E’ la festa della speranza per tutti. E’ la festa che Gesù proclamò.

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Transcript della presentazione:

E’ la festa della speranza per tutti. E’ la festa che Gesù proclamò. La festa di Tutti i Santi è la festa di tutti, al di là dei nostri canoni e misure. E’ la festa della speranza per tutti. E’ la festa che Gesù proclamò. Un giorno si sentì ispirato, salì su una montagna e proclamò: “Beati! Beati tutti, perché Dio vi porta nel suo cuore! Beati tutti, perché tutti gli inferni saranno distrutti! La Beatitudine di Gesù ci dichiara santi, e speriamo che, prima o poi, riuscirà a renderci buoni, e lo celebriamo. Che la Beatitudine di Gesù ti consoli! José Arregi Testo: Matteo 5, 1-12a / Solennità di Tutti i Santi. Musica: Jules Massenet. Meditazione.

E' LA NOSTRA FESTA !! Celebriamo l’ amore di Dio, che ha già accolto in casa quelli che ci hanno preceduto e attende con le braccia aperte quanti siamo ancora in cammino. Oggi celebriamo tutti i Santi, non solo quelli che si trovano negli elenchi ufficiali, ma quanti sono nell’elenco di Dio, che sono molti di più. Tra di loro ci sono i nostri parenti e amici. È una festa universale.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Monte delle Beatitudini Gesù va indicando le piste che portano alla vera felicità. La strada verso una vita in pienezza e ricca di significato. Non è legge, né codice, né norma morale, è Vangelo, Buona Notizia, annuncio gioioso. Ogni beatitudine è un grido di gioia di Gesù per l’avvento del Regno di Dio e per la liberazione che viene con questo Regno. Gesù ci mostra che già fin d’ora possiamo godere dell’autentica gioia e indica il cammino concreto per raggiungerla. Gesù non solo ci mostra il cammino, Egli stesso cammina con noi, ci accompagna ogni giorno. L’autentica felicità consiste nell’ascoltare e fare vita la sua parola.

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. La persona povera in spirito sente un profondo desiderio di raggiungere la vera sapienza e l’autentica libertà interiore. E’ aperta e riconoscente a ciò che gli altri e Dio le regalano ogni giorno. La persona povera in spirito si avvicina a Dio con le mani aperte e vuote sperimentandolo come la maggior felicità. La prima beatitudine è il cammino verso la libertà interiore, verso la vera felicità.

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Se non accettiamo la sofferenza, le contrarietà della vita, ci rendiamo incapaci di essere realmente felici. La felicità che Gesù promette a quelli che piangono è la consolazione. Gesù stesso consola e ci insegna a consolare. Egli è la consolazione.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Quelli che conservano la loro bontà, la loro dolcezza, il loro amore... nelle loro relazioni con gli altri, danno una nuova forma alla terra. Mostrano un mondo dove si vive meglio che in quello in cui dominano le leggi del successo e del potere. E sono felici. Lavorare perché la vita sia più umana, più sopportabile, più amabile, più dignitosa, più felice per trasformare la terra in un bene comune per tutti è la fonte della felicità autentica.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Nella situazione conflittiva del suo tempo, Gesù ha il coraggio di parlare di “fame e sete di giustizia”. E’ un comportamento sovversivo perché mette in discussione i potenti, al domandare se non stanno manipolando le leggi e le rivendica solo per se stesso. La giustizia ha un ambito universale. Gesù proclama beate le persone che cercano un ordine giusto per tutti gli esseri umani. La beatitudine è un invito a una vita felice. Chi pratica la giustizia non solo si sazierà nell’ “aldilà”, ma vivrà felice e soddisfatto nella sua lotta di ogni giorno. Chi, che cosa è la causa della mia sete? Come allevio la sete degli altri?

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. La persona misericordiosa ha un atteggiamento materno verso se stessa e verso gli altri. Se siamo misericordiosi, sperimenteremo la misericordia Chi è misericordioso, con se stesso e con gli altri, prova pace interiore, bontà, tenerezza, amabilità... Ed è felice. Sentire compassione ed empatia con tutte le persone diseredate, oppresse, ferite è la forma più alta di qualunque religione. Gesù ci manifesta con la sua vita che significa la misericordia e che posto ha per Lui nelle sue parole e nelle sue opere.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Gesù ci assicura che ci sono persone che hanno un cuore puro, semplice, limpido, chiaro senza secondi fini, che non giudicano gli altri... Le persone pure di cuore vedono Dio. Sono persone che contagiano chiarezza e luminosità. Sono persone felici. Le persone dal cuore puro, trasparente, autentico vedono Dio in tutto e in tutti. Che cosa contemplano? La purezza, la felicità, la santità, la bellezza, la semplicità... tutti i riflessi attraverso i quali si può contemplare Dio. Con questa beatitudine Gesù vuole svegliare in noi il senso della purezza interiore che ci guarisce e ci rende felici. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Costruire la pace richiede creatività, disponibilitàa, dialogo e attività. Solo chi è in pace con se stesso può creare la pace tra gli altri. Le persone che non hanno bisogno di mettersi in evidenza, seminano riconciliazione, non emarginano, non giudicano né condannano nessuno, usano un linguaggio di pacificazione, hanno quiete e armonia... Creano la pace nel loro intimo e nell’ambiente circostante, tra tutte le persone e tutti i popoli. E sono felici.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Ignacio Ellacuria Jon Sobrino Óscar Romero Gesù si congratula con i perseguitati per la giustizia. Chi lotta per la giustizia, per un mondo giusto, dà fastidio. La persona coraggiosa non è temeraria, ma si mantiene fedele alla sue convinzioni, è interiormente libera e non dipende dall’opinione altrui. La persecuzione è la conseguenza inevitabile della opzione per il Regno di Dio. Il vedersi perseguitato è un segno chiaro che si è entrati nel progetto di Gesù, nel regno di Dio. Le persone che sopportano la persecuzione sono quelle che hanno veramente Dio come re. E sono felici.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Chi convive pacificamente in armonia con il sistema istituito, deve chiedersi seriamente se è entrato o no nel Regno di Dio. La persecuzione è promessa di felicità.

CREDO Credo in Gesù, il Maestro, colui che conosce il cammino della vita. Credo nelle sue parole, tanto semplici, che risvegliano il meglio di me stesso, che mi rendono più persona e più fratello, sorella. Credo che è meglio dare che ricevere, è meglio perdonare che vendicarsi, è meglio condividere che accumulare, è meglio vivere con poco, è meglio seminare che raccogliere, è meglio spendersi che risparmiarsi, è meglio camminare che istallarsi, è meglio aver fiducia che giudicare. Credo che sono felici, soprattutto, coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. José E. Ruiz de Galarreta.