Alunni con deficit di attenzione/iperattività(DDAI) Cosa può fare la scuola IC San Vendemiano 22 ottobre 2014
Articolazione dell’intervento Il caso di Matteo Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività Sintomi primari e secondari La diagnosi clinica L’evoluzione del disturbo L’intervento della scuola
Matteo Matteo ha 10 anni e frequenta la quinta; gli insegnanti lo descrivono:vivace e pronto, con molte difficoltà di comportamento, sempre in movimento e con un rendimento scolastico non sempre sufficiente. Non va volentieri a scuola perché gli insegnanti lo richiamano spesso dato che non rispetta le regole più semplici: o gioca con le penne o guarda in giro o ha la testa da “altra parte, sulle nuvole”. E’ sempre colpa degli altri e inventa scuse per giustificarsi quando è richiamato. Chiede di uscire diverse volte per andare in bagno,meglio sarebbe dire per farsi un giretto. Se sta seduto, mani e piedi sono sempre comunque in movimento: fa cadere cose dal banco, cade lui dalla sedia su cui dondola spesso. Mentre l’insegnante spiega, di frequente giocherella e si scoccia molto se viene invitato a stare più attento, entrando in contrasto con l’adulto a cui resiste in modo provocatorio continuando a giocherellare.
In molte occasioni, Matteo si dimostra intuitivo, veloce nella comprensione di nuovi argomenti, finisce per primo il compito, che risulta pieno di errori, incompleto anche perché legge le consegne a salti o inizia prima che l’insegnante abbia completato la consegna del lavoro. La grafia è disordinata e a volte neanche lui capisce la sua scrittura, sbaglia i calcoli perché incolonna male o scambia i segni dell’operazione. Di fronte all’errore ha sempre una scusa pronta e i compagni non lo sopportano più per questo e glielo dicono esplicitamente. Matteo al momento si chiude col “muso”, poi diventa vendicativo e alla prima occasione prende in giro i compagni, o disprezza i loro lavori. Partecipa al gioco se si sente sicuro, altrimenti dice che non ha voglia di giocare perchè lui è una schiappa. Non di rado finisce nei pericoli e a volte al Pronto Soccorso( per fortuna per incidenti a casa).
Gli insegnanti anche se preoccupati dell’andamento scolastico irregolare e dello strano comportamento di Matteo, vogliono molto bene al bambino che, quando è in “giornata buona”, è dolce, desideroso di contatto con l’adulto e con i compagni; cade dalle nuvole se, in questa occasione, l’insegnante gli chiede spiegazione dell’episodio poco piacevole del giorno prima, in cui si era preso a botte con il suo più caro amico( “Chi, io? Quando?). Promette che non capiterà più e si dice molto dispiaciuto
Disturbo di di Attenzione e di Iperattività DDAI traduzione da ADHD(attention deficit/hyperactivity disorder) DDAI( disturbo da deficit di attenzione e iperattività) Etichetta diagnostica per descrivere bambini che presentano problemi di attenzione,impulsività e iperattività ( sintomi primari) in associazione con altri sintomi( sintomi secondari) e in vari contesti( casa, scuola) In un bambino possono essere presenti entrambi questi aspetti o uno solo di essi Il Disturbo(innato, di carattere neurobiologico) è presente tra il 2% e il 5% nella popolazione scolastica con maggiore frequenza nei maschi rispetto alle femmine. DDAI - sindrome infantile più studiata in tutto il mondo
1 -DISATTENZIONE Deficit principale della sindrome DDAI Difficoltà di attenzione sostenuta nelle situazioni di lavoro ( specie se ripetitivo o noioso) e di gioco con regole. A scuola Scarsa cura del materiale; Difficoltà a stare concentrati durante la lezione, la conversazione, la lettura( “testa tra le nuvole”)…; Disordine e disorganizzazione nel lavoro: caos sul banco, compiti scritti al posto sbagliato, pieni di errori, scambi di segni nelle operazioni; Sbadataggine: dimenticanze di compiti e materiali, bollini mensa, comunicazioni; Fuga da compiti troppo impegnativi; Facile distraibilità in presenza di suoni/rumori….
IPERATTIVITA’ eccessivo livello di attività motoria o vocale associata o meno a Disattenzione A scuola: Alunni“ Col motorino dentro” agitati, irrequieti, incapaci di star fermi Si muovono spesso e senza uno scopo Logorroici e rumorosi
IMPULSIVITA’ caratteristica distintiva del DDAI Impulsività come difficoltà a dilazionare una risposta a inibire un comportamento inadeguato ad attendere una gratificazione A scuola un alunno impulsivo: Risponde senza riflettere Non rispetta il turno Dice tutto ciò che gli passa per la mente senza freni Intraprende azioni pericolose senza considerare le conseguenze negative
Sintomi secondari e disturbi associati effetto dell’interazione tra caratteristiche primarie del disturbo e il loro ambiente: Sviluppo di tratti oppositivi-provocatori, aggressività -corre- sponsabili di fallimenti in ambito scolastico e sociale Disturbo secondario di apprendimento: difficoltà lettura, ortografia, area logico-matematica, comprensione del testo scritto, studio, con fallimenti e perdita di interesse per la scuola per l’interferenza di disattenzione e impulsività nelle Funzioni Esecutive (pianificazione, memoria di lavoro, fluenza verbale, rappresentazione mentale di un obiettivo, mantenimento dello sforzo, uso di strategie, flessibilità, inibizione di risposte inappropriate); Disturbi emotivi: disturbo d’ansia – disturbo dell’umore (legati a fallimenti, frustrazioni, senso di impotenza) Difficoltà relazionali: non rispetto delle regole, comportamenti disturbanti
La diagnosi clinica – procedimento diagnostico Processo complesso ed articolato: a) raccolta di informazioni da fonti multiple( genitori, insegnanti, educatori) con interviste semistrutturate e/o questionari standardizzati sui diversi aspetti del comportamento e del funzionamento sociale del bambino; b) intervista al bambino per indagare il livello di consapevolezza delle proprie difficoltà e dei vissuti collegati; c) valutazione neuropsicologica e possibilmente degli apprendimenti; d) osservazione clinica strutturata o semistrutturata, possibilmente in un contesto familiare per il b.(casa-scuola)
Criteri per la diagnosi in DSM-IV disturbo da deficit di attenzione e attività Presenza di almeno 6 (su 9) sintomi di disattenzione, o di 6(su 9) sintomi di iperattività/impulsività prima dei 7 anni I sintomi devono essere presenti almeno da 6 mesi In almeno 2 contesti di vita ( scuola, casa) I sintomi devono essere causa di significativa compromissione del funzionamento scolastico e sociale Se un soggetto presenta 6 (o più) dei 9 sintomi di disattenzione, viene posta diagnosi di DDAI sottotipo disattento; Se un soggetto presenta 6 (o più) dei 9 sintomi di iperattività/ impulsività, viene posta diagnosi di DDAI sottotipo iperattivo/impulsivo; Se sono presenti entrambe le problematiche, si pone diagnosi di DDAI/sottotipo combinato Se un bambino presenta oltre ai sintomi di DDAI anche sintomi da disturbo della condotta, si ha diagnosi di DDAI associato a disturbo della condotta
Criteri per la diagnosi in ICD-10 disturbo dell’attività e dell’attenzione Presenza di almeno 6 sintomi di disattenzione, 3 di iperattività e 1 di impulsività E’ necessario riscontrare i primi sintomi a 3 anni Se è riscontrata compresenza di comportamenti riconducibili a disturbo della condotta o un disturbo oppositivo provocatorio, la diagnosi è di Sindrome ipercinetica della condotta ICD 10 individua un campione più omogeneo e con disturbo più severo
Evoluzione del Disturbo nel tempo Primi anni Bambini difficili fin dalla nascita Difficoltà di sonno e alimentazio- ne, Irritabili , inclini a un pianto inconsolabile Facilmente frustrabili, Più difficili da educare, meno sensibili alle ricompense Età scolare Evidente Disattenzione/ Iperattività Alunno “Problematico e difficile da gestire” in contesti che chiedono rispetto di regole Difficoltà scolastiche Senso di inadeguatezza aggressività, Prepotenza, oppositività e provocazione Relazioni sociali difficili Adolescenza Da iperattività a irrequietezza interna, disattenzione, Disorganizzazione nello studio Bisogno nuovi stimoli-continui cambiamenti di scelte scola- stiche e professionali Difficoltà di relazione Condotte pericolose , L’insegnante interviene a 4 livelli che rappresentano dimensioni distinte della metacognizione
L’intervento della scuola 1- Raccogliere dati sul funzionamento dell’alunno/a nel contesto scolastico attraverso l’osservazione quotidiana occasionale e/o sistematica. Scala SDAI:Strumento che guida a identificare comportamenti problematici Contiene 18 domande riguardanti comportamenti a cui attribuire i punteggi 0-1-2-3 in base alla frequenza del loro manifestarsi. Sommare i punteggi delle domande dispari: se il totale è maggiore di 13, ci sono rilevanti difficoltà di attenzione Sommare i punteggi delle domande pari: se il totale è maggiore di 13, ci sono rilevanti difficoltà di iperattività/ impulsività 2 -Predisporre un contesto facilitante, un ambiente prevedibile( routine regole, feedback) per aiutare l’alunno/a a sviluppare capacità di: pianificazione e soluzione di problemi concentrazione e attenzione sostenuta, memoria di lavoro regolazione del comportamento
Capacità di organizzazione e di pianificazione esempi e procedure per la gestione efficace di materiali e spazi di lavoro( banco/tavolo) Insegnare a ricoprire quaderni/libri con una copertina di diverso colore; Realizzare insieme all’alunno/a pro-memoria illustrati con i materiali necessari per le diverse aree/discipline - da tenere nel diario- e consultare la sera prima della lezione( aiuto della famiglia); Far fare esercizio, anche a voce alta, di come si tengono in ordine i materiali sul banco a scuola; Insegnare a porsi domande di autoregolazione: Che materia tocca ora? Cosa devo preparare sul banco/tavolo? Cosa non mi serve più? Mi manca qualcosa? Utile, in classe, sarebbe collocare l’alunno vicino a un/a compagno/a tranquillo/a e organizzato/a che può aiutare o da cui “copiare” come si fa a tenere in ordine le proprie cose. Permettere che a tratti lavori in piedi accanto al banco
Mantenere “alta” l’attenzione per il tempo necessario a intraprendere e portare a termine il compito(1) Quando si inizia la lezione è importante comunicare quali attività/argomenti si affronteranno( magari li scrivo su un angolo alla lavagna, cancellando ogni punto svolto), per quali serve poca attenzione perché facili, per quali occorre molto impegno di attenzione perché sono cose più difficili Alternare attività impegnative ad altre più leggere* Dare consegne brevi, con dati essenziali; Far leggere all’alunno/a la consegna e farsi spiegare che cosa e come fare* Sottolineare con il colore le parole chiave della consegna* Far eseguire il compito spezzettandolo o assegnandolo a dosi* Per ogni step, spiegare i tempi di lavoro e la facilità/difficoltà( utili i simboli); Permettere alternative diverse di svolgimento ( risposte a scelta multipla, al posto di quelle aperte, cloze….) *anche a casa( fare alleanza con famiglia)
Mantenere “alta” l’attenzione(2) Insegnare a mettere un segno sul compito se ci si accorge che da quel momento è caduta l’attenzione* Concordare segnali di aiuto per mantenere e/o riprendere l’attenzione (avvicinarsi o toccare il banco, rivolgere all’alunno uno sguardo d’intesa..); Avvicinarsi frequentemente all’alunno/a per fornire feedback sulla correttezza del lavoro* Insegnare a trovare gli errori per categoria( lettere maiuscole, doppie, riporti, incolonnamento…)* Interrompere il protrarsi degli errori, suggerendo indicazioni per correggere* Verificare al termine di ogni fase com’ è stato svolto il lavoro per offrire feedback e rinforzi positivi anche molto semplici:uno smile, un complimento. Questo momento di gratificazione costituisce una pausa piacevole per l’ alunno/a, di vicinanza affettiva con l’ insegnante, di rico- noscimento del successo davanti a tutta la classe.
Mantenere “alta” l’attenzione; pianificazione e problem solving (alunni cl. 4/5 e scuola sec.) Riflettere/valutare il proprio comportamento attentivo Considerare i fattori che producono disattenzione Confrontare strategie personali di gestione dell’attenzione Lavoro cooperativo( Lim/computer) Compagno tutor Alunno fa lezione alla classe Classe capovolta Imparare a studiare con efficacia ( adattamento del testo: Evidenziazione del testo Schematizzazione e ristrutturazione Riduzione del testo)
Capacità di pianificazione e regolazione del comportamento che è… …..variabile, imprevedibile, influenzato dalle situazioni, problematico. Comportamento problematico situazioni scatenanti: tutte le situazioni “fluide” a causa di regole e ruoli poco definiti. Esempi: inizio e fine lezione, intervalli vari, tempi di gioco, mensa, passaggio da un luogo all’altro dentro scuola, uscite.. Come intervenire? A seguire……..
Poche regole, semplici, chiare, concordate, scritte con proposizioni positive( es. alza la mano per parlare) Intervallo-ricreazione: es. prevedere un calendario di attività o accordarsi sui giochi da fare prima di uscire; rientro da ricreazione: alcuni minuti di “decompressione”, mettendo in ordine il banco, chiacchierando con il compagno; attese varie: fare/finire un disegno;sfogliare/leggere un libretto; ordinare materiali( altre cose gradite all’alunno) passaggi di ambienti: in fila indiana, per 2, capofila e chiudi-fila programmati, calibrare i tempi per evitare confusione, dimenticanza di materiali fine lezione: evitare la fretta, dettare i compiti, consegnare avvisi con ragionevole anticipo rispetto alla campanella per verificare che siano stati compresi e annotati , saluto mensa: stabilire e svolgere ruoli: tutti, a turno; premiare l’ alunno e la sua classe per comportamenti adeguati a tavola( smile, figurine, minuti in più al computer, di gioco…) post mensa: libera scelta di giochi di piccolo gruppo, coppia Assegnare “compiti motori” per orientare in positivo il bisogno di muoversi dell’alunno( distribuire materiali, raccogliere quaderni, bagnare le piantine, riordinare oggetti…)
Perché è meglio gratificare? Un alunno gratificato per un comportamento adeguato può manifestare ancora quel comportamento in analoga circostanza perché sa che dopo accadrà qualcosa di piacevole per lui: si innesca così una dinamica di apprendimento. La strategia della gratificazione praticata dall’insegnante secondo criteri di immediatezza, autenticità, coerenza, gradualità permette di: - stimolare aspetti positivi nascosti - consolidare azioni corrette presenti, ma poco praticate - sviluppare comportamenti desiderabili - rafforzare la riduzione di comportamenti inadeguati - offrire agli altri un’immagine diversa da quella del “rompiscatole” - imparare a stabilire e prevedere le conseguenze di un comporta- mento - sviluppare consapevolezza che ogni traguardo raggiunto è frutto dell’impegno personale. Il bambino con DDAI è molto sensibile alle gratificazioni!
Bibliografia 2001, C. Cornoldi( a cura di), Iperattività e autoregolazione cognitiva, Trento, Erickson 2007, C. Cornoldi( a cura di), Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, Bologna, Il Mulino 2009, B. Caponi, L. Clama, A.M.Re, C.Cornoldi, Rete Ricerca Infanzia Treviso, Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione, Trento, Erickson Scala SDAI(file allegato) Esempio di adattamento di testo di studio(allegato) Esempio di rinforzo di comportamento desiderabile(allegato)