LA RIVOLUZIONE AMERICANA 1773-1788
1. La situazione nelle colonie
b) l’origine della colonizzazione 1607 (Virginia) - 1732 (Georgia) Le compagnie commerciali cercano nuovi mercati e instaurano colonie nei luoghi di penetrazione (olandesi, svedesi, inglesi) Alcune minoranze religiose (puritani, cattolici, quaccheri) e politiche emigrano dall’Inghilterra e da altri paesi (cfr. 1620 i Padri pellegrini)
c) eterogeneità e conflitti tra colonie Colonie settentrionali (Massachusset, Rhode Island, Connecticut, New Hampshire) organizzate in comunità puritane e dedite alla coltivazione dei cereali, alla pesca, al commercio e alla costruzione navale (Boston) Colonie centrali, abitate da olandesi, svedesi, irlandesi, scozzesi, tedeschi, caratterizzate da pluralismo e tolleranza, dove era particolarmente sviluppato il commercio di materie prime e generi di prima necessità (grano, legname) Colonie meridionali (Virginia, Carolina del Nord e del Sud, Georgia), abitate in prevalenza da inglesi e anglicani, dove la proprietà è organizzata in latifondi occupati dalle piantagioni in cui sono impiegati gli schiavi (tabacco, riso, cotone), con stretti rapporti culturali ed economici con la madrepatria
d) rapporto contraddittorio con GB Autonomia politica: le colonie erano amministrate da un governatori e da Consigli (di nomina regia) e da assemblee legislative (elette dai cittadini). I cittadini delle colonie erano considerati come i cittadini inglesi rispetto ai diritti civili, ma non avevano diritti politici (non eleggevano il parlamento inglese) Diffusione idee illuminismo Dipendenza economica: l’Inghilterra deteneva il monopolio sui commerci (tabacco, riso, grano, legname, rhum, pellicce, pesce) e ostacolava in ogni modo la nascita di un’industria locale. Contrabbando delle merci sottoposte a monopolio e capacità produttiva pari a quella inglese.
2. La protesta contro le tasse La GB impone nuove tasse: dazio sullo zucchero, sulla carta, sul vino, sul caffè, sul té (1764), tassa di bollo su tutti i documenti legali e le pubblicazioni periodiche (1765) Reazioni di protesta da parte dei coloni: manifestazioni, boicottaggio delle merci inglesi Rivendicazione del principio: NO TAXATION WITHOUT REPRESENTATION. Franklin va a Londra per rivendicare i diritti dei coloni, ottiene la revoca dello Stamp Act, ma nessun’altra concessione
BOICOTTAGGIO Il termine deriva dal nome di Charles Cunnigham Boycott, proprietario terriero inglese in Irlanda, contro cui nel 1880 il reverendo O’ Malley esortò la popolazione dicendo: “Se un arraffatore di terre viene nella vostra città e vuole vendervi qualcosa, non fategli del male né minacciatelo; ditegli semplicemente che per la legge inglese egli ha diritto di vendere la sua merce, ma aggiungete che la legge britannica non vi obbliga a comprare niente da lui e così farete finché vivrete”. L’azione di boicottaggio consiste nel rifiutare relazioni politiche o economiche con un paese, un’azienda, una persona
3. I principi del pensiero coloniale Il quadro di riferimento delle rivendicazioni dei coloni è il liberalismo illuministico. Jefferson, Franklin, Hamilton, Adams e Paine rivendicano i “diritti dell’America” accanto ai diritti umani e civili
4. L’esplosione della rivolta 5 marzo 1770 Massacro di Boston - 1773: introduzione del monopolio sul tè - Dicembre 1773-Boston: assalite navi inglesi e gettato in mare il carico di tè -1774: emanazione delle “Leggi intollerabili” (chiusura del porto di Boston, eliminazione autonomie Massachussets, sostituzione in tutte le colonie dei giudici americani con giudici inglesi) -settembre 1774: primo Congresso continentale (accordo tra tutte le colonie a proseguire la rivolta) - aprile 1775: primi scontri armati tra esercito inglese e colonie - maggio 1775: secondo Congresso continentale (costituzione di un esercito comune, comandato da George Washington) - divisione dei coloni tra patrioti (élite terriere e mercantili, borghesi e commercianti) e lealisti (funzionari regi, militari, chiesa)
La Dichiarazione di indipendenza 4 luglio 1776: il Congresso approva la “Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America”, elaborata da Thomas Jefferson. Riconoscimento diritti umani e civili, diritto dei popoli all’autogoverno e all’autodeterminazione, concezione contrattualistica del potere statale
IL PREAMBOLO DELLA DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA "Quando, nel corso degli umani eventi, diviene necessario per un popolo spezzare i legami politici che lo hanno unito ad un altro, ed assumere, fra le potenze della terra, la posizione distinta e paritaria a cui le leggi della Natura e di Dio gli danno diritto, il giusto rispetto dovuto alle opinioni dell'umanità esige che esso dichiari le ragioni che lo costringono a separarsi. Consideriamo verità evidenti per sé stesse che tutti gli uomini sono creati uguali; che sono stati dotati dal loro Creatore di taluni diritti inalienabili; che, fra questi diritti, vi sono la vita, la libertà e il perseguimento del benessere. Che per garantire questi diritti, vengono istituiti fra gli uomini dei governi che derivano dal consenso dei governati il loro giusto potere. Che ogni qualvolta una forma di governo diviene antagonistica al conseguimento di questi scopi, il popolo ha diritto di modificarla e abolirla, e di creare un governo nuovo, ponendo a base di esso quei principi, e regolando i poteri di esso in quelle forme che offrono la maggiore probabilità di condurre alla sicurezza ed alla felicità del popolo medesimo. La prudenza consiglierà, in fatto, di non cambiare per motivi tenui o transitori governi stabiliti da tempo; l'esperienza dimostra, invero, che gli uomini sono più inclini a sopportare i mali, finché sono tollerabili, che a riprendere la giusta direzione, abolendo forme alle quali sono adusati. Ma quando una lunga serie di soprusi ed usurpazioni, volti invariabilmente ad un unico scopo, offrono prova evidente del disegno di un governo di assoggettare il popolo a condizioni di dispotismo assoluto, é diritto e dovere del popolo di abbattere quel governo e di creare nuove salvaguardie per la sua sicurezza futura. Tale é stata la paziente sofferenza di queste Colonie; e tale é la necessità che le costringe a mutare il loro precedente sistema di governo. La storia dell'attuale Re di Gran Bretagna è una storia di ripetuti soprusi ed usurpazioni, diretti tutti all'unico scopo di instaurare il dispotismo assoluto sui nostri Stati. A dimostrazione di ciò, esponiamo i fatti al mondo ignaro e imparziale...
La guerra Agosto 1776: gli inglesi occupano New York Washington evita scontri diretti e punta a logorare l’avversario con azioni di guerriglia 1777: prima sconfitta inglese a Saratoga Arrivano nelle colonie americane volontari europei solidali con la causa degli insorti Fine 1777: la Francia riconosce l’indipendenza delle colonie Appoggio di Spagna e Province Unite agli insorti Gennaio 1778: firma di un trattato di alleanza militare tra Francia e colonie americane Estate 1778: arrivo della flotta francese a sostegno delle colonie. Assedio dell’esercito coloniale a Yorktown (Virginia), roccaforte britannica Ottobre 1781: resa di Yorktown. Il Parlamento inglese vota per Settembre 1783: con il trattato di Versailles la GB riconosce l’indipendenza americana (Senegal e Caraibi alla Francia, Florida e Minorca alla Spagna)
La costituzione degli Stati Uniti d’America Tra il 1776 e il 1780, le 13 colonie di dotano di costituzioni autonome, ispirate ai principi della sovranità popolare, della divisione dei poteri e dell’inviolabilità delle libertà fondamentali, ma in pratica molto diverse tra loro. 1781: redazione degli Articoli di Confederazione Maggio 1787: apertura a Philadelphia, sotto la presidenza di Washington di una Convezione Costituzionale. Federalisti e antifederalisti. Settembre 1788: ratifica della Costituzione dalla maggioranza degli Stati (art.7) (North Carolina 1789, Rode Island 1790) Febbraio 1789: prime elezioni legislative Marzo 1789: elezione di George Washington come primo Presidente degli Stati Uniti 1790 la capitale viene spostata nella nuova città di Fderal City, poi Washington
Le caratteristiche della Costituzione E’ la prima costituzione scritta (la più antica tuttora vigente) E’ breve: gli articoli sono solo sette, anche se ognuno ha diverse sezioni (poi aggiunti 27 emendamenti) E’ rigida: la procedura per modificarla è molto complessa, occorre il concorso sia degli organi federali sia di quelli dei diversi Stati e la maggioranza qualificata necessaria per le votazioni è molto alta (due terzi di ciascun ramo del Congresso e tre quarti degli Stati confederati) una volta accettate le modifiche (emendamenti) vengono poste in calce alla carta costituzionale, senza modificarla direttamente (art. 5) E’ suprema (tutte le altre leggi della Confederazione devono rispettare i principi in essa sanciti (art.6) E’ elastica: è stata adattata a situazioni storiche diverse tramite l’interpretazione della Corte suprema
I principi ispiratori Divisione dei poteri (art. 1, 2, 3) Libertà individuale (emendamenti) Duplice livello: potere federale (centrale), potere dei singoli Stati (locale) (art. 4 ed emendamenti)
Gli organi federali Potere legislativo: Congresso = Camera dei rappresentanti (politica finanziaria-in proporzione al numero di abitanti) e Senato (politica estera-due rappresentanti per ogni Stato). Diritto di impeachement (art. 1) Potere esecutivo: Presidente della Repubblica (eletto ogni quattro anni da un’assemblea di grandi elettori a loro volta eletti dai cittadini dei diversi Stati-comando forze armate, nomina giudici della Corte suprema, diritto di veto verso il Congresso) e governo (organizzato in dipartimenti) (art.2) Potere giudiziario: Corte suprema federale (giudici a vita nominati dal Presidente della Repubblica con l’approvazione del Senato) (art.3)
Tuttavia... Solo maschi, liberi, bianchi, ricchi. Quindi esclusione delle donne, della popolazione di colore e ammissione della schiavitù. Base censitaria della repubblica. No diritti sociali, ridistribuzione della ricchezza, uguaglianza materiale. Permanenza della schiavitù a discrezione degli Stati (Sud, piantagioni). Esclusa solo negli stati di nuova fondazione
Gli anni successivi alla rivoluzione Politica interna: nascita di due partiti: repubblicano-democratico (proprietari del sud e coloni dell’ovest-leader Jefferson) e federalista (ceti commerciali e finanziari del Centro Nord - leader Hamilton) 1789-1791: approvazione di dieci emendamenti (articoli aggiuntivi) con lo scopo di ribadire i diritti individuali e dei singoli Stati rispetto al potere federale, noti come Bill of rights. Es. Primo emendamento: libertà di culto, parola e stampa, associazione, inoltre proibizione al Congresso di "fare alcuna legge per il riconoscimento di qualsiasi religione.” Secondo emendamento: diritto di possedere armi. Dal quinto all’ottavo: diritti legati alla giustizia (equo e rapido processo, diritto alla difesa, ecc.) Politica economica: risanamento finanze pubbliche - creazione Banca degli Stati Uniti
Politica estera: espansione territoriale verso ovest (oltre la catena degli Appalachi) 1787: Ordinanza del Centro-Ovest: le regioni da colonizzare vengono dichiarate territori e sottoposte al controllo del Congresso che invia giudici e governatori, contemporaneamente vengono invitate a darsi un governo locale per essere inserite come Stati nell’Unione. Nascita del Vermont, del Kentucky e del Tennesse
Lo scontro con i nativi americani Durante la rivoluzione le diverse tribù di nativi si schierano o a favore dei ribelli o a favore della Gran Bretagna, vista come argine alla bramosia di terre dei coloni. Nel Trattato di Versailles non c’è alcuna clausola di tutela delle popolazioni locali, che devono stipulare patti separati con gli stati. 1787: Ordinanza del Nord Ovest per l’amministrazione delle regioni tra Ohio, Grandi Laghi e Mississipi. Condizioni: 60.000 abitanti liberi e costituzioni repubblicane. Solo vaghi richiami al trattamento da riservare ai nativi (consenso, umanità nel trattamento, approvazione da parte del Congresso dell’invasione delle loro terre). Entro la fine dell’Ottocento: la maggior parte delle terre sono strappate ai nativi e questi ultimi rinchiusi in riserve.
Il monte Rushmore
Il Crazy Horse Memorial