Il commercio scalda il clima Bologna 11_03_10
Potremmo cominciare così …
… e continuare così…
In realtà … Mi piacerebbe cominciare con un elemento evocativo, che simboleggi l’idea stessa di bene comune dell’umanità: la foresta tropicale. Ma osservata da un punto di vista un po’ atipico …
Questo …
Esiste una diretta correlazione tra deforestazione e andamento dei prezzi delle commodities agricole e del legno tropicale sui mercati internazionali.
La liberalizzazione del commercio determina una convergenza tra prezzi interni e quello del mercato internazionale. Ed un maggiore impatto degli andamenti dei prezzi internazionali sullo sviluppo locale. In particolare, se parliamo di materie prime agricole, tra gli elementi caratterizzanti c’è un’elevata volatilità e quindi una relativa imprevedibilità.
Ma mentre l’utilizzo delle terre o la loro riconversione può essere reversibile, altrettanto non si può dire per il capitale naturale. Quindi deforestazione, degradazione, perdita di biodiversità, diminuzione della capacità di assorbimento della CO2. La trasformazione nell’uso del suolo assomma al 18% del totale delle emissioni (dati anni ’90, IV report IPCC 2007)
Ma se la liberalizzazione dei mercati rischia di ancorare il capitale naturale alle intemperie dei mercati globali e della speculazione che dire dell’impatto dell’apertura dei mercati sulle emissioni?
E’ dimostrato da diversi studi anche empirici il collegamento tra apertura del mercato e aumento delle emissioni di gas serra (scale effect) dovuto a: aumento della produttività delle aziende ed utilizzo di fonti energetiche a basso costo; aumento dei trasporti nazionali ed internazionali; costruzione infrastrutture (deforest. + emiss.) (es. Nafta e ossidi di zolfo)
Altri effetti del mercato internazionale: Carbon leakage (produzioni che si spostano verso Paesi non Annex 1) Pollution haven (produzioni che si spostano verso Paesi con minori tutele ambientali) (es. Thailandia)
Thailandia Crescita economica media del 7% dal 1980 al 2004 Esportazioni: +45% (1980-’85); +342% (1990); +955% (1995); +2406% (2003); FDI da Paesi Ocse: 65% (2000); normative poco efficaci (Thailand Develop. Res. Inst. 2000)
Ma l’apertura dei mercati non permette una maggiore diffusione delle tecnologie pulite (tecnique effect)? Tutto dipende da quanto saranno stringenti le normative TRIPs La risposta può essere solamente tecnologica?
Considerato tutto ciò, non è venuto il momento di cambiare le regole del gioco?
A cominciare dalla prossima ministeriale di Doha nel 2011
Grazie Alberto Zoratti – Fair 349 6766540 – azoratti@yahoo.it