Pentesilea, Achille uccide Pentesilea,bicolore, V sec. a Pittore di Pentesilea, Achille uccide Pentesilea,bicolore, V sec. a.C particolare Osservando questo particolare di coppa greca dei V secolo a.C., possiamo notare che talvolta, nel disegno, la linea abbandona il profilo esterno della figura per penetrare al suo interno, interrompendo l'andamento della linea vicina. Quest’ultima dà cosi l'impressione di proseguire "dietro" ciò che è visibile, creando un effetto di spazialità del tutto assente nel disegno egizio (dove l'andamento continuo della linea di contorno mantiene la figura, per così dire, "aderente" al piano della rappresentazione).

Gli egizi rappresentano solo elementi ben distinti, traducibili in forme autonome chiaramente delimitate. Per questo si astengono dal rappresentare i rilievi del corpo umano, che non sono parti a se stanti, ma solo sporgenze o rientranze di uno stesso piano. I greci, invece, rappresentano anche i piani parziali del corpo avvalendosi di linee aperte che non servono a delimitare le forme, ma hanno la funzione di indicare i confini tra un rilievo e l'altro. Poiché i rilievi si manifestano attraverso le luci e le ombre, si può affermare che i greci usano la linea in sostituzione del chiaroscuro.

La capacità di suggerire il volume aumenta se la linea, anziché avere uno spessore uniforme, si assottiglia o si inspessisce in alcuni punti: come nello schema, essa apparirà sottoposta a un effetto di luce e d'ombra, ed esprimerà quindi valori chiaro­scurali che concorrono alla resa del volume. Che la linea domini quando l'artista rappresenta la realtà mediante il disegno è un fatto abbastanza prevedibile; ma quando si parla di pittura o di scultura ci aspetteremmo di trovarla subordinata agli altri mezzi del linguaggio visivo: il colore, per esempio, o la luce. Non sempre però ciò accade; quando l'artista è interessato a definire con la massima chiarezza la forma dell'oggetto, cerca comunque di dare grande evidenza alla linea. Solo la linea, infatti, permette di controllare esattamente lo sviluppo della forma Per capire meglio quanto, in alcune opere, la linea sia decisiva per la definizione della forma, può essere utile confrontare il dettaglio di una di esse con quello di un'opera in cui la linea è invece del tutto secondaria. La linea di contorno può anche emergere come margine "virtuale" dal contrasto tra due aree confi­nanti, come negli schemi qui a fianco

Giovan Battista Tiepolo, Coppia in età, particolare, New York, Metropolitan Museum of Art In questo disegno del pittore settecentesco Giovan Battista Tiepolo si può notare l'effetto chiaroscurale ottenuto dall'artista utilizzando linee di spessori diversi: quando la linea si rafforza, il valore d'ombra aumenta.

Nella Venere il chiaroscuro è molto attenuato: le ombre, leggerissime, movimentano appena i piani interni della figura. È la linea di contorno a darci, innanzitutto l’idea della forma.

Sandro Botticelli, La nascita di Venere, particolare, 1486, Firenze, Uffizi Se eliminassimo dalla Venere di Botticelli le linee che delimitano le varie parti, finiremmo con il perdere l'esatta percezione delle forme: la mano, per esempio, si confonderebbe con il petto, essendo ridotto al minimo il contrasto chiaroscurale tra l'una e l'altro. Nella Bohémienne di Frans Hals, famoso pittore olandese vissuto tra Cinquecento e Seicento, la linea di contorno appare invece superflua: la figura è infatti costituita essenzialmente da un insieme di macchie di colore che, opportunamente coordinate, bastano a rappresentarla.

Simone Martini, Annunciazione, particolare, 1333, Firenze, Uffizi Nell'Annunciazione di Simone Martini, caposcuola della pittura senese del Trecento, la figura della Madonna è definita da una linea di contorno generata dal contrasto tra l'area blu del manto e l'area giallo-oro dello sfondo. Le aree sono colorate uniformemente, per cui si verifica, analogamente a quanto abbiamo visto nella pittura egizia, un predominio dei valori "pianori" su quelli "plastici" (le forme, cioè, sono viste più come superfici che come volumi).

Linea oggetto In alcuni casi la linea può rappresentare un oggetto riassumendone per intero la forma. Parliamo, in questo caso, di linea-oggetto. Questo genere di rappresentazione è possibile quando l'oggetto non è inteso come superficie né come volume, ma come un'entità essa stessa lineare: è quanto accade, per esempio, quando una figura umana viene resa con una linea verticale, corrispondente al tronco, e quattro linee oblique, corrispondenti alle braccia e alle gambe. La linea-oggetto si accompagna generalmente a una semplificazione del linguaggio visivo: mancano gli effetti chiaroscurali e spaziali, le forme tendono a essere regolari, i colori puri. Si ottengono così immagini semplici e di immediata leggibilità e comprensibilità, quali si possono ritrovare per esempio in molte forme di arte primitiva e di scrittura ideografica, riprese, oltre che nei vasti repertori della comunicazione sociale anche nelle creazioni di diversi artisti del Novecento

Spettro ottico Rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco e violetto

Verifica: tavola n. 1 e n. 2 Tavola n. 1: il punto Tavola n. 2: la linea Prendi due fogli da disegno A4 lisci e dividili in 4 settori. Nel primo crea, in ogni settore, effetti e/o immagini diverse utilizzando il punto. Nel secondo la linea Inserisci il nome, la classe, la data ed esegui i disegni partendo dalla bozza ideata precedentemente.