Il profilo professionale del docente nella scuola dell’autonomia Le competenze chiave per un insegnamento efficace Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15 DPR 275 1999 Art. 4 (autonomia didattica) , commi 1 e 2 Le istituzioni scolastiche…..concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo. …….regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune….. Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
DPR 275 Forme di flessibilità didattica a) l'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività; b) la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione… degli spazi orari residui; c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo; d) l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; e) l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari. Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15 L’autonomia introduce importanti elementi di flessibilità in un sistema rigido Per fronteggiare la sfida del democratica del diritto per tutti all’apprendimento Per promuovere conoscenze e competenze adeguate alle odierne sfide formative Ciò perché nel passaggio dalla scuola per pochi alla scuola di massa il modello di istruzione dominante ha conservato una monoliticità e rigidità metodologica e didattica inadeguata a rispondere alle esigenze formative di una popolazione scolastica fortemente differenziata per stili cognitivi e disposizioni affettive (che tende peraltro a modellare i suoi linguaggi sui codici massmediatici e telematici) Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15 Limiti formativi strutturali e motivazionali del tradizionale setting didattico Concezione dell’insegnamento come trasmissione e dell’apprendimento come riproduzione di conoscenze Non riesce a mettere a frutto i saperi appresi a scuola per tradurli in competenze coniugando il sapere e il saper fare per costruire il saper essere La motivazione e l’interesse come presunte doti naturali immodificabili La scuola che mira al successo formativo per tutti deve integrare le modalità tradizionali di insegnamento con diversi approcci metodologici Uso di mediatori non solo simbolici e verbali (scritti e orali) ma anche di mediatori attivi, iconici, analogici e di forme di apprendimento collaborativo e situato Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Attività di insegnamento Struttura concettuale delle discipline Caratteristiche cognitive e socio-affettive dello studente Mediatori didattici: Simbolici, Iconici,Analogici,Attivi Metodi: Espositivi, Cooperativi, Laboratoriali Caratteristic Acquisizione di saperi accreditati e competenze Sviluppo integrale della persona/ educazione alla cittadinanza Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Le competenze chiave dei docenti Le competenze disciplinari Le competenze psico-pedagogiche Le competenze comunicative e relazionali Le competenze metodologico-didattiche Le competenze progettuali e organizzative Su di esse può radicarsi uno stile di insegnamento riflessivo in grado di trasformare la scuola in un laboratorio critico di ricerca didattica Le risorse strutturali e strumentali per costruire ambienti di apprendimento virtuali e fisici idonei a favorire l’innovazione finalizzata all’innalzamento della qualità dell’istruzione Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Le competenze comunicative e relazionali conoscenza e controllo dei processi comunicativi che possono facilitare o inibire i processi di apprendimento conoscenza e controllo delle dinamiche emotivo-relazionali che possono innescare positivi processi motivazionali e favorire il successo formativo dei ragazzi Saper gestire la relazione e la motivazione è un presupposto essenziale per il successo di tutta l’azione didattica Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Le competenze comunicative e relazionali Variare i codici e i mezzi della comunicazione per garantire una maggiore efficacia dei messaggi e una migliore decodificabilità degli stessi da parte dei ragazzi Promuovere un maggiore coinvolgimento degli studenti attraverso una lezione attiva e partecipata Sviluppare una didattica basata sull’ascolto effettivo e non su un ascolto presunto. Ascolto dello studente e ascolto del docente. Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Le competenze metodologico-didattiche Si fondano sulla padronanza di repertori di strategie didattiche diversificate e sulla capacità di utilizzarle con successo in diversi contesti in relazione ai bisogni degli studenti e alle conoscenze e competenze che intendiamo promuovere Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Metodi e strategie didattiche Didattica per problemi Didattica per concetti Didattica per progetti Didattica multimediale Cooperative learning Ognuno di questi modelli, di varia matrice, presenta un repertorio di tecniche e metodiche validate che possono fornire al docente “la cassetta degli attrezzi” per costruire efficaci percorsi formativi orientati all’integrazione di conoscenze e competenze. Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
La didattica laboratoriale Dal laboratorio come luogo di conferma della teoria o di addestramento pratico, al laboratorio come metodo di lavoro capace di coniugare teoria e prassi in uno spirito di problematizzazione, ricerca e progettazione di soluzioni Dal laboratorio come spazio fisico al laboratorio come spazio culturale attivo e dinamico capace di arricchire e ampliare il modo tradizionale di far lezione La didattica laboratoriale come luogo di sviluppo della criticità interpretativa e della creatività produttiva Insegnante regista di un ambiente di apprendimento integrato che fa uso di diversi mediatori didattici Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15 Teorie dell’apprendimento e didattica attiva, laboratoriale, collaborativa La valenza formativa dei metodi attivi, laboratoriali, cooperativi è stata sottolineata dalle varie teorie dell’apprendimento del Novecento (Dewey, Piaget, Bruner, la teoria degli stili cognitivi, la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, le teorie costruttiviste ecc.). Essi si radicano su tre principi cardine: La conoscenza è frutto di una costruzione attiva del soggetto La conoscenza autentica ha sempre un carattere situato, ancorato al contesto in cui si sviluppa La conoscenza si evolve sempre mediante forme di collaborazione e negoziazione sociale Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Ambiente di apprendimento supportato dalle TIC I processi di ins/appr si estendono a una banca dati universale rappresentata dalla rete e a potenziali relazioni con soggetti “remoti” La relazione docente/discente può aprirsi a varie forme di interattività e sono ipotizzabili diverse tecniche di conduzione della classe Si possono immaginare diversi setting e varie disposizioni di sedie e banchi Strumenti di apprendimento: discorsi dell’insegnante, immagini, mappe, audio-video, suoni ecc. veicolati da libri, PC, LIM, Netbook, Tablet, Smartphone ecc. L’insegnante è un “regista”: pone problemi, offre stimoli, fornisce supporti, percorsi e ipotesi di ricerca. Gli alunni osservano, analizzano, manipolano, ricercano, pianificano, elaborano, realizzano prodotti Sono presenti codici simbolici, iconici, analogici, attivi Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Fasi essenziali di un approccio laboratoriale Eventi psicologici Fasi Momento Iniziale 1 Fase della problematizzazione Dissonanza cognitiva Attivazione della motivazione 2 Fase della focalizzazione dell’attenzione Analisi del problema e scelta degli obiettivi Centrale 3 Fase della ricerca Esplorazione, selezione, scelta Attivazione di processi creativi 4 Fase del confronto critico Attivazione di capacità critiche e logiche Momento finale 5 Fase della codificazione e comunicazione di “soluzioni” Processi di codificazione e transcodifica 6) Fase dell’analisi critica delle codificazioni Analisi e valutazione dei prodotti di codificazione Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Le competenze progettuali Criteri per progettare percorsi formativi Nella progettazione didattica noi possiamo seguire due vie Una deduttiva: dal generale al particolare. Una induttiva : dal particolare al generale Si tratta in verità di una distinzione puramente teorica, perché nella concreta prassi mentre progettiamo, sia a livello macro che a livello micro, è necessario avere costantemente presenti sia le specifiche conoscenze e abilità che sostanziano i saperi disciplinari, sia le competenze generali e trasversali che descrivono il profilo in uscita dello studente Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Criteri orientativi per progettare Livelli della progettazione di istituto Le articolazioni funzionali del collegio I dipartimenti disciplinari I consigli di classe I singoli docenti Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Criteri orientativi per progettare: uno schema operativo Le articolazioni funzionali del collegio (lo staff del D.S., le funzioni strumentali, la commissione P.O.F., i dipartimenti) descrivono il profilo e le competenze in uscita dalla scuola curvando secondo le esigenze del contesto gli spunti offerti dai documenti ministeriali Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Criteri orientativi per progettare: uno schema operativo I dipartimenti disciplinari, anche riuniti per assi culturali, costruiscono il curricolo delle discipline declinano le competenze e conoscenze generali tracciate dal profilo in uscita in competenze più specifiche legate ai contenuti disciplinari definiscono livelli di padronanza delle competenze (es.strutturando “rubriche”) selezionano i nuclei fondanti e i contenuti essenziali individuano anche moduli di raccordo pluri e interdisciplinare definiscono approcci metodologici diversificati atti a sviluppare conoscenze, abilità e competenze individuano esempi di compiti significativi che mettano in gioco le competenze Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Criteri orientativi per progettare: uno schema operativo I consigli di classe concretizzano e integrano i suggerimenti provenienti dal POF e dalle progettazioni dei Dipartimenti dando corpo alle ipotesi di raccordo multi e interdisciplinare e alla armonica integrazione e finalizzazione educativa delle progettazioni didattiche dei singoli docenti. Costruiscono UDA orientate al potenziamento delle competenze Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15
Costruire moduli, UD, UdA Titolo del percorso formativo (Modulo, UD, UdA) Presentazione: collocazione dell’unità nel curricolo, motivazione della sua scelta, descrizione dei possibili raccordi pluridisciplinari. Definizione e accertamento dei prerequisiti : conoscenze e abilità necessarie per affrontare il nuovo percorso Definizione degli obiettivi del modulo: competenze in uscita e loro articolazione e declinazione in abilità e conoscenze Suddivisione del percorso formativo con indicazione dei temi e sottotemi che verranno affrontati Definizione dei metodi e degli strumenti che verranno utilizzati Definizione degli strumenti e dei criteri della verifica in itinere e di fine percorso (compiti significativi) Precisazione dei tempi di esecuzione Valter A. Campana- Giua-formazione neodocenti 14/15